(Adnkronos) –
Un tunnel di un chilometro nel cuore di Khan Younis, una rete sotterranea di Hamas dove si è nascosto il leader Yahya Sinwar e dove sono stati tenuti segregati almeno 12 degli ostaggi rapiti nell’attacco del 7 ottobre. Le Forze di Difesa di Israele (Idf) diffondo su X le immagini dell’ennesimo network sotterraneo creato dai terroristi e utilizzato soprattutto negli ultimi mesi.
La Cnn, in particolare, ha esplorato la ragnatela di gallerie, descritta come un labirinto buio, con muri che sembrano destinate a collassare l’uno contro l’altro da un momento all’altro. I soldati israeliani hanno controllato metro per metro raccogliendo prove e campioni del Dna. Sulla base di questi elementi, sono certi della permanenza di 12 ostaggi nel tunnel. Alcuni dei rapiti sarebbero stati liberati nell’ambito degli scambi conclusi alla fine di novembre. La testimonianza della Cnn, dopo un tour condotto dal generale Dan Goldfuss, fa riferimento ad un ambiente a dir poco ostile: poca aria, buio pesto, caldo soffocante e umidità opprimente.
“Hanno impiegato anni per costruire tutto questo. Non è un progetto realizzabile in uno o due anni. Se qualcuno chiede quanto c’è voluto per pianificare l’attacco del 7 ottobre, rispondo che sono serviti anni”, dice il generale. Il giornalista della Cnn ammesso nel network sotterraneo, secondo condizioni stabilite dai militare, descrive incroci di tunnel con passaggio in cui bisogna quasi inchinarsi per spostarsi da un locale all’altro. In alcuni settori, si cammina a fatica tra acqua e fanghiglia che arriva alle caviglie. Le condizioni appaiono estreme, a profondità che variano tra i 15 e 25 metri al di sotto del suolo.
Secondo le IDF, nei tunnel ha trovato rifugio anche Yahya Sinwar, leader di Hamas a Gaza, costretto a nascondersi per sfuggire all’offensiva israeliana che – in particolare da gennaio – ha iniziato a colpire con continuità anche la zona di Khan Younis. Nel corso delle ultime settimane, secondo la ricostruzione delle forze armate, la sezione del network mostrata ai giornalisti è stata utilizzata come ‘cella’ per gli ostaggi. Lo dimostrerebbero cancelli e protezioni installati recentemente. Ovunque, rifiuti e resti di cibo, così come confezioni di bevaglie e indumenti sparsi. Segni evidenti, secondo chi ha visitato la rete, di una presenza prolungata nel sottosuolo. “C’è anche una cucina – dice il generale -. Si prendevano anche il tempo di cucinare per sentirsi a casa. Inizialmente il tunnel non doveva ospitare persone rapite, era una struttura strategica. C’è una doccia, un bagno, un locale di gestione: qui ci sono stati i leader”.