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  • Legault primo ministro

    Legault primo ministro

    Québec – Sette anni dopo il suo ritorno in politica e a conclusione di una maratona elettorale lunga 39 giorni, François Legault è il nuovo Primo Ministro del Québec: guiderà un governo cachista maggioritario. Una vittoria schiacciante che ha colorato di blu tutto il Québec, da Saguenay-Lac-Saint-Jean all’Outaouais, passando per l’Abitibi. Al momento di andare in stampa (le 23:30 di lunedì 1º ottobre), la Coalition avenir Québec (CAQ) de François Legault ha conquistato 74 seggi (ne servivano 63 su 125 per formare la maggioranza) aggiudicandosi il 37.48% dei voti. Una vittoria schiacciante che non ha lasciato scampo agli avversari: 32 seggi al Parti libéral du Québec (PLQ) con il 24.74% dei consensi, 10 seggi a Québec solidaire (QS) col 16.06% e 9  seggi al Parti québécois (PQ) col 17.08%. L’affluenza è stata del 66,6% (6.153.406 i cittadini iscritti nei registri elettorali), in leggera flessione rispetto al 71,43% nel 2014 ed al 74,6% nel 2012.

    CAQ, una vittoria schiacciante nelle regioni : “Fatta la storia”. Il partito di François Legault, che è stato eletto nella contea dell’Assomption, ha costruito la sua vittoria nei piccoli centri urbani e rurali, nelle cosiddette regioni: sulle rive nord e sud di Montréal, nelle regioni di Quebec e Chaudières-Appalaches, così come in Estrie, Mauricie, Abitibi-Témiscamingue e perfino a Outaouais, tradizionalmente roccaforte liberale. La CAQ non è riuscita a sfondare a Montréal, che è rimasta liberale: gli unici due eletti cachisti sono Chantal Rouleau a Pointe-aux-Trembles e Richard Campeau a Bourget. Tra gli eletti-vip della CAQ ricordiamo l’ex procuratore capo della commissione Charbonneau, Sonia Lebel, a Champlain; l’ex Ministro liberale Marguerite Blais a Prévost, l’ex portavoce della polizia da Montréal, Ian Lafrenière, a Vachon, e la tripla medaglia olimpica Isabelle Charest, a Brome-Missisquoi. Senza dimenticare due personaggi-chiave della squadra economica: l’ex vicepresidente della Caisse de dépôt et placement du Québec Christian Dubé, a La Prairie, e l’ex tesoriere della Banca nazionale, Éric Girard, a Groulx. “I quebecchesi hanno scelto la speranza”, ha detto il Primo Ministro in pectore, tra gli applausi scroscianti dei militanti. “Oggi abbiamo fatto la storia – ha aggiunto – : “Avremo un governo efficace ed umano, un governo che ha il cuore nel posto giusto, ma entrambi i piedi per terra”, ha concluso nell’ovazione generale.

    PLQ: Montréal non basta, Couillard in pausa di riflessione. Il PLQ perde più della metà dei seggi e resta essenzialmente confinato nell’isola di Montreal e in alcuni dei suoi sobborghi. Il suo leader, Philippe Couillard, è stato tuttavia rieletto nel collegio di Roberval. Nel suo discorso ai militanti, l’ormai ex Premier si è assunto la responsabilità della sconfitta ed ha annunciato un “periodo di riflessione ”, che sarà “breve” e durerà “un paio di giorni al massimo”. Diversi ex Ministri del governo liberale, tra cui Gaétan Barrette, Dominique Anglade, Sébastien Proulx, Pierre Arcand, Hélène David, André Fortin Carlos Leitao, Christine St-Pierre, Marie Montpetit e Kathleen Weil, sono stati rieletti, ma ora dovranno accomodarsi all’opposizione. Hanno perso, invece: Pierre Moreau, François Blais, Lucie Charlebois, Luc Fortin e Véronyque Tremblay.

