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Ex Ilva, Cda complicato: governo al lavoro su decreto amministrazione straordinaria

(Adnkronos) – Un Cda complicato, teso, difficile. Per Acciaierie d’Italia la partita tra Invitalia e A.Mittal sembra avviata a conclusione e il commissariamento formalizzato dal governo ai sindacati nell’incontro convocato per domani alla sala Monumentale di Largo Chigi. Ma la strada non è semplice; l’amministrazione straordinaria per l’ex gruppo Ilva, infatti, non si innesterebbe su impianto fermo, con gli altiforni bloccati dalla magistratura per questioni ambientali come nel 2012 ma su una società con un assetto societario definito che vede gli indiani di Mittal in maggioranza, con tutte le complicazioni giudiziarie immaginabili. Ma il governo oggi ha continuato a lavorare ancora sul dl approvato ieri dal Cdm per dare concretezza effettiva al testo con cui rafforzare le misure a tutela della continuità produttiva e dell’occupazione delle aziende in crisi in amministrazione straordinaria che sottoporrà con ogni probabilità anche a Fim Fiom Uilm Uglm e Usb nell’incontro di domani.  

Intanto a Taranto è esploso tutto il disagio delle aziende dell’indotto che rischiano di dover rinunciare ad oltre 120 mln di fatture mai incassate da Adi al 31 dicembre scorso. A partire dal domani, infatti, tutte le imprese che aderiscono ad Aigi, Casartigiani e Confapi Industria sospenderanno ad oltranza tutte le attività lavorative svolte all’interno dello stabilimento dell’ex gruppo Ilva. “Crediti questi che sarebbero resi carta straccia dalla procedura di amministrazione straordinaria come avvenne nel 2015 quando l’indotto perse 150 milioni a fronte del medesimo provvedimento”, spiegano ad una sola voce le imprese che denunciano anche come siano “risultati vani i tentativi di interlocuzione con il Governo e le reiterate richieste di istituire un tavolo permanente su ex Ilva che potesse mettere in sicurezza il credito e la stessa sopravvivenza delle imprese dell’indotto oltre il futuro in chiave green dello stabilimento e l’economia della intera provincia di Taranto”. 

E la protesta finirà, ammoniscono ancora, solo a fronte “della messa in sicurezza di tutti i crediti maturati al 31/12/2023” e della convocazione “di un tavolo permanente sul futuro dello stabilimento e sulle sorti dell’economia dell’intera città”. E’ rientrata al momento invece la protesta degli autotrasportatori di Casartigiani da giorni in presidio davanti alle portinerie di ingresso dello stabilimento che hanno ricevuto i primi pagamenti delle fatture relative ad agosto 2023. 

Va avanti intanto anche l’attività di ‘scouting’ informale del governo su eventuali gruppi industriali interessati a entrare nell’ex Gruppo Ilva anche se ancora ieri, il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, ha chiarito il punto di vista delle imprese. “Va fatta chiarezza su molti punti oscuri”, a partire dai “debiti di Acciaierie d’Italia nei confronti dell’indotto, dei fornitori di energia”. Per Gozzi infatti, i debiti vanno pagati ma ” non si può però chiedere che a farlo siano i privati che entrano” ed è “necessaria una due diligence sugli impianti”. Perché, prosegue, dal 2012 a oggi “sono stati concentrati gli sforzi sull’ambientalizzazione del sito, riducendo gli investimenti per la manutenzione ordinaria. La sensazione è che lo stato degli impianti, upstream e downstream, non sia ottimale”, ha detto nel corso di un webinar di Siderweb ‘mercato & dintorni’. 

Oggi però nel settore della siderurgia il Mimit ha messo a segno un Mou per il rilancio del polo di Piombino firmando un protocollo di intesa con Metinvest e il gruppo Danieli che, con il sostegno di finanziamenti esterni e sovvenzioni governative, consentirà, su una superficie di circa 260 ettari, “lo sviluppo, la costruzione, la proprietà, l’esercizio e la manutenzione di un impianto ambientalmente sostenibile per la produzione di prodotti finiti di acciaio ottenuti dalla trasformazione di materiali ferrosi in coils laminati a caldo soggetti ad ulteriori lavorazioni”. Un progetto che a regime darebbe lavoro a circa 1.500 lavoratori diretti e indiretti e “avrà un impatto economico significativo su altre industrie dell’indotto regionali e nazionali”, come spiega una nota del Mimit.  

“L’intesa odierna segna un passo cruciale per il rilancio del polo di Piombino, che assumerà un ruolo sempre più centrale nel contesto del piano siderurgico nazionale, insieme agli stabilimenti di Taranto, di Terni e alle acciaierie del nord Italia. Il nostro obiettivo è orientato verso una siderurgia competitiva, sostenibile e all’avanguardia: un vero e proprio motore di crescita e sviluppo per il nostro sistema produttivo e per l’eccellenza del Made in Italy”, spiega a firma avvenuta il ministro delle Imprese, Adolfo Urso.  

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