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“Veleno topi incinta”, cosa cercava Impagnatiello prima di uccidere Giulia Tramontano

(Adnkronos) – Da dicembre del 2022, cioè sei mesi prima dell’omicidio di Giulia Tramontano, fino a pochi giorni prima del delitto del 27 maggio del 2023 le chat dell’imputato Alessandro Impagnatiello restituiscono plurime ricerche sospette che per la procura di Milano dimostrano la premeditazione del delitto della 29enne incinta di Thiago. E’ quanto emerge nel processo in corso davanti ai giudici della corte d’assise di Milano, dove l’uomo dovrà rispondere per la prima volta a pm e procuratore aggiunto a un anno esatto dall’omicidio. 

Nel cellulare di lui c’è una ricerca non databile con le parole chiave ‘ammoniaca feto’, mentre dal cellulare della vittime emerge come già il 9 dicembre del 2022 Giulia scrive al compagno e alla madre come l’acqua appena comprata avesse il sapore di ammoniaca. A metà dicembre la giovane scrive a mamma Loredana: “Gran bruciore di stomaco” e ancora “Stanotte lo stomaco mi ha ucciso…” e a marzo la vittima cerca online ‘rimedi per mal di stomaco in gravidanza’. Ammoniaca di cui l’ex barman alla sbarra si assicura che sia inodore e insapore.  

A partire dall’11 dicembre del 2022 l’imputato cerca, tramite motore di ricerca, ‘veleno topi incinta’ oppure ‘veleno topi gravidanza’, un’altra ricerca non datate riguarda le parole ‘uccidere feto’. Il 7 gennaio del 2023 Impagnatiello guarda la pagina ‘quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona’, veleno che sarebbe stato somministrato in bevande calde e la cui presenza viene rilevata dall’autopsia. E ancora, ricostruisce in aula uno dei carabinieri che ha fatto le indagini, il 5 marzo Impagnatiello cerca ‘veleni mortali fatta in casa’ e il 13 maggio, pochi giorni prima dell’omicidio, fa ricerche sull’ingerimento di veleno.  

Ma non è tutto. Dopo aver ucciso con 37 coltellate la compagna, Impagnatiello esce infatti dalla loro abitazione di Senago e va sotto casa della donna con cui aveva una relazione parallela. Nell’attesa guarda gli orari del tram, sa che la giovane usa i mezzi pubblici (l’incontro non ci sarà mai), ma col cellulare guarda anche “la sintesi della partita Inter-Atalanta”. E’ uno dei particolari che emerge in aula dalla testimonianza di uno dei carabinieri che ha lavorato all’indagine. 

L’omicidio di Giulia è avvenuto, da quanto ricostruito dalle indagini, nella serata del 27 maggio del 2023. Alessandro Impagnatiello accoltella la compagna, incinta di Thiago, ben 37 volte, poi prova a bruciarla nella vasca da bagno. Il 28 maggio il corpo è nel box, qui tenta nuovamente di darle fuoco con la benzina, quindi nasconde la vittima, avvolta in buste di plastica in cantina, infine la riporta nel box per trasportarla la notte del 31 maggio (intorno alle ore 2.30) in un anfratto in viale Monterosa. 

Sono le testimonianze, ma anche le immagini delle telecamere – Impagnatiello esce “con due sacchi spazzatura gialla” – e quanto restituito dal luminol che permettono di stabilire le mosse dell’imputato che prima del delitto ha comprato anche una bottiglietta di cloroformio. Un delitto che l’ex barman ha cercato di nascondere mandando dei messaggi dal cellulare della compagna, ormai morta, ma anche quando è già in caserma per essere ascoltato. Qui, con accanto un carabiniere, mentre si cercava la compagna si dedica a cercare sul cellulare ‘Odori che possono dar fastidio ai cani’. 

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