    Il PQ perde 2/3 dei seggi: Lisée  di dimette – Il PQ ha perso quasi i due terzi dei suoi parlamentari e, con 9 deputati eletti rispetto ai 10 di Qs, non dovrebbe essere in grado nemmeno di formare un gruppo parlamentare riconosciuto dall’Assemblea nazionale. Il leader Jean-François Lisée è stato sconfitto dall’ex editorialista de La Presse Vincent Marissal, a Rosemont. La sua vice, Véronique Hivon, invece, ce l’ha fatta a Joliette, così come i veterani Sylvain Gaudreault, Pascal Bérubé e Harold Lebel. “Il verdetto di Rosemont – ha dichiarato Lisée –  pone fine al lavoro più formidabile che ho avuto, quello del leader del Parti Quebecois”. “La volontà popolare di scegliere la CAQ al posto dei liberali è stata più forte di qualsiasi altra cosa”. “Finché il Quebec non sarà un paese, il Québec avrà bisogno del Parti Quebecois”, ha concluso. L’ex consigliere di Jacques Parizeau è stato il nono leader del Parti Québécois ed il secondo, dopo Pauline Marois, a perdere il suo seggio alle elezioni.

    Qs fa breccia anche a Québec e a Sherbrooke – Québec Solidaire, che raddoppia la sua rappresentanza nell’Assemblea nazionale con 10 deputati, riesce ad “uscire” da Montréal dove sembrava confinata, grazie alle vittorie di Catherine Dorion a Taschereau e di Sol Zanetti a Jean-Lesage. Christine Labrie ha vinto a Sherbrooke contro il liberale Luc Fortin, mentre Emilise Lessard-Therrien ha coqnuistato Rouyn-Noranda-Témiscamingue. Significative anche le vittorie a Montréal: il presidente del partito, Andrés Fontecilla, è stato eletto a Laurier-Dorion, mentre Alexandre Leduc è riuscito a battere la pechista Carole Poirier a Hochelaga-Maisonneuve. Infine, i co-portavoci del partito, Gabriel Nadeau-Dubois e Manon Massé, sono stati eletti nei loro rispettivi collegi di Gouin e Sainte-Marie-Saint-Jacques.

    Gli “italo-canadesi” eletti:
    Enrico Ciccone (PLQ) a Marquette; Jennifer Maccarone (PLQ) a Westmount-Saint-Louis; Filomena Rotiroti (PLQ) a Jeanne-Mance-Viger; Sol Zanetti (QS) a Jean-Lesage. Non ce l’hanno fatta, invece: Loredana Bacchi (CAQ) a LaFontaine; Mauro Barone (CAQ) a Mille-Îles; Doni Berberi (PQ) a La Peltrie; Beverly Bernardo (indipendnete) a Viau; Agata La Rosa (PLQ) a Rosemont; Alessandra Lubrina (PLQ) a Gouin; Ingrid Marini (PLQ) a Brome-Missisquoi; Sarah Petrari (CAQ) a Jeanne-Mance-Viger; Giuseppe Starnino (partito Libero) a Saint-Jérôme; e Felice Trombino (PCQ) a Soulanges. 

    I vincitori in alcuni quartieri “italiani”: Lise Thériault ad ANJOU-LOUIS-RIEL; Paule Robitaille a BOURASSA-SAUVÉ; Monique Sauvé a FABRE; Marc Tanguay a LAFONTAINE; George Tsantrizos a LAURIER-DORION; Marie Montpetit a MAURICE-RICHARD; Francine Charbonneau a MILLE-ÎLES, Frantz Benjamin a VIAU e Jean Rousselle a VIMONT. (V.G.)

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  • Sfida all’ultimo voto tra Legault e Couillard

