Tag: santa cabrini

  • Gala Santa Cabrini, nuovo blocco operatorio: raccolti 2 650 712 $

    Gala Santa Cabrini, nuovo blocco operatorio: raccolti 2 650 712 $

    nettoyage gbm

     

    MONTRÉAL – La Comunità Italo-Canadese ha risposto ‘presente’ all’appello lanciato dalla fondazione dell’ospedale Santa Cabrini che, dopo la pausa forzata causa pandemia, sabato 11 giugno ha organizzato il suo tradizionale Gala, giunto alla sesta edizione, nell’elegante cornice dell’hotel Sheraton di Laval.

    Da sinistra: Patrice Brisebois, Nadia Saputo, Lino e Mirella Saputo, Amelia e Lino Saputo Jr.

    La serata Glamour&Solidarietà, presentata dal professore-umorista Joe Cacchione, ha visto la partecipazione di 765 ospiti. Tra i presenti anche il presidente della Fondazione Comunitaria Italo-Canadese Joseph Broccolini e il presidente del Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi, regione Québec, Antonio Sciascia. Tutto merito dell’impegno profuso, negli ultimi 6 anni, dal presidente della fondazione Santa Cabrini, Elio Arcobelli, che ci tiene a portare a termine il progetto di un blocco operatorio ultra-moderno e all’avanguardia.

    page15image2413372112
    Da sinistra: Lino Saputo, Neelam Dwivedi, Mirella Saputo ed il Dott. Shivendra Dwivedi, che ha ricevuto il ‘Premio Albert Chiricosta 2022’

    Un progetto che, nel luglio 2021, ha ricevuto il ‘nulla osta’ definitivo anche del governo provinciale, con l’annuncio dell’avvio dei cantieri arrivato dallo stesso Ministro della Salute Christian Dubé, di passaggio al Santa Cabrini. Ospedale, ricordiamolo, creato nel 1960, con 179 posti letto e 20 culle, dalla Congregazione delle Suore Missionarie del Sacro Cuore e dedicato a Santa Francesca Saverio Cabrini, fondatrice dell’ordine religioso. Il nuovo blocco chirurgico, che sarà inaugurato nel 2025, conterà otto sale operatorie e 12 sale di rianimazione, oltre all’unità di ricondizionamento dei dispositivi medici (URDM) ed ai servizi elettromeccanici. Per un totale di oltre 9000 interventi, grazie a 130 operatori sanitari e 50 tra chirurghi e anestesisti. Un progetto finanziato dal governo e da un contributo di 10 milioni $ della fondazione Santa Cabrini.

    page14image2305247712
    Da sinistra: il direttore generale della Fondazione ‘Mirella e Lino Saputo’, Camillo Lisio; il presidente ex-officio della Fondazione Santa Cabrini, Charles Argento e la moglie Anna Bruno; il co-fondatore della Fondazione Santa Cabrini, il Dott. Albert Chiricosta

    “Chi ha detto che un ospedale comunitario non è in grado di riunire quasi 800 persone? – ha detto Elio Arcobelli, visibilmente soddisfatto e a tratti commosso -. La verità è che il Santa Cabrini è molto più di un ospedale comunitario: è l’ospedale di una Comunità fiera, generosa, che vuole salvaguardare il suo patrimonio e le sue istituzioni. Alla fine di questa grande campagna, arriveremo a raccogliere 10 milioni, per realizzare il reparto operatorio più moderno e tecnologicamente avanzato di tutto il Paese. Il grande sogno è sempre più alla nostra portata”. Un sogno reso possibile anche dalla generosità di Mirella e Lino Saputo, co-presidenti d’onore del gala: “Di fronte alla grande sfida della nuova raccolta fondi – ha detto Mirella – la fondazione ‘Mirella e Lino Saputo’ è al fianco del Santa Cabrini. Per questo motivo ci impegniamo a versare la somma di 2 milioni di dollari per la costruzione del nuovo blocco operatorio. Una volta completato, sarà un’ulteriore conferma del dinamismo e del successo della nostra Comunità”. Un annuncio ricevuto con applausi scroscianti e da una standing ovation. “Riconosco che la sfida è enorme – ha aggiunto Lino Saputo – ma so anche che è alla portata della nostra Comunità. Sono sicuro che l’orgoglio, che ci ha sempre animati, farà della campagna un vero successo e sarà una degna rappresentazione di quelli che siamo”.

    page14image2305246912
    Da sinistra: il co-presidente del Gala Santa Cabrini e presidente regionale– Québec, BMO Gestion privée, Mario Rigante; i presidenti d’onore Lino e Mirella Saputo; il presidente della Fondazione Santa Cabrini, Elio Arcobelli; ed il co-presidente del Gala e vicepresidente di Aliments Putters, John Tartaglia

    A salire sul palco, poi, è stato il Dr. Albert Chiricosta, da 44 anni urologo al Santa Cabrini, che, come succede dal 2015, ha consegnato il premio che porta il suo nome, il premio ‘Dottor Albert Chiricosta’, al Dr. Shivendra Dwivedi, da oltre 25 anni medico anestesista al Santa Cabrini, molto apprezzato dai colleghi e dai pazienti per la sua umanità e la sua compassione. Il giusto riconoscimento per chi si batte contro l’emarginazione dei più poveri in India, per il suo impegno sociale e per l’eccellenza della sua pratica medica. Dal 1993, il Dr. Dwivedi combatte la povertà attraverso la ‘Freedom Foundation from Poverty’ creata insieme al padre, il Professor T.D. Dwivedi.

