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  • Trump e Trudeau: sempre più scambi di beni e servizi

    Trump e Trudeau: sempre più scambi di beni e servizi

    L’incontro alla Casa Bianca tra i leaders di Usa e Canada

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    Oltre al ruolo delle donne nel mondo del lavoro, hanno discusso dei rapporti commerciali, della gestione dei confini comuni, dei flussi migratori e del NAFTA

    Washington – Un incontro “politically correct”, senza frizioni, all’insegna della cordialità e del rispetto reciproco, che ha messo in evidenza i punti storici in comune tra Usa e Canada, a scapito delle profonde divergenze tra le due amministrazioni alla guida dei due Paesi. È quello andato in scena lunedì 13 febbraio, a Washington, tra il Primo Ministro del Canada, Justin Trudeau, ed il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Trudeau è stato il terzo leader che ha incontrato il 45esimo presidente degli Usa insediatosi il 20 gennaio, dopo la Premier britannica Theresa May e il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe. Trudeau è stato accompagnato a Washington dal Ministro degli Esteri, Chrystia Freeland; quello della Difesa, Harjit Sajjan; della Sicurezza Pubblica, Ralph Goodale; e delle Finanze, Bill Morneau. Obiettivo comune di Usa e Canada: aiutare lo sviluppo della classe media soprattutto attraverso gli investimenti nelle infrastrutture.

    IN REGALO LA FOTO COL PIERRE TRUDEAU

    Difficile immaginare due persone così distanti come Trump e Trudeau. Basti ricordare le parole di apertura di Trudeau verso i rifugiati (i siriani accolti sono già più di 40 mila) il giorno dopo il “muslim ban” deciso da Trump e poi sospeso dalla magistratura americana. Eppure Trudeau ha voluto evitare lo scontro (“I canadesi non si aspettano che io faccia la morale agli Usa”, ha spiegato), malgrado le differenze sia sul fronte del Trattato Nafta (entrato in vigore nel 1994) che della politica dei migranti. Anche per questo Trudeau si è presentato alla Casa Bianca con un regalo personale per il Presidente: una foto che ritraeva un giovane Donald Trump insieme a suo padre, Pierre Trudeau. The Donald ha ricordato l’incontro, ha detto di avere grande rispetto per Trudeau senior e di voler custodire la foto “in un posto speciale”.

    “RAPPORTI ECCEZIONALI”

    Dopo le classiche fotografie di rito nello Studio Ovale, Trump e Trudeau hanno avuto un incontro privato, sfociato nella classica conferenza stampa congiunta. Trump ha definito “eccezionali” i rapporti commerciali tra Stati Uniti e Canada, dicendo di essere interessato a migliorarli ancora nel futuro. “In un periodo difficile come questo, dobbiamo rafforzare la nostra collaborazione contro il terrorismo e lo lo Stato Islamico. Sul lavoro dobbiamo coordinarci in modo ancora più stretto, lo dobbiamo fare anche sulla sicurezza, sul commercio, dobbiamo coordinarci per proteggere il lavoro in questa parte dell’emisfero”, ha spiegato il presidente americano. Con il premier Trudeau abbiamo avuto “un meeting produttivo”, ha aggiunto Trump, sottolineando la “storica amicizia” che lega i due Paesi.

    “NAFTA: SOLO PICCOLI AGGIUSTAMENTI”

    Il presidente Usa ha poi sottolineato l’importanza di “relazioni commerciali reciproche” con il Canada, costruendo ponti per scambi commerciali “ancora più forti”. In passato Trump aveva ripetutamente minacciato di voler rinegoziare l’accordo di libero scambio nordamericano (NAFTA). Le relazioni commerciali tra Stati Uniti e Canada, però, sono molto diverse da quelle con il Messico, ha detto Trump: “Apporteremo degli aggiustamenti minimi che saranno positivi per entrambi i Paesi”, ha tagliato corto il presidente Usa, annunciando che i due Paesi uniranno le forze nella lotta alla diffusione delle droghe.

