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  • Elio De Lauri, 86 anni di amore per la cucina

    Elio De Lauri, 86 anni di amore per la cucina

    Il direttore del Cittadino Basilio Giordano con Elio De Lauri

    Nato il 3 gennaio del 1933 in provincia di Avellino e dal ‘64 alla guida di “Elio Pizzeria” al 351 di rue de Bellechasse, ne La Petite-Patrie, ancora oggi il ristoratore-filantropo promuove la gastronomia tricolore con piatti tipici e tradizionali in un’atmosfera familiare

    UNA FAMIGLIA UNITA – Elio De Lauri con la moglie Gelsomina ed i figli Anna Maria, Franco e Lucia

    Montréal – Chi non conosce “Elio Pizzeria”? Chi non ha mai incrociato gli occhi neri, vispi e intelligenti del suo padre-fondatore, Elio De Lauri? Clienti abituali o avventori occasionali, tutti conoscono Elio, noto ristoratore italo-canadese che da oltre mezzo secolo delizia i palati della sua numerosa e variegata clientela con piatti semplici e tradizionali, dai sapori autentici e antichi, in un’atmosfera familiare e rassicurante. Tutti amano Elio, gli italiani ma soprattutto i quebecchesi. “Per me sono tutti uguali, tratto tutti alla stessa maniera, soprattutto i più bisognosi”, ci ha spiegato Elio, il 3 gennaio scorso, in occasione del suo 86º compleanno. A Montréal Elio è un’istituzione e, come un museo o un monumento, merita una visita. Perché oggi, come ieri, Elio abbina alla cucina di una volta la passione e l’orgoglio delle sue origini tricolori. Quella cucina dell’Italia meridionale che Elio custodisce gelosamente nel cuore. Inaugurato con 4 tavoli, 16 posti a sedere e una piccola cucina il 7 marzo del 1964 al 351 Rue de Bellechasse, oggi il suo ristorante può ospitare centinaia di persone. Senza contare le due sale da ricevimento al primo piano per le occasioni speciali. Quella di Elio De Lauri è una storia di perseveranza e di successo, simbolo eccelso di una Comunità italiana che si è integrata, contribuendo attivamente al progresso del Canada. Tanto che l’Italia, la sua Madrepatria, ha voluto premiarlo conferendogli l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. Sì, perché Elio non è soltanto un imprenditore di successo, ma anche un grande filantropo, sempre in prima fila per le cause umanitarie: dalle raccolte fondi per la ricerca sui tumori a iniziative di carattere religioso, comunitario e sportivo. Nato il 3 gennaio del 1933 a Candida, in prov. di Avellino, è sbarcato a Montréal il 7 marzo del 1958 con il padre, la madre ed i 3 fratelli. Nel 1961 ha sposato Gelsomina, anche lei di Avellino, da cui ha avuto 3 figli: Franco, Anna Maria e Lucia. “Appena arrivato – ci ha raccontato Elio – per 6 mesi ho lavorato in una pasticceria e poi in un panificio. Prendevo un bel salario per quei tempi e facevo il turno di giorno. Poi ho imparato a fare anche la pasta semi-cotta per la pizza, che prima importavamo da New York, distribuendola per tutta la città”. Elio è benvoluto da tutti: “Mi sono sempre comportato bene, ascoltando tutti. Quando sono andato al Comune per chiedere i primi permessi, mi hanno accolto con grande gentilezza, chiedendomi di avvisarli sul giorno di apertura, perché sarebbero venuti ad assaggiare la mia pizza. E così è stato: i miei primi clienti sono stati i dipendenti del Comune di Montréal. E poi tantissimi politici famosi, come Robert Bourassa e René Lévesque, oltre ai cantanti in concerto dall’Italia, dai piccoli ai grandissimi come Andrea Bocelli”. Gli inizi, però, sono stati difficili. “Quando ho cominciato, facevo le consegne a domicilio; i primi tempi sono stati duri, anche perché ho sempre cercato di dare un servizio impeccabile. Mi ricordo che una volta sono andato a consegnare due pizze all’1 di notte a Ville-Émard. All’inizio pensavo fosse uno scherzo. Alla fine ho accettato e ho guadagnato più del doppio”. Senza dimenticare i tanti matrimoni italiani nella sala da ricevimento: “La sala ha avuto subito un grande successo. L’unico problema erano i giovani camerieri, che non volevano saperne di lavorare nel fine-settimana. Spesso, di venerdì, sabato e domenica siamo stati pieni: tra ristorante e sale abbiamo avuto 600 clienti da servire contemporaneamente. Troppo lavoro!”. Il segreto di Elio? La meticolosa ricerca della freschezza. “Prima di vendere una pietanza ai clienti, la provo diverse volte. Ancora oggi nessuno è capace di fare la mia salsa: c’è un segreto, lo ammetto, fermo restando che bisogna usare solo prodotti di primissima qualità”. Oltre che un gran lavoratore, Elio è anche un campione di generosità: “Un anno ho preparato i cestini di Natale per i meno abbienti. Sono stato nel mondo del calcio per tantissimi anni: la Elio Blues, gli Azzurri di Elio, è stata tra le squadre che ha vinto più campionati, partecipando per 11 volte di fila alla Coppa Canada. E la dodicesima volta siamo usciti ai rigori. Ancora oggi non c’è squadra che ha fatto meglio. Senza dimenticare le tantissime attività di ciclismo e pugilato, insieme al mio amico fraterno Joe Cappadocia. Oltre alle numerose iniziative religiose in parrocchia”. Dietro un grande uomo, si sa, c’è sempre una grande donna: “Mia moglie è stata la mia più grande fortuna: ha sempre avuto fiducia in me, stando dalla mia parte in tutti gli investimenti, piccoli e grandi”. Dopo 55 anni, “Elio Pizzeria/Ristorante” è molto più di un luogo di lavoro: “Ho lavorato duramente, ma ho avuto anche la soddisfazione di avere i figli sempre al mio fianco. Oggi ho 8 nipoti che vengono a trovarmi almeno 3 volte alla settimana: la famiglia De Lauri è sempre molto unita ed è questo che mi rende felice e mi dà la forza per andare avanti”. (V.G.)

    Elio De Lauri è orgoglioso della sua avventura calcistica in Québec con “Gli Azzurri di Elio”

     

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  • Matteo Fiorilli e Anna Giampà: la visione di una famiglia italiana

    Matteo Fiorilli e Anna Giampà: la visione di una famiglia italiana

    di Giulia Verticchio

    La famiglia: Anna Giampà e Matteo Fiorilli con le loro bambine, Leena-Elizabeth e Adele

     

    Il forno a legna

    Una terrazza panoramica waterfront sulla Rivière des Prairies, vista Montréal, e poi entrando ci si sente a casa, in un ambiente caldo e colorato, cozy e informale, una vera pizzeria italiana tradizionale, moderna e funzionale. È questo l’effetto che fa LìOLà, la nuova, ma già di grande successo, avventura della coppia di imprenditori Matteo Fiorilli e Anna Giampà, che il Cittadino Canadese ha avuto il piacere di intervistare. Matteo è fondatore CEO della Unbeleadsable.com, un lead-generation software, dopo 8 anni alla direzione della Fondation Communautaire Canadienne-Italienne (FCCI), Anna è anche da 14 anni professoressa di management alla John Molson School of Business della Concordia University, oltre che Presidente della FiGi Corporation, consulente d’affari e caporedattore di Eleganza Magazine, una rivista di design, moda, entertainment, enogastronomia, auto di lusso e viaggi. Ma la loro nuova grande sfida è LìOLà, che ha aperto solo a luglio e ha già vinto il premio per la miglior pizza Margherita del concorso PIZZAFEST Montreal 2018, che si è svolto a settembre. Salsa di pomodori 100% italiani, arancini ad arte, taglieri di formaggi e salumi, “l’infuso di peperoncino è fatto in casa, c’è il tocco calabrese” – spiega Anna – “l’olio extravergine d’oliva è del Frantoio Valtenesi, sul lago di Garda, abbiamo la pasta Rummo di Benevento e, a volte, la pasta fatta a mano da mio padre” – ci dice Matteo – “Presto anche il gelato sarà fatto in casa, con macchinari acquistati in Italia”. Con Alessandro Mosca, maître pizzaiolo napoletano, sta poi per aprire una Pizza Academy, per insegnare questa grande arte italiana. Da genitori, Anna e Matteo hanno pensato alle famiglie, c’è un menù per i bambini e una sala con giochi e tv con cartoni animati; “É un’area pensata per intrattenere i più piccoli e permettere ai genitori di godersi la serata in maggiore tranquillità, ma abbiamo anche ottimi vini, una lista di 19 amari, e poi Negroni, spritz, mojito e altri cocktails; le serate del weekend hanno una clientela più giovanile, e gli schermi trasmettono le partite di calcio, rugby e hockey. È un posto pensato per avere un’esperienza di palato rara e per far sentire tutti a proprio agio”.Entrambi attenti ai dettagli e business-oriented, Matteo e Anna sottolineano l’importanza etica della loro visione che “va ben oltre l’aspetto lucrativo, è una vera mission di condivisione con le nuove generazioni del grande patrimonio culinario italiano e del piacere di stare insieme a tavola, puntando sulla genuinità, sull’alta qualità dei prodotti d’importazione italiana di nicchia, sulla semplicità, e ovviamente sulla passione per questo meraviglioso lavoro che cerchiamo di fare con il cuore”. LìOLà… si torna sempre qua.

     

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