
di Place des Arts. Alle sue spalle la brava e bella Barbara Buonaiuto

Montréal – Sono 26 anni che gira il mondo in lungo e in largo, tanto da essere umanimamente riconosciuto come autentico ‘ambasciatore’ della musica e della cultura italiana’ (e non solo partenopea) nel mondo. Sì, perché Renzo Arbore – accompagnato dalla sua inseparabile Orchestra Italiana, fondata nel 1991 – ha portato la tradizione musicale del Belpaese nei principali teatri del mondo: New York, Londra, Parigi, Mosca, Tokyo, Caracas, Buenos Aires, Montreal, Sidney, Melbourne, Shanghai… E Montréal, appunto, dove mancava da 8 anni (la prima volta nel 1996). Durante ogni spettacolo, lo showman foggiano (‘adottato’ da Napoli dove ha conseguito, tra l’altro, la Laurea in Giurisprudenza) diverte il pubblico non soltanto con l’interpretazione dei brani musicali più amati, ma anche con racconti, aneddoti, oltre a veri e propri dialoghi diretti con gli spettatori. Capace, oggi come e più di ieri, di coinvolgere diverse generazioni. E proprio qui sta la sua grandezza: le sue melodie mettono d’accordo tutti, senza distinzione di sesso, età, portafoglio, curriculum, professione e posizione geografica. Un consenso umanime ed entusiasta che ha vissuto la sua ennesima e magica replica qui a Montréal, a Place des Arts, quando il 10 maggio scorso il pubblico italo-montrealese ha premiato con una standing ovation uno spettacolo eccezionale, conclusosi sui ritmi indiavolati dei classici napoletani, sud-americani ed internazionali, per un finale davvero ‘pirotecnico’. Dopo un repertorio di indiscussi successi: Maruzzella, Malafemmena, Comme Facette Mammeta, O Sarracino, Reginella, Voce e Notte, Clarinetto, Piove, Luna Rossa, Guaglione e Aummo Aummo. Ad accompagnare Renzo Arbore 16 talentuosi musicisti, tra i quali spiccano l’appassionato canto di Gianni Conte, la seducente voce di Barbara Buonaiuto, quella ironica di Mariano Caiano e i virtuosismi vocali e ritmici di Giovanni Imparato. E poi ancora: la direzione orchestrale e il pianoforte di Massimo Volpe, fisarmonica e piano di Gianluca Pica, le chitarre di Michele Montefusco, Paolo Termini e Nicola Cantatore, le percussioni di Peppe Sannino, la batteria di Roberto Ciscognetti, il basso di Massimo Cecchetti e, dulcis in fundo, gli struggenti e festosi mandolini di Nunzio Reina, Salvatore Esposito e Salvatore della Vecchia. In tutto Arbore ha soggiornato a Montréal per 4 giorni, estasiato dall’atmosfera europea che si respira: lui che è Presidente dell’Associazione Umbria Jazz, apprezza la metropoli quebecchese soprattutto per il Festival Internazionale del Jazz. Tra le città visitate nella sua carriera, gli sono rimaste impresse anche L’Avana e Rio de Janeiro. Uno dei suoi, pochi, rammarichi è quello di non aver potuto creare una famiglia: una scelta di vita quasi obbligata, a causa delle tantissime tournée nei 5 continenti. Ma, allo stesso tempo tempo, non perde occasione di mostrare il suo orgoglio per portare la musica napoletana e italiana in giro per il mondo, forte anche dell’esperienza, nella seconda metà degli anni ’90, a Rai International come direttore artistico. “Sono italiano e fiero di esserlo”, non perde occasione di ripetere. La sua tournée è proseguita verso le Cascate del Niagara al “Fallsview Casino Resort’, con 2 spettacoli sold-out (1.600 persone per ogni serata). Martedì il ritorno a Roma, per i tanti concerti in programma in giro per l’Italia, durante la stagione estiva. Renzo Arbore: artista molto ecclettico, ma anche un uomo molto semplice e generoso

con l’Orchestra italiana sullo sfondo




di New Jersey e Raffaele Buttino di Montréal,
(assente Paolo Sandoni di Bologna)