    COREA DEL NORD E IMMIGRAZIONE

    “La Corea del Nord è un grosso problema. Lo affronteremo con grande forza”, ha poi aggiunto Trump. La posizione della Casa Bianca in tema di immigrazione è una posizione di “buon senso”, ha sottolineato Trump difendendo le controverse politiche varate dalla Casa Bianca. “Stiamo ricevendo molti elogi” per la nostra politica, ha affermato. Le espulsioni degli immigrati illegali, ha spiegato Trump, riguardano solo coloro che si sono macchiati di reati. E, quasi a conferma di quanto detto, il segretario della sicurezza nazionale, John Kelly, ha dato i dati degli ultimi raid: i funzionari dell’immigrazione degli Stati Uniti hanno arrestato oltre 680 persone, il 75% dei quali sono stati condannati per reati che variano dall’omicidio alla guida in stato di ebbrezza.

    POLITICA DI APERTURA

    Dal canto suo, il Canada continuerà la sua politica di “apertura” ai rifugiati, ha assicurato Trudeau. “Non siamo d’accordo su tutto, i rapporti tra vicini sono spesso complessi, ma navigheremo attraverso le nostre divergenze e resteremo amici. Resteremo sempre partner essenziali”, ha dichiarato. Il Primo Ministro canadese ha poi indicato l’importanza “del libero flusso di beni e servizi” tra i due Paesi, perché se molti posti di lavoro canadesi dipendono delle relazioni con gli Usa, altrettanti posti di lavoro, negli Stati Uniti, dipendono dalle relazioni con il Canada. “Quello che le due amministrazioni faranno – ha assicurato Trudeau – è continuare a creare buoni posti di lavoro, consentendo il libero flusso di beni e servizi”.

    UN CONSIGLIO AD HOC PER LE IMPRENDITRICI

    Trump e Trudeau daranno vita a un Consiglio delle donne leader negli affari allo scopo di  incoraggiare l’imprenditorialità femminile. “Il presidente Trump e il primo ministro Trudeau lanceranno il Consiglio Canada-Stati Uniti per l’avanzamento delle donne imprenditrici e dirigenti d’azienda durante una tavola rotonda alla Casa Bianca”, ha detto un funzionario Usa. Trump e Trudeau si sono impegnati a rimuovere gli ostacoli alla partecipazione economica delle donne mentre avanzano nel mondo degli affari. Inoltre, i due leader incoraggeranno maggiore comunicazione fra le businesswoman dei due Paesi. Con l’aiuto di Ivanka. La “first daughter”, infatti, è la testimonial dell’iniziativa, seduta accanto al Premier canadese nella tavola rotonda che ha riunito donne manager dei due Paesi.

    UN GIRO DI AFFARI DI OLTRE 670 MILIARDI

    Nel 2015, il traffico bilaterale di merci e servizi ha toccato quasi i 670 miliardi di dollari: il Canada ha importato merci e servizi per un valore di 338 miliardi di dollari, esportandone 332 miliardi. Nonostante le cifre siano in equilibrio, il Canada dipende sempre di più dal suo vicino, tanto che il 75% dell’export canadese è diretto negli Usa. Secondo quanto rende noto l’Istat canadese, un settimo dei posti di lavoro in Canada (pari a 2,7 milioni di persone) dipende dal commercio con gli Stati Uniti.

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  • Trump giura: “Il potere torna  al popolo, l’America prima”

    Trump giura: “Il potere torna al popolo, l’America prima”

    È il 45º Presidente degli Stati Uniti d’America

    Il passaggio di testimone con Barack Obama al Campidoglio, poi il giuramento sulla Bibbia già usata da Abramo Lincoln. La first lady Melania in celeste. Proteste e scontri a Washington. Donne e star di Hollywood in marcia: l’America “non sei tu”

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    Washington – L’era Trump è cominciata. Il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti ha giurato il 20 gennaio scorso nel corso di una solenne cerimonia a Capitol Hill, davanti a quasi un milione di persone. Dopo la colazione alla Blair House e la breve funzione religiosa alla chiesa St. John’s, Donald Trump ha incontrato Obama alla Casa Bianca per il passaggio del testimone, prima di spostarsi in Campidoglio per il giuramento.

      Per l’Inauguration day, Trump non ha rinunciato alla cravatta rossa delle migliori occasioni, che spesso l’ha accompagnato durante la campagna elettorale. Con lui, la moglie Melania, vestita in un abito Ralph Lauren celeste chiaro: un look che a molti ha ricordato quello di Jackie Kennedy.

