Tag: Partito Conservatore

  • In attesa dei dibattiti, Charest resta indietro

    In attesa dei dibattiti, Charest resta indietro

    OTTAWA – Jean Charest dovrà lavorare parecchio per tentare di conquistare la maggioranza dei consensi degli elettori di centrodestra in Canada. Quando mancano cinque mesi all’elezione del prossimo leader del Partito Conservatore del Canada (PCC), infatti, la partita è tutt’altro che vinta per Jean Charest.

    Anzi. Secondo un sondaggio Léger, condotto nel weekend dell’8-10 aprile tra 1.538 canadesi, l’ex Premier del Québec è molto indietro rispetto al suo principale avversario, Pierre Poilievre: il 43% degli elettori conservatori interpellati ritiene che Poilievre abbia più possibilità di sconfiggere i Liberali, rispetto al 19% che vedrebbe di buon occhio Charest. Sempre in base allo stesso sondaggio, tra tutti gli intervistati, indipendentemente dall’affiliazione politica, il 19% ritiene che Poilievre possa avere più chances per aggiudicarsi le elezioni generali, mentre solo il 16% ripone le proprie speranze in Charest.

    In un’intervista allo show di Mario Dumont, su TVA Nouvelles, Jean Charest ha voluto minimizzare l’importanza della rilevazione statistica. “Ho visto tanti sondaggi nella mia vita! Non sono bravo con i sondaggi. Mi trovo meglio con le elezioni. Sono più bravo a vincere le elezioni che ad aggiudicarmi i sondaggi”, ha affermato il candidato quebecchese alla guida del PCC. Charest proverà a sfruttare i tre dibattitti in programma a maggio per risalire la china e distinguersi dagli altri nove candidati alla direzione. Il primo appuntamento dovrebbe tenersi il 5 maggio, a Ottawa (in inglese), il secondo l’11 maggio a Edmonton (sempre in inglese) ed il terzo il 25 maggio a Montréal (in francese).

    L’elezione della direzione si terrà il 10 settembre prossimo e potranno parteciparvi tutti coloro che si sono iscritti al Partito Conservatore entro il 4 giugno.

    Condividi
  • Leadership del PCC: Jean Charest in corsa

    Leadership del PCC: Jean Charest in corsa

    OTTAWA – Per il momento è corsa a 3 per la guida del Partito Conservatore del Canada, dopo che il 2 febbraio scorso Erin O’Toole si è dimesso in seguito ad un voto di sfiducia della maggioranza del caucus conservatore. Chi si vuole candidare alla leadership del Partito Conservatore ha tempo fino al 19 aprile (le primarie si terranno il 10 settembre), ma i tre candidati già in lizza hanno tutte le carte in regola per arrivare fino in fondo, essendo tre alternative valide e distinte sul modo di interpretare il futuro del centrodestra nel paese.

    Pierre Poilievre è stato il primo a scogliere le riserve, presentandosi come l’uomo da battere ai nastri di partenza. Il suo obiettivo è intercettare anche il consenso dei più delusi dal partito, tanto da farsi fotografare con i leader del Freedom Convoy durante l’occupazione a Ottawa, oltre a non nascondere i dubbi sull’obbligo vaccinale per i dipendenti pubblici ed i lockdown per arginare la pandemia.

    Patrick Brow punta sull’esperienza, visto che è stato deputato federale, capo del Progressive Conservative provinciale e oggi è sindaco di Brampton. Infine, Jean Charest – di Sherbrooke, classe 1958, avvocato di formazione – è stato l’ultimo a farsi avanti, l’8 marzo scorso: oltre a poter vantare una lunga esperienza politica – è stato Ministro federale, leader del Partito Progressista-Conservatore e Primo Ministro del Québec dal 2003 al 2012 – insieme alla capacità di raccogliere un importante consenso nella Belle Province, che rappresenta la chiave di volta per aggiudicarsi le prossime elezioni.

