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  • Scuse sacrosante. E ora tre opere per non dimenticare

    Scuse sacrosante. E ora tre opere per non dimenticare

    IL PUNTO di Vittorio Giordano

    Campo di Petawawa, Ontario

    Giustizia è fatta. Dopo oltre 80 anni di colpevole silenzio, il cerchio si è chiuso e la dolorosa cicatrice dell’internamento può finalmente rimarginarsi. Il Primo Ministro Justin Trudeau ha mantenuto la promessa. E poco importa se ci saranno le elezioni il prossimo autunno. Le speculazioni elettoralistiche non ci riguardano: conta solo il risultato. Dopo l’annuncio del giugno 2019, il leader liberale ha fatto ‘mea culpa’ in Parlamento, a nome del governo, per il trattamento ingiusto e discriminatorio inflitto agli Italo-Canadesi durante la Seconda Guerra Mondiale, quando oltre 600 uomini e donne furono internati ed oltre 31mila finirono sotto la stretta sorveglianza della Gendarmeria Reale del Canada (GRC), in quanto “nemici stranieri”. Senza alcuna prova, senza un preciso capo di accusa, senza un giusto processo, con i beni confiscati e mai più restituiti. Un’intera Comunità, peraltro già integrata nel tessuto sociale ed economico del paese, messa alla berlina, vittima di odiosi pregiudizi, violenze gratuite e razzismo strisciante (con una diffidenza che si è trascinata per decenni), solo perchè di origine italiana. Ed è stato un bene che a cospargersi il capo di cenere sia stato Trudeau, visto che l’artefice di quei provvedimenti incivili è stato un altro Primo Ministro liberale, William Lyon MacKenzie King. È vero che già il Primo Ministro conservatore Brian Mulroney aveva presentato le scuse pubbliche nel 1990, parlando di trattamento “abusivo, ingiusto e illegale”, ma lo aveva fatto in occasione di un evento comunitario, senza il sigillo della cornice istituzionale. Tornando all’attualità, è ancora più significativo il fatto che Trudeau, nell’offrire le scuse, si sia rivolto in italiano (“Signor Presidente”) ad Anthony Rota, primo Italo-Canadese della storia a presiedere la Camera dei Comuni. Non poteva esserci finale migliore. Con buona pace di chi, ancora oggi, anche tra gli agguerriti storici di origine italiana, si ostina ad accusare il governo di lettura semplicistica dei fatti del tempo. La verità è che le autorità canadesi, adottando la ‘War Measures Act’ e sospendendo le libertà civili, hanno agito d’impulso e “sparato” nel mucchio per precauzione, sulla base di sospetti, congetture e supposizioni. Confondendo il patriottismo, l’attaccamento alle proprie origini con il sostegno al regime fascista. E così, temendo fantomatici atti di sabotaggio o di terrorismo, se non addiritttura un’inverosimile ‘Quinta Colonna’, hanno fatto degli Italo-Canadesi dei ‘capri espiatori’. Quando invece i pochi fanatici erano solo vittime ingenue della propria esuberanza (“Non hanno obbedito a nessuna considerazione di filosofia politica”, scrive Mario Duliani in ‘Città senza donne’, 1946). Mentre in tanti si sono arruolati da volontari nell’esercito di Sua Maestà, combattendo valorosamente sul fronte del Pacifico, fino a perdere la vita per difendere i valori della loro patria adottiva. Adesso manca solo l’ultimissimo tassello per completare l’opera: un indennizzo per finanziare progetti comunitari affinché questa pagina oscura della storia canadese costituisca un monito per le generazioni future. Non auspichiamo un risarcimento pari ai 300 milioni di dollari accordati ai 22 mila Canadesi di origine giapponese in occasione delle scuse formali del 1988, anche perché i ‘protagonisti’ sono ormai passati a miglior vita, ma un fondo simbolico per alcuni progetti specifici, così come emerge dalla proposta “Riconoscere, commemorare e insegnare” presentata al governo nel giugno del 2019 da tre Organismi in rappresentanza della Comunità: il Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi, la Federazione Nazionale dell’Associazione della gente d’affari e dei professionisti Italo-Canadesi (CIBPA) e l’Ordine dei Figli e delle Figlie d’Italia del Canada. Le tre organizzazioni hanno prospettato al governo tre lodevoli iniziative: l’allestimento di una Mostra commemorativa al Canadian Museum for Human Rights di Winnipeg; la creazione di Museo permanente alla Casa d’Italia di Montréal sulla storia della Comunità Italo-Canadese; e l’attivazione di tre Centri di studio – in altrettante Università: Montréal, Toronto e Vancouver – per l’insegnamento del contributo Italo-Canadese allo sviluppo della società canadese. Tre proposte di buon senso e di stampo educativo: per non dimenticare e per investire in un futuro migliore. Affinché valori come resilienza, tenacia, coraggio, forza di volontà, senso della famiglia e spirito di sacrificio diventino valori imprescindibili e non negoziabili per tutti i Canadesi.

