Tag: Saint-Léonard-Saint-Michel

  • Sciascia: È colpa nostra, fiducia in Trudeau

    Sciascia: È colpa nostra, fiducia in Trudeau

    Interviene il presidente del Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi, Regione Québec

    Montréal – La Comunità italo-montrealese riflette, si interroga e cerca di capire i motivi alla base della cocente sconfitta alle primarie liberali nella circoscrizione di Saint-Léonard-Saint-Michel. Il fatto che dopo 35 anni il candidato liberale non sia più un italo-canadese, è un segno dei tempi che cambiano. Ma può anche essere un incidente di percorso che, paradossalmente, finirà per rafforzare il nostro senso di appartenenza. Del resto, in una società che ama definirsi multi-etnica e multi-culturale come quella canadese (lontana anni luce dal melting-pot inclusivo e ‘assimilante’ di matrice americana), è giusto che ogni Comunità tiri l’acqua al suo mulino. Visto che in Canada, fino a prova contraria, le differenze sono una valore aggiunto, una forma di arricchimento reciproco. Giusto? Sta di fatto che l’analisi della sconfitta non porta a conclusioni condivise: la Comunità italo-montrealese è in fermento e in tanti si chiedono come reagirà alle prossime elezioni federali del 21 ottobre. Anche alla luce del recente annuncio del Primo Ministro Justin Trudeau, che ha promesso le scuse ufficiali in memoria degli italo-canadesi internati durante la Seconda Guerra Mondiale. Una promessa molto significativa, che ha un’unica grande controindicazione: potrà essere mantenuta solo in caso di vittoria liberale, visto che la cerimona si terrà solo nei mesi successivi alla tornata elettorale. In questa fase così delicata per la vita comunitaria, abbiamo sentito il presidente del Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi, Regione Québec, l’avv. Tony Sciascia. Che ha voluto subito mettere le cose in chiaro, per quanto riguarda la sconfitta alle primarie liberali a Saint-Léonard-Saint-Michel: “Gli italiani non dovrebbero essere arrabbiati col Partito Liberale, ma con l’ex deputato della contea Nicola Di Iorio, perché, se non avesse fatto quello che ha fatto, non ci sarebbe stata questa divisione nella Comunità. La diffidenza degli italiani verso il candidato prescelto, Hassan Guillet, passerà. Certo, ognuno è libero di votare chi vuole, ma non penso che i delusi siano la grande maggioranza della Comunità, che è sempre stata liberale e non credo che questo cambierà. Fermo restando che il Congresso non si schiera, perché è un ente apolitico. La verità è che la colpa è nostra, perché ci siamo divisi: Guillet ci ha saputo fare, ha saputo organizzarsi e questa volta la Comunità italiana ha perso il treno. E una parte della colpa è di Nicola Di Iorio, che, dopo le dimissioni, si sarebbe dovuto astenere dallo schierarsi nella contesa delle primarie. E poi, non tutti gli elettori di Cavaleri e Lattanzio hanno espresso la seconda preferenza scegliendo il secondo candidato italiano in lizza. Se chi ha votato Cavaleri si fosse schierato nel secondo turno anche per la Lattanzio, quest’ultima avrebbe vinto”.

    “Per quanto riguarda le scuse di Trudeau agli Italo-Canadesi in memoria degli internati della Seconda Guerra Mondiale, almeno il Primo Ministro ha offerto qualcosa. Cosa ci offre il Partito Conservatore? Ha sempre bloccato ogni iniziativa per sistemare questa vicenda. Avevamo un’intesa nel 2005 e non l’ha rispettata. Così come nel 2010 ha bocciato il progetto di legge 302 di Massimo Pacetti. Il fatto che Trudeau si sia impegnato dà a noi italiani l’opportunità di andare a sollecitare anche gli altri partiti per capire cosa sono disposti a fare. E comunque la colpa è di nuovo nostra, perché abbiamo presentato la proposta l’11 giugno. Si tratta di una vicenda nazionale, di competenza del Congresso nazionale e del presidente Roberto Colavecchio, ma, dopo un anno e mezzo di inoperosità, sono dovuto intervenire io per preparare la proposta e sbloccare la situazione. La proposta è stata quindi sottoposta all’ufficio del Primo Ministro l’11 giugno. E nei giorni successivi, a pochi giorni dalla chiusura del Parlamento, Justin Trudeau ha dato l’annuncio delle scuse ufficiali. Sono cose che richiedono una certa preparazione, non si fanno da un giorno all’altro”.