    Per Charest non sarà facile imporsi. Secondo un sondaggio Léger/Le Journal/ National Post diffuso la settimana scorsa, oggi il 41% degli elettori conservatori voterebbe per Pierre Poilievre e solo il 10% si schiererebbe con l’ex Premier liberale del Québec. Ma la strada è ancora lunghissima.

    Condividi
  • Erin O’Toole è il nuovo leader

    Erin O’Toole è il nuovo leader

    OttawaErin O’Toole è il nuovo leader del Partito Conservatore del Canada (CPC): la sua elezione è stata ufficializzata domenica notte al terzo scrutinio ed al termine di uno scrupoloso conteggio. O’Toole si è aggiudicato le primarie con il 57% dei voti e 19.271 punti, mentre l’ex Ministro della Giustizia Peter MacKay, considerato il favorito alla vigilia, è arrivato secondo con il 43% e 14.528 punti. I punti necessari per spuntarla erano 16.901 (sui 33.800 che rappresentano le 338 circoscrizioni). Leslyn Lewis è stata eliminata al secondo turno (10.140 punti), mentre Derek Sloan non è andato oltre il primo turno. In tutto, ad avere diritto di voto erano 269.000 iscritti al partito ed il tasso di partecipazione è stato del 65%. Una partecipazione da record. In particolare, secondo le nostre informazioni, nella circoscrizione di Saint Léonard O’Toole ha riscosso il 70% dei consensi. O’Toole, è bene sottolinearlo, ha incassato l’appoggio di un esponente di spicco del partito conservatore come l’Italo-Canadese Vincenzo Guzzo (nella foto in basso), che ha occupato anche il ruolo di presidente del comitato di raccolta fondi durante la campagna elettorale. A favore di O’Toole, inoltre, si è espresso pubblicamente anche Ilario Maiolo, ex candidato conservatore nella contea di Saint-Léonard. Erin O’Toole, sostenuto anche dal Primo Ministro dell’Alberta Jason Kenney, succede così al dimissionario Andrew Scheer ed assume anche il ruolo di capo dell’opposizione ufficiale alla Camera dei Comuni, dove oggi i conservatori contano 121 deputati. Un ruolo che sembra calzargli a pennello, grazie ad una personalità più forte e ad un piglio molto più carismatico rispetto al precedessore. Lo ha dimostrato subito dopo l’elezione, attaccando a testa bassa Justin Trudeau: “Trudeau e il suo governo stanno indebolendo il nostro Paese – ha detto nel suo discorso di insediamento -. Dobbiamo continuare a mettere in risalto la corruzione e i fallimenti liberali, ma dobbiamo anche far conoscere ai canadesi la nostra visione per un Canada più forte, più prospero e più unito. Il mondo – ha poi sottolineato – ha bisogno di più Canada e di meno Justin Trudeau”. “I quebecchesi nazionalisti – ha quindi aggiunto per ingraziarsi  l’elettorato della Belle Province – hanno un peso importante in seno al partito conservatore”. “Noi saremo il partito dei cittadini dimenticati”, ha concluso. Il neo leader conservatore sembra già pronto a sfidare il Partito Liberale. Il governo di minoranza guidato da Justin Trudeau, che ha messo fine alla sessione parlamentare in corso, dovrà sottoporsi ad un voto di fiducia in occasione del Discorso del Trono fissato per il 23 settembre. Se non in autunno (poco probabile), già la prossima primavera potremmo essere in piena campagna elettorale. Con Erin O’Toole che sembra determinato a riconquistare il potere. 

    IL PROFILO. O’Toole, 47 anni, è nato a Montreal (padre irlandese e madre inglese), ma è cresciuto in Ontario (Bowmanville e Port Perry). Sposato e padre di due figli, dal 2012 siede in Parlamento come deputato, eletto nella contea di Durham. Nel governo Harper è stato segretario parlamentare del Ministro del Commercio internazionale, prima di essere nominato Ministro dei Veterani. In precedenza, è stato membro della Royal Canadian Air Force, prima di lasciare l’esercito per studiare Legge e intraprendere la carriera da avvocato a Toronto. Aveva già tentato di farsi notare nella corsa alla leadership conservatrice nel 2017, ma si era dovuto accontentare del terzo posto. Tre anni dopo, è tornato, questa volta corteggiando e conquistando l’ala più moderata del partito. Il suo programma di 50 pagine contiene impegni in una ventina di settori diversi. In particolare, O’Toole propone di creare una commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia; vuole conferire al Québec una maggiore autonomia su determinate questioni e punta a negoziare un accordo di libero scambio con altri membri del Commonwealth. (V.G.)