    page15image2412829760

    Da oltre 30 anni, la fondazione opera per spezzare il ciclo della povertà in India, per offrire ai meno abbienti accesso all’assistenza sanitaria e per renderli istruiti e indipendenti. Circa 250.000 persone sono state curate nelle cliniche allestite dal dottor Dwivedi e più di 15.000 studenti si sono diplomati al liceo in scuole finanziate dalla ‘Freedom from Poverty Foundation’. Poi il gran finale, con l’annuncio dei profitti netti raccolti nel corso del Gala: 650.712 $, a cui vanno aggiunti i 2 milioni donati dalla ‘Fondazione Lino e Saputo’. Per un totale di 2.650.612 $. Chapeau!

    Elio Arcobelli: “Farò del mio meglio per portare a termine il progetto”

    “Ormai sono 25 anni che si parla di questo progetto, che nel frattempo è passato da 50 a 125 milioni: come Fondazione abbiamo chiesto al governo di passare ai fatti e noi ci siamo impegnati con una donazione di 10 milioni entro 5 anni”. Sono le parole del presidente della Fondazione Santa Cabrini Elio Arcobelli, che poi ha aggiunto: “Presto partirà la campagna di raccolta fondi che sarà presieduta da Mirella e Lino Saputo, i quali hanno già donato 2 milioni. Queste sono persone che dovrebbero vivere mille anni, perché hanno un cuore fantastico, soprattutto quando le cose sono chiare e trasparenti. Oggi l’ospedale non è più quello di prima. Grazie ad un finanziamento di 4,5 milioni, siamo il primo ospedale, ad est di Montréal, ad avere un robot chiamato ‘Da Vinci’, che ci permette di effettuare degli interventi non invasivi e di estrema precisione, accelerando così i tempi di guarigione dei pazienti. E, grazie a strumenti sempre più moderni, abbiamo uno staff medico giovane e dinamico. Dopo 6 anni di presidenza e con un mandato appena rinnovato, farò del mio meglio per portare a termine il progetto. Dobbiamo farlo per l’unico Ospedale italiano in Nord America. Ne ha bisogno la nostra Comunità e tutto l’est di Montréal”.

    Mirella e Lino Saputo: “Siamo stati fortunati, vogliamo aiutare chi ha bisogno”

    “Abbiamo fatto la donazione con tutto il cuore – ci ha detto Lino Saputo -: la nostra più grande soddisfazione è aiutare chi ha bisogno. Quando si riceve, bisogna anche saper restituire. Per noi è stato sempre stato così. Siamo stati fortunati e vogliamo contribuire a migliorare la vita delle persone”. “Siamo cresciuti con il Santa Cabrini – ha aggiunto Mirella Saputo – e abbiamo visto che un po’ alla volta ha fatto dei passi da gigante. E allora merita veramente il nostro supporto, perché anche la gente che ci lavora ha contribuito a questi risultati”. Sulla Comunità e le nuove generazioni: “È importante incitarli a partecipare sempre di più”, secondo Lino.

    “È difficile – sottolinea Mirella – perché le seconde e terze generazioni sentono di meno il bisogno di andare in quella Chiesa o in quell’Ospedale. Bisogna fargli capire che la nostra cultura esiste ancora e va salvaguardata”. Sulle continue sollecitazioni ad aiutare. “Vorremmo fare di più, facciamo quello che possiamo”, dice Lino. “Bisogna saper scegliere in base all’importanza – dichiara Mirella – senza però dimenticare le cause più piccole, quelle delle piccole associazioni che hanno bisogno di una mano; o quelle più particolari, come gli organismi che si occupano dei bambini con handicap”. Sull’azienda Saputo.

    “Va benissimo – dice Lino Saputo -: credo che, se avessi voluto creare qualcuno su misura, non sarebbe venuto fuori meglio di mio figlio Lino. Con la pandemia cisono stati gli alti e i bassi, ma da aprile le cose stanno migliorando. Vendiamo in 45 paesi del mondo, abbiamo un giro di affari di 16 miliardi di dollari, impieghiamo 20 mila persone in 58 stabilimenti: sono fiero e felice. La cosa che mi dà più soddisfazione è vedere mio figlio che, al verticedell’azienda dal 2004, ha mantenuto la mia stessa cultura aziendale, modernizzandola: la nostra forza è sempre stata la cultura familiare ed il rispetto dell’impiegato. Da noi c’è un senso di appartenenza incredibile. L’ho constatato quando nel 2019 ho pubblicato la mia autobiografia, che ho presentato agli impiegati di tutte gli stabilimenti”. Sul CF Montréal ed il Bologna.

