(Adnkronos) – Formazione professionale e benessere in azienda si possono portano a casa e in famiglia. Parola di Cinzia Pollio, direttrice di Isfor, divisione della Fondazione Aib, ente di formazione promosso da Confindustria Brescia, da più di 30 anni punto di riferimento della Lombardia orientale per la formazione continua di imprenditori, manager, personale delle aziende. “La nostra visione – spiega in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia – è che il benessere nei contesti di lavoro non sia diverso dal benessere tout court. La salute, secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità, non è semplicemente un’assenza di malattia o infermità ma uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Una definizione olistica che incoraggia un approccio integrato e multi-dimensionale”.
“Benessere fisico – sottolinea – in tutti i contesti di vita, vuol dire funzionamento ottimale del corpo. Questo richiede di vivere in contesti che presentino condizioni di salubrità (ad esempio dell’aria, di luce, dei livelli di rumore), avere una buona alimentazione, livelli di riposo adeguati, esercizio fisico regolare, la gestione appropriata delle condizioni di salute. Benessere mentale vuol dire essere in buono stato emotivo e psicologico: sentirsi adeguati e all’altezza, avere un buon livello di autostima, sentirsi considerati e apprezzati, avere la capacità di adattarsi ai cambiamenti e di affrontare le difficoltà. Comprende anche la capacità di gestire lo stress, di lavorare in modo proficuo e produttivo”.
“Il benessere sociale – continua – si riferisce alla capacità di una persona di interagire efficacemente con gli altri, di creare relazioni soddisfacenti e positive, di avere relazioni sane e alcune relazioni significative. Include anche l’integrazione nella società, l’accesso alle risorse necessarie per una vita dignitosa, la capacità di contribuire alla comunità e alla società. I contesti di lavoro possono fare molto per favorire il benessere dei propri lavoratori. Utilizzando una metafora, possono essere un terreno fertile in cui le persone possono fiorire oppure essere un terreno accidentato e difficile in cui le persone devono cercare di sopravvivere. Fiorire, esprimere il proprio potenziale, realizzarsi oppure sopravvivere, cioè barcamenarsi, arrivare in qualche modo alla fine dell’orario di lavoro o alla pensione, fare quiet quitting, due condizioni di lavoro e di vita estremamente diverse tra di loro, credo che sia abbastanza evidente”.
Per Cinzia Polillo “le aziende dovranno occuparsi sempre di più del benessere dei propri dipendenti essenzialmente perché il mercato del lavoro sarà sempre più competitivo, con molte aziende che hanno bisogno di persone e poche persone che potranno scegliere tra le offerte di lavoro. Le aziende dovranno cercare e curare il personale come da sempre cercano e curano i clienti. La guerra per i talenti è già oggi una realtà per molte aziende, lo sarà sempre di più perché l’economia continua a crescere e il numero dei giovani a ridursi, con dati non confortanti relativi al mismatch tra competenze richieste dalle aziende e competenze disponibili sul mercato”.
“Le persone – fa notare – sceglieranno sempre di più i contesti di lavoro, nei quali desiderano lavorare, non solo per fattori estrinseci, come lo stipendio o l’inquadramento, ma soprattutto sulla base di elementi di processo, di contenuto e soft: la coerenza con i propri valori, una reale sostenibilità, la possibilità di imparare, di crescere, la discrezionalità e l’autonomia, la flessibilità e conciliazione con gli altri aspetti e contesti di vita, il clima di lavoro, le relazioni tra i colleghi, la comunicazione interna e interpersonale. Le aziende dovranno mettere in campo una serie di attività per migliorare la propria appetibilità e la propria relazione con il personale. Sono convinta che il primo passo necessario sia quello dell’ascolto dello stato e delle reali e concrete esigenze delle persone, attraverso metodologie strutturate di ricerca sociale (interviste, questionari, focus group”.
Secondo Cinzia Polillo, dopo l’assessment, a seconda di quello che emerge, le aziende potranno ripensare, riprogettare (attraverso le competenze di design) i contesti fisici, organizzativi e sociali di lavoro. 1) investire sulla bellezza dei luoghi di lavoro, bellezza e cultura nei contesti di lavoro generano creatività, elevazione, pensiero, energia, integrazione, inclusione, come dimostrano le esperienze di tante organizzazioni.
2) Ripensare l’organizzazione, magari nella direzione di una maggiore flessibilità dei tempi e contesti di lavoro o di job enrichment, job enlargement o job rotation. 3) Attivare servizi di supporto per il personale, in base alle esigenze, ad esempio sportelli di ascolto psicologico, oppure tutt’altro, soluzioni di mobilità condivisa (car, bike sharing, ecc.) o spazi per attività sportive o ricreative. 4) Offrire percorsi di coaching per aiutare le persone a fiorire, a definire e traguardare i propri obiettivi di successo personale e professionale. 5) Progettare e realizzare percorsi formativi per lo sviluppo delle hard e soprattutto delle soft skills, necessarie sia al livello professionale che per la vita delle persone.
