Tag: joe cacchione

  • Joe Cacchione esorcizza il virus

    Joe Cacchione esorcizza il virus

    MONTRÉAL  Joe Cacchione superstar sul web. Il noto professore, e comico, Italo-Montrealese è sempre più popolare sui social, grazie ai suoi video esilaranti, ma mai banali, che dal 19 marzo posta ininterrottamente sulla sua pagina Facebook per sdrammatizzare ed esorcizzare la quarantena a cui siamo costretti per la pandemia da Covid19. In tutto, ad oggi, 25 video, tutti a ruota libera, senza canovaccio, frutto di creatività e improvvisazione. Il primo, #SonoItaliano, risale al 19 marzo, ha registrato oltre 100mila visualizzazioni, e Cacchione lo ha dedicato all’Italia, che proprio quel giorno registrava il tasso di mortalità più alto nel mondo. Tra gli altri, hanno avuto particolarmente successo i video – da 50 secondi a 2 minuti di durata – sulla benzina in picchiata, sui soldati americani alla frontiera canadese, su Donald Trump, sul distanziamento sociale e sulla carta igienica. “Una bella battuta, sana e spontanea, non dico che fa passare il male, però ci aiuta ad accettare la situazione in cui ci ritroviamo” – è l’augurio di Joe Cacchione, che noi tutti condividiamo.

    https://www.facebook.com/joecacchionecomedian

     

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  • Joe Cacchione con Pirillo e Rennella

    Joe Cacchione con Pirillo e Rennella

    Al Teatro ‘Mirella e Lino Saputo’ il 26, 27 e 28 dicembre ed il 13,14 e 15 gennaio

    Joe Cacchione tra Pino Pirillo ed Enrico Rennella
    Joe Cacchione tra Pino Pirillo ed Enrico Rennella

    Montréal – Con i regali di Natale arriva anche l’esilarante comicità di Joe Cacchione, che, come da tradizione, è pronto ad esibirsi sul palco del Teatro ‘Mirella e Lino Saputo’, al Centro Leonardo da Vinci, per mettere in scena i suoi imperdibili sketch, incentrati, come sempre, sui doppi sensi e sugli accavallamenti di significato tra l’italiano, o meglio i vari dialetti della Madrepatria, e l’inglese, l’idioma che va per la maggiore in Nord America. Ma non è tutto: per la prima volta, Joe – nato a Roma ma originario di Campobasso, contabile di formazione, preside della scuola per adulti ‘Shadd Health & Business Centre’, 30 anni di comicità alle spalle – condividerà lo spazio scenico con altri due umorisiti: Pino Pirillo, italo-montrealese di origini calabresi, ed Enrico Rennella, nato a Parigi ma napoletano doc. “Pino ha sempre sognato di fare il comico – ci ha raccontato Cacchione – e un paio d’anni fa ha deciso di lanciarsi in questa nuova carriera, che gli sta già riservando grandi successi. Enrico Rennella, oggi a Toronto, è un artista napoletano che gli italo-canadesi già conoscono e che una volta, assistendo alla reazione divertita del pubblico ad una battuta di Gigi d’Alessio, ha capito di voler fare il cantante”. Tre artisti in un solo spettacolo: ‘3 piccioni con una fava’. “Tutti e 3 basiamo il nostro umorismo sull’italianità in Nord America, per cui portiamo in scena episodi della vita quotidiana italo-montrealese, con parole e frasi mescolate nelle 3 lingue ed espressioni ormai classiche come ‘Azz’all’, che starebbe per ‘That’s all’”. Fermo restando le immancabili differenze: “Molti umoristi italo-americani mettono in scena la cultura dei loro nonni, nella quale si identificano ma in inglese, che è ormai la loro madrelingua. Il mio personaggio, invece, mette in luce la mia italianità e la difficoltà con la lingua inglese e francese. Enrico ‘sprigiona’ tantissima napoletanità, mentre dall’umorismo di Pino si capisce subito che è nato e cresciuto a Montréal, per cui le sue battute riflettono perfettamente le diverse generazioni di italiani in città”. Un cocktail esplosivo. “Sarà uno spettacolo di circa 2 ore con Enrico che, dopo una piccola introduzione, romperà il ghiaccio, seguito da Pino. Nella seconda parte, poi, entrerò in scena io, fino alla chiusura”. Nessuna gag tutti insieme, per ora: “Ma in futuro ci sarà questa possibilità perché, quando abbiamo girato i promo, legati da una grande complicità,ci siamo divertiti tantissimo”. La speranza è quella di incuriosire anche i non italiani, che comunque rappresentano lo zoccolo duro del pubblico: “Visto che lo show è soprattutto in inglese, il 90% delle battute è comprensibile anche da inglesi e francesi, anche grazie alla mimica ed alla gestualità, nonché a parole entrate nel gergo comune, come ‘capiscete’”. Senza dimenticare i giovani: “La cosa bella è che nella prima serie dei miei spettacoli viene gente più anziana che mi conosce in quanto italiano. Ma io dico sempre che, con me, l’italiano non lo devi parlare, ma solo capire. Nonni e genitori ne parlano con figli e nipoti. E così, nella seconda parte, il pubblico ringiovanisce di una ventina d’anni”. Quest’anno poi, c’è una ragione in più per venire allo spettacolo: “L’obiettivo è devolvere 25 mila $ all’Istituto neurologico di Montréal: ho scelto questo ospedale in ricordo di mia madre, morta 2 anni fa di cancro al cervello, e per sostenere la moglie di un amico mio che sta combattendo un tumore al cervello”. Una nobile causa, che si lega a meraviglia col clima natalizio: “Preferisco esibirmi a Natale, perché la gente può regalare il biglietto (che costa 40 $) e perché, visto che durante l’anno sono preside di una scuola per adulti, ho più tempo da dedicare allo spettacolo, rivedendolo e modificandolo. Tant’è vero che a gennaio proporrò sicuramente delle novità, in base, naturalmente, alla reazione del pubblico. Perché la comicità deve riflettere la società del momento:  le battute di 30 anni fa, al netto di quelle sulla suocera che non tramontano mai, oggi non avrebbero più senso, perché certi argomenti non fanno più parte della quotidianità. Nel mio personaggio, in questo caso, parlo di come si invecchia a Montréal e della realtà americana con la vittoria di Trump, ma non ti posso dire altro…. Siamo 3 umoristi con l’italianità come base comune, ma con 3 stili diversi. Sarà uno spettacolo ‘pulito’, quindi niente parolacce o bestemmie: sono benvenuti anche bambini e anziani. Dopo il 25 dicembre, ci vuole una bella risata a crepapelle per digerire tutto quello che si è mangiato. Invitate tutti i vostri amici e parenti – ha concluso Joe – senza dimenticare la suocera, altrimenti per un anno ve la farà pagare. È un eccezionale regalo di Natale: nessuna fila ai negozi, niente traffico. Basta telefonare al CLDV, oppure cliccare sul sito www. joecacchione.ca. (V.G.)