    Sfida all’ultimo voto tra Legault e Couillard

    Québec – Dopo l’ultimo dibattito televisivo andato in onda su LCN, i leader dei principali partiti in lizza per la guida della Provincia si preparano al rush finale per conquistare il voto degli indecisi e aggiudicarsi le elezioni. La sfida è tra François Legault (CAQ) e Philippe Couillard (PLQ), con Jean-François Lisée (PQ) e Manon Massé (QS) che possono diventare l’ago della bilancia per un eventuale governo ‘maggioritario’, o ‘minoritario’. Rispetto al vantaggio di 5 punti percentuali che Legault vantava fino a qualche settimana fa, tutti i sondaggi resi pubblici la settimana scorsa (Mainstreet/Capitales Médias, Léger/Le Devoir/The Gazette, CROP/Cogeco e Leger/LCN) concordano nel certificare una lotta serrata tra CAQ e PLQ. Secondo il magazine di approfondimento ‘L’Actualité’, che ha fatto una media di tutti i risultati ottenuti da diversi istituti di statistica, se si andasse a votare oggi, il 30.5% sceglierebbe il Parti libéral du Québec (PLQ), il 30.2% la Coalition avenir Québec (CAQ), il 21% il Parti québécois (PQ) ed il 14.7% Québec solidaire (QS). Questo il voto popolare. Fatale per Legault (nonostante la mezza marcia indietro) l’immigrazione ed il suo test di valori e lingua francese, che comporterebbe l’espulsione dopo 3 anni in caso di fallimento. In termini di seggi, invece, combinando il vantaggio cachista tra i francofoni e nei piccoli centri della Provincia con il sistema elettorale maggioritario, la CAQ conseguirebbe 53.5 seggi, il PLQ il 45.8, il PQ il 19.1 e QS 6.6. E visto che per la maggioranza all’Assemblea Nazionale bisogna conquistare 63 seggi, l’eventuale governo cachista sarebbe un esecutivo di minoranza. Un ‘governicchio’ che, schiacciato dalla necessità della politica dei compromessi (al ribasso), potrebbe anche non durare tutta la legislatura. E a rimetterci sarebbero, come al solito, i cittadini quebecchesi.

    Il voto quebecchese in sintesi:

    Lunedì 1º ottobre, dalle 9.30 alle 20, si svolgeranno le elezioni legislative n. 42 della storia del Québec per eleggere 125 deputati che occuperanno i 125 seggi dell’Assemblea Nazionale (che corrispondono alle 125 circoscrizioni o contee elettorali).

    Le elezioni provinciali sono disciplinate da un sistema elettorale maggioritario basato su un collegio uninominale a un turno (uninominale secco). Denominato first-past-the-post (“il primo prende tutto”), prevede la vittoria del candidato che riporta il maggior numero di voti. In ogni collegio, cioè, viene eletto chi riceve più voti, mentre tutti gli altri, anche se ricevono percentuali di voto importanti, vengono esclusi. È il sistema in vigore nel Regno Unito e nella stragrande maggioranza dei Paesi anglosassoni.

    Sono 22 i partiti riconosciuti da “Élections Québec” per un totale di 940 candidati, di cui 375 donne, ovvero il 40%.

    Gli slogan dei principali partiti: “Pour faciliter la vie des Québécois” (PLQ), “Sérieusement” (PQ), “Maintenant.” e “Populaires” (QS).

    Sono 6.153.406 i cittadini quebecchesi iscritti nei registri elettorali. Alle precedenti elezioni, il 7 aprile del 2014, l’affluenza è stata del 71,4% : hanno votato 4 295 055 su 6 012 440 aventi diritto.

    Alle elezioni del 7 aprile del 2014, il PLQ ha tenuto il 41,52% dei voti (1 757 071) per un totale di 70 seggi; il PQ il 25,83% (1 074 120) per 30 seggi; la CAQ il 23,05% (975 607) per 22 seggi e QS il 7,63% (323 124) per 3 seggi.

    I candidati italo-canadesi in corsa: Loredana Bacchi (CAQ),LaFontaine; Mauro Barone (CAQ) Mille-Îles; Doni Berberi (PQ) La Peltrie; Beverly Bernardo (indipendnete) Viau; Giuseppe Cammarrota (Verdi), Nelligan; Dwayne Cappelletti (Partito Libero), Mille-Îles; Enrico Ciccone (PLQ), Marquette; Michael-Louis Coppa  (PCQ), Robert-Baldwin; Andrés Fontecilla (QS), Laurier-Dorion;  Antonino Geraci (Verdi), Sanguinet; Agata La Rosa (PLQ), Rosemont; Alexandra Liendo (PCQ), Rosemont; Alessandra Lubrina (PLQ), Gouin; Jennifer Maccarone (PLQ), Westmount-Saint-Louis; Ingrid Marini (PLQ), Brome-Missisquoi; Richard Merlini  (PLQ), La Prairie; Liana Minato (Parti 51), La Prairie; Sarah Petrari (CAQ), Jeanne-Mance-Viger; Saul Polo (PLQ), Laval-des-Rapides; Sandra Mara Riedo (Verdi),La Peltrie; Filomena Rotiroti (PLQ), Jeanne-Mance-Viger; Giuseppe Starnino (partito Libero), Saint-Jérôme; Felice Trombino, (PCQ), Soulanges; Patricia Vaca (Cambiamento), Mirabel; Claire Vignola  (PQ), Lesage; Jean-François Vignola (PCQ), Johnson; Paul-Émile Vignola (PCQ), Matane-Matapédia, Sol Zanetti (QS)m, Jean-Lesage.

