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Sostenibilità, Boggero (Cellini Caffè): “Da sempre cardine della nostra strategia aziendale”

(Adnkronos) – “La sostenibilità, quindi l’attenzione agli aspetti climatici e l’impatto ambientale, è da sempre parte della nostra strategia aziendale. Noi da molti anni, ad esempio, utilizziamo solo energia da fonti rinnovabili. Gli stessi caffè che acquistiamo in origine sono caffè certificati Rainforest e Utz, non guardando, quindi, solo all’impatto ambientale ma anche al giusto trattamento delle persone e della forza lavoro in piantagione”. Sono le parole di Giorgio Boggero, amministratore delegato di Cellini Caffè, Contemporary Italian Roastery genovese, in occasione della presentazione della birra Biova Cellini, frutto della trasformazione del caffè recuperato dalle capsule danneggiate durante il processo produttivo, che rinasce in una birra artigianale di alta qualità: oltre 10.000 capsule altrimenti inutilizzabili, trasformate in 2.500 litri di birra. 

“Siamo un’azienda certificata ISO 14001 (norma internazionale ad adesione volontaria, applicabile a qualsiasi tipologia di Organizzazione pubblica o privata, che specifica i requisiti di un sistema di gestione ambientale), quindi è nel nostro dna e nel nostro modo di operare la volontà di ridurre l’impatto ambientale e le emissioni nell’atmosfera – spiega Boggero – Di conseguenza, tutti i progetti, anche di innovazione, tendono a ridurre e rendere sempre più consapevole anche il consumatore per minimizzare l’impatto ambientale”.  

La storia di Cellini Caffè inizia nel 1946. Da allora i bar sono da sempre il suo mercato principale e allo stesso tempo il banco di prova quotidiano dove sono nati i suggerimenti e gli spunti che spronano l’azienda a migliorare costantemente. Da sempre è presente la scelta dei chicchi migliori, miscelati in modo unico e li tostati lentamente per preservare al massimo le qualità organolettiche e per creare dei blend dal gusto inconfondibile.  

Il Ceo di Cellini Caffè, quindi, prosegue il racconto dell’impegno aziendale parlando del packaging dei prodotti, tutti all’insegna della sostenibilità. “Tutto il packaging dei nostri prodotti, venduti poi nei nostri bar, sono senza alluminio, ma composti da tre strati di materiale plastico riciclabile, cosa che prima la tecnologia non ci consentiva di fare. Inoltre, l’ultimo prodotto lanciato nella gamma Viva Green di capsule compostabili home sono prodotti definiti Biobased – sottolinea il Ceo di Cellini Caffè – Si tratta di una capsula di origine vegetale, che può essere inserita nel proprio compost come la buccia di una banana. Da un prodotto, quindi, può nascere un fiore. Gli stessi cartoncini che utilizziamo sono cartoncini certificati Fsc”.  

Insieme a Biova Project, azienda torinese che si concentra sulla trasformazione del surplus alimentare in valore aggiunto con un focus iniziale sulla creazione di birra artigianale dal pane invenduto, Cellini va oltre il solito modo di pensare al caffè, ai suoi momenti di consumo, alle sue modalità produttive con la nascita della birra Biova Cellini. 

“In questo percorso di ampliamento della nostra gamma prodotti produciamo anche capsule in alluminio, compatibili con le macchine Nespresso. Tuttavia, ci siamo accorti che in un normale processo produttivo sono presenti degli scarti, ad esempio quando si cambia il formato o quando c’è minor peso in una capsula. Queste capsule non possono essere rimesse in commercio – afferma Boggero – perché questo percorso di qualità non funzionerebbe nella macchina perché l’alluminio non ha memoria, quindi se viene schiacciato e danneggiato non torna nella sua forma originaria. Per ovviare al problema, abbiamo conosciuto Biova e abbiamo capito che da un prodotto destinato allo scarto, invece, poteva nascere una nuova vita, separando l’alluminio dal caffè: il caffè 100% arabica destinato a produrre una birra creando un nuovo prodotto, mentre l’alluminio, che è 100% riciclabile all’infinito, invece, ha preso una strada diversa verso la riciclabilità”. “Il nostro impegno è stato e sarà sempre di più quello di minimizzare i packaging secondari e l’impatto aziendale, costruendo gamme e prodotti che utilizzino, grazie alle tecnologie, prodotti che siano a loro volta compostabili o riciclabili”, conclude.  

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