(Adnkronos) –
Nonostante un calo dell’inflazione che da settembre 2023 è stato di oltre 2,5 punti percentuali, e prospettive “notevolmente migliorate”, la Bce resta cauta sulla sua politica monetaria che “frenando la domanda ha contribuito in misura rilevante” a controllare la corsa dei prezzi. Così nel Bollettino economico – in cui si segnala come “malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi per l’elevata crescita delle retribuzioni” – l’Eurotower ribadisce che per “assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine, manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”.
Nonostante il taglio deciso nell’ultima riunione, insomma, non c’è niente di garantito e “per stabilire livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”. La Bce – si spiega – “non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.
Anche perché i progressi sul fronte inflazione sono tutt’altro che garantiti: anzi le ultime proiezioni formulate dagli esperti dell’Eurosistema per l’inflazione complessiva e per quella di fondo sono state riviste al rialzo per il 2024 e il 2025 rispetto all’esercizio di marzo. Attualmente gli esperti collocano l’inflazione complessiva, in media, al 2,5 per cento nel 2024, al 2,2 nel 2025 e all’1,9 nel 2026.