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  • Justin Trudeau chiede scusa agli Italo-Canadesi

    Justin Trudeau chiede scusa agli Italo-Canadesi

    Il MEA CULPA del Primo Ministro in Parlamento

    «NOI CI SCUSIAMO»

    La mozione è stata approvata all’unanimità, appoggiata anche dagli altri leader dei partiti in Parlamento: Erin O’Toole (PCC), Marie-Hélene Gaudreau (PQ), Jagmeet Singh (NDP) ed Elisabeth May (Verdi). Ecco il video degli interventi.

    OTTAWA – Il 27 maggio resterà una data storica per la Comunità Italo-Canadese. Alle ore 10:05, il Primo Ministro del Canada, Justin Trudeau, ha offerto le scuse ufficiali, in Parlamento, per l’internamento indiscriminato e ingiustificato perpetrato dalla autorità di Ottawa ai danni degli Italo-Canadesi, durante la Seconda Guerra Mondiale.

    Nel suo intervento alla Camera dei Comuni, Trudeau ha raccontato la storia di un Italo-Canadese, Giuseppe Visocchi, arrestato in occasione di un matrimonio sulla strada Dante, a Montréal, nel 1940. Il Primo Ministro ha illustrato così il danno arrecato alla Comunità italiana del Canada durante quel periodo buio della storia. Gli Italo-Canadesi arrestati furono internati a Petawawa, Kanaskakis, Kingston o Fredericton come “Nemici dello Stato”. “La politica dell’internamento è stata ingiusta», ha aggiunto Trudeau. «In alcuni casi l’internamento è durato pochi mesi, altri sono stati detenuti per anni, ma gli impatti si sono fatti sentire per tutta la vita». Nel caso del Signor Visocchi, l’internamento è durato due anni. “Due anni durante i quali i suoi sette figli avevano bisogno del padre – ha sottolineato Trudeau – : due anni durante i quali sua moglie non sapeva come sarebbe riuscita a nutrirli ed a prendersi cura di loro. Due anni durante i quali questa madre ha dovuto resistere da sola, senza soldi, e incapace di chiedere aiuto ai familiari per paura di rappresaglie”. Trudeau ha concluso il suo intervento ringraziando gli Italo-Canadesi per il loro contributo allo sviluppo della società canadese. «A tutti gli Italo-Canadesi che arricchiscono le nostre Comunità, da St. John’s a Vancouver, da Montréal all’estremo Nord, il vostro esempio ci ricorda che la diversità sarà sempre la nostra forza. Il coraggio, la resilienza e la ferma convinzione che insieme siamo più forti», ha detto in francese, inglese e italiano.

    Il 14 aprile scorso, il leader liberale si era impegnato nella Camera dei Comuni a “corregge questo torto perpetrato nei confronti della Comunità italiana”, in risposta ad un’interrogazione parlamentare del deputato Italo-Canadese Angelo Iacono.

    Un gruppo di Italo-Canadesi internati nel campo di Fredericton, 1941.
    FOTO: GLENBOW ARCHIVES

    Oltre 600 Italo-Canadesi – ricordiamolo – furono internati nei campi di concentramento (come quello tristemente noto di Petawawa, in Ontario), dopo che nel 1940 l’Italia decise di allearsi con la Germania e di entrare in guerra contro gli Alleati. Molti di loro avevano il passaporto canadese e alcuni erano addirittura nati in Canada. Senza alcuna specifica accusa e senza un giusto processo. Colpevoli solo di essere di origine italiana. Salvo poi essere liberati senza alcun risarcimento per i beni confiscati. In tutto il Paese, circa 31 mila Italo-Canadesi finirono sotto la stretta sorveglianza della Gendarmeria Reale del Canada (RCMP), perché “stranieri nemici”. Costretti ad affrontare sofferenze, angherie, vessazioni e discriminazioni.

