(Adnkronos) – “Ci chiamano le mamme. Noi non siamo madri biologicamente, né io e nemmeno mia sorella, ma si può essere mamme in mille modi”. Così Paola Iezzi, sorella di Chiara, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Roma Pride, che domani sfilerà tra le vie del centro della Capitale. “Questa cosa dell’attaccamento di dover per forza partorire biologicamente un figlio… Il concetto di madre è qualcosa che va oltre. Anzi non dovrebbe appartenere al sesso: la madre è la madre, colei che ti accoglie, ti abbraccia. Ed è lì che ti sostiene. È uno spazio sicuro”.
L’antilingua e la mamma
Se potessimo entrare in ogni cucina italiana ed ascoltare una conversazione tipica tra una mamma, magari un po’ avanti con l’età, e un figlio adulto che le fa visita, sono convinto che ci troveremmo davanti ad espressioni come queste: “Vuoi che ti faccio un caffè?’’ – divertente, notare il mio programma Word bacchettarmi virtualmente sulle dita, proprio mentre sto scrivendo, per rimproverarmi l’orrore di quel “faccio’’; orrore che, ovviamente, non correggerò -.