    “In merito alla frase che mi attribuisce Joseph Facal su Journal de Montreal del 13 giugno scorso (“C’est un désastre. Ça nous met en tabarouette, en bon québécois. On a commis une grande bêtise”), è palesemente fuori contesto, visto che io mi riferivo alla divisione nella nostra Comunità: non ho mai detto nulla contro Hassan Guillet, che ha fatto il suo lavoro ed ha vinto”. (V.G.)

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  • Internamento, Di Iorio chiede le scuse ufficiali

    Internamento, Di Iorio chiede le scuse ufficiali

    Ottawa – Scuse per l’internamento e la nomina di un Senatore Italo-canadese: l’On. Nicola Di Iorio ha chiesto ufficialmente al governo liberale di compiere un gesto a favore della Comunità Italo-canadese. La doppia richiesta è arrivata l’11 dicembre scorso, alla Camera dei Comuni, in occasione di un articolato intervento in cui, tirato in ballo da un deputato dell’NDP, ha difeso le ragioni della sua assenza prolungata in Parlamento e le sue dimissioni (che saranno effettive dal prossimo 22 gennaio). Il deputato liberale di Saint-Léonard—Saint-Michel ha affermato che il suo comportamento degli ultimi mesi è stato irreprensibile. Ed ha precisato che “la scelta di non sedere alla Camera non è dipesa dalla sua volontà”, che non percepisce alcun salario della Camera dei Comuni

    (i soldi saranno devoluti in beneficenza) e che si è attenuto alla linea del partito, lavorando sempre nell’interesse dei concittadini di Saint-Léonard—Saint-Michel. Ma soprattutto, Nicola Di Iorio è tornato alla carica sull’internamento degli italo-canadesi durante la Seconda Guerra Mondiale. “Senza alcun motivo, accusa o processo”, ha scandito con voce commossa. Ricordando come il governo canadese abbia anche sequestrato la Casa d’Italia, “il più antico centro culturale-etnico del Canada”. “Nessuna equa compensazione è mai stata versata. Ad oggi, nessuna scusa ufficiale è arrivata in quest’aula “, ha ricordato il deputato. E poi ha concluso rincarando la dose: nonostante oggi 1 milione e 500 mila canadesi siano di origine italiana, “nessuno di questi siede al Senato”. Due richieste chiare e legittime: scuse per l’internamento ed il Senatore. Ora tocca a Trudeau. (V.G.)

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  • Di Iorio: Chi ci rappresenta ci rispetti

    Di Iorio: Chi ci rappresenta ci rispetti

    Montréal – Ora c’è anche la data: il prossimo 22 gennaio il deputato di Saint-Léonard-Saint-Michel Nicola Di Iorio rassegnerà le dimissioni. In effetti, il primo annuncio era già arrivato a fine giugno. L’avvocato di origini molisane aveva scelto di dedicarsi a tempo pieno alla famiglia. Poi, però, i tempi si sono allungati. Con il parlamentare sempre meno presente in Parlamento.