    «I Canadesi di origine italiana – aveva dichiarato Trudeau in Parlamento il mese scorso – subiscono discriminazioni persistenti e stereotipi legati agli errori commessi dai nostri governi e dalle nostre istituzioni del passato che continuano a perseguitarli anche oggi”. “Giovedì – ha twittato qualche giorno fa il Primo Ministro – ho avuto degli incontri virtuali con alcune famiglie di Italo-Canadesi internati durante la Seconda guerra mondiale. Abbiamo parlato di questo momento oscuro della storia del Canada e di come la Comunità Italo-Canadese abbia sopportato per troppo tempo il peso di questa ingiusta politica”. “I Canadesi di origine italiana – ha poi aggiunto Trudeau in una nota ufficiale – hanno dato Un immenso contributo sociale, economico e culturale al nostro Paese. Non possiamo cancellare i nostri fallimenti passati, ma, presentando queste scuse, ci auguriamo di contribuire a rendere giustizia a chi ha sofferto e fare in modo che le lezioni apprese non siano dimenticate».

    Dopo 81 anni, il governo liberale ha posto rimedio ad una grave ingiustizia, visto che ad ordinare l’internamento era stato il Primo Ministro dell’epoca, il liberale Mackenzie King. Saldando, così, un debito con la storia e rimarginando una cicatrice che non si è mai completamente cicatrizzata.

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  • A maggio le scuse ufficiali agli Italo-Canadesi

    A maggio le scuse ufficiali agli Italo-Canadesi

    OTTAWA – La pazienza degli Italiani sta per essere premiata. I tempi sembrano essere finalmente maturi. Il 14 giugno 2019, il Primo Ministro Justin Trudeau si era pubblicamente impegnato a presentare le scuse ufficiali del governo alla Comunità italo-canadese per gli arresti indiscriminati e ingiustificati perpetrati durante la Seconda Guerra Mondiale. Poi è arrivata la pandemia, che ha sconvolto le nostre vite e dettato l’agenda del governo, per forza di cose incentrata sull’emergenza sanitaria ed economica. Con l’avvento dei vaccini, intravediamo la luce in fondo al tunnel. Ed è in questo solco di speranza, di fiducia e di rinascita che si inserisce l’annuncio del capo del governo canadese: Ottawa presenterà le sue scuse ufficiali nel mese di maggio (la data precisa non è ancora disponibile). Nel 1988, ricordiamolo, il Canada si è scusato formalmente offrendo risarcimenti pari a 300 milioni di dollari ai Canadesi di origine giapponese, 22.000 dei quali furono internati durante la Seconda guerra mondiale. Trudeau non ha specificato se ci sarà un indennizzo anche per gli Italo-Canadesi. Ci auguriamo, naturalmente, che questo annuncio non si riveli un mero calcolo elettorale, visto che si parla con sempre maggiore insistenza di elezioni imminenti già nel prossimo autunno. 