“Il Gruppo Cavagna – sottolinea – a partire da una delle aziende del Gruppo, grazie alla collaborazione con Isfor/Fondazione Aib, porterà i propri dipendenti ‘A lezione di benessere. 24 ore per imparare a stare bene’, attraverso un percorso formativo che, in linea con le indicazioni dell’OMS circa la multidimensionalità del benessere, vuole curare lo ‘stare bene’ in ogni suo aspetto, da quello fisico a quello mentale, ma anche psicologico e emotivo. Il progetto è uno dei più visionari, nel suo genere, in campo manifatturiero e coinvolgerà 325 dipendenti, che verranno divisi in gruppi per agevolare la partecipazione e il coinvolgimento”.
“L’innovativo e illuminato percorso – spiega – progettato e realizzato da Isfor, sarà suddiviso in 12 moduli da 2 ore ciascuno, durante i quali verranno affrontati aspetti fondamentali per promuovere il benessere in azienda, ma anche nella vita di tutti i giorni: quattro ore saranno dedicate al benessere fisico (si parlerà di prevenire e ridurre il rischio di danni fisici sul luogo di lavoro, di ergonomia e di come l’alimentazione può influenzare lo stato di salute e la longevità, con approfondimenti anche sull’attività fisica e il sonno); otto ore saranno dedicate a tematiche mentali-psicologiche, con chiarimenti su come conoscere e saper gestire le proprie emozioni, sulla gestione dello stress e dei carichi di lavoro, sulle diverse tipologie di dipendenze (da sostanze, farmaci, gioco, internet e social media, pornografia) e su come prevenirle e contrastarle. Ulteriori sei ore verteranno sul benessere relazionale e sociale, con un focus sulla gestione dei conflitti e sul saper coltivare ‘relazioni sane’, mentre le ultime sei ore del percorso analizzeranno tematiche finanziarie e economiche, con ‘lezioni’ sulla lettura della busta paga, sul Fondo meta salute, sulla gestione del bilancio economico e sull’importanza del risparmio per gestire i picchi di spese future e realizzare degli investimenti. I primi due moduli, dedicati al benessere fisico, prenderanno il via nei prossimi giorni e si concluderanno a giugno, gli altri verranno organizzati tra la seconda metà del 2024 e l’inizio del 2025”.
“I benefici a lungo termine di un progetto formativo come quello ideato per il Gruppo Cavagna possono essere molto importanti: i dipendenti apprendono quale possa essere l’impatto long-life delle abitudini, dello stile di vita sulla salute e imparano che possono scegliere, possono adottare abitudini più sane in tutte le sfere della loro vita”, afferma Cinzia Pollio. Il programma guarda anche alle conseguenze a lungo termine delle scelte e dello stile di vita: tra queste, la longevità, ma soprattutto l’assunto che la promozione del benessere in tutti i suoi aspetti può avere anche importanti ricadute sociali, in termini di una riduzione della spesa pubblica nel settore sanitario ma anche per un minore bisogno di appoggiarsi ai servizi di sostegno psicologico.
“L’azienda – chiarisce – intesa non solo come il posto in cui passare parte del proprio tempo a svolgere una mansione, ma anche come luogo in cui si condivide gran parte del proprio tempo in compagnia dei colleghi e dove la qualità della vita diventa un elemento essenziale per il benessere psicofisico di ogni dipendente: questo il cuore del sistema di valori di Cavagna Group, con quartier generale a Ponte San Marco di Calcinato, uno dei principali produttori mondiali di apparecchiature e componenti per il controllo di tutti i tipi di gas”.
“Ciascuno di noi – spiegano all’Adnkronos/Labitalia Marisa Cavagna e Marta Rossi, rispettivamente HR Manager e HR Business Partner di Cavagna Group – è inserito in un contesto, in famiglia, con il proprio gruppo di amici o, nel nostro caso, in azienda, intesa non solo come luogo fisico di lavoro ma come insieme di persone che sono chiamate a collaborare e a relazionarsi. Non esiste la separazione tra l’io-lavoro e l’io della vita privata, le due sfere sono comunicanti e si influenzano a vicenda. Lavorare con persone che sanno stare bene porta un beneficio all’azienda e ai colleghi e, a loro volta, le persone traggono beneficio da un ambiente lavorativo in cui si sta bene: questo non è però determinato da una serie di fattori esterni quanto, in primo luogo, dalle scelte che ognuno compie. Il nostro intento è quello di fornire la giusta conoscenza per aiutare le persone a stare bene generando, di conseguenza, un ambiente sano per sé e per gli altri”.