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Omicidio Sharon Verzeni, focus su testimonianze e video: il punto su indagini

(Adnkronos) – Continuano anche oggi, 26 agosto, le indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni, la donna di 33 anni uccisa a coltellate nella notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi a Terno d’Isola. I carabinieri stanno continuando a sentire i residenti, oltre che lavorare sull’analisi dei sistemi di videosorveglianza. I militari stanno poi proseguendo l’acquisizione di informazioni dalla cerchia relazionale.  

Nei giorni scorsi, il 23 agosto, i carabinieri si sono recati per un sopralluogo nella casa, dove Sharon viveva con il fidanzato Sergio Ruocco. L’abitazione è stata posta sotto sequestro subito dopo l’omicidio. La posizione di Ruocco non è cambiata e le indagini sull’omicidio proseguono a carico di ignoti. Il parroco di Terno d’Isola, interpellato nei giorni scorsi dall’Adnkronos, ha detto che “Sharon si stava preparando a un corso per il matrimonio religioso” e “sembrava molto convinta della scelta”. Sempre secondo il parroco, Sharon e il suo fidanzato Sergio non avevano mai dato segni di litigi o incomprensioni, almeno nel corso di preparazione al matrimonio. “Era una coppia un po’ riservata, ma affiatata” ha detto il parroco.  

Al vaglio degli investigatori, oltre ai rapporti tra la ragazza e il suo fidanzato, ci sarebbe anche il possibile coinvolgimento della comunità di Scientology. “Finora non ci siamo fatti nessuna idea di chi potrebbe essere colpevole. Ipotizziamo che potrebbe essere una persona che magari la cercava al bar ma più di questo non sappiamo” ha detto nei giorni scorsi a ‘Pomeriggio Cinque News’ Stefano Ruocco, fratello di Sergio, il compagno di Sharon Verzeni. 

I carabinieri di Bergamo, intanto, non si fermano e provano ad accelerare sul fronte genetico. I militari stanno procedendo a eseguire più tamponi e non solo in via Castegnate, dove la giovane barista ha perso la vita. “Abbiamo eseguito una trentina di tamponi per esclusione, ossia di persone che potrebbero aver contaminato inavvertitamente la scena, cioè i soccorritori per intenderci; poi ci sono altri campioni ritenuti di interesse investigativo” ha detto nei giorni scorsi uno degli investigatori. “Stiamo attuando un protocollo investigativo che vigeva già prima del caso Yara Gambirasio (la 13enne uccisa a pochi chilometri da qui e per il cui omicidio è in carcere Massimo Bossetti, ndr.), per cui effettuiamo prelievi di Dna su pregiudicati o senza fissa dimora. Ne preserviamo un campione in modo che se i laboratori del Ris dovessero restituirci la traccia genetica dell’assassino potremmo procedere con il confronto e avere, in caso positivo, già un nome”.  

 

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