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Tajani: “Non ci facciamo intimidire da minacce Houthi, se attaccati risponderemo”

(Adnkronos) – ”Non ci facciamo intimidire dalle minacce degli Houthi” e ”se attaccati risponderemo, questo deve essere chiaro”. Lo ha dichiarato il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine dei Med Dialogues in corso a Roma dopo che un leader del gruppo yemenita, Mohamed Ali al-Houti, ha minacciato di colpire l’Italia come parte dell’aggressione allo Yemen. ”Noi difendiamo il traffico mercantile, non attacchiamo nessuno, ma non vogliamo essere attaccati da nessuno”, ha aggiunto Tajani sottolineando che ”c’è una libera circolazione marittima e se ci saranno degli attacchi risponderemo”. ”Gli Houthi sono una organizzazione terroristica”, ha affermato. 

In un’intervista a Repubblica Mohamed Ali al-Houti, uno dei leader del movimento Ansar Allah (gli Houti) e cugino dell’attuale leader Abdul-Malik al-Houti, ha avvertito: “L’Italia diventerà un bersaglio se parteciperà all’aggressione contro lo Yemen. Il suo coinvolgimento sarà considerato un’escalation e una militarizzazione del mare, e non sarà efficace. Il passaggio delle navi italiane e di altri durante le operazioni yemenite a sostegno di Gaza è una prova che l’obiettivo è noto”. 

“Il nostro consiglio all’Italia è di esercitare pressione su Israele per fermare i massacri quotidiani a Gaza. Questo è ciò che porterà alla pace. Consigliamo all’Italia di rimanere neutrale, che è il minimo che può fare – ha aggiunto – Non c’è giustificazione per qualsiasi avventura al di fuori dei suoi confini”. 

“Consigliamo agli europei di aumentare la pressione sui responsabili degli orrori a Gaza. Le nostre operazioni mirano a fermare l’aggressione e a sollevare l’assedio. Qualsiasi altra giustificazione per l’escalation da parte degli europei è inaccettabile”, ha sottolineato. 

Secondo Mohamed Ali al-Houti, “non c’è alcun blocco nel Mar Rosso”. “Prendiamo di mira solo le navi associate a Israele, che si dirigono verso porti occupati, di proprietà di israeliani, o entrano nel porto di Eilat – ha insistito – Non abbiamo intenzione di chiudere lo stretto di Bab el Mandeb o il Mar Rosso”. Ed ha affermato: “Essere classificati come terroristi per sostenere Gaza è un onore per noi”. Parla di una “classificazione politica e scorretta, senza giustificazione”. “Se gli Stati Uniti inviano truppe nello Yemen, dovranno affrontare sfide più difficili di quelle in Afghanistan e Vietnam. Il nostro popolo è resiliente, pronto e ha varie opzioni per sconfiggere strategicamente gli americani nella regione” ha concluso.  

 

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