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  • Couillard si difende, Legault non convince, brilla Lisée

    Couillard si difende, Legault non convince, brilla Lisée

    QUÉBEC AL VOTO Lunedì 1º ottobre

    Montréal – Tra i due litiganti, il terzo gode. Il vecchio adagio calza a pennello per descrivere la situazione politica provinciale, all’indomani del primo dibattito-tv (andato in onda su Radio-Canada, il prossimo sarà di scena giovedì 20 settembre su LNC, dopo il confronto in inglese di lunedì su CBC, Global e CTV News) che ha visto Philippe Couillard (PLQ) e François Legault (CAQ) in affanno e sotto attacco (il primo perché Primo Ministro, il secondo perché ‘battistrada’ nei sondaggi), sopraffatti da un Jean-François Lisée (PQ) tonico e rassicurante (al netto del referendum sull’indipendenza per un eventuale secondo mandato), con la stessa Manon Massé (Québec solidaire) in grado di reggere il confronto con uno spirito battagliero e autentico, salvo poi perdersi in promesse da ‘Paese dei Balocchi’ (come la gratuità scolastica fino all’Università). Legault parte bene, mettendo Couillard con le spalle al muro su un tema sensibile e spinoso come la sanità: “Il 59% dei quebecchesi –attacca – non riesce a farsi visitare dal medico di famiglia il giorno stesso, o l’indomani”. Poi il primo autogol: “Ridurrò i tempi di attesa al Pronto soccorso a massimo 90 minuti”. Cioè l’85% in meno rispetto alla media attuale. Senza spiegare, peraltro, con quali coperture finanziarie. Inoltre, pur concedendo più “potere” (di prescrizione) a farmacisti e infermieri, la missione nasce già perdente in partenza: ci vogliono anni per cambiare un sistema sanitario “malato”. D’altro canto, la ricetta del Ministro liberale Gaétan Barrette sulle supercliniche non ha convinto. Per non parlare degli aumenti di stipendio a vantaggio dei medici specialisti, giudicati come un “affronto” dai pazienti, spesso abbandonati al loro destino. Controproducenti, anche se realistici, i continui paragoni di Legault al modello dell’Ontario: “I nostri medici guadagnano il 40% in meno”. Ergendosi a paladino del capitalismo (come se i soldi fossero la soluzione di tutti i problemi). E qui la prima stoccata di Lisée: “Non è il Primo Ministro Doug Ford a decidere le politiche del Québec”. Un pizzico demagogico e populista (il Québec è pur sempre una Provincia di uno stato federale), ma utile a rinfocolare l’orgoglio quebecchese. E poi l’attacco a Couillard: “Abbandonando i più vulnerabili, il governo non ha mai mostrato la minima compassione per la sua gente”.  Ancora Legault sull’istruzione: “Tutti i bambini di 4 anni negli asili nido (classes de maternelle) o nei Centri di Piccola Infanzia (CPE)”. Ma Couillard gli ricorda che aprire gli asili anche ai bambini di 4 anni comporterebbe  costi insostenibili. I toni salgono quando il dibattito si sposta sul tema dell’immigrazione/identità nationale: Legault è apparso nervoso e approssimativo, quando gli interlocutori lo hanno attaccato sul test dei valori e sull’esame di francese: in caso di fallimento, dopo 3 anni c’è l’espulsione. “Fai paura alla gente”, lo aggredisce Couillard. Ma Legault tuona: “Smettila di darci lezioni”. Chiedendogli, invano, di scusarsi dopo che un suo candidato, Mohammed Barhone, ha accusato la CAQ di voler fare una “pulizia dell’immigrazione”. Anche Manon Massè ha il suo momento di gloria quando il dibattito si sposta sul salario minimo: “In che mondo vivete? – incalza i suoi avversari – : oggi un milione di quebecchesi vive col salario minimo: domani mattina, non fra chissà quanti anni, bisogna passare da 12 a 15 $ all’ora!”. (V.G.)

