Tag: Referendum

  • Al voto anche gli Italiani all’estero

    Al voto anche gli Italiani all’estero

    ROMA, (NoveColonneATG) – “Il prossimo 12 giugno gli italiani sono chiamati ad esprimersi su 5 quesiti referendari sulla giustizia, promossi e presentati insieme dalla Lega e dai Radicali Italiani. Alcuni hanno a che fare con l’ordinamento giudiziario e con temi che sono al centro della discussione da parecchio tempo, due riguardano invece profili specifici in materia di processo penale e di contrasto alla corruzione. Alla consultazione referendaria partecipano quasi cinque milioni di elettrici e elettori italiani residenti all’estero. A differenza delle elezioni legislative, per i referendum il voto degli italiani all’estero è determinante per il computo del quorum”.

    Lo ricorda in una nota il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. “Di fronte ad una scarsa informazione sui contenuti referendari, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ha promosso una puntuale spiegazione di ogni quesito per permettere e mettere in condizione le elettrici e gli elettori residenti all’estero di poter scegliere e votare consapevolmente. Gli approfondimenti sono pubblicati nel portale: www.cgieonline. it”, fa sapere il Cgie.

    “Si tratta di cinque quesiti sulla giustizia, sottoposti a referendum abrogativi, che chiedono l’abrogazione totale o parziale di leggi o atti con valore di legge esistenti. Affinché il referendum sia valido deve essere raggiunto il quorum di validità: cioè deve partecipare alla votazione la maggioranza degli aventi diritto al voto. Affinché la norma oggetto del referendum stesso sia abrogata, la maggioranza dei voti validamente espressi deve essere “sì”.

    “A differenza del referendum costituzionale confermativo, in Italia per un quesito abrogativo come quelli in votazione prossimamente è previsto il quorum perché l’esito delle urne sia valido. In parole povere: per i 5 referendum sulla giustizia posti in votazioni il 12 giugno 2022 dovrà esprimersi almeno il 50% più uno degli elettori. La data importante è il 9 giugno – spiega il Cgie -: tutte le buste di voto devono essere restituite entro le ore 16.00 del giorno 9 giugno. Il termine è perentorio, quindi voti recapitati oltre tale orario non potranno essere considerati validi. I connazionali all’estero potranno, quindi, votare la scheda non appena ricevuta a casa loro e rinviarla via posta, evitando di attendere all’ultimo giorno. Anche i cittadini italiani temporaneamente all’estero, che hanno fatto domanda preventiva presso i loro comuni di partecipare alle votazioni, potranno votare per corrispondenza per il referendum del 12 giugno 2022”.

    “A causa dell’alto numero delle elettrici e degli elettori aventi diritto al voto nella circoscrizione estero, per la prima volta da quando gli italiani all’estero partecipano direttamente alle votazioni lo scrutinio delle schede referendarie si svolgerà, lunedì 13 giugno, in 5 sedi diverse – ricorda il Cgie -: Roma, Milano, Bologna, Firenze, Napoli. Ciò permetterà lo spoglio nel tempo previsto e con maggiore trasparenza”.

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  • Plichi in arrivo per gli italiani all’estero: si vota entro il 15 settembre

    Plichi in arrivo per gli italiani all’estero: si vota entro il 15 settembre

    Le schede dovranno pervenire al Consolato generale d’Italia a Montréal entro e non oltre le ore 16:00 di martedì 15 settembre 2020

    ROMA – In Italia, domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020 si svolgerà il referendum popolare confermativo sul testo della legge costituzionale relativa alla riduzione del numero dei parlamentari. 

    SI E NO. Votando per il SÌ, l’elettorale acconsente al taglio del 36,5% dei componenti di entrambi i rami del Parlamento, mentre, scegliendo il NO, ci si esprime in favore del mantenimento dell’attuale numero di Deputati e Senatori. Più nel dettaglio, si passerebbe da 630 a 400 Deputati e da 315 a 200 Senatori. Ridotti anche gli eletti all’estero: i Deputati scenderebbero da 12 a 8 ed i Senatori da 6 a 4. 

    A FAVORE E CONTRO. La sforbiciata è stata fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, ma sono diversi i partiti che si sono espressi in favore della riforma in vista del referendum: Lega, PD, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Oltre al Comitato per il No che vede la presenza di molti esponenti radicali e della società civile, si sono detti contrari a questo taglio dei parlamentari +Europa, Sinistra Italiana, Volt Europa, MAIE, Azione, Partito Socialista Italiano, Europa Verde e Unione di Centro.

    NO QUORUM E QUESITO. Essendo un referendum costituzionale confermativo, non ci sarà bisogno del raggiungimento di alcun quorum per validare il voto. Questo dovrebbe essere il quesito che sarà sottoposto all’approvazione degli italiani: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari», approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?”

