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Giornata mondiale del latte

Il settore lattiero caseario traina l’agroalimentare italiano

 

di Alessandra Cori

Il 1° giugno di ogni anno si celebra il ruolo vitale dei prodotti lattiero-caseari nei sistemi alimentari globali, come fonte di benefici economici, nutrizionali e sociali per un’ampia parte della popolazione mondiale.

 

La Giornata mondiale del latte è stata introdotta nel 2001 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del latte come alimento e celebrare il settore e il suo ruolo a livello globale.

 

Da 21 anni, quindi, in questa data moltissimi paesi di tutto il mondo promuovono attivamente i benefici del latte e dei suoi derivati attraverso campagne e attività di vario genere, con il sostegno di un numero sempre crescente di partecipanti.

 

Ad essere festeggiato non è solo il latte. Questo alimento, infatti non è solo un’importante fonte di macronutrienti (carboidrati, grassi e proteine) e micronutrienti essenziali come vitamina A, vitamina B12, calcio e magnesio. La sua raccolta e la lavorazione rappresentano un mezzo di sussistenza per un miliardo di persone, oltre ad incarnare un importante ruolo nelle comunità, nelle economie nazionali e negli aspetti culturali delle società. Come riportato dalla FAO, la produzione di prodotti lattiero-caseari è aumentata a livello globale del 30% tra il 2005 e il 2015. In condizioni normali, ciò avrebbe aumentato le emissioni di gas serra del 38%. Tuttavia, la crescita della produzione è stata ottenuta in parte grazie al miglioramento dell’efficienza e della produzione di latte, quindi le emissioni di gas serra sono aumentate solo del 18% durante questo periodo. Il comparto sta lavorando per sfruttare questi miglioramenti nella sua risposta al riscaldamento globale e per ridurre ulteriormente le sue emissioni di gas serra.

 

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Sul lato italiano, la filiera appare in salute con un valore della produzione di circa 5,5 miliardi nella fase agricola e una spesa delle famiglie per i prodotti lattiero- caseari di circa 20 miliardi, mostrandosi come un settore trainante nell’agroalimentare italiano. Guardando agli ultimi anni, l’offerta di latte bovino nazionale è aumentata sensibilmente e l’Italia, dal 2015 ad oggi, è passata dal 75% circa a poco meno del 100% di autoapprovvigionamento, raggiungendo una quasi sostanziale autosufficienza, con una produzione pari a quasi 13 milioni di tonnellate di consegne. Quella di latte ovicaprino, da alcuni anni si attesta stabilmente intorno alle 500mila tonnellate annue.

 

L’Associazione italiana lattiero casearia (Assolatte) ricorda che “solo per il latte bovino, la filiera italiana è composta da oltre 30mila allevamenti, da migliaia di impianti che ogni giorno raccolgono, lavorano e commerciano prodotti eccezionali, ricercati in tutto il mondo, un sistema perfetto che è al vertice del sistema alimentare italiano ed europeo”. Assolatte evidenzia anche che, “nonostante i notevoli e comprovati benefici per la salute di un corretto uso di latte e yogurt, la popolazione italiana ne consuma mediamente un terzo della quantità raccomandata”. Tra le iniziative per la promozione del consumo di latte, il Ministero della Salute, tramite il suo Tavolo tecnico sulla sicurezza nutrizionale, ha realizzato un decalogo. Nel documento viene segnalato che le Linee Guida italiane per la sana alimentazione raccomandano il consumo quotidiano di 3 porzioni tra latte e yogurt per soddisfare non solo il fabbisogno di calcio, ma quello di proteine di alta qualità, minerali e vitamine.

 

Insomma, milioni di persone si sono quindi unite per festeggiare un alimento prezioso e importante. “Forse il più importante – afferma Paolo Zanetti, presidente di Assolatte. – Latte, yogurt, burro e formaggi sanno coniugare come nessun altro un eccezionale valore nutritivo ad un prezzo equo e un ruolo chiave nell’economia dei territori”.

 

“Si tratta di un vero e proprio prodotto glocal – continua il presidente di Assolatte – locale perché produzione e trasformazione sono profondamente radicati nelle zone di origine, globale perché latte, burro formaggi e yogurt – oggi più che mai – non conoscono confini. Anche i paesi dove fino a qualche anno fa i consumi erano ridotti oggi sono destinazioni importanti per il globe trotter dell’agroalimentare mondiale”.

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