    Cosa è successo negli ultimi mesi? “Durante l’estate ho incontrato varie associazioni della nostra Comunità e tutti mi chiedevano di riconsiderare la mia scelta. Ho accettato di provarci, ma non ci sono riuscito. Mancano, però, ancora due cose da portare a termine. Innanzitutto la giusta rappresentazione della nostra Comunità, visto che noi italiani non siamo riconosciuti per il nostro valore e non siamo rappresentati come dovremmo esserlo. La seconda cosa su cui non si possono accettare compromessi è la cannabis, la cui legalizzazione toglie i profitti alla criminalità organizzata, ma crea un rischio ingente per la sicurezza pubblica. Rischio che richiede non parole o passi timidi da parte del governo, ma azioni forti e vigorose”.

    Quindi lei ha ritardato le dimissioni per risolvere questi 2 problemi? “Ho capito che, per portare avanti questi due progetti, posso farlo meglio da cittadino impegnato, che da deputato che deve sottostare alle regole della sua organizzazione. Dopo alcuni anni come parlamentare, sono stato – come si suol dire – nella pancia della bestia, ho capito come funziona e come si può progredire senza alcune limitazione e sottomissione. Quando noi italiani vogliamo avere una voce forte e autorevole, questa dà fastidio e può creare difficoltà : c’è una grande pressione affinché gli italiani si sottomettano e votino quando è il tempo di votare. La realtà è tutt’altra: il mondo è cambiato, non siamo più alla prima generazione e chiediamo il pieno riconoscimento di tutta la storia del contributo italiano al Canada”.

    Sta dicendo che il governo non dà il giusto peso alla Comunità italiana? “No, è il contrario: le mie non sono accuse al governo, ma voglio stimolare la Comunità a fare di più.  Oggi viviamo in un’altra epoca, un’era di affermazione. Che richiede una grande mobilitazione”.

    E da fuori lei può fare di più. “Posso parlare più liberamente. Invece degli italiani al servizio del sistema, dobbiamo trovare un modo affinché il sistema sia al servizio degli italiani”.

    Come giudica l’accanimento della stampa nei suoi confronti? “Chissà come si sarebbero comportati se non fossi stato italiano. La presenza di un deputato in Parlamento rappresenta il 20% del suo tempo lavorativo. Visto che anche le apparenze contano e dato che non è possibile rinunciare allo stipendio, ho deciso di devolvere il mio salario in beneficenza”.

    Ci sono già novità sul suo successore? “Chi mi sostituirà deve essere un italiano vero, con un percorso non improvvisato, ma lungo e di totale dedizione, con un forte attaccamento alle sue radici e con la capacità autentica di servire gli italiani”.

    Soddisfatto del governo Trudeau? “Trovo che sulla cannabis il governo avrebbe potuto fare molto di più, ma aspettiamo la fine del mandato per una valutazione d’insieme. Certo è che abbbiamo creato molte aspettative”.

    Cosa farà l’anno prossimo? “Continuerò le mie opere di beneficenza, farò l’insegnante ed eserciterò la professione di avvocato, anche alla luce delle leggi giuridiche che ho contribuito a scrivere”.

    Cosa augura al governo? “Auguro al governo di prendere nota che ha a disposizione 1.5 milioni di italiani che da oltre 50 anni votano liberale, ma è importante che ci sia il rispetto ed il riconoscimento reciproco. Il voto è prezioso, non è automatico e non è mai scontato. Chi ci vuole rappresentare ci deve anche rispettare”.

    Qui di seguito una dichiarazione in francese del Primo Ministro, Justin Trudeau, che Nicola Di Iorio ci ha girato via email: “Depuis la rentrée parlementaire, M. Di Iorio se consacre à la réalisation de mandats spécifiques en lien avec ses intérêts et son expertise et réfléchit à son avenir politique. Suite à l’annonce de sa démission prochaine à titre de député, nous tenons à le remercier pour son engagement dans la vie publique et pour son dévouement envers les citoyens de Saint-Léonard—Saint-Michel. Il est une voix forte pour sa communauté et un ardent défenseur des dossiers qui l’interpellent,
    notamment au chapitre de la sécurité routière. La politique requiert souvent des sacrifices personnels
    et familiaux, et nous saluons son intention de continuer à servir sa communauté
    ”.

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