    “Il calcio è una passione di mio figlio Joey – continua Lino Saputo – e noi lo sosteniamo per sviluppare il calcio in Québec. Non è per fare profitti, ma ovviamente vorremmo cercare di limitare le perdite. Adesso credo che la squadra stia andando nella buona direzione e sono fiero dell’impostazione di Joey, che punta sui giovani. Per quanto riguarda il Bologna, il progetto iniziale era quello di conoscere meglio la tecnica europea e portarla qui, dando un vantaggio ai giocatori canadesi e farli giocare in Europa. Joey ha preso il Bologna in Serie B ed il suo obiettivo era di riportarlo in Serie A. Adesso mira al quinto/sesto posto per andare in Europa League. Ha i mezzi per farlo. Anche se il modo di lavorare in Italia non è come in Canada: una riunione di Lega calcio programmata per le 10, non comincia prima delle 11. Fossi io, avrei già chiuso tutto. Però Joey è appassionato, sta portando una buona influenza in Italia, dove è sempre più stimato per il suo rispetto per gli altri e la sua semplicità. Ne vado fiero”.

    Servizio fotografico: John Oliveri

    nettoyage gbm

    Condividi
  • La Legge 10 ha compromesso l’identità del Santa Cabrini

    La Legge 10 ha compromesso l’identità del Santa Cabrini

    “Qualsiasi legge è fatta per essere interpretata e modificata, quando necessario”

    Montréal – L’11 giugno scorso, Irene Giannetti, direttrice generale dell’Ospedale Santa Cabrini/Centro Dante dal 1988 al 2011, ha inviato una ‘Lettera aperta’ al Primo ministro del Québec, François Legault, in cui ha espresso tutta la sua preoccupazione per le conseguenze che la Legge 10, in vigore dall’aprile 2015, ha avuto sull’ospedale Santa Cabrini. La Legge 10, lo ricordiamo, ha accorpato i 182 CSSS (Centri di salute e servizi sociali) in 33 grandi strutture denominate CISSS, di cui 5 a Montréal. Una razionalizzazione che però fa rima con centralizzazione dei processi decisionali, vista l’abolizione dei consigli d’amministrazione delle singole strutture sanitarie. Tra cui quella dell’Ospedale Santa Cabrini. 

    Irene Giannetti

    “La Legge 10 – ci ha spiegato la Giannetti, sintetizzando la missiva inviata a François Legault – ha creato nella rete sanitaria quella burocrazia che prometteva di ridurre. Da allora, quello che succede al Santa Cabrini è una progressiva perdita di identità; ma non solo. L’ospedale Santa Cabrini ha aperto le sue porte nel 1960, mentre del 1981 il Centro Dante ha cominciato ad accogliere i nostri anziani. Con la riforma imposta dalla Legge 10, tutto ciò che è stato pazientemente costruito, è sparito. 1. L’ospedale è stato integrato al CIUSSS de l’Est de Montréal (anche se, secondo la legge 10 doveva essere affiliato). L’ospedale non ha più: un suo cda, un direttore generale, una struttura medica autonoma, le sue équipes di lavoro, un budget globale. 2. Il Santa Cabrini non è piu in grado di stabilire le sue priorità: anche per cambiare una lampadina, sono necessarie richieste a ripetizione. 3. L’ospedale non gestisce più il Centro Dante, il quale fa ormai parte di una rete di CHSLD gestiti dal CIUSSS (ce ne sono 15 sotto il CIUSSS de l’Est de Montréal). Eppure, Dante è situato sui terreni dell’ospedale per garantire il conforto culturale ai nostri anziani. 4. I servizi sanitari disponibili al Santa Cabrini sono quelli decisi da Maisonneuve-Rosemont, l’altro ospedale del CIUSSS. La missione di ‘ospedale comunitario’ si affievolisce sempre di più. Per esempio, il reparto di Geriatria attiva, che prima della riforma c’era, adesso non c’è più. 5. L’ospedale Santa Cabrini è in competizione con le diverse strutture del CIUSSS,che ha: due ospedali, un istituto psichiatrico, quindici CHSLD e otto CLSC. E come purtroppo succede quasi sempre, chi grida piu forte ottiene l’attenzione. 6. I medici, il personale infermieristico, professionale, tecnico e amministrativo, i volontari, tutti sono identificati al CIUSSS e non più sul luogo del lavoro. La concentrazione costante ed il senso di appartenenza, essenziali per un clima di lavoro sano, sembrano diventate nozioni del passato.

    Le particolarità storiche, linguistiche e culturali – continua la Giannetti – pian piano sono diventate folklore. Tutto viene diluito in una mega struttura sempre più burocratica, sempre più anonima, sempre più a distanza. Il personale subisce una perdita d’identità e di scopo. Nessun leader locale per rappresentarli presso la mega struttura. Un’alienazione che può portare a conseguenze negative, fra cui l’assenteismo e la difficoltà a reclutare nuovo personale. La stessa Fondazione Santa Cabrini, creata per sostenere finanziariamente l’ospedale ed il Centro Dante, è stata indebolita.  Nel 2020 l’ospedale Santa Cabrini ha compiuto sessant’anni, ma non è stata fatta nessuna riflessione sulla strada fatta per meglio pianificare il futuro. E non per colpa della pandemia. Gli ospedali comunitari non possono essere gestiti a distanza, non sono un elenco di servizi sanitari, dove la comunicazione è a senso unico. Sono luoghi complessi, dove la partecipazione della Comunità può fare la differenza.