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  • Joey Saputo: una Comunitàforte per il futuro

    Joey Saputo: una Comunità
    forte per il futuro

    Dopo LaSalle, “MANNAGGIA A’MERICA
    sbarca a Laval e a Saint-Léonard

    cacchione-saputo

    Montréal – Si è aperto il sipario su “Mannaggia A’merica”, lo spettacolo esilarante di Joe Cacchione, che il 31 gennaio scorso è andato in scena sul palco del cégep Audré-Laurendeau, con quasi 500 persone in sala. Un “cavallo di battaglia” per il noto comico-cabarettista – nato a Roma ma originario di Casacalenda (CB) – che è stato riproposto al pubblico italo-montrealese, in occasione del 10º anniversario dalla sua prima rappresentazione, nell’ambito di una raccolta-fondi itinerante. Un’iniziativa unica nel suo genere sotto la supervisione di Unitas, organismo che riunisce, sotto la stessa ‘egida’, la Fondazione Comunitaria Italo-Canadese (FCCI), il Congresso nazionale degli Italo-Canadesi (CNIC), Regione Québec; l’Associazione delle persone d’affari e professionisti Italo-Canadesi (CIBPA), il Centro Leonardo da Vinci (CLDV) ed il Centro Culturale della Piccola Italia-Casa d’Italia (CCPI-Casa d’Italia). Un evento esclusivo, dunque, che la Comunità ha voluto e saputo sostenere con una formidabile unità d’intenti attraverso i suoi sodalizi più prestigiosi e rappresentativi. Gli italiani, si sa, amano ridere e divertirsi. Ma sono anche capaci di grandi sacrifici ed eccezionali gesti di solidiarietà. Uno spirito che Unitas ha saputo interpretare al meglio, puntando sulla comicità contagiosa di Joe Cacchione – preside di una Scuola alla EMSB (di giorno), ma soprattutto attore, artista, cabarettista (di sera) – che, oltre a LaSalle, si esibirà anche a Laval (6 e 7 febbraio), Saint Léonard (19,20, 26 e 27 febbraio) e Sainte Geneviève (19 e 20 marzo), per altre 9 date, al fine di raccogliere fondi che saranno poi devoluti a importanti progetti comunitari.