    In un comunicato ufficiale, il governo ha ricordato come oltre 600 Italo-Canadesi furono internati nei campi di concentramento (come quello tristemente noto di Petawawa, in Ontario), dopo che nel 1940 l’Italia decise di allearsi con la Germania e di entrare in guerra contro gli Alleati. In tutto il Paese, circa 31 mila Italo-Canadesi finirono sotto la stretta sorveglianza della Gendarmeria Reale del Canada (RCMP), perché “stranieri nemici”. Mercoledì 14 aprile, rispondendo ad un’interrogazione del deputato Angelo Iacono, Trudeau ha annunciato alla Camera dei Comuni che il suo governo “correggerà questo torto”. “Centinaia di Italo-Canadesi furono internati semplicemente perché di origine italiana”, ha detto Iacono nel corso del suo intervento, via Zoom, dall’ufficio di circoscrizione. “Sono stati sradicati dalle loro case, lasciando in molti casi i bambini senza padri e le famiglie senza uno stipendio per mettere il cibo a tavola. Delle vite e delle carriere, delle imprese e delle reputazioni sono state interrotte e rovinate, senza che mai nessuno sia stato ritenuto responsabile. Gli Italo-Canadesi convivono con questi ricordi da molti anni e meritano di voltare pagina».  Trudeau ha risposto che i Canadesi di origine italiana “subiscono discriminazioni persistenti e stereotipi legati agli errori commessi dai nostri governi e dalle nostre istituzioni del passato, che continuano a influenzarli fino ad oggi”. “Sono orgoglioso di alzarmi in piedi – ha detto il Primo Ministro, levandsi dal suo scranno – e di poter affermare che il nostro governo correggerà questo torto perpetrato verso la Comunità italiana, con delle scuse ufficiali a maggio”. Il comunicato stampa del governo ricorda come, nel 1939, il Regolamento per la difesa del Canada conferiva al Ministro della Giustizia il diritto di procedere a internarmenti, sequestrare beni e proprietà e limitare le attività dei residenti canadesi nati in paesi in guerra con il Canada. Nel 2018, la Gendarmerie Royale du Canada (GRC) ha rilasciato una dichiarazione in cui esprimeva tutto il suo rammarico per il coinvolgimento nelle operazioni di internamento. Decenni dopo l’internamento nella seconda guerra mondiale – continua la nota del governo –  gli Italo-Canadesi continuano a dichiarare la loro fedeltà al Canada. Queste scuse ufficiali onoreranno le famiglie di ciascuno dei 600 internati. È un atto di rispetto e riconoscimento per l’ingiustizia commessa nel 1940. Ai canadesi di origine italiana sono stati lesi i diritti civili, influenzando e cambiando le loro vite per sempre. Il Canada – conclude il comunicato – ospita oltre 1,6 milioni di Canadesi di origine italiana, una delle più grandi diaspore italiane nel mondo. Negli anni successivi alla guerra, questi hanno dato un contributo incommensurabile al tessuto sociale, culturale ed economico del Canada”. 

    La notizia è stata accolta con enorme soddisfazione dai 10 parlamentari liberali Italo-Canadesi: il Ministro della Giustizia David Lametti, il Ministro dell’Immigrazione Marco Mendicino, la Ministra del Lavoro Filomena Tassi, Judy A. Sgro, Francesco Sorbara, Angelo Iacono, Patricia Lattanzio, Francis Scarpaleggia, Chris Bittle e Mark Gerretsen (entrambi italiani da parte materna). “Diversi residenti Italo-Canadesi – hanno dichiarato in una nota ufficiale – hanno subito danni irreparabili. Il governo si scuserà ufficialmente con tutti i membri delle famiglie degli internati nei campi di Fredericton, Kananaskis e Petawawa. Il loro patrimonio culturale poteva essere italiano, ma erano prima di tutto canadesi. In qualità di deputati italiani, siamo grati a tutti coloro che, prima di noi, hanno messo in luce e contribuito a rendere queste scuse una realtà per le famiglie coinvolte e le nostre Comunità Italo-Canadesi”. (V.G.)

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  • Ora le scuse per l’internamento

    Ora le scuse per l’internamento

    IL PUNTO di Vittorio Giordano

    Gli elettori Italo-Canadesi hanno confermato la loro fiducia in Justin Trudeau: ora ci aspettiamo qualche Ministro al governo, così come il rispetto della ‘parola data’ lo scorso giugno a Vaughan