    Plichi da far pervenire al Consolato entro il 15 settembre. I cittadini italiani residenti all’estero, iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) e nelle liste elettorali, voteranno per corrispondenza. Per prevenire problemi nelle operazioni di recapito postale, il Ministero degli Affari Esteri raccomanda di controllare e regolarizzare la propria situazione anagrafica e di indirizzo presso il proprio Consolato o tramite il portale FAST-IT. Gli elettori all’estero riceveranno il plico elettorale entro i primi giorni di settembre. Il plico elettorale contiene: un certificato elettorale dell’elettore; una scheda elettorale; un foglio con le istruzioni per restituire la scheda votata e le iformazioni sul referendum (per cosa si vota, come si vota, ecc…), una busta bianca piccola, una busta media già pagata e già indirizzata al Consolato Generale. Le schede votate devono pervenire al Consolato Generale d’Italia a Montréal entro e non oltre le ore 16:00 di martedì 15 settembre 2020. A partire da domenica 6 settembre, chi non ha ancora ricevuto il plico elettorale potrà compilare e firmare un modello di richiesta duplicato (sarà disponibile a partire dal 6 settembre 2020). Alla richiesta dovrà essere allegata una fotocopia di un documento d’identità in corso di validità, e tale fotocopia dovrà riportare chiaramente i dati del richiedente e la sua firma. Il modulo e la copia del documento d’identità potranno essere consegnati al Consolato Generale d’Italia a partire dal 6 settembre 2020.

    Per ulteriori informazioni: www.esteri.it oppure https://consmontreal.esteri.it.

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  • Referendum costituzionale:Italiani al voto

    Referendum costituzionale:
    Italiani al voto

    Si infiamma il dibattito sul Referendum

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    Renzi: “Contro di me un’accozzaglia”

    Insorge Brunetta (FI): “Metodi squadristi”. Salvini: “Se il Sì perde, il Premier fa il turista”. M5S: chiediamo che l’Osce intervenga per il voto degli italiani all’estero. Berlusconi ricorda: non c’è il quorum, bisogna recarsi alle urne. Il fronte del No si appella all’Agcom

    Roma, (sky.it) – A due settimane dal voto del 4 dicembre sul referendum, è caccia agli indecisi ed i comitati del Sì e del No intervengono dai palchi di tutta Italia. Senza esclusione di colpi.

    Renzi: accozzaglia contro di me  A inaugurare le danze è stato il Presidente del Consiglio che, dal palco allestito a Matera, dichiara che “in questo referendum c’è un’accozzaglia di tutti contro una sola persona”. “Ma vi rendete conto – ha aggiunto – che ci sono Berlusconi e Travaglio insieme, D’Alema e Grillo insieme!? Si tratta di professionisti del no, che si oppongono a tutto ma che se poi metti insieme non riescono a mettersi d’accordo su nulla. Non dobbiamo lasciare l’Italia a chi per 30 anni ha detto solo no e ora vuole riprendersi una piccola fetta di potere”.

    Insorgono Schifani e Brunetta – “La trasversalità del dissenso nei confronti del referendum, che contempla anche una parte consistente del suo partito, è invece indice della consapevolezza che accomuna mondi diversi sulla necessità di fermare una riforma autoritaria e pericolosa”, ha affermato il senatore di Fi Renato Schifani. A rincarare la dose ci ha pensato Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera: “Il Premier mai eletto – spiega – ha etichettato il fronte del No come ‘accozzaglia” ed ha esposto al pubblico ludibrio alcuni esponenti che, con decisione e determinazione, dicono No a questa schiforma con un volantino degno del ventennio fascista. Ricordiamo che in un referendum i Comitati rappresentano a tutti gli effetti dei poteri dello Stato. Che un presidente del Consiglio si permetta di insultare con metodi squadristi i Comitati per il No, e dunque poteri dello Stato che lui stesso pro tempore dovrebbe governare, è semplicemente inaccettabile e non degno di una democrazia matura di un Paese occidentale”.

    Salvini: se il Sì perde Renzi fa il turista  Guarda avanti, invece, il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, che pensa già alle elezioni: “In caso di vittoria del No, la Lega vorrà che gli italiani possano esprimersi e votare il prima possibile”.

    Berlusconi: necessario recarsi a urne e votare No – Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha ricordato che per la riuscita del referendum costituzionale del 4 dicembre non è necessario il raggiungimento di un quorum ed invita gli elettori a recarsi alle urne.

    M5S: se vince No bocciamo questa classe politica   Attiva anche la campagna del M5S con un Luigi di Maio che ha affermato: “Se dovesse vincere il No, non bocceremo solo la riforma costituzionale, ma anche una classe politica e un modo di governare”. Il M5S, inoltre, dopo il caso dell’elettore italiano all’estero, a Praga, che ha ricevuto due schede per votare  chiede “che l’Osce intervenga con osservatori per il voto degli  italiani all’estero”.

    Comitato del No che si appella all’Agcom – Dalla piazza fisica a quella mediatica: lo scontro sul referendum riguarda anche gli spazi di informazione concessi dal servizio pubblico ai due schieramenti: Matteo Renzi è accusato di monopolizzare gli spazi concessi dalla Rai ed è per questo che il Comitato per il No, composto da 56 costituzionalisti, ha presentato un esposto all’Agcom per denunciare “la vistosa violazione delle leggi” sulla par condicio durante le campagne elettorali.

