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D’Atri: “Rappresentante comune tutela e portavoce interessi azionisti risparmio”

(Adnkronos) – Aggregare e coinvolgere sempre di più gli azionisti di risparmio nelle scelte aziendali ricorrendo anche nuovi strumenti tecnologici innovativi, insieme alle forme più tradizionali. E’ questo il compito del rappresentante comune di questa categoria di azionisti che esercita il suo ruolo con l’obiettivo di rafforzare la tutela nei loro confronti e far sentire la loro voce con le aziende. A spiegarlo, parlando con l’Adnkronos, è Stella D’Atri, rappresentante comune degli azionisti di risparmio di Webuild
, dopo aver rivestito questo incarico anche in altre società come Unicredit e Italiaonline.  

“Le azioni di risparmio – spiega D’Atri – sono state introdotte dal legislatore italiano in gli anni 1970, con l’idea di introdurre un strumento di investimento, che potesse avvicinare risparmiatori italiani al mercato dei capitali. Infatti, l’azione di risparmio, se da un lato rappresenta una quota di capitale di un’azienda, quindi come una azione ordinaria e pertanto dipende dall’andamento del business; dall’altro, fornisce qualche elemento di tutela e in più rispetto all’azione tipica e si avvicina di più a un’obbligazione sia da un punto di vista economico, perché per esempio prevede un dividendo fisso garantito in presenza di utili, sia perché offre delle tutele patrimoniali. Hanno un rappresentante comune, un’assemblea dedicata e, a fronte di ciò, invece gli azionisti di risparmio non hanno il diritto di voto, quindi non hanno la possibilità di influenzare le decisioni strategiche della società”.  

In questo contesto, “il rappresentante comune serve – sottolinea D’Atri – come elemento aggregante dei soci di risparmio perché ovviamente si fa portavoce delle posizioni della categoria nei rapporti della società, sia in situazioni informali, come potrebbero essere colloqui con il management sia nell’ambito delle assemblee ordinarie e straordinarie della società. E se gli azionisti di risparmio non possono, appunto, partecipare, lo può fare invece il rappresentante che ascolta può così riferire ai soci cosa è avvenuto. Ma anche e soprattutto, il rappresentante unico può all’attenzione del management societario delle tematiche che sono care alla categoria”.  

“Il rappresentante – prosegue D’Atri – può essere uno strumento utile per coinvolgere i piccoli investitori che non operano professionalmente in ambito finanziario e che quindi non hanno necessariamente le competenze per poter interfacciarsi frequentemente con la società o anche semplicemente capire a fondo le informazioni finanziarie che ricevono dalle società quotate”.  

Sull’attenzione che le società riservano al rappresentante comune degli azionisti di risparmio, D’Atri sottolinea che non è possibile fare “una generalizzazione”: “in base alla mia esperienza, in realtà, tutto dipende da società a società, nel senso che anche nell’ambito delle società quotate italiane, vi è un ampio spettro di attenzione agli investitori e ai propri soci. Quindi, diciamo dipende un po’ anche dai casi, dalle situazioni e, sicuramente, vi sono delle situazioni in cui le aziende sono stato in grado di cogliere l’opportunità di un rappresentante che quindi può veicolare informazioni e portare avanti anche delle soluzioni che rendono tutti i soci coinvolti soddisfatti alla fine dei conti”. 

“Ci sono state situazioni – dice ancora D’Atri – in cui la collaborazione con la società ha portato a dei risultati positivi. E’ ovvio che non è sempre così. Ci sono situazioni in cui gli interessi e gli azionisti di risparmio possono non essere allineati con gli interessi dei soci ordinari. Ad esempio, la scelta di una società in merito alla propria politica di dividendo è un elemento che potrebbe creare un disallineamento tra gli azionisti di risparmio e quelli di controllo che potrebbero per esempio preferire non distribuire utili ma rinvestire nella società. Quindi, in tal caso è ovvio che il rappresentante comune ha l’obbligo in quanto rappresentante della categoria di portare all’attenzione della società il fatto che esista questa discordanza di interessi e quindi invece ricordare alla società, ovviamente, l’interesse del socio di risparmio ad ottenere la distribuzione di dividendi”.  

“Quello del rappresentante comune dell’azionista di risparmio è un ruolo ben preciso che segue tutta una normativa molto specifica ad esso relativa. Ma, in generale, un ruolo di rappresentanza di un gruppo di azionisti, per esempio, per gli azionisti di minoranza, anche senza dover avere tutta l’infrastruttura normativa a cui facevo riferimento prima, può essere sicuramente uno strumento di coordinamento e di aggregazione per questi azionisti non di controllo. E quindi potrebbe essere quasi un ruolo professionale che è fornito dalle società quotate di assistenza ai soci per capire le informazioni finanziarie diffuse della società per raccogliere i punti di vista dei soci di minoranza, proprio nell’ottica delle direttive europee come la Shareholders rights che incoraggia le società a far sentire coinvolti i propri soci e a portare avanti una gestione trasparente, sostenibile del business”.  

Nel caso specifico di Webuild, “c’è da dire che la categoria degli azionisti di risparmio è stata per vari anni un po’ dormiente. Nell’ultimo anno – rileva D’Atri – c’è stato sicuramente un risveglio di interesse, da parte dei soci di risparmio all’attività e all’andamento del business. Inizialmente, forse la società non era abituata al confronto con questa categoria ma ora sicuramente ci sembra esserci un interesse al contributo che può essere fornito dai soci di risparmio. D’altra parte, un’azienda come WeBuild, che ha la necessità di confrontarsi con la società, con il pubblico proprio per l’attività che svolge, non può semplicemente limitarsi a gestire la finanza, gestire il business nell’andamento proprio delle costruzioni, della realizzazione di opere. Gli azionisti non di controllo, quindi non mi limito, esclusivamente, a quelli di risparmio, possono essere un’utile antenna sul territorio, quindi avere questa sorta di riscontro”.  

“Su questa linea, il mio ruolo si è sviluppato nell’ambito di quelle che sono le previsioni normative ma, proprio per favorire questa maggiore interazione con questi azionisti di risparmio, mi sono attivata – riferisce D’Atri – sia con una maggiore frequenza di assemblee e quindi di momenti di incontro per questa categoria ma sto anche esplorando l’utilizzo di strumenti tecnologici innovativi che possano proprio favorire momenti di incontro sia formali, come può essere un’assemblea da remoto ma anche informale, come semplicemente l’utilizzo di un sito che però faccia ricorso a strumenti di tecnologia innovativa, per non dire l’intelligenza artificiale, proprio per raccogliere le informazioni dai soci che sono distribuiti su tutto il territorio nazionale e fornire al loro anche una maggiore fruibilità delle informazioni che sono note al mercato”.  

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