    Il Parlamento canadese è pronto a ripartire con i seggi così suddivisi: 157 ai Liberali, 121 ai Conservatori, 32 al Bloc Québécois, 24 all’NDP e 3 ai Verdi. Nessun partito ha ottenuto i 170 seggi necessari per esprimere un governo solido e forte. I Liberali hanno perso 27 seggi rispetto a quattro anni fa (184), di cui 9 solo in Québec. Addirittura zero seggi in Alberta ed in Saskatchewan. Considerando che il Partito Conservatore si è aggiudicato il voto popolare, conquistando il 34,4% dei consensi contro il 33,1% dei Liberali, è indubbio che oggi il Canada sia un Paese profondamente diviso. Tra città e regioni, così come tra est e ovest. Trudeau dovrà essere conciliante: il suo sarà pure il governo minoritario più forte della storia, ma resta pur sempre minoritario. E quindi sarà alla mercè dei compromessi. È vero che nella storia del Canada ci sono già stati 13 governi minoritari (tra cui quello di Pierre Elliot Trudeau con i Neodemocratici nel 1972-74) ed è anche vero che spesso hanno partorito riforme epocali, come l’assicurazione sanitaria pubblica ed il regime pensionistico federale; ma è anche vero che in media durano 20 mesi. Meno della metà della durata naturale. Insomma, i primi mesi saranno cruciali. In occasione della manovra economica del 2021 o del 2022, i Neodemocratici potrebbero già staccare la spina. In ogni caso, il governo minoritario verrà alla luce il 20 novembre. Lo ha annunciato lo stesso Primo Ministro, che poi ha chiarito: “Non ci sarà nessuna coalizione”. Trudeau ha spiegato che dialogherà con tutti i leader delle opposizioni. La sua sarà una maggioranza mobile e flessibile: ci saranno provvedimenti in cui i Liberali cercheranno la sponda dei Neodemocratici (con il rischio di un boom del deficit), altri in cui cercheranno l’appoggio del Bloc; ed altri ancora, come nel caso del gasdotto, in cui potranno contare sul sostegno dei Conservatori. Una cosa è certa: i Liberali hanno potuto contare sul voto degli Italo-canadesi. Come certifica il Corriere Canadese, infatti, “nei 92 distretti federali dove la presenza degli italocanadesi è superiore a 5mila, i Liberali hanno ottenuto 67 seggi (72,8%), mentre i Conservatori non sono andati oltre a 21 collegi conquistati (22,8%)”. A questo punto ci aspettiamo una significativa presenza di Ministri Italo-Canadesi al governo. A cominciare dalla riconferma di David Lametti. Ma soprattutto, ci aspettiamo che il governo tenga fede alla promessa fatta il 14 giugno scorso, quando, in occasione di un evento a Vaughan, Justin Trudeau ha annunciato che avrebbe chiesto scusa agli Italo-Canadesi internati durante la Seconda Guerra Mondiale. “Le scuse si svolgeranno nella Camera dei Comuni nei mesi successivi all’insediamento del nuovo governo”, ha spiegato dalle nostre colonne lo stesso Ministro Lametti. La tempistica ci aveva fatto storcere il naso. Ora Trudeau può dimostrare tutta la sua buona fede e riscattare la memoria di 700 connazionali rinchiusi ingiustamente nei campi di concentramento. Saldando un debito con la storia e rimarginando una ferita mai cicatrizzata. Aspettiamo fiduciosi.

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  • Trudeau: scuse agli Italo-Canadesi

    Trudeau: scuse agli Italo-Canadesi

    In memoria degli internati della Seconda Guerra Mondiale

    Toronto – È ufficiale: il Primo Ministro del Canada, Justin Trudeau, chiederà scusa agli Italo-Canadesi internati durante la Seconda Guerra Mondiale. L’annuncio è arrivato venerdì scorso, 14 giugno, in occasione di un evento che si è tenuto a nord di Toronto, a Vaughan, per rendere omaggio al Mese del Patrimonio italiano. Una lodevole iniziativa nata nel 2015, quando la Camera dei Comuni ha approvato all’unanimità la mozione M-64 che proclama ufficialmente giugno come “Mese del Patrimonio Italiano”. Un omaggio istituzionale  per celebrare il contributo italo-canadese alla costruzione del Canada come uno dei Paesi più sviluppati, rispettati e amati al mondo. “Durante la Seconda guerra mondiale – ha dichiarato il leader liberale – centinaia di italo-canadesi sono stati internati: vite e carriere, imprese e reputazioni sono state rovinate. Eppure, nessuno è mai stato ritenuto responsabile”, ha sottolineato. “Dobbiamo affrontare questo capitolo oscuro della storia del nostro Paese – ha aggiunto : – gli italo-canadesi hanno vissuto con questi ricordi per molti anni e meritano di chiudere con il passato”. “Così, dopo che per decenni le famiglie hanno chiesto un riconoscimento significativo di ciò che è accaduto, mi impegno, davanti a tutti voi, di presentare le scuse ufficiali del mio governo alla comunità italo-canadese”. Senza però specificare quando. È stato il Ministro della Giustizia David Lametti, nella sua rubrica sul ‘Cittadino’, a specificare che la cerimonia si terrà nei mesi successivi all’insediamento del nuovo governo. Trudeau ha poi annunciato che il governo federale aprirà un Centro permanente per il Commercio a Milano, aggiungendo che il futuro tra Canada e Italia sarà radioso. “Come fiero canadese di origine italiana e primo italo-canadese a servire come Ministro della Giustizia e Procuratore generale del Canada – ha dichiarato Lametti – sono lieto che Justin Trudeau abbia preso questo impegno: è un riconoscimento che la nostra Comunità aspetta da decenni. È una questione di grande importanza per me ed altri deputati di origine italo-canadese, in particolare Marco Mendicino, Francesco Sorbara e Angelo Iacono, che ringrazio per la leadership ed il supporto. Naturalmente, ringrazio Trudeau per aver fatto la cosa giusta: il Canada va nella giusta direzione”. (V.G.)