    A chi dice che ormai è troppo tardi per cambiar qualsiasi cosa nella legge 10 – ha concluso la Giannetti – rispondo che qualsiasi legge, anche questa, è fatta per essere interpretata e modificata, quando necessario. A causa del COVID, il governo Legault ha deciso di recrutare 10 000 addetti agli utenti, che oggi mancano nella rete sanitaria. Ha anche deciso che ogni CHSLD avrà le sue équipes locali ed il suo direttore. Cosa deve succedere prima di applicare lo stesso rimedio anche agli ospedali comunitari? Un’altra pandemia? E visto che lo scopo è anche quello di ridurre la burocrazia, dov’è scritto che un CHSLD non possa essere gestito dal suo ‘Ospedale Comunitario’?”. 

    Condividi
  • Eleganza e generosità al Gala Santa Cabrini

    Eleganza e generosità al Gala Santa Cabrini

     

    Da sinistra: Il presidente della Fondazione Santa Cabrini, Elio Arcobelli (Arco Tissus Décoratifs), i presidenti d’onore del Gala Mario Rigante (BMO Banque de Montréal), Diana Ferrara Scalia (Samcon) e Sam Scalia (Samcon), ed i presidenti del comitato organizzatore del Gala,
    John Tartaglia (BMO Banque de Montréal) e Tony Amato (Pentian)

    Montréal – Almeno 420 persone erano presenti il 6 aprile scorso al Pavillon-sur-le-Lac del Château Vaudreuil per celebrare la 5ª edizione del Gala Santa Cabrini, in presenza dei presidenti d’onore, Mario Rigante, presidente regionale della banca BMOM, e Sam e Diana Scalia, rispettivamente presidente e consulente strategica di Samcon.

    Divenuto ormai un appuntamento fisso nel calendario filantropico di Montréal, il Gala Santa Cabrini ha nuovamente ottenuto un successo impressionante grazie alla raccolta della somma netta pari a 315 279 $. “Si tratta di un primo contributo importante della comunità imprenditoriale di Montréal per la costruzione di un nuovo blocco operatorio ultra moderno, dotato di una tecnologia all’avanguardia all’Ospedale Santa Cabrini”, ha dichiarato entusiasta il presidente della Fondazoine Santa Cabrini, Elio Arcobelli.

    Se il Gala Santa Cabrini è un evento di raccolta fondi per eccellenza, si tratta anche di un’occasione privilegiata per rendere omaggio ad un membro del personale medico dell’Ospedale Santa Cabrini con l’assegnazione del “Premio Dottor Albert Chiricosta” per il lavoro eccellente svolto, per il suo impegno sociale e per il suo contributo allo sviluppo della struttura sanitaria. Quest’anno, l’onore è stato accordato al Dottor Hussein Fadlallah, riconosciuto come uno dei migliori cardiologi del paese.

    Da parte loro, i presidenti del comitato organizzatore del Gala Santa Cabrini, John Tartaglia (BMO-Banque de Montréal) e Tony Amato (Groupe Pentian), hanno ringraziato calorosamente tutti gli sponsor, i donatori, i membri del  Cercle des Ambassadeurs, i partecipanti e gli artefici dell’organizzazione, per il loro contributo ammirevole all’immenso successo dell’evento.

    All’annuncio dei risultati della serata, Elio Arcobelli si è mostrato, a ragione, particolarmente lusinghiero verso tutti coloro che hanno contribuito al successo della serata. “Grazie a voi – ha dichiarato Arcobelli – il sogno di dotare l’Ospedale Santa Cabrini di un nuovo reparto operatorio è sempre più alla portata di tutta la popolazione che chiede e merita l’accesso a migliori servizi sanitari.”

    Condividi
  • 67 527 $ per la ricerca sul cancro

    67 527 $ per la ricerca sul cancro

    Montréal – Il 5 ottobre scorso, alla presenza di oltre 300 partecipanti alla seconda edizione del pranzo-conferenza annuale “Cappello, Champagne e Cioccolato”, le cofondatrici e copresidentesse dell’attività, Elena Rizzuto (Groupe TD) e Nancy Forlini (Re/Max Solutions), hanno consegnato con orgoglio ad Elio Arcobelli, presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Santa Cabrini, una somma netta pari 67 527 $. In seguito ai ringraziamenti molto sentiti da parte delle copresidentesse nei confronti dei numerosi sponsor e partecipanti, le quali portavano i loro migliori cappelli  al Club di golf Métropolitain di Anjou, si è reso un omaggio speciale al Groupe TD per il suo prezioso sostegno a titolo di sponsor Platino. I fondi raccolti in occasione di questo evento saranno interamente consacrati alla continuazione degli sforzi intrapresi nella prima edizione di “Cappello, Champagne e Cioccolato” per rilanciare e consolidare la leadership del Reparto di Mammografia dell’Ospedale Santa Cabrini attraverso l’acquisto di apparecchiature di mammografia diagnostica e di ecografia al seno. Inoltre, la Direttrice dei servizi professionali del CIUSSS de l’Est-de-Montréal, la Dott.ssa Martine Leblanc, e Véronique Legris, paziente curata all’Ospedale Santa Cabrini per un cancro al seno, hanno entrambe reso una testimonianza toccante sulla necessità di dotare l’istituto ospedaliero della miglior tecnologia allo scopo di prevenire, diagnosticare, curare e salvare un numero sempre maggiore di donne.  Emozionate e riconoscenti, Elena Rizzuto e Nancy Forlini hanno lanciato un invito per la terza edizione di “Cappello, Champagne e Cioccolato” per l’autunno 2019.