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  • Nel 2026 altre 5 stazioni fino ad Anjou

    Nel 2026 altre 5 stazioni fino ad Anjou

    Philippe Couillard, Justin Trudeau e Valérie Plante hanno tenuto una conferenza stampa nella biblioteca del Municipio di Saint-Léonard per annunciare la realizzazione di cinque nuovi stazioni metro nell’est della città: Pie-IX, Viau, Lacordaire, Langelier e Anjou

    Montréal – Il prolungamento della linea blu della metro è ormai un “fatto irreversibile”, costituisce “un punto di non ritorno” e “sarà realizzato senza alcun dubbio”: sono le parole forti e rassicuranti del Primo Ministro del Québec, Philippe Couillard, che lunedì scorso, insieme al suo omologo federale Justin Trudeau ed alla Sindaca di Montréal, Valérie Plante, ha incontrato la stampa nella biblioteca del Municipio di Saint-Léonard per annunciare la realizzazione di cinque stazioni metro nell’est della città su una distanza di 5,8 km (Pie-IX, Viau, Lacordaire, Langelier ed Anjou). Numerose le autorità in sala: il Ministro dei Trasporti, André Fortin; il deputato federale di Saint-Léonard-Saint-Michel, Nicola Di Iorio; il capogruppo del Partito Liberale in Parlamento, Pablo Rodriguez; la deputata provinciale di Jeanne-Mance–Viger, nonché presidente del caucus liberale, Filomena Rotiroti (che ha aperto la conferenza stampa così: “Tutti coloro che nutrivano dubbi, oggi possono ricredersi: avremo la metro nell’est di Montréal”); il Sindaco di Saint-Léonard, Michel Bissonnet, con i consiglieri al completo: Patricia Lattanzio, Mario Battista, Lili-Anne Tremblay e Dominic Perri. “Sono convinto – ci ha detto Perri – che questa sia la volta buona: finalmente, dopo oltre 30 anni che si parla di metro a Saint Léonard, i due Primi Ministri lo hanno annunciato all’unisono, con un budget di 360 milioni già stanziati per avviare l’ufficio tecnico. Dopo tanti anni di pressione, adesso mi sento fiducioso e rincuorato. Anche perché questa volta abbiamo una data ben precisa, il 2026: sembra lontana, però è meglio avere una data realistica piuttosto che una data più vicina che poi finisce per rivelarsi illusoria. Quando Nicola Di Iorio si è candidato alle elezioni federali e mi ha chiesto quale fosse il progetto più importante per Saint-Léonard, non ho avuto dubbi: il prolungamento della linea blu della metro. Una volta eletto, non ha mai smesso di ‘spingere’ affinché questo progetto diventasse un’opera pubblica concreta. Ha fatto un lavoro fondamentale”. L’ambizioso progetto, di cui si parla dal 1979, dovrebbe venire alla luce nel 2026 accelerando lo sviluppo economico e sociale della parte orientale dell’isola montrealese. Il costo totale dell’infrastruttura ammonta a 3,9 miliardi di dollari. Ad oggi, però, i fondi già stanziati sono 32 milioni, divisi a metà tra Ottawa e Québec: serviranno ad avviare l’ufficio tecnico che studierà il progetto nei dettagli. A questi si aggiungeranno altri 330 milioni, tutti stanziati dalla Belle Province, per finanziare i procedimenti di espropriazione e le gare di appalto. “È un progetto necessario per migliorare la qualità della vita dei cittadini con scelte più ecologiche in una zona della città dove i servizi di comunicazione non sono più sufficienti – ha detto Trudeau -: modernizzare un mezzo di trasporto pubblico come la metropolitana è un passo essenziale che le grandi città devono compiere per combattere efficacemente i cambiamenti climatici”. Per Couillard, cinque nuove stazioni si tradurranno anche in un aumento della popolazione: “Entro il 2031 – ha sottolineato il Premier quebecchese – prevediamo che, nelle aree intorno alle cinque stazioni, verranno creati 3.700 nuovi posti di lavoro e si stabiliranno più di 11.700 famiglie”.  “Offrendo ai residenti dell’est di Montréal un accesso al centro che bypassi la linea arancione – ha sottolineato la Sindaca Plante – contribuirà a ridurre la congestione su questa linea nevralgica, che attualmente funziona a pieno regime”. Rilanciando, a sua volta, il progetto della linea rosa che colleghi Montréal-Nord e
    Lachine. (V.G.)

