Il cantante italo-montrealese presenterà i nuovi brani del suo album a Place des Arts con due concerti in programma venerdì 26 e sabato 27 aprile al Teatro Maisonneuve
Montréal – Il celebre cantante e cantautore Italo-canadese Gino Vannelli (nato a Montreal, ma originario di Ripabottoni, in provincia di Campobasso, Molise) torna agli onori della cronaca musicale con un nuovo album dal titolo “Wilderness Road”. “Ho deciso di chiamare l’album Wilderness Road”, ha scritto sui social il vocalist. “Ho preso tutto il tempo necessario e ho inciso il disco che volevo incidere”, ha detto l’artista, che oggi vive tra i Paesi Bassi e gli Stati Uniti. Lanciato il 5 aprile scorso, è il 20.mo album di una carriera che ha dato vita a successi come “I Just Wanna Stop”, “Wild Horses”,“Black Cars”, “Living Inside Myself”, “People Gotta Move”, “Appaloosa”, “Nightwalker” e “Brother to Brother”. Le canzoni di “Wilderness Road” raccontano storie molto care al cantautore e polistrumentista; storie che, come quella di “Yet Something Beautiful”, hanno caratterizzato i suoi ultimi 5 anni, il tempo necessario per portare a termine l’album. “Ero in un caffè vicino allo studio per uno spuntino – ha raccontato Vannelli – quando ho notato una donna che spingeva un uomo sulla sedia a rotelle. L’uomo era paralizzato e aveva difficoltà a parlare. A volte tremava violentemente, cercando di dire qualcosa. Probabilmente era una coppia di vecchia data. Ciò che mi ha colpito di più è stata la pazienza e la sincerità della donna che si occupava dell’uomo. Come se, per lei, fosse lo stesso uomo come probabilmente lo aveva conosciuto. Sono stato testimone della sua generosità e grazia. Avevo davanti a me un’eroina sconosciuta. Subito dopo ho scritto ‘Yet Something Beautiful”. Il cui ritornello è da pelle d’oca: “La vita è crudele, è inevitabile. A volte, un peso troppo pesante da sopportare. Eppure, può essere bellissima quando c’è l’amore”. Nell’album, Gino suona la maggior parte degli strumenti, aggiungendo un tocco americano alle sue solite influenze jazz e soul, oltre ad usare un approccio più narrativo nei testi. Gino Vannelli si è aggiudicato diverse nomination ai Juno Awards ed ai Grammy, oltre a vendere più di 10 milioni di dischi. Dall’uscita del suo primo album “Crazy Life” nel 1973, Gino Vannelli è rimasto una delle voci uniche nel panorama musicale contemporaneo. Gli italo-canadesi possono ‘abbracciarlo’ in due concerti che si terranno venerdì 26 e sabato 27 aprile, alle ore 20, al teatro Maisonneuve di Place des Arts. Per info e biglietti: 514-842-2112. www.placedesarts.com
La Storia non si cambia, non si sceglie e non si rinnega: si studia, semmai, per interpretare il presente e anticipare, nei limiti del possibile, il futuro. Con spirito critico, certo, ma sempre con ossequioso rispetto. Perché la storia resta “magistra vitae”. In Québec, invece, terra in declino spirituale dopo la Rivoluzione Tranquilla degli anni ‘70, da qualche settimana assistiamo ad una nuova spinta laicista di cui nessuno sentiva la necessità (il tema ‘agita’ i politici, non le piazze) e che mira a trasformare la Belle Province da storica roccaforte cattolica ad avanguardia del laicismo più relativista e fondamentalista. Se ne parla da una decina d’anni, è vero, ma nessuno si era ancora stracciato le vesti per accelerare un’ulteriore svolta post-secolare. Nemmeno gli immigrati più fanatici che professano altre religioni. Ad avere fretta, chissà perché, sono solo i nostri politici, il Comune e il governo provinciale. E così, sull’onda del sentimento anti-cristiano che investe i nostri tempi, complici le odiose denunce di pedofilia che si moltiplicano anche nella Belle Province (un crimine orribile che noi condanniamo ‘senza se e senza ma’), a fare da apripista è stata la Sindaca di Montréal, Valérie Plante, che ha annunciato l’intenzione di staccare la Croce dal muro della Sala consiliare. A ruota, le si è accodato il Primo Ministro del Québec, François Legault, che, rassicurato dal voto unanime dell’Assemblea Nazionale e in scia al progetto di legge sulla laicità dello Stato, ha fatto sapere che anche il Crocifisso che pende sulla parete del Salone Blu