    Condividi
  • Andrew Scheer a Saint-Léonard

    Andrew Scheer a Saint-Léonard

    Montréal – Le elezioni federali di lunedì 21 ottobre si avvicinano e la campagna elettorale entra nel vivo. I sondaggi parlano chiaro: tutto può ancora accadere, perfino le certezze più consolidate possono essere smentite. E così, anche una contea tradizionalmente liberale, come quella di Saint-Léonard/Saint-Michel, può trasformarsi in un ‘campo di battaglia’. Con i conservatori pronti ad approfittare del fronte italo-canadese non più così unito e compatto a sostegno di Justin Trudeau. A caccia di un seggio difficile, ma non impossibile. Tanto che il 23 luglio scorso è stato lo stesso leader del Partito Conservatore del Canada, Andrew Scheer, a muoversi in prima persona, incontrando circa 300 persone, tra militanti e simpatizzanti, nel salone dei Governatori del Centro Leonardo da Vinci, nel cuore della circoscrizione federale di Saint-Léonard/Saint-Michel. Presenti numerose personalità, come il consigliere municipale Dominic Perri ed il direttore generale del CLDV Pat Buttino, esponenti di diversi organismi comunitari e di numerosi circoli ricreativi della Terza Età, come Maria D’Alesio. Oltre ad una decina di candidati conservatori (Robert Coutu, Pointe-de-l’Île; Ann Francis, Lac-Saint-Louis; Kathy Laframboise, Ahuntsic-Cartierville; Isabelle Lapointe, La Prairie; Catherine Lefebvre, Bourassa; Michael Forian, Ville-Marie; Cynthia Larivière, Salaberry-Suroît; Christine Marcoux, Hochelaga;  Jasmine Louras, Outremont; Marie Louis-Seize, Argenteuil-La Petite Nation; Julie Sauvageau, Montarville Rima El-Helou, Vimy)  ed ai Senatori Leo Housakos e Larry Smith, erano presenti tre candidati conservatori di origini italiane: Claudio Rocchi di Lasalle-Ville Emard, bancario con oltre 40 anni di esperienza; Angelo Esposito di Alfred Pellan, ex giocatore professionista di hockey; e il ‘padrone di casa’, l’avvocato Ilario Maiolo, candidato di Saint-Léonard/Saint-Michel. “È la prima volta, in quasi 30 anni, che un leader conservatore mette piede nella nostra contea – ha detto Maiolo – così come è la prima volta che un leader conservatore incontra l’intera Comunità italiana al Centro Leonardo da Vinci”. Nel suo atteso intervento, Scheer ha riconosciuto il lavoro svolto dalla Comunità italiana ed il ruolo storico che ha ricoperto per lo sviluppo del Paese: “Sempre più italo-canadesi mi dicono che in realtà si sentono vicini agli ideali conservatori, con la famiglia ed il lavoro tra le loro priorità”. Inevitabile il passaggio sull’internamento durante la Seconda Guerra Mondiale: su questo triste capitolo della storia canadese, Scheer ha ricordato come sia stato il governo conservatore di Mulroney a formulare le prime scuse, ribadendo che un governo conservatore sarà sempre all’ascolto dei suoi cittadini, soprattutto su temi così delicati e sensibili. (V.G.)