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  • Taffuri incontra il Premier Couillard

    Taffuri incontra il Premier Couillard

    L’Ambasciatore d’Italia a Ottawa in visita nella capitale nazionale

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    Québec – Il 13 marzo scorso, l’Ambasciatore d’Italia a Ottawa, Claudio Taffuri, accompagnato dal Console Generale d’Italia a Montréal, Marco Riccardo Rusconi, ha reso visita alle autorità provinciali a Québec city. Dai cordiali incontri con il Premier Philippe Couillard, la Ministra dell’Economia, della Scienza e dell’Innovazione, Dominique Anglade, la Ministra delle Relazioni Internazionali e Francofonia Christine St-Pierre, il Presidente dell’Assemblea Nazionale del Quebec, Jacques Chagnon, e il portavoce dell’opposizione ufficiale, il deputato Stéphan Bergeron, è emersa una grande soddisfazione per gli ottimi rapporti italo-quebecchesi, oltre che idee e progetti per una cooperazione sempre più stretta e produttiva.

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  • Lombardia-Québec rafforzano la partnership

    Lombardia-Québec rafforzano la partnership

    La visita del vicepresidente Sala per innovazione, settore aerospaziale e agroalimentare

    Il Console Marco R. Rusconi, il vicepresidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala,il Primo  Ministro Philippe Couillard, la Ministra Dominique Anglade e la Delegata Marianna Simeone
    Il Console Marco R. Rusconi, il vicepresidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala,il Primo
    Ministro Philippe Couillard, la Ministra Dominique Anglade e la Delegata Marianna Simeone

    Montréal – “Nell’ambito del nostro programma per l’internazionalizzazione, abbiamo destinato ingenti risorse alla promozione all’estero delle nostre imprese”. Lo ha detto il vicepresidente della Regione Lombardia e assessore alla Casa, Housing sociale, Expo e Internazionalizzazione delle imprese, Fabrizio Sala, in Québec, il 4 aprile scorso, all’incontro bilaterale con il Primo ministro del Québec Philippe Couillard, nell’ambito della visita istituzionale in Canada per una serie di incontri finalizzati a sviluppare relazioni destinate ad incrementare l’interscambio economico. All’incontro ha partecipato anche , Ministra dell’Economia, della Scienza e dell’Innovazione del Québec. Cultura, gastronomia e imprese sono i settori principali su cui investire per rafforzare i rapporti bilaterali, il cui ulteriore potenziamento è stato definito “estremamente importante” dal Sindaco Denis Coderre, prossimo a una visita a Milano.

    INTESA CON QUEBEC PER RICERCA E INNOVAZIONE – Al centro dell’incontro con il Premier Couillard – a cui hanno preso parte, oltre che il Console Generale Marco Riccardo Rusconi e la Delegata del Québec a Roma Marianna Simeone, Alberto Ribolla e Silvia Pagani, presidente e segretario generale di Confindustria Lombardia – l’applicazione dell’intesa tra Regione Lombardia e la Provincia del Québec in materia di Ricerca e Innovazione, recentemente rinnovata.

    SETTIMANA INTERNAZIONALE DELL’AVIAZIONE – Il 3 aprile, appena atterrato, il vice presidente Sala ha preso parte all’inaugurazione della Settimana internazionale dell’aviazione, al Palais des Congres de Montréal.

    UN ACCORDO SPECIFICO PER SETTORE AEROSPAZIALE – “C’è un accordo molto importante tra Lombardia e Québec – ha ricordato il vice presidente – e intendiamo garantirgli la più ampia concretezza possibile”. Numerosi i settori coinvolti, dall’Aerospazio, all’Energia, alla Mobilità sostenibili ed al manifatturiero avanzato. “Molte aziende lombarde operano nel settore dell’aerospazio – ha evidenziato Sala – e possiamo studiare un accordo specifico per questo settore tra Lombardia e Québec, finalizzato ad aumentare l’interscambio tra le due regioni”.