    Nella foto, da sinistra: Yvan Gendron, PDG del CIUSSS-Est-de-L’Île-de Montréal; la  Dott.ssa Martine Leblanc Direttrice dei servizi professionali al CIUSSS Est-de-l’Île-de-Montréal; Nancy Forlini, Elio Arcobelli, Véronique Legris ed Elena Rizzuto.

    Condividi
  • Fico a Montréal: “Il vostro legame con l’Italia va valorizzato”

    Fico a Montréal: “Il vostro legame con l’Italia va valorizzato”

    di Vittroio Giordano

    Foto: Sara Barone

    Montréal – Ormai Montréal è un crocevia per le istituzioni italiane: dopo il capo dello Stato Giorgio Mattarella, l’ex Premier Paolo Gentiloni,  l’ex Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Elena Boschi e l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, il 5 settembre scorso è sbarcato a Montréal anche Roberto Fico, attuale presidente della Camera dei Deputati, nonché esponente di spicco del M5S. In Canada per partecipare ai lavori della 16° Riunione dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi del G7, che si sono tenuti ad Halifax la settimana scorsa, l’attuale terza carica dello Stato (da sempre sensibile al sociale) ha deciso di fare un visita all’ospedale Santa Cabrini, presidio tricolore nel panorama sanitario montrealese, inaugurato nel 1960 dalle Suore Missionarie del Sacro Cuore. Una visita-lampo che ha rappresentato anche la prima uscita ufficiale di Fico fuori dai confini nazionali. Accompagnato dall’Ambasciatore Claudio Taffuri e dal Console generale Marco Riccardo Rusconi, Fico ha visitato prima l’ospedale Santa Cabrini (il Pronto Soccorso e il Reparto di Radiologia) e poi il Centro di lunga degenza Dante, dove ha potuto stringere la mano a diversi connazionali. A fare da Cicerone, spiegando al presidente la storia ed il significato dell’ospedale, è stato Rocco Famiglietti, portavoce della struttura sanitaria. Presente anche Yvan Gendron, direttore generale del CIUSSS dell’est dell’isola di Montréal. Subito dopo, il presidente della Camera è stato ricevuto negli uffici della fondazione del Santa Cabrini, accolto dal presidente Elio Arcobelli. Qui ha incontrato i vertici della Comunità italo-montrealese: Giovanna Giordano (Comites), Tony Loffreda (Fondazione Comunitaria Italo-Canadese), Salvatore Sciascia (Congresso degli Italo-Canadesi, regione Québec), Gino Berretta (Casa d’Italia), Emmanuel Triassi (Camera di Commercio Italiana in Canada), Pat Buttino (Centro Leonardo da Vinci) e Sam Scalia (CIBPA). Non è stata una visita di facciata o di cortesia: i leader comunitari hanno colto l’occasione per esporre al presidente alcune annose questioni, come la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza, il riconoscimento delle patenti di guida, il potenziamento dei fondi per la lingua e cultura italiana nel mondo e l’estensione dei visti “Working Holiday”, che oggi durano solo 6 mesi. “È la prima volta che incontro la Comunità italiana all’estero e quindi per me è un momento di grande arricchimento personale – ha dichiarato Fico – : sentire dal vivo le vostre storie mi ha fatto molto piacere. Il legame che avete con l’Italia, vivendo in Canada, ed il contributo che date al Canada con la vostra passione per l’Italia è sicuramente encomiabile. Tutte le vostre storie sono straordinarie ed è la storia di un legame forte con l’Italia che va sicuramente valorizzato. Sulle questioni esposte, mi impegno a studiare la complessità delle tematiche con l’Ambasciata a Ottawa. E, dopo averle comprese, cercherò di dare le spinte opportune sulle cose che ci sono da fare. Anche se poi non so quale sarà l’esito”.

    Foto: Sara Barone
    Condividi
  • Santa Cabrini onorata con la cappella e il film

    Santa Cabrini onorata con la cappella e il film

    In occasione del centenario di morte della Suora Fondatrice dell’ospedale

    Messe-commémorative1761
    Mons. Lépine benedice la targa con la dedica della cappella a Santa Francesca Cabrini in presenza di Elio Arcobelli e Yvan Gendron
    Da sinistra:  Elio Arcobelli, Maria Montebruno, Yvan Gendron, Irene Giannetti, Michele Trozzo, Lucia Mauro, Enzo De Rosa, Mons. Christian Lépine, il Cons. Marco Riccardo Rusconi, Francesca D’Errico, Dott. Albert Chiricosta, Eric Benton, Isabelle Metwalli e Maria Vassetta
    Da sinistra: Elio Arcobelli, Maria Montebruno, Yvan Gendron, Irene Giannetti, Michele Trozzo, Lucia Mauro, Enzo De Rosa, Mons.
    Christian Lépine, il Cons. Marco Riccardo Rusconi, Francesca D’Errico, Dott. Albert Chiricosta, Eric Benton, Isabelle Metwalli e Maria Vassetta

    Domenica 26 novembre l’ospedale di Montrèal ha reso omaggio alla Suora fondatrice intitolandole la cappella al suo interno e rivivendo le sue opere attraverso un film-documentario realizzato dalla regista italo-americana Lucia Mauro

