Svolta nel Partito Liberale (PLQ). Anglade si dimette e lascia la politica

MONTRÉAL – Alla fine, gli attriti e le lotte intestine hanno avuto la meglio sulla leadership di Dominique Anglade. E così, lunedì mattina, due anni e mezzo dopo la sua nomina, ha annunciato le dimissioni da leader del Partito Liberale del Québec (PLQ). Rimarrà deputata di Saint-Henri–Sainte-Anne (contea dove è stata eletta per la prima volta nel 2015) fino al 1° dicembre, poi lascerà anche l’Assemblea nazionale. “Le questioni demografiche, culturali, socio-economiche ed ecologiche sono troppo importanti perché l’opposizione ufficiale continui a lacerarsi”, ha dichiarato Anglade. Ed ha aggiunto che il PLQ, che necessita di rinnovare la sua ‘offerta’ politica, non può permettersi il lusso di essere minato da intrighi interni che non interessano ai Quebecchesi.

 

Dominique Anglade volta pagina, dunque, a quasi sette anni dalla sua elezione in una votazione suppletiva come deputata liberale. “Se ho scelto la politica come veicolo delle mie idee, è perché credo profondamente che dobbiamo lavorare per ogni cittadino, indipendentemente da dove vive e a prescindere dal suo background”. Tutti gli avversari degli altri partiti politici le hanno concesso l’onore delle armi. Il Primo Ministro Legault, in particolare, ne ha elogiato il coraggio e l’umiltà. 

 

Sotto la guida di Dominique Anglade, il PLQ ha ottenuto il peggior risultato della sua storia: meno del 15% dei voti alle ultime elezioni generali del 3 ottobre scorso. La formazione politica ha ottenuto 21 seggi in Parlamento, ma il caucus liberale ha perso una deputata nei giorni scorsi, dopo l’espulsione di Marie-Claude Nichols. Insoddisfatta per il rifiuto della terza vicepresidenza dell’Assemblea nazionale, la deputata di Vaudreuil aveva preferito non assumere alcuna responsabilità parlamentare in seno al governo ombra dell’Opposizione ufficiale, una scelta che aveva indotto Dominique Anglade ad escluderla dal caucus. Una decisione giudicata troppo severa da molti esponenti del partito, tanto che alcuni deputati si erano spinti fino a chiederne le dimissioni. Poi arrivate.

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