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Angem e Anir, sciopero non risolve nulla, dare futuro a ristorazione collettiva

(Adnkronos) – “Angem e Anir Confindustria insieme rappresentano il 70% delle imprese della ristorazione collettiva, e hanno da mesi posto la questione del riconoscimento delle peculiarità della ristorazione collettiva in sede del rinnovo del contratto del turismo e dei pubblici esercizi anche per mettere in evidenza la professionalità delle imprese associate che necessita di essere riconosciuta. I sindacati, legittimamente ma fornendo cattive informazioni, hanno portato avanti uno sciopero nei confronti delle sole aziende aderenti ad Angem e ad Anir, con toni che, replicando cliché precostituiti, come quello per cui avremmo minacciato i sindacati, hanno fatto andare la protesta al di là delle semplici rivendicazioni contrattuali, purtroppo ottenendo un esiguo risultato sul piano territoriale”. E’ quanto si legge in una nota di Angem e Anir Confindustria. 

“Interveniamo solo ora a sciopero concluso per rispetto del diritto a manifestare dei lavoratori, come in questo caso, cogliendo anche in questa circostanza come in altre vicende più drammatiche il grande senso di responsabilità che dimostrano cercando di garantire sempre il servizio, seppur in condizioni minime”, avvertono. 

“Angem e Anir Confindustria – ricordano – hanno già notificato che se il ccnl fosse rinnovato senza il concorso attivo, della effettiva rappresentanza della ristorazione collettiva il rinnovo non potrà essere riconosciuto come applicabile al nostro settore di attività, precisando per altro che questo non impedirà l’eventuale firma della parte che attiene ai pubblici esercizi”. 

“Da molto tempo – afferma Massimo Piacenti, presidente di Anir Confindustria – chiediamo che, congiuntamente con la revisione del ccnl, il governo discuta della revisione del codice appalti. Riconoscendo al contempo l’aumento dei costi sostenuti in questi ultimi due anni dal nostro settore, a causa degli aumenti che generi alimentari ed energia. Costi che hanno sostenuto le aziende stesse, senza avere la possibilità di revisionare i prezzi soprattutto nei contratti relativi ai servizi tipo pubblico come scuole e ospedali”. 

Continua Carlo Scarsciotti, presidente di Angem: “Il rinnovo del contratto di lavoro della ristorazione collettiva non può essere decontestualizzato rispetto alla crisi che il settore sta attraversando e alla risoluzione dei problemi che stanno mettendo in crisi la tenuta delle imprese, chiediamo quindi un intervento del governo e delle Istituzioni per apportare le modifiche necessarie al Codice dei contratti, per inserire una reale ed efficace revisione dei prezzi, e alla obbligatorietà della applicazione dei Criteri ambientali minimi, definiti a suo tempo con un approccio meramente ideologico senza alcuna dimostrazione della sostenibilità e con incrementi di costi non correlati a prezzi di appalti di fatto fissi e storici”. 

“Angem e Anir ritengono che debba essere superata questa fase critica dalla quale dipende il futuro della ristorazione collettiva, e non intendono delegare nessuno ad occuparsi del contratto nazionale di lavoro, tantomeno da parte di chi non svolge questa attività. Le associazioni ribadiscono che servono corrette relazioni industriali, azioni congiunte tra le parti sociali e che Parlamento e governo facciano la loro parte”, conclude la nota. 

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