    Montréal – Un secolo dopo, l’eredità cristiana – ma soprattutto umana e umanitaria – di Santa Cabrini è più attuale che mai. La controprova è arrivata domenica 26 novembre. In occasione del centenario della sua morte, che ricorre il 22 dicembre 2017, la Corporazione dell’Ospedale Santa Cabrini, in collaborazione con la Fondazione Santa Cabrini e la CIUSSS de l’Est-de-l’Île-de-Montréal, ha voluto rendere omaggio alla Suora fondatrice con due importanti eventi: alle ore 10 intitolandole la Cappella dell’ospedale con la benedizione da parte dell’Arcivescovo di Montréal, Christian Lépine (con tanto di svelamento della targa di dedica); e alle 11 rivivendo le sue opere attraverso la proiezione, in prima assoluta mondiale,  di “Frances Xavier Cabrini: The People’s Saint”, film-documentario realizzato dalla regista italo-americana Lucia Mauro, con le musiche originali del Maestro Enzo De Rosa. Un personaggio, quello di Santa Cabrini, straordinario e assolutamente attuale, per la sua capacità di dedizione, compassione e aiuto agli emigranti all’inizio del ‘900 negli USA. E anche un modello di donna “imprenditrice” moderna e all’avanguardia, capace di gestire la nascita di una vasta comunità di centri di accoglienza, ospedali e orfanotrofi in tutto il continente americano. Tanto che, quattro anni dopo essere stata la prima cittadina americana ad essere proclamata Santa nel 1946, è stata innalzata da Pio XII a ‘Patrona degli Emigranti’. Senza dimenticare l’intronizzazione alla “National Women’s Hall of Fame of USA” nel 1996. Presenti al doppio appuntamento montrealese, tra gli oltre 200 invitati: l’Arcivescovo di Montreal, Christian Lépine; il Presidente della Corporazione dell’Ospedale Santa Cabrini, Michel Trozzo; il Presidente della Fondazione Santa Cabrini, Elio Arcobelli; il direttore generale della Fondazione, Jean-Pierre Mercille; il Console Generale a Montréal, Marco Riccardo Rusconi; il direttore generale del CIUSSS de l’Est-de-l’Île-de-Montréal, Yvan Gendron; il Senatore Basilio Giordano, diversi consiglieri municipali e presidenti di organismi comunitari.

    Condividi
  • 73 500 $ per una dialisi d’urgenza

    73 500 $ per una dialisi d’urgenza

    Serata “Casinò & Poker” della Fondazione Santa Cabrini

    SoiréeCasinoPoker-2017

    Montréal – Elio Arcobelli, presidente del consiglio di amministrazione, e Franco Santoriello, presidente della 1ª edizione della serata “Casinò & Poker”, svoltasi il 29 settembre scorso presso la sala di ricevimento Amiens, hanno il piacere di annunciare che questa attività ha permesso di raccogliere 73.500$. Gli introiti netti consentiranno l’apertura di un servizio di dialisi nell’Unità di cure intensive dell’Ospedale Santa Cabrini. Questo progetto è nato grazie alla devozione e alla perseveranza del dott. Ian Ajmo dell’Unità di cure intensive e coronariche del Santa Cabrini. Attualmente, le persone che arrivano al Pronto soccorso, o che vengono ricoverate per un’operazione, e che necessitano di questo tipo di trattamento, devono essere trasferite altrove. Gli inconvenienti causati da questi spostamenti, soprattutto per i pazienti deboli, sono ormai finiti.  Quasi 300 persone hanno risposto all’appello del comitato direttivo, con grande soddisfazione del presidente Franco Santoriello. Quest’ultimo ha ringraziato calorosamente la compagnia Pompes Méga, sponsor Platine dell’evento, il Groupe Ercolé e la famiglia Argento, sponsor Or, e molti altri sponsor e partecipanti.  Il presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione ha ribadito che l’apertura di un nuovo servizio all’Ospedale Santa Cabrini rientra nell’ambito della missione stessa della Fondazione.  Il grande successo di questa nuova attività ha fatto sì che sia già stata confermata la seconda edizione, che verrà aggiunta alla programmazione del 2018, con grande gioia dei partecipanti.

    Condividi
  • Un film-documentario su Santa Cabrini

    Un film-documentario su Santa Cabrini

    L’umanità della Patrona degli emigranti è più attuale che mai

    Cabrini-1

    La regista italo-americana Lucia Mauro ci racconta la vita e le opere della missionaria che dà il nome all’ospedale italiano di Montréal

    “Frances Xavier Cabrini: The People’s Saint” uscirà il 22 dicembre in occasione del centenario della sua morte.
    La prima mondiale forse in Québec