    PROSPETTIVE ANCHE PER L’AGROALIMENTARE – Aerospaziale, ma non solo. “La Lombardia è la prima regione agricola d’Italia – ha sottolineato Sala -: per questo siamo molto interessati a promuovere un accordo all’interno della più ampia intesa già esistente da dedicare specificatamente all’agroalimentare, nel cui ambito la nostra regione possa vedere riconosciute le proprie eccellenze casearie”.

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  • Un terremoto politicoper una Nouvelle Époque

    Un terremoto politico
    per una Nouvelle Époque

    IL PUNTO di Vittorio Giordano

    Rimpasto di governo a Québec

    dominique-anglade

    Il rimpasto era nell’aria: da troppi mesi, infatti, il governo liberale versava in uno stato vegetativo, vittima delle sue paure e dei limiti imposti da un’austerità esagerata (in nome dell’inviolabile ‘comandamento’ del deficit zero) che aveva finito per paralizzarne l’azione riformatrice. Un governo boccheggiante, senza spinta propulsiva, sempre più impopolare, che andava avanti per inerzia, col pilota automatico, ormai prossimo a contorcersi su se stesso fino all’inesorabile e fatale stretta finale. I tagli, consistenti e ripetuti, si sono tradotti in un peggioramento dei servizi pubblici in settori nevralgici come la Sanità, l’Istruzione, gli Asili-nido e l’Assistenza sociale. Un semplice restyling non avrebbe sortito alcun effetto. Philippe Couillard ha avuto il coraggio, il tempismo e la lucidità di correre ai ripari senza curarsi dei rischi, sventando un ‘corto circuito’ dalle conseguenze irreparabili: ha fatto fuori personalità di spicco puntando su Ministri giovani, molti dei quali del gentil sesso (il 40% della compagine governativa) e alle prime armi, ma competenti e un pò “incoscienti”, gli unici con le carte in regola per rivitalizzare un governo invischiato in mille incertezze e indugi (al netto della congiuntura internazionale sfavorevole) che ne hanno sancito una pericolosa apatia. Su 28 Ministri, in 23 vengono riconfermati, ma addirittura 14 si scambiano le responsabilità, mentre 5 sono i volti nuovi e 2 gli ‘epurati’: un vero e proprio terremoto politico. Quello appena nato è un governo più giovane, femminile e regionale, quindi più “cool & friendly”, che si inserisce alla perfezione nel nuovo solco inaugurato da Justin Trudeau a livello federale (“Perché siamo nel 2016!”). Ma costituisce, soprattutto, un’astuta mossa elettorale che mira a rimodellare il messaggio e ad abbellire l’immagine di un governo che nel 2018 si gioca la riconferma. Dietro i buoni propositi, insomma, si cela sempre il calcolo politico di macchiavellica memoria. Il simbolo di questa “Nouvelle Époque” è sicuramente la neofita Dominique Anglade, 42 anni, neo Ministro dell’Economia: una montrealese di origini haitiane, madre di 3 bambini, con un ottimo curriculum (Laurea in Ingegneria al Politecnico e Master in Business presso la Scuola di Alti Studi Commerciali), ma parlamentare solo dallo scorso novembre (in occasione del voto supplettivo nel collegio di Saint-Henri–Sainte-Anne). Una perfetta sconosciuta, preferita a ‘pesi massimi’ come Pierre Arcand, Martin Coiteux e Sam Hamad. Per Couillard è una scommessa, un investimento più che un azzardo: dopo gli stenti della prima parte della legislatura, il Primo Ministro punta sulla freschezza e sull’entusiasmo di una giovane professionista che, libera dagli schemi mentali che da sempre inquinano il teatrino della politica ad ogni latitudine, potrà godere di quella ‘leggerezza’ e tranquillità necessari per invertire una tendenza preoccupante. Del resto le aspettative del governo sono state alte fin dal giorno del suo insediamento, dopo che Couillard, in campagna elettorale, aveva promesso 50 mila nuovi posti di lavoro all’anno, oltre al rilancio del Piano del Nord e della Strategia marittima. Tutti obiettivi largamente disattesi. Ci vorrà una politica economica creativa per rimettere in moto un sistema frenato dalla penuria di manodopera qualificata, dalla morosità delle piccole imprese e dalla carente produttività rispetto all’invecchiamento della popolazione. Soprattutto alla luce di un PIL che cresce meno rapidamente del previsto, e delle esportazioni che arrancano nonostante il dollaro debole. Ma Couillard, ispirato dal suo omologo federale Trudeau, guarda all’avvenire con rinnovata fiducia e punta con entuasiasmo alla Quarta rivoluzione industriale, quella digitale. Guarda caso, altra mansione che afferisce alle prerogative di Dominique Anglade, più che mai emblema di un governo che punta alla prosperità, ma anche alla solidarietà sociale. E qui il neo Ministro calza a pennello, vista la sua esperienza come presidente di ‘Montreal International’, un organismo no-profit per attrarre investimenti esteri nella metropoli. E proprio un governo ‘empatico e all’ascolto’ potrebbe rappresentare la chiave di volta per i Liberali. Ma soprattutto per le tasche dei cittadini della Belle Province.