sarà rimosso. “Incompatibile con una società laica e moderna”, la giustificazione di entrambi. Croci cristiane al bando dagli edifici pubblici, dunque: per essere più “politically correct” e ‘accontentare’ i nuovi arrivati, si sacrifica la propria religione, la propria storia, la propria identità e il proprio patrimonio culturale sull’altare di una laicità dominata da un multiculturalismo oscurantista e repressivo. Fino al punto di calpestare e rinnegare la propria secolare Identità Cristiana. Da 400 anni, infatti, la Belle Province si fonda su due pilastri-cardine sintetizzati dalla ‘vituperata’ Croce Cristiana: la cultura francese e la religione cattolica, che formano l’armatura di base che ha permesso di integrare le altre componenti della sua attuale identità pluralista. La Croce non è merce di scambio e non può essere ridotta a folklore popolare o a fenomeno di costume. La Croce non è una bomboniera, un soprammobile o un cimelio da appendere al muro, così come non è solo la raffigurazione plastica del mistero della Resurrezione: la Croce è un simbolo storico intriso dei valori caratterizzanti la civiltà occidentale che per secoli hanno forgiato l’identità spirituale e culturale del popolo quebecchese. In Québec, tutte le religioni sono benvenute e uguali davanti alla legge, ma non tutte hanno lo stesso peso davanti alla Memoria. Ripudiare le nostre origini cristiane significa fare ‘tabula rasa’ dei nostri princìpi e delle nostre convinzioni più radicate. Princìpi e convinzioni che proprio quella Croce appesa al muro, anche negli uffici pubblici, ci aiuta a ricordare e a rispettare. Stelle polari imprescindibili in una società sempre più globalizzata, che vive in un eterno presente.
Montréal – Il 7 marzo ha assunto ufficialmente l’incarico, il 19 marzo si è presentata alla stampa annunciando le linee-guida del suo mandato di Console Generale d’Italia a Montréal. Come preannunciato con largo anticipo, dopo il milanese Marco Riccardo Rusconi sarà la romana Silvia Costantini a rappresentare la Repubblica italiana in Québec. Costantini arriva in Canada da Bruxelles, dove, fino a qualche settimana fa, ha ricoperto la carica di team leader dell’Ufficio prevenzione conflitti del SEAE-EEAS dell’Unione Europea. Dopo le esperienze consolari a Shangai, New Dheli e Tunisi. Presenti alla conferenza stampa anche il Console Lorenzo Solinas ed il direttore dell’ Istituto Italiano di cultura Francesco D’Arelli, rispettivamente l’anima economico-commerciale e culturale del ‘presidio’ istituzionale italiano in città. “Questo Consolato lavora già molto bene, ha un personale eccellente che eroga ottimi servizi. Vediamo se riusciamo a stare ancora più vicini agli italiani”, l’elogio della diplomatica allo staff. Nata a Roma da madre veneta (Padova) e padre marchigiano (Macerata), alta 183 cm, Costantini ha frequentato il Liceo Linguistico (conosce 11 lingue) e si è laureata in Scienze Internazionali e diplomatiche a Gorizia. A 16 anni ha capito che avrebbe fatto la diplomatica: “Ero a Londra per una vacanza-studio ed una mia compagna perse il passaporto. È così che venni a conoscenza dell’Ambasciata italiana. Capii subito che era quello che avrei voluto fare nella vita. Ora sono qui a promuovere e a proteggere la Comunità italiana: un sogno che si avvera”. Con la città è stato un colpo di fulmine: “Appena ho notato Montréal sulla lista straordinaria diplomatica, non mi sono fatta sfuggire l’occasione. E, grazie al cielo, la Farnesina mi ha assecondata”. Idee chiare, sguardo vispo, personalità vulcanica, fervente europeista, innamorata del suo Paese, Silvia Costantini non ha perso tempo: da quando ha messo piede in città, ha già incontrato gli esponenti di alcuni importanti organismi comunitari: come la Casa d’Italia, la Fondazione Comunitaria Italo-canadese, il Congresso, il Comites ed il Craic. “Esponenti diversi che rappresentano la complessità e la bellezza di questa grande Comunità, formata da 40 mila iscritti all’Anagrafe, più 210 mila di oriundi, per un totale di 250 mila italiani. In tutte le mie precedenti fasi consolari ho avuto la fortuna di stare a contatto diretto con tutti i connazionali, qui sarà più