    Condividi
  • Ilario Maiolo è pronto: “È ora di cambiare”

    Ilario Maiolo è pronto: “È ora di cambiare”

    Inaugurato il comitato elettorale del PCC a St-Léonard/St-Michel

    Nella foto Ilario Maiolo e Vincenzo Guzzo circondati da sostenitori e amici nel corso della serata di apertura del comitato elettorale al 5330 Jean-Talon Est (Foto Sara Barone)

    Montréal – Quasi 200 persone hanno preso parte, il 17 luglio scorso, all’inaugurazione del comitato elettorale (situato al 5330 rue Jean Talon est) dell’avvocato Ilario Maiolo, 38 anni, candidato del Partito Conservatore del Canada (PCC) nella contea di Saint-Léonard-Saint-Michel (che oggi conta poco più di 110 mila abitanti), in vista del voto federale fissato per lunedì 21 ottobre. Nato a Montréal, da padre d’origine calabrese (il dottor Giuseppe è il noto presidente dei Servizi Comunitari Italo-Canadesi del Québec) e da madre originaria dell’Isola di Ponza, Ilario si è laureato in Diritto civile all’Università di Ottawa e poi si è specializzato in Diritto internazionale all’Università di Ginevra, in Svizzera. Ha lavorato come consulente per il Ministero degli Affari Esteri canadese e poi come consigliere giuridico per la Croce Rossa canadese, occupandosi, in particolar modo, di diritto internazionale e diritto umanitario. Tra le sue ‘missioni’, Haiti nel 2010 (dopo il terremoto) e Siria nel 2012 (per assistere i profughi del conflitto armato). Molte le personalità presenti: oltre al Senatore conservatore Leo Housakos, i consiglieri municipali Dominic Perri e Lili-Anne Tremblay, Joe Occhiuto, Luigi Liberatore, il presidente del Congresso Nazionale Roberto Nazionale, Ivana Bombardieri di Radio CFMB, la prof.ssa Filomena Sclapari, il Sen. Basilio Giordano, Giorgio Lombardi di ItalVin e Tony Commodari. Ilario è assistito da una squadra formata da: Barbara Pisani, Rocco Caruso, Carmen Isac, Maria Teresa Laurito e Domenico Romagnino. Ad introdurre Maiolo, è stato Vincenzo Guzzo, noto imprenditore dell’industria cinematografica quebecchese: “È la prima volta che mi espongo ad appoggiare un candidato a Saint-Léonard. Ho avuto modo di frequentare il governo in carica – ha detto Guzzo – ed ho capito che il consenso della Comunità italiana viene dato per scontato. Ilario è un candidato agli antipodi del PCC, un avvocato dalla vocazione umanitaria, che ha dedicato gran parte della sua vita ad aiutare i meno fortunati nel mondo. Basta fare i timidi, è il tempo di mandare un messaggio chiaro e netto ai liberali: la misura è colma”. Ilario Maiolo, dal canto suo, ha fatto un intervento particolarmente ispirato e convincente: “Nei miei 10 anni di servizio umanitario e nel corso della mia carriera, ho imparato che bisogna stare all’ascolto della gente e mi impegno ad ascoltare e rappresentare al meglio i cittadini di Saint-Léonard Saint-Michel : sarò la voce della mia gente a Ottawa e non la voce di Ottawa tra la mia gente”. Ha poi enumerato i tanti fallimenti del governo Trudeau, come la guerra commerciale con la Cina, il deficit galoppante ed il sistema di immigrazione “ingiusto ed iniquo”. “Quando faccio il ‘porta a porta’, la gente mi dice che è molto delusa dai liberali”. Maiolo si impegna ad assistere meglio soprattutto i nostri anziani, i cui club vibrano come le “piazze italiane”, e la classe media. A  prescindere dalle origini: “Quella di Saint-Leonard/St-Michel è una grande famiglia multiculturale”. Fermo restando il suo orgoglio tricolore: “Sarò fiero di rappresentare una contea in cui si respira un’atmosfera italiana”. A tutti i suoi concittadini, italiani e non, Maiolo vuole restituire dignità e rispetto. “Per un governo conservatore in grado di rappresentarci all’estero con dignità, e capace di fare degli interessi dei cittadini la sua priorità assoluta”. (V.G.)

    Condividi
Online Shopping in BangladeshCheap Hotels in Bangladesh