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Trump e la morte di Soleimani, lui non dimentica: “Israele si defilò all’ultimo”

(Adnkronos) – Proprio il giorno in cui il Wall Street Journal pubblica un’intervista a Itamar Ben Gvir, ministro della Sicurezza Nazionale del governo di Benjamin Netanyahu, in cui l’esponente dell’estrema destra israeliana attacca Joe Biden e dice che “se ci fosse Trump al potere, il comportamento degli Stati Uniti sarebbe completamente diverso”, l’ex presidente americano ripete l’accusa a Israele di essersi defilato all’ultimo momento dall’operazione americana nella quale fu ucciso in Iraq il generale iraniano Qassem Soleimani nel gennaio 2020. 

L’occasione è un’intervista a Fox News. “Quando abbiamo preso Soleimani, sapete che Israele avrebbe dovuto essere con noi. Ma due giorni prima hanno detto che non potevano più farlo”, si è lamentato Trump. Già dopo l’attacco di Hamas il 7 ottobre, l’ex presidente aveva dichiarato di “non aver mai dimenticato che Bibi Netanyahu ci ha mollato”, riferendosi all’uccisione di Soleimani.  

Un alto funzionario della sicurezza israeliana ha confermato che Netanyahu si ritirò all’ultimo momento dall’operazione americana nella quale fu ucciso Soleimani. 

“L’operazione per assassinare Soleimani era in preparazione da vari mesi. All’ultimo momento Netanyahu ci ha ripensato per paura di una rappresaglia iraniana. C’era una finestra di opportunità non ripetibile e Trump decise che, se Netanyahu aveva paura di farlo, lui lo avrebbe fatto. Ed è quello che è successo”, ha detto l’alto funzionario all’emittente israeliana Channel 12. “Israele ha fornito informazioni cruciali e gli Stati Uniti hanno realizzato l’assassinio”, ha precisato. 

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