difficile. Mi appello a tutte le Associazioni della Comunità, come l’Ordine dei Figli e delle Figlie d’Italia, di cui sarò felice di essere portavoce per le celebrazioni dei 100 anni, dal prossimo agosto”. “Questa città mi ha già rapita: sarò felice di stare vicina a tutti i segmenti della Comunità, dagli anziani ai giovani. Mi piacerebbe incontrare i bambini e le bambine italiane nelle scuole, così come gli universitari. Ho in programma anche incontri con gli altri Consoli Generali delle altre circoscrizioni, perché l’approccio olistico-integrato è sempre il migliore”. Sulla Festa della Repubblica, dopo Venditti e Baglioni, Costantini sa che le aspettative sono alte: “Abbiamo già iniziato a lavorarci e, nonostante i tempi stretti, faremo del nostro meglio per vincere la sfida. Sto parlando con alcune agenzie di artisti ed ho già avviato i contatti con alcuni sponsor, ma posso già dirvi che purtroppo non ci sono gli stessi fondi dello scorso anno”. Dopo tanti anni (l’ultima volta era successo nel 1998-2000 con Clara Maria Bisegna) sarà di nuovo una donna a rappresentare la Repubblica italiana in Québec. “Naturalmente sono fiera di essere donna, ma la Farnesina sceglie sempre per merito e competenze. Sono l’esempio di una donna che, anche a costo di alcune rinunce, è riuscita a fare carriera per capacità e forza di volontà. Anche se in Italia c’è ancora tanta strada da fare. Oggi, comunque, molte colleghe del mio concorso sono Consoli generali e Capi missioni. Basti pensare che la Segretaria generale della Farnesina, la Consigliera del Presidente della Repubblica e la Rappresentante Permanente dell’Italia all’ONU sono tutte donne”. Benvenuta a Montréal, Console Generale! (V.G.)
Montréal –Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, si sa. Nonostante le rassicurazioni di facciata, ci sono ancora dei quebecchesi, anche nei piani alti della società, che nutrono forti e ingiustificati pregiudizi nei confronti degli italiani di Montréal e del resto del Canada. Luoghi comuni e stereotipi che si annidano nell’inconscio e che riemergono puntualmente non appena si presenta l’occasione più propizia. L’ennesimo increscioso episodio si è registrato lo scorso 21 dicembre. In un articolo pubblicato sul sito internet ufficiale della tv di stato, Radio-Canada, dal titolo “Motard abattu à Saint-Léonard: une commande des Hells, croit un ex-officier de la Sûreté du Québec”, un ex ispettore, intervistato dal reporter, suggerisce che dietro la morte del motociclista possano esserci “degli italiani”. Perché dovrebbero essere stati “degli italiani”? In base a quale teorema o sillogismo? Perché tirare in ballo una Comunità etnica in particolare, quando non si fa la minima menzione della nazionalità, né del motociclista ucciso, né dei possibili gruppi criminali coinvolti? Un’accusa gratuita e generalizzata a tutta la Comunità italo-canadese, alimentata – ma noi ci auguriamo di sbagliarci – da un pregiudizio etnico e razzista diffamatorio e, quindi, inaccettabile. Un’allusione indifendibile che non è andata giù a Dominic Perri, consigliere comunale del distretto di Saint-Léonard-Ovest, che, dopo aver allertato i vertici della Comunità ed i suoi rappresentanti pubblici, ha esposto denuncia al Consiglio della stampa del Québec, chiedendo l’immediata rettifica del testo da parte di Radio-Canada. Lo scorso 14 febbraio, lo stesso organismo ha ufficializzato l’accordo tra le parti: Radio-Canada ha riconosciuto l’errore, ha chiesto scusa e rettificato l’articolo in questione, cambiando la frase “degli italiani” con “membri della mafia”. Con una postilla finale: “In una versione precedente di questo articolo, abbiamo scritto che gli italiani potrebbero essere dietro all’omicidio del motociclista Sébastien Beauchamp. Questa era l’espressione usata dall’esperto di cui abbiamo riportato le parole. Ci scusiamo se questa allusione ha potuto turbare qualcuno”. Soddisfatto il consigliere comunale di Saint-Léonard, Dominic Perri: “Mi auguro che una cosa del genere non succeda più. I propositi che colpiscono la reputazione di una Comunità non devono essere tollerati”. Una vittoria che rende giustizia all’orgoglio italiano in Canada. (V.G.)