          Donald Trump ha recitato la formula di rito su due copie della Bibbia, una usata nella medesima occasione da Abramo Lincoln, il più amato dei padri della patria. Prima di Trump aveva giurato il vicepresidente, Mike Pence. Ma nelle strade di Washington e di altre città americane non si è fermata la protesta contro il magnate che, al termine di una campagna elettorale e un’elezione tra le più divisive che l’America abbia mai vissuto, è riuscito a conquistare la Casa Bianca.

    “Il potere torna nelle mani del popolo. America first”- Molti i temi cari a Trump nel suo discorso di insediamento. “A partire da adesso cambia tutto – ha detto -: il potere da Washington torna nelle mani del popolo. Siamo uniti in un grande sforzo per ricostruire l’America. Troppo a lungo il potere ha prosperato, ma i posti di lavoro sono diminuiti e le fabbriche hanno chiuso. Da oggi in poi sarà soltanto l’America al primo posto”.

    “Giuramento di alleanza con tutti gli americani” – Donald Trump si è rivolto dunque al popolo: “Questo momento vi appartiene. Affronteremo sfide e ci confronteremo. Siamo una sola nazione, condividiamo un solo cuore, una sola casa e un solo destino glorioso. Il giuramento di oggi è un giuramento di alleanza con tutti gli americani. Per molti decenni abbiamo arricchito le industrie estere, abbiamo difeso i confini di altre nazioni rifiutando di difendere i nostril. Abbiamo speso trilioni e trilioni di dollari all’estero mente le infrastrutture americane sono state lasciate in rovina”. “Prometto che non vi lascerò mai indietro, ci riprenderemo i nostri sogni, i nostri soldi e i posti di lavoro”.

    “Compra americano, assumi americani” – “La nostra politica sarà molto semplice – ha sottolineato -: compra americano, assumi americani. Ricostruiremo il nostro Paese con lavoro e mani americane. Insieme determineremo il corso dell’America e del mondo per molti anni a venire”.    

    “Cancelleremo il radicalismo islamico. Basta parole, è ora di agire” – Poi Trump ha affrontato il tema sicurezza: ‘’Rafforzeremo le alleanze esistenti – ha proseguirto – e ne creeremo delle nuove, riuniremo il mondo contro il radicalismo islamico e lo cancelleremo dalla faccia dellaTerra’’. “Uniti, nessuno ci può fermare. Non accetteremo più politici che si lamentano solo e non agiscono. È arrivata l’ora dell’azione”.

    “Renderemo l’America di nuovo grande” – Il 45º presidente Usa ha concluso il suo discorso – uno dei più brevi della storia – riecheggiando lo slogan della sua vincente campagna elettorale: “Make America Great Again”. “A tutti gli americani, ascoltatemi: non sarete più ignorati. Sarete ascoltati. Insieme renderemo l’America più sicura e di nuovo grande”, dice prima del consueto saluto: “Dio benedica l’America”.

    Sorpresa alla parata lungo la Pennsylvania Avenue verso la Casa Bianca – Mossa a sorpresa di Donald Trump alla parata lungo la Pennsylvania Avenue che ha condotto il presidente e la First Lady alla Casa Bianca. Trump ha fermato a metà percorso la limousine, ne è sceso con la moglie Melania ed il figlio Barron e ha proceduto per alcune decine di metri a piedi tra due ali di folla. Dopo pochi minuti, scortati sempre dagli agenti del Secret Service, i tre sono risaliti sulla ‘Bestia’, la vettura superblindata ereditata da Barack Obama targata “1” ed hanno raggiunto il numero 1600 di Pennsylvanya Avenue, il loro nuovo indirizzo per i prossimi 4 anni. La parata militare è stata l’ultima tappa della cerimonia formale di insediamento. In serata, infine, Trump ed il vicepresidente Pence, insieme alle rispettive consorti, hanno partecipato a 3 balli inaugurali ufficiali, indetti per l’occasione.

