(Adnkronos) – Quale tecnologia robotica è la più adatta a curare una singola patologia, in quale tipo di paziente e di quale età? Risponde a questa domanda ‘Fit for Medical Robotics’, progetto coordinato dal Cnr con la collaborazione di 24 partner tra università e centri di ricerca, Irccs e realtà industriali, che ha come obiettivo principale dimostrare scientificamente quale sia l’utilizzo più efficace di una tecnologia robotica all’interno del percorso riabilitativo del paziente, con la stessa precisione con cui oggi si è in grado di prescrivere un farmaco. A un anno dal suo avvio – si legge in una nota diffusa dal Consiglio nazionale delle ricerche e dal Policlinico universitario Campus Biomedico di Roma, in prima linea nel progetto Fit4MedRob – i ricercatori hanno fatto il punto sui primi risultati e mostrato alcune delle tecnologie che popoleranno le strutture sanitarie.
Oggi i robot per la riabilitazione, gli esoscheletri per l’assistenza, le protesi di arto superiore e inferiore, i sensori indossabili e gli algoritmi di intelligenza artificiale per la comunicazione e l’interazione con le macchine, i sistemi di realtà aumentata e virtuale per facilitare l’interazione con la tecnologia – elenca la nota – sono oggetto di ricerche avanzate, ma ancora utilizzati in singoli centri all’interno di piccoli studi sperimentali che offrono i primi risultati incoraggianti, ma non permettono di analizzare in modo sistematico l’efficacia clinica di queste tecnologie.
Per la prima volta in Italia, la ricerca sulle tecnologie avanzate per la riabilitazione e la cura connette sinergicamente ingegneri e clinici all’interno di più di 50 diversi studi, con oltre 2mila pazienti coinvolti in più di 25 strutture su tutto il territorio italiano. I centri clinici e di ricerca e le aziende coinvolte, capitanati dal Cnr con Università Campus Biomedico e Fondazione Don Gnocchi, operano insieme grazie a un finanziamento di 126 milioni di euro messi a disposizione nell’ambito del Piano complementare al Pnrr dal ministero dell’Università e della Ricerca.
“In questo primo anno abbiamo innanzitutto invertito la rotta – ricorda Loredana Zollo, professore ordinario di Bioingegneria e preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università Campus Biomedico – Siamo passati da un contesto molto frammentato, caratterizzato da tanti piccoli studi clinici distribuiti sul territorio nazionale con numeri esigui di pazienti, ad un nuovo scenario caratterizzato da una visione sinergica e collaborativa tra decine di centri clinici e di ricerca, università e aziende per costruire la base scientifica necessaria a dimostrare l’efficacia delle tecnologie robotiche emergenti, in una prospettiva di completa razionalizzazione del loro utilizzo nelle strutture sanitarie in base alle esigenze del singolo paziente”. La “grande sfida che il progetto affronta – aggiunge Zollo – è riuscire a dimostrare che le tecnologie robotiche possono efficacemente fornire supporto all’intero percorso di cura, dalla prevenzione fino all’assistenza domiciliare, mostrando per quale fase del processo riabilitativo la specifica tecnologia è più efficace, per quali patologie, per quale tipologia di pazienti e quali fasce di età. Inoltre, individuando i limiti delle tecnologie esistenti, sta progettando le componenti hardware e software della futura generazione di robot”.
Si tratta di “un progetto rivoluzionario in quanto pone al centro la persona: le tecnologie robotiche diventano il mezzo attraverso il quale sviluppare soluzioni innovative per superare vulnerabilità e fragilità, migliorare la qualità della vita di pazienti e caregiver, favorire una maggiore inclusione sociale – sottolinea Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr – In questo primo anno di attività, l’ampio partenariato pubblico-privato, guidato dal Cnr, ha riunito studiose e studiosi impegnati insieme per mettere la ricerca e la tecnologia al servizio del benessere dell’umanità”.
Fra le “sfide più importanti del nostro tempo – evidenzia Maria Cristina Messa, direttrice scientifica della Fondazione Don Gnocchi – vi è quella della cura ed assistenza di lungo periodo utilizzando al meglio le tecnologie e la digitalizzazione. Il progetto Fit4MedRob è un piano di sviluppo basato su ricerca scientifica, che, mettendo a sistema numerosi centri di ricerca e di assistenza, trova la massa critica per poter indirizzare lo sviluppo futuro e l’uso appropriato della robotica in ambito sanitario. In un centro come la Fondazione Don Gnocchi, tradizionalmente dedicato alla cura dei soggetti più fragili anche attraverso la ricerca scientifica, il progetto permette non solo di acquisire nuove conoscenze alla base del processo riabilitativo, ma anche di poter diffondere metodi di cura avanzata su tutto il territorio, raggiungendo tutti coloro che ne hanno bisogno”.
“La sinergia che si è creata tra i partner è il vero motore di un progetto che si è posto un obiettivo ambizioso: imprimere un deciso cambio di rotta sugli attuali modelli riabilitativi e assistenziali rivolti a pazienti di ogni età attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie robotiche e digitali”, rimarca Christian Cipriani, professore ordinario di Bioingegneria industriale della Scuola superiore Sant’Anna e direttore scientifico del progetto.
Fit4MedRob, coordinato dal Cnr, vede la partecipazione di altri 24 partner di cui 10 università e centri di ricerca, 11 Irccs o centri clinici e 3 realtà industriali: Cnr, Cure ortopediche traumatologiche S.p.A., Fondazione Don Carlo Gnocchi, Fondazione Mondino, Fondazione Policlinico Universitario Campus Biomedico, Fondazione Stella Maris, Istituti clinici scientifici Maugeri, Istituto Gaslini, Istituto italiano di tecnologia, Eugenio Medea dell’Associazione ‘La Nostra Famiglia’, Inail, Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio, Policlinico San Martino, Scuola Superiore Sant’Anna, Università Campus Biomedico di Roma, le Università degli Studi di Firenze, Genova, Modena e Reggio Emilia, Napoli Federico II, di Pisa, Pavia e Siena, Congregazione suore infermiere dell’Addolorata Villa Beretta – Ospedale Valduce, Eustema S.p.A., Item Oxygen Srl, Tecnobody s.r.l.