    Sondaggi: No avanti, caccia agli indecisi – Venerdì 18 novembre è stato l’ultimo giorno per la diffusione dei sondaggi sul referendum costituzionale. I sondaggi vedono il No in vantaggio in quasi tutte le rilevazioni, ma sull’entità i numeri non concordano. Si va dai 3-10 punti di scarto di Demopolis ai 7 punti di scarto per Demos, agli 8 per l’Istituto Piepoli ed ai 10 per Ipsos PA.  E sarebbero ancora tanti gli indecisi. Si oscilla da un 13% nella valutazione Ipsos al 25% in quella di Demos e Demopolis. E saranno, come sempre, gli indecisi e quelli più propensi a cambiare idea, magari all’ultimo momento, a segnare le sorti del voto.

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  • Referendum: ok Cassazione, M5S e FI in pressing

    Referendum: ok Cassazione, M5S e FI in pressing

    Le opposizioni mobilitate per il No chiedono che l’esecutivo decida subito, e d’intesa con tutti i partiti, quando si voterà

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    Roma, (Skytg24) – Il via libera della Cassazione al referendum fa scattare il countdown per il voto dei cittadini sulla riforma istituzionale. Una campagna che si annuncia lunga, se davvero il governo ha deciso di fissare tra novembre e dicembre la data, e combattuta. Le opposizioni, M5S in testa, mobilitate per il No, chiedono che a questo punto l’esecutivo decida subito, e magari d’intesa con tutti i partiti, quando si voterà, mentre la minoranza dem minaccia il no se non si cambia prima l’Italicum. “Auspichiamo che il Capo dello Stato eserciti le sue prerogative fino in fondo e impedisca al premier di rallentare la procedura di individuazione della data del referendum”, ha affermato il deputato e componente del direttorio M5s Roberto Fico.

    L’ottimismo di Renzi – “I segnali sono davvero buoni”, ha detto il Premier Matteo Renzi, che poi ha chiarito: “Il quesito non riguarda la legge elettorale o i poteri del governo, che non sono minimamente toccati dalla riforma”.

    Cosa cambia con la riforma Con il via libera della Corte di Cassazione al referendum costituzionale, gli italiani in autunno saranno chiamati ad esprimere il loro voto sulla riforma. Con un sì o un no ad un unico quesito, potranno approvare o respingere il ddl Boschi, approvato in via definitiva ad aprile, che modifica la parte seconda della Carta. Stop al bicameralismo perfetto, nuovo Federalismo, abolizione definitiva di Province e Cnel:sono questi i pilastri della riforma costituzionale, che non tocca i poteri del governo.

    M5S all’attacco – Dopo aver fallito l’obiettivo delle 500mila firme per la Cassazione, il comitato del No ed i partiti contro il ddl Boschi puntano ad una mobilitazione anche durante le vacanze. “Possiamo battere i Si e anche di misura. Ma non ci riusciremo solo attraverso i media, dovremo batterli lavorando sul territorio”, ha detto Luigi Di Maio sponsorizzando il moto-tour di Alessandro Di Battista. D’altro canto, il comitato ‘Basta un sì’ sembra essere mobilitato per promuovere comitati dei cittadini e per raccogliere fondi. “I nostri comitati – ha sottolineato Renzi – sono tantissimi, arrivano quasi a quota tremila. Abbiamo chiesto un aiuto a chi vuole darci una mano e abbiamo ricevuto più di 88.100 euro”.

    La minoranza dem minaccia il “no” – Il fronte più caldo è tutto interno al Pd. I bersaniani, attraverso Miguel Gotor e Nico Stumpo, hanno lanciato un nuovo ultimatum: o il governo mette in campo prima del referendum modifiche all’Italicum o la sinistra interna voterà no. “Si tratta di una scelta non indolore – ha dichiarato Stumpo, facendo presente che sono disponibili 130 giorni – ma ci appare evidente che le due cose, riforme e Italicum, si tengono insieme malamente. Noi abbiamo posto una serie di questioni e abbiamo detto che non andava bene la legge elettorale, tanto più che non la votammo”.

    La posizione del governo – Ma è proprio la sovrapposizione tra riforma e legge elettorale ad irritare il Premier ed i vertici del Pd. Il referendum, insiste Renzi, “riguarda il numero dei politici, il tetto allo stipendio dei consiglieri regionali, il voto di fiducia, il Senato, l’abolizione degli enti inutili come il Cnel, le competenze delle Regioni”. Su questi temi, per cercare di andare oltre al consenso al governo, punterà la campagna per il Sì. Anche perché i renziani non hanno alcuna intenzione di riaprire il cantiere della legge elettorale in Parlamento.

    Le ipotesi sulle date – Indicazioni ufficiali non ce ne sono ma, a quanto si apprende, il referendum potrebbe essere fissato o il 27 novembre o addirittura la prima domenica di dicembre. “Non si usino la legge di stabilità – ha avvertito Forza Italia – o alibi di altro tipo per posporre il voto sulla riforma costituzionale. Comunque vada il referendum, sarà possibile varare tutte le leggi di cui il Paese ha bisogno”.

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