    JOEY SAPUTO GUARDA AL FUTURO – Joey Saputo, presidente della FCCI, lo aveva già preannunciato nel corso del recente cocktail di Natale: “Il tempo scorre veloce e il mondo cambia: se vogliamo salvaguardare la nostra cultura in Québec e garantire un avvenire alle future generazioni, dobbiamo agire in fretta e con spirito solidale”. Detto, fatto. Il cambio di passo verso il futuro ha subìto un’accelerazione all’alba del 2016: “Unitas va sempre meglio – ci ha detto Joey, in un’intervista esclusiva -: stiamo facendo notevoli progressi e molto presto saremo pronti a raccogliere nuove sfide per superarle brillantemente”. “Grazie a Unitas – ha aggiunto – oggi la Comunità è più forte e unita: solo così potremo rispondere ai bisogni crescenti degli italo-canadesi e potremo continuare a costituire un punto di riferimento fondamentale nella società quebecchese del prossimo futuro”. “Abbiamo deciso di puntare su uno spettacolo itinerante – ha sottolineato– per dare a tutti gli italo-montrealesi, anche a quelli che non vivono a Saint Léonard, la possibilità di contribuire alla raccolta di fondi assistendo alla commedia”. “È stato Joe Cacchione a proporsi, – ha poi rivelato – mettendo a disposizione il suo tempo e permettendo ad Unitas di beneficiare del suo successo”. “Invitiamo la gente a partecipare convintamente all’iniziativa – questo l’appello di Saputo – perché più l’incasso sarà considerevole e più potremo restituire alla nostra Comunità, finanziando progetti filantropici dei quattro partners di Unitas”. “Abbiamo fatto grandi sforzi per garantire il successo di questa iniziativa: ci aspettiamo una partecipazione massiccia da parte degli italo-canadesi che vivono ai 4 punti cardinali delle città di Montréal e Laval”. “Ma soprattutto – ha concluso Joey Saputo – puntiamo molto su giovani, che devono essere sempre più coinvolti nelle attività della Comunità: questa è l’unica strada percorribile per garantire un futuro alla nostra lingua ed alla nostra cultura. Solo lavorando insieme possiamo diventare una Comunità forte e vibrante, che sarà presente ancora per diversi generazioni”.

    LA COMMEDIA DI CACCHIONE – È la storia di un emigrante che non vuole lasciare l’Italia, fa tutti i mestieri possibili e immaginabili per rimanerci. Poi, vista la situazione economica proibitiva del Dopo-Guerra, si ritrova in Canada, ma ne ignora la lingua, la cultura, il modo di vivere, e soprattutto il freddo. Alla fine, 40 anni dopo, mentre si trova con gli amici al bar, succede qualcosa che lo riporta indietro al paesello. È il dramma di chi lascia il Paese che ama, per ritrovarsi in un Paese a cui poi, in fondo, si abitua. “Quando ho parlato con Unitas e Joey Saputo – ha sottolineato il preside di giorno e artista-cabarettista di sera – mi sono reso conto che sono 26 anni che faccio spettacoli e la Comunità mi ha sempre regalato applausi e calore. È arrivato il momento di ripagare tutto questo affetto con uno spettacolo il cui ricavato sarà devoluto a progetti comunitari”. L’augurio è che i connazionali (e non solo) comprendano l’importanza dell’evento e partecipino convintamente per due ore di risate, che mai come questa volta possono rivelarsi un preziosissimo gesto di solidiarietà. (V.G.)

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  • Joe Cacchione: “Ma Colombonon poteva farsi i fatti suoi?”

    Joe Cacchione: “Ma Colombo
    non poteva farsi i fatti suoi?”

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    LA RACCOLTA  FONDI ITINERANTE
    DI UNITAS CON “MANNAGGIA A’MERICA”

    Montréal – Gli italiani, si sa, amano ridere e divertirsi. Ma sono anche capaci di grandi sacrifici ed eccezionali gesti di solidiarietà. Questo, in sintesi, lo spirito che anima l’iniziativa di Unitas, organismo che riunisce, sotto la stessa ‘egida’, la Fondazione Comunitaria Italo-Canadese (FCCI), il Congresso nazionale degli Italo-Canadesi (CNIC), Regione Québec, l’Associazione delle persone d’affari e professionisti Italo-Canadesi (CIBPA), il Centro Leonardo da Vinci (CLDV) ed il Centro Culturale della Piccola Italia-Casa d’Italia (CCPI-Casa d’Italia). Per la prima volta, i sodalizi italo-canadesi più importanti hanno pensato di organizzare una raccolta-fondi itinerante. Ed hanno puntato sull’unico ‘one-man-show’ in grado di mettere d’accordo tutti, grandi e piccini, grazie ad una comicità contagiosa: Joe Cacchione, preside di una Scuola alla EMSB (di giorno), ma soprattutto attore, artista, cabarettista (di sera). Un professore-comico (da leggersi come due sostantivi) che sintetizza a pennello la realtà dell’italiano immigrato (è nato a Roma nel 1968) perfettamente integrato nella società di accoglienza. Basti pensare alla doppia laurea, prima in Economia e Commercio e poi in Pedagogia. E che ripropone un suo cavallo di battaglia: “Mannaggia A’merica”, lo spettacolo che ha riscosso il maggior successo tra le 8 Commedie che ha scritto e interpretato.