    L’intervista di Vittorio Giordano

    MONTRÉAL – Tutti conosciamo l’ospedale “Santa Cabrini”, fiore all’occhiello tricolore nel panorama sanitario montrealese. Inaugurato nel 1960, è stato costruito dalla Congregazione delle Suore Missionarie del Sacro Cuore, ordine religioso fondato nel 1880 da Francesca Saverio Cabrini, ‘Madre’ italiana (nata nel 1850 a Sant’Angelo Lodigiano e scomparsa a Chicago nel 1917) che ha consacrato la sua vita all’assistenza umanitaria degli italiani emigrati nelle Americhe. Una donna forte e moderna in una società maschilista: difendendo la dignità di quanti erano costretti a vivere lontani dalla Patria, si è fatta indomita costruttrice di pace. L’antesignana degli odierni servizi sociali, una ‘Madre Teresa di Calcutta’ delle Americhe. Tanto che, oltre ad essere la prima cittadina americana ad essere proclamata Santa nel 1946, quattro anni dopo è stata innalzata da Pio XII a Patrona degli Emigranti. In 28 anni di missioni, ha viaggiato instancabilmente fondando 80 ‘centri’ tra scuole, ospedali, orfanotrofi, case di riposo e noviziati. Curiosamente tutti a ovest, nonostante il suo primo anelito, poi ‘corretto’ da Papa Leone XIII, fosse rivolto verso oriente. Una figura più che mai attuale, che con il suo esempio ci indica la strada da percorrere, in un’epoca in cui si moltiplicano le ondate migratorie (e con essi i pregiudizi e la diffidenza) di gente disperata alla ricerca di un futuro migliore. Una testimonianza di umanità e carità cristiana che, in occasione del centenario della sua morte, che ricorre il 22 dicembre 2017, la regista italo-americana Lucia Mauro (nonna Giuseppina di Palermo e nonno Giovanni di Ragusa), con l’apporto del Maestro Enzo De Rosa che ha composto le musiche originali, ha voluto riscoprire e rilanciare attraverso “Frances Xavier Cabrini: The People’s Saint”, un film-documentario che ripercorre la vita e le opere della Santa. Il terzo film della Mauro, ora in fase di montaggio, dopo il corto “In My Brother’s Shoes” (Nelle scarpe di mio fratello), miglior Cortometraggio al ‘Mirabile Dictu International Catholic Film Festival’ 2015, ed il medio “One  Year Later” (Un anno dopo), 2016, migliore colonna Sonora al Montreal’s 2016 Visions of the World Film & Music Festival. Entrambi con lo stesso minimo denonimatore: storie di persone che guardano al futuro con fiducia, dopo un’esperienza di vita traumatica. Tutto è nato nel marzo scorso, a Pasqua, in occasione della proiezione di “In My Brother’s Shoes” nel santuario di Santa Cabrini (una volta cappella del Columbus Hospital costruito nel 1905 proprio dalla missionaria, ma 15 anni fa convertito in palazzina) a Chicago, nel quartiere di Lincoln Park: “Alla Direzione della cappella, dove io e mio marito (Joe Orlandino, di origini calabresi, che ha prodotto il film) andiamo spesso a pregare, è piaciuto così tanto – ci racconta Lucia Mauro per telefono – che mi hanno proposto una collaborazione per il centenario della Santa. Da qui l’idea di realizzare un film documentario sulla sua vita”. Le riprese sono cominciate a giugno e si sono protratte fino a fine luglio. Cinque giorni in Italia e cinque a Chicago. Con alcune immagini esclusive dell’ospedale Santa Cabrini di Montréal. “Abbiamo messo in scena quanto raccontato, di volta in volta, da una voce narrante e dai personaggi intervistati: dallo scrittore (recentemente scomparso) Achille Mascheroni, che ha scritto diversi libri su Santa Cabrini, alle Suore di Codogno, dove Santa Cabrini ha fondato il Convento delle Suore missionarie del Sacro Cuore di Gesù”. Nel film viviamo le fasi più importanti della sua vita, con tre attrici che interpretano la missionaria da bambina, da novizia e da adulta: “Da piccolina, a Sant’Angelo Lodigiano, Santa Cabrini (interpretata da Martina Refano), costruiva delle barchette di carta che poi adagiava sul fiume Venera ricolme di fiori colorati, che rappresentano le suore in partenza per l’Oriente. In tenera età, infatti, Santa Cabrini voleva fare la missionaria in Cina: è stato Papa Leone XIII (Antonio De Robertis) a consigliarle di prendersi cura degli italiani emigrati in America. Commovente, poi, la scena girata nella Basilica di Sant’Antonio Abate e Santa Francesca Cabrini, con Madre Cabrini (Miriam Giudice) intenta a pregare. E grandiosa è l’ultima scena, con Santa Cabrini (Barbara Landis) ormai adulta che, accompagnata dal Grande Coro di Roma, formato da 40 cantanti e diretto da Fabrizio Adriano Neri, intona un inno composto dalla stessa Cabrini e musicato dal Maestro Enzo De Rosa”. Un film che racconta un passato più che mai attuale: “Il messaggio di Santa Cabrini vive ancora oggi, un messaggio di umanità, sensibilità e compassione per tutti i popoli. Nonostante la salute fragile, Santa Cabrini non ha mai avuto paura e non si è mai fermata”. Tanto da aiutare ancora oggi, attraverso la sua opera di misericordia, le persone in difficoltà, come testimonia la stessa Lucia Mauro: “Cinque anni fa sono riuscita a debellare un tumore, ma c’è sempre la possibilità che possa tornare. Per me Santa Cabrini resta una formidabile fonte d’ispirazione: una Santa, ma anche una donna, una donna impavida, che guarda sempre avanti. Che poi è la mia filosofia di vita, perché ogni problema non è altro che un’opportunità”. Fermo restando l’amore per la lingua e la cultura italiana: “Ho studiato l’italiano a scuola perché ai tempi della mia fanciullezza c’era molta discriminazione e dovevamo imparare in fretta l’inglese. A farmi innamorare dell’Italia è stato mio zio Franco, fratello di mia nonna: mi descriveva l’arte e l’architettura della sua Sicilia e  dell’Italia. Come gli avevo promesso, da adulta sono andata diverse volte in Italia. Per un anno ho anche studiato a Roma: Letteratura Italiana e Storia dell’Arte alla Loyola University’s John Felice Rome Center. L’Arte è la mia vita”. Lucia è stata giornalista e critica teatrale, ballerina e fotografa: “Ho pubblicato due libri con foto scattate nei miei viaggi in Italia, regione per regione”. Il suo cuore è diviso a metà tra Italia e America: “È per questo che i miei film sono sempre ambientati tra le due sponde dell’Atlantico”. Che è poi lo stato d’animo tipico di tutti gli italiani emigrati. Incluso quello di Santa Cabrini: “Il film uscirà ufficialmente il 22 dicembre, data in cui ricorre il centenario della sua morte”, rivela Lucia Mauro, che poi ci confida un bellissimo ‘segreto’: “La primissima proiezione potrebbe essere a Montréal, a fine novembre, tra le mura dell’ospedale Santa Cabrini”.