    LA CIBPA NAZIONALE SI CONGRATULA

    La Federazione Nazionale della Canadian Italian Business and Professional Association (CIBPA), che celebra il 70° anniversario di fondazione quest’anno a Montréal, ringrazia il governo canadese per il riconoscimento dell’internamento dei Canadesi di origine italiana durante la seconda guerra mondiale. Attendiamo dunque con impazienza le scuse ufficiali in parlamento per l’ingiustizia fatta ai circa 700 Italo-Canadesi durante quel periodo penoso nella storia del nostro Paese.


    RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

    Caramelle e cioccolatini

    Apprendiamo che il Primo ministro Justin Trudeau si scuserà presso la Comunità  italo-canadese per l’internamanto di centinaia di connazionali arrestati senza ragione poco prima della Seconda Guerra Mondiale e senza mai essere accusati. C’è voluto tempo, molto tempo, per ammettere che l’ingiustizia ed i danni causati alla Comunità italo-canadese possano essere risarciti. Ma quì è il problema. Il Primo Ministro ha fatto un annuncio molto timido in Ontario, anche se  tanti dei nostri connazionali sono stati arrestati proprio quì a Montréal. Per di più, il Primo Ministro ha promesso di aprire un Centro d’affari a Milano. Un centro d’affari. Quindi si tratta d’affari e non di scuse di risarcimento alla Comunità italo-canadese. Perchè il Primo ministro non ha offerto una donazione, per esempio, alla Casa d’Italia, luogo simbolico di tutti gli italiani, visto che gli internati non sono più con noi? Ho l’impressione che il Primo Ministro abbia altre ragioni, promettendo le scuse. Come mai quest’annuncio arriva, per puro caso, qualche mese prima delle elezioni? Sicuramente ci saranno ancora più caramelle e cioccolatini prima del 21 ottobre.

    Dominic Perri, consigliere di Saint-Léonard

    IL PUNTO di Vittorio Giordano:
    Basta promesse: contano solo i fatti

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  • Internamento, Di Iorio chiede le scuse ufficiali

    Internamento, Di Iorio chiede le scuse ufficiali

    Ottawa – Scuse per l’internamento e la nomina di un Senatore Italo-canadese: l’On. Nicola Di Iorio ha chiesto ufficialmente al governo liberale di compiere un gesto a favore della Comunità Italo-canadese. La doppia richiesta è arrivata l’11 dicembre scorso, alla Camera dei Comuni, in occasione di un articolato intervento in cui, tirato in ballo da un deputato dell’NDP, ha difeso le ragioni della sua assenza prolungata in Parlamento e le sue dimissioni (che saranno effettive dal prossimo 22 gennaio). Il deputato liberale di Saint-Léonard—Saint-Michel ha affermato che il suo comportamento degli ultimi mesi è stato irreprensibile. Ed ha precisato che “la scelta di non sedere alla Camera non è dipesa dalla sua volontà”, che non percepisce alcun salario della Camera dei Comuni

    (i soldi saranno devoluti in beneficenza) e che si è attenuto alla linea del partito, lavorando sempre nell’interesse dei concittadini di Saint-Léonard—Saint-Michel. Ma soprattutto, Nicola Di Iorio è tornato alla carica sull’internamento degli italo-canadesi durante la Seconda Guerra Mondiale. “Senza alcun motivo, accusa o processo”, ha scandito con voce commossa. Ricordando come il governo canadese abbia anche sequestrato la Casa d’Italia, “il più antico centro culturale-etnico del Canada”. “Nessuna equa compensazione è mai stata versata. Ad oggi, nessuna scusa ufficiale è arrivata in quest’aula “, ha ricordato il deputato. E poi ha concluso rincarando la dose: nonostante oggi 1 milione e 500 mila canadesi siano di origine italiana, “nessuno di questi siede al Senato”. Due richieste chiare e legittime: scuse per l’internamento ed il Senatore. Ora tocca a Trudeau. (V.G.)

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