Montréal – Ha vinto l’orgoglio italiano che, come succede da 25 anni a questa parte, ha colorato di azzurro l’estate montrealese,attirando centinaia di migliaia di appassionati (italiani da tutte le zone della Provincia, ma soprattutto italofili) nella Piccola Italia, trasformata per l’occasione in una grande piazza, in un tripudio assordante di colori, suoni e sapori tricolori. Un appuntamento che ormai caratterizza sempre di più la già frizzante e vivace estate montrealese, al pari di eventi ‘storici’ come il Festival del Jazz, Just For Laughs e Les FrancoFolies de Montréal, oltre al Gran Premio di F1 sul circuito ‘Gilles Villeneuve’. La ‘Settimana Italiana 2018’ sarà ricordata per le tradizioni, gli usi e i costumi della Toscana, la regione che ha dato i natali a padri della lingua italiana come Dante, Petrarca e Boccaccio, e su cui il Congresso Nazionale Italo-canadese, sezione Québec, che da 25 anni organizza la kermesse, ha deciso di puntare i riflettori. Presentata da Mastro & San Daniele, anche quest’anno la Settimana Italiana di Montréal ha toccato diversi punti della città, celebrando la bellezza, la ricchezza e la varietà della cultura Italiana, per poi chiudere in bellezza, tra il 10 ed il 12 agosto, nella Piccola Italia, su boulevard St-Laurent, tra Jean-Talon e St-Zotique, presa letteralmente d’assalto – complice anche le temperatura estiva e la Rogers Cup di tennis allo stadio IGA del Parc Jarry – da non meno di 500 mila persone.
Tra i 70 chioschi (in rappresentanza di sponsor, organismi comunitari e associazioni regionali) c’era anche quello del ‘Cittadino Canadese’, che ha distribuito oltre 1.500 giornali, con il ricercatissimo calendario di Serie A (nelle pagine centrali), che tantissimi connazionali stavano aspettando con ansia; oltre alle interviste a personalità e gente comune in streaming su #CittadinoTv. Senza dimenticare concerti di musica classica e popolare, esposizioni di Fiat 500 e Vespa, il torneo di scopa, lezioni di cucina e degustazioni di vini, i tour turistici, i concorsi di granita e tiramisù ed il sorteggio di un viaggio-premio in Toscana. Dopo la sfilata di moda di venerdì e il concerto di Marco Calliari e Jerome Charlebois di sabato, la manifestazione si è chiusa domenica sera, come da tradizione, con l’opera lirica, che quest’anno ha visto “La Boheme” di Giacomo Puccini far vibrare la Piccola Italia, con la direzione artistica di Salvatore Sciascia, l’orchestra sinfonica diretta dal Maestro Gianluca Martinenghi (giunto appositamente dall’Italia) e, sul palco, Mimi (Caroline Bleau), Rodolfo (Jean-Michel Richer), Marcello (Alexandre Sylvestre), Musetta (Raphaëlle Paquette), Colline (Claude Grenier), Schaunard (Dominique Côtè), e Alcindoro (Michel Duval). Ad assistere allo spettacolo teatrale tantissime personalità italo-canadesi (ma non solo): i consiglieri comunali Francesco Miele e Dominic Perri;le deputati provinciali Rita de Santis e Filomena Rotiroti; i deputati federali Angelo Iacono e Nicola Di Iorio;il Console d’Italia, Lorenzo Solinas; il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Montréal Francesco D’Arelli; il presidente del Congresso Nazionale Italo-Canadese, regione Québec, Antonio Sciascia, con la direttrice generale Josie Verrillo; il presidente del Congresso Nazionale Italo-Canadese, Roberto Colavecchio; Giuseppe Borsellino accompagnato dalla consorte Elina; il Sen. Basilio Giordano con la consorte Nina; il vice-chairman RBC e presidente della Fondazione Tony Loffreda con la moglie Angelina; il Cav. Emilio Imbriglio, presidente e direttore generale della società contabile Raymond Chabot Grant Thornton (RCGT). Con la regione Toscana in vetrina, a fare da ‘gustoso antipasto’ dell’opera è stato, da venerdì 10 a domenica 12 – alle 14, alle 16, alle 18 ed alle 20 – la marcia degli “Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini” (gruppo nato a Figline Valdarno nel 1965), impeccabili nel rievocare, attraverso suggestive esibizioni, la vita militare del Medioevo e dell’Umanesimo. La presenza della bandiera tra le truppe comunali era il segno dell’orgoglio cittadino ed esprimeva un’esigenza tattica, come punto di riferimento durante il combattimento. Lo scambio e il