    SITO DEL FILM: www.mothercabrinifilm.com

    Lucia Mauro e Miriam Giudice (nei panni di Santa Cabrini) durante le riprese
    Lucia Mauro e Miriam Giudice (nei panni di Santa Cabrini) durante le riprese
    La regista Lucia Mauro con il marito produttore Joe Orlandino
    La regista Lucia Mauro con il marito produttore Joe Orlandino

     

    Condividi
  • Raccolta fondiall’Intermarché di RDP

    Raccolta fondi
    all’Intermarché di RDP

    lagoria1

    (Foto Sara Barone)

    Montréal – La Comunità italiana, si sa, brilla da sempre per il suo spirito solidale. Un tratto distintivo del nostro stile di vita. L’ultimo esempio, in ordine di tempo, è quello che arriva dall’Intermarché Lagoria di Rivière des Prairies dove, il 16 dicembre scorso, alla presenza del Console Generale d’Italia a Montréal, Marco Riccardo Rusconi, è stato dato il via alla terza edizione della raccolta fondi a favore della Fondazione dell’Ospedale Santa Cabrini. Dal 2014, in media l’iniziativa riesce a mettere insieme una cifra che oscilla tra i 5 ed 7 mila dollari.  Presenti all’inaugurazione i proprietari del centro commerciale, i fratelli Rocco e Nino Chimienti,  il figlio di quest’ultimo Anthony, il presidente della Fondazione, Elio Arcobelli, ed il direttore generale generale Jean-Pierre Mercile, oltre a Franco Palermo, che ogni giorno, dalle 10 alle 18, vi aspetta all’Intermarché per raccogliere le vostre offerte. C’è tempo fino al 22 dicembre per contribuire: anche pochi dollari possono fare la differenza per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria di un ospedale nevralgico nell’est della città come il Santa Cabrini.

    Condividi
  • 20.425$ per il Santa Cabrini

    20.425$ per il Santa Cabrini

    Emballage-cadeaux

    Montreal – Anche quest’anno, dal 21 novembre al 24 dicembre, i numerosi volontari della Fondazione Santa Cabrini vi hanno accolto al chiosco delle Galeries d’Anjou per confezionare i vostri regali natalizi. Questo servizio è offerto gratuitamente dal centro commerciale – composto da oltre 175 tra negozi, ristoranti e servizi – rendendolo uno dei più grandi centri della zona est di Montréal.

    Grazie alla generosità della clientela delle Galeries d’Anjou, l’iniziativa ha permesso di incassare 20.425 $, somma che sarà devoluta al miglioramento della qualità delle cure e dei servizi sanitari offerti all’Ospedale Santa Cabrini e dal Centro Dante. Più in particolare, i soldi raccolti saranno utilizzati per finanziare l’acquisto di attrezzature mediche che serviranno ad effettuare lo screening ed a somministrare i trattamenti del cancro del colon-retto.

    Ospedale con missione comunitaria per l’intera popolazione del nord-est di Montréal, il Santa Cabrini comprende due strutture: un centro ospedaliero di 369 posti letto per cure generali e specializzate, ed un centro di alloggio per persone anziane con 103 posti letto, il Centro Dante. L’Ospedale ha ottenuto la designazione provinciale di ‘Centro di trauma secondario e di Centro di lotta contro il cancro’.

    Il Centro di lotta contro il cancro, inaugurato nel settembre 2014, è stato interamente finanziato dalla Fondazione, con il sostegno di migliaia di generosi donatori che hanno partecipato a diverse campagne di raccolta fondi. Questo progetto di 2 milioni $ ha permesso di aumentare l’offerta dei servizi a favore delle persone colpite dal cancro e alle loro famiglie. Il presidente del consiglio della fondazione, Charles Argento, ha ringraziato calorosamente la direzione del centro commerciale per la fiducia testimoniata, le persone che hanno generosamente fornito il loro tempo per la confezione dei regali e tutta la clientela che ha preso parte all’evento facendo un dono. (Comunicato)

    Condividi
Online Shopping in BangladeshCheap Hotels in Bangladesh