    “Perché non è solo comicità – ci ha raccontato Joe Cacchione in redazione – ma vuole mettere a nudo la bellezza e la complessità della nostra identità”. Nel solco del triplice numero 10: 10º anniversario, 10 spettacoli e 10 settimane. “Quando ho parlato con Unitas e Joey Saputo – ha sottolineato – mi sono reso conto che sono 26 anni che faccio spettacoli e la Comunità mi ha sempre regalato applausi e calore. È arrivato il momento di ripagare tutto questo affetto con uno spettacolo il cui ricavato sarà devoluto a progetti comunitari”.

    Un tentativo unico nel suo genere. “È uno spettacolo– ha continuato Cacchione – che racconta la nostra storia, perché abbiamo lasciato l’Italia, chi sono gli italiani oggi in Canada. È la storia di un emigrante che non vuole lasciare l’Italia, fa tutti i mestieri possibili e immaginabili per rimanerci. Poi, vista la situazione economica proibitiva del Dopo-Guerra, si ritrova in Canada, ma ne ignora la lingua, la cultura, il modo di vivere, e soprattutto….- Mannaggia A’merica! -… il FREDDO!… Ma Colombo non poteva farsi i fatti suoi?… Alla fine, 40 anni dopo, mentre si trova con gli amici al bar, succede qualcosa che lo riporta indietro al paesello. È il dramma di chi lascia il Paese che ama per ritrovarsi in un Paese a cui poi, in fondo, si abitua”.

    Lo stato d’animo dell’emigrante di ogni tempo. Come quello dello stesso Joe Cacchione. Anche se vissuto da bambino, ad appena 8 anni: “Per me l’arrivo in Canada non è stata una pazza gioia. Mia madre, nel ‘76, dopo un’estate trascorsa a Montréal, era preoccupata perché vedeva che non ero interessato a sviluppare amicizie. Poi ho imparato il francese e mi sono immedesimato in questa nuova cultura. Eppure io sono italiano e sarò sempre italiano. Il mio obiettivo è far capire ai giovani che ci si può divertire anche in italiano: non ci sono solo le commedie serie, come quelle di De Filippo, ma anche spettacoli leggeri, comici ed esilaranti, che ci lasciano sempre un insegnamento”.

    Lingua come parte integrante della cultura da preservare. “La lingua è il primo strumento per conoscere una cultura. Nei giorni scorsi ho chiesto ai miei ragazzi cosa sapessero degli arabi: c’è stato il silenzio più assoluto. Ecco: se avessero conosciuto qualche parola di arabo, sicuramente avrebbero avuto modo di capire meglio chi fossero. Altrimenti passa il pregiudizio che sono tutti terroristi. Di noi italiani si dice che mangiamo la pasta, guidiamo la Ferrari e siamo Mafiosi. Beh, siamo ben altro: siamo un popolo che ha contribuito allo sviluppo di tutti i Paesi in cui è emigrato. Quale Paese al mondo non ha una ‘Little Italy’?”.

    Quindi l’emigrazione non è solo un dramma. “Per vivere bene l’emigrazione, bisogna avere un’apertura mentale verso la cultura di accoglienza. Su moda, enogastronomia ed imprenditoria noi italiani siamo al top. Ma non possiamo non apprezzare la serietà e snellezza della burocrazia canadese. Noi italiani ci lamentiamo sempre del freddo: ma che tipo di sport invernale pratichiamo? Ci sono tantissime cose da fare. E poi basta coprirsi bene o prendere il primo aereo per la Florida”. Insomma, il segreto è prendere il meglio delle due culture.

    Ma perché la gente dovrebbe venire a vedere lo spettacolo?: “Fa ridere dall’inizio alla fine facendoci riflettere sulla nostra vita. E poi è una ‘raccolta fondi’: l’obiettivo è vendere 6 mila biglietti per costruire il futuro della Comunità”. Uno spettacolo che è anche un investimento: un sorriso per difendere le nostre radici e trasmettere i nostri valori. (V.G.)

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