    Proteste violente a Washington, scontri con la polizia: cento arresti – Mentre a Capitol Hill si teneva la cerimonia di giuramento, nelle strade vicine si verificavano scontri nel corso delle proteste anti-Trump. Un gruppo di manifestanti, tutti vestiti di nero e con il volto coperto, si sono scontrati con la polizia in assetto anti-sommossa. Diverse le vetrine infrante a colpi di mazza. I manifestanti violenti sono poi stati dispersi dalla polizia mentre tentavano di avvicinarsi al National Mall, dove si trovavano gli spettatori della cerimonia del giuramento. Vestiti come black block e con le bandiere rosse e nere dell’anarchia, i giovani che inscenavano la protesta sono stati allontanati dai poliziotti anche con l’uso di gas urticanti.

    Gli Obama in vacanza a Palm Springs – Dopo il giuramento di Donald Trump, per Barack e Michelle Obama è invece cominciata una nuova vita. Per prima cosa si sono concessi un periodo di riposo. Dalla base di Andrews, a bordo di un aereo della flotta presidenziale, ma non più l’Air Force One, sono partiti per Palm Springs, la località turistica nel deserto californiano nota per le sue acque termali e i suoi eleganti resort. Obama prima di salire sull’aereo ha salutato un’ultima volta lo staff e si è rivolto agli americani, dicendo: “Avete dimostrato il potere della speranza”.

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  • Renzi a Obama: impegnodell’Italia sulla sicurezza

    Renzi a Obama: impegno
    dell’Italia sulla sicurezza

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    Washington – “Grazie, Presidente Obama. L’Italia proseguirà con grande determinazione nell’impegno per la sicurezza nucleare”. Lo ha scritto su twitter il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il 1º aprile scorso, postando una sua foto con il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. A Washington si è tenuta la IV Conferenza sulla sicurezza nucleare, aperta proprio dal presidente Usa, Barack Obama, che ha chiesto agli altri Paesi di fare “tutto il possibile” per evitare che gruppi terroristici come lo Stato islamico ottengano il materiale necessario per produrre un’arma nucleare ed ha invitato i leader mondiali a condividere più informazioni di intelligence per evitare nuovi attentati. I leader, dal canto loro, si sono dichiarati uniti nel loro impegno nel tenere le armi nucleari lontane dai terroristi, ma non hanno nascosto che la minaccia atomica è “in costante evoluzione”. Renzi, con una delegazione capeggiata dal Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha partecipato, venerdì mattina, a una sessione plenaria con oltre 50 capi di Stato, dalla Cina all’India e, dopo una colazione di lavoro, è ripartito per l’Italia. Renzi è giunto a Washington al termine di una missione che lo ha portato in Nevada (l’Enel), a Chicago (il FermiLab) ed a Boston (Scuola di italiano) per convincere gli americani ad investire in Italia, che è tornata a essere un Paese stabile grazie alle “riforme del governo”. Ed ha parlato di “margini di crescita fantastici”. Nei settori tradizionali, come l’agroalimentare ed il vino, ma anche nell’alta tecnologia, ricordando che il percorso è in atto, come dimostrano i dati sull’export Italia-Usa, cresciuto l’anno scorso da 29 a 36 miliardi di euro.

    A Chicago inaugurata una scuola L’Italia “non è il luogo dei problemi, li affronta, li supera, è una grande potenza mondiale”, ha dichiarato nella sua visita a Chicago, prima alla scuola Italiana ‘Enrico Fermi’ (il primo istituto italiano bilingue di Chicago e il terzo degli Stati Uniti, dopo New York e San Francisco), poi al FermiLab, laboratorio d’eccellenza della fisica che vede la presenza di molti ricercatori italiani. Di cui si dice “orgoglioso”, invitandoli a scrivergli e a rimanere “in contatto”. Perché – spiega – devono sapere che lui non li considera ‘cervelli in fuga’ ma persone che operano in un settore che è globale come la ricerca. Non chiede loro di “tornare”, ma promette che se vogliono farlo in Italia troveranno un nuovo clima, grazie a 2,5 miliardi di investimenti e la voglia di rimettere il settore al centro.

    A Boston firmato l’accordo con l’Ibm – Ed ha annunciato un accordo importante con l’Ibm, al Centro Watson per le tecnologie mediche di Boston, nell’ambito del progetto della nuova tecnopoli nell’area che è stata di Expo. Il Premier ha firmato un ‘memorandum of understanding’ con l’Ibm per far nascere il primo centro in Europa del Watson Health proprio a Milano. Un accordo in cui gli americani mettono sul tavolo 135 milioni di euro nei prossimi anni e che, promettono, creerà lavoro per “almeno 400 giovani italiani”. La presidente e ceo di Ibm, Ginni Rometty, ha detto che “Ibm vuole investire in Italia”, perché scommette sulla proiezione del Paese verso le tecnologie del futuro”. Renzi, dal canto suo, ha dichiarato che “l’Italia ha un magnifico passato, di cui siamo molto orgogliosi, ma ora ha bisogno di guardare al futuro, per continuare a svilupparsi e avere un ruolo di leadership”.

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  • Mattarella da Obama alla Casa Bianca

    Mattarella da Obama alla Casa Bianca

    “Uniti contro i nemici della pace”

    “Insieme sconfiggeremo l’Isis”, ha detto il Capo dello Stato. Dal canto suo il presidente Usa ha ringraziato l’Italia “per la protezione della diga di Mosul”

    Washington – La lotta all’Isis e al terrorismo internazionale e la collaborazione tra Italia e Stati Uniti per sconfiggere i “nemici della pace”: questi i temi al centro dell’incontro che si è tenuto lunedì 8 febbraio tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, alla Casa Bianca. Il colloquio, iniziato dopo le 11 ora locale, si è svolto nello Studio Ovale, dove erano presenti anche il vicepresidente Joe Biden e il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.

    “Grazie Italia per protezione diga Mosul” – Obama ha ringraziato l’Italia per l’importante impegno a protezione della diga di Mosul in Iraq. “Ho ringraziato tantissimo l’Italia per il contributo notevole per l’addestramento dei militari in Iraq e per il ruolo importante che svolgerà a protezione della diga di Mosul che è di estrema importanza per il popolo iracheno”, ha detto il presidente Usa.

    “Con Roma collaborazione straordinaria” – Tra Washington e Roma “i legami non potrebbero essere più stretti ed è straordinaria la collaborazione che abbiamo su una vasta gamma di problemi nel mondo”, ha sottolineato il presidente americano, Barack Obama. E l’accordo commerciale tra Europa e Usa può rappresentare un antidoto contro nuove crisi finanziarie, come ha spiegato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella “Abbiamo discusso dei rapporti economici e commerciali, occorrono impegni per evitare che si presentino gravi crisi come in passato che destabilizzano i Paesi sviluppati e impediscono la prosperità di quelli in via di sviluppo”, ha spiegato Mattarella.

    “Su Libia collaborazione Italia-Usa decisiva” – “Per la Libia, attraverso l’alleanza transatlantica, la nostra collaborazione è decisiva affinché la comunità internazionale risolva i drammatici problemi sul tappeto ripristinando stabilità e sicurezza”, ha affermato il Capo dello stato. Nel corso del colloquio con Obama sono state esaminate tutte le principali aree di crisi, dalla Siria all’Afghanistan, dall’Iraq alla Libia. “Questa stretta collaborazione – ha aggiunto Mattarella – ci consentirà di fronteggiare le nuove sfide e di sconfiggere i nemici della pace e dei diritti umani”. Il capo dello Stato ha ringraziato l’inquilino della Casa Bianca per la “straordinaria accoglienza, segno di una amicizia che dura da 70 anni”. La cooperazione “nell’Alleanza Atlantica ci ha consentito di superare con successo – ha rimarcato Mattarella – grandi sfide e momenti difficili”.

    “Migranti crisi globale, collaborazione Ue-Nato” – “Abbiamo parlato a lungo del problema dei profughi e dei migranti che ha un impatto terribile sull’Europa e sull’Italia in particolare”, ha affermato il presidente americano. “Per gli Usa – ha aggiunto Obama – questo non è un problema solo dell’Europa ma un problema globale che mette sotto pressione gli Usa e il rapporto transatlantico”. “Serve una collaborazione Europa-Nato per smantellare le reti di traffico di esseri umani”, ha sottolineato.

     

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