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  • Couillard a Milano per nuovi investitori

    Couillard a Milano per nuovi investitori

    Il Primo Ministro del Québec incontra il vice presidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala
    Il Primo Ministro del Québec incontra il vice presidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala.  FOTO: Patrick Lachance MCE

    Ottawa – Dopo il breve soggiorno nelle Alpi Svizzere in occasione del Forum economico di Devos ed il ritorno-lampo in ‘patria’ per partecipare ai funerali di stato di René Angélil, lunedì il Primo Ministro del Québec, Philippe Couillard, è tornato in Europa, questa volta in Italia, a Milano, per provare ad attrarre nuovi investitori. “Come Giunta regionale, crediamo molto nei rapporti bilaterali diretti tra Governi regionali, che consentono di concentrarsi su obiettivi più specifici rispetto a quelli che normalmente intercorrono tra governi nazionali”. È il commento del vice presidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala, in occasione della visita di Couillard, ospite dell’incontro ‘Le relazioni economiche tra il Quebec e l’Italia, il Plan Nord e la Strategia marittima’, organizzato dalla Camera di Commercio di Milano, in collaborazione con la Regione Lombardia e Confindustria Lombardia.

    PIANI SVILUPPO STRATEGICO QUEBEC – Il Primo Ministro ha presentato le grandi priorità del Governo del Québec in materia economica, fra le quali il Plan Nord, la Strategia marittima e il Piano di azione nell’elettrificazione dei trasporti. Ha inoltre insistito sull’importanza dell’innovazione come fattore di crescita e sul fatto che la lotta contro i cambiamenti climatici si rivela come un’eccellente occasione, per le imprese, nello sviluppo di nuove nicchie economiche.

    OPPORTUNITA’ DI CRESCITA – Secondo Couillard, “Il know-how, le competenze e l’innovazione possedute dalle imprese lombarde si innestano alla perfezione nel quadro dell’intesa su Ricerca e Innovazione siglata nel settembre 2014 tra Regione Lombardia e Québec. Questo consentirà a numerose Pmi lombarde di instaurare partnership proficue con la provincia canadese”.

    VALORIZZARE IL POTENZIALE MINERARIO CANADESE – Due i progetti al centro dei lavori: il primo è il “Plan Nord”, un progetto di sviluppo del territorio a nord del Québec (con una superficie di 1,2 milioni di km quadrati), che prevede la valorizzazione del potenziale minerario, energetico e forestale. Un progetto che richiede l’implementazione e il miglioramento di strade, ferrovie e rotte marittime, ma anche delle infrastrutture delle telecomunicazioni. Il secondo si pone l’obiettivo di potenziare la via marittima del San Lorenzo, facendone il crocevia del commercio transatlantico. Per realizzare questi importanti progetti, il Governo del Québec si impegna ad impiantare un polo logistico nella grande regione di Montréal e a garantire la complementarietà delle infrastrutture stradali e ferroviarie. Un’opportunità per le imprese milanesi e lombarde.

    Il Primo Ministro del Québec, Philippe Couillard, mentre parla ai membri della Confindustria della Regione Lombardia
    Il Primo Ministro del Québec, Philippe Couillard, mentre parla ai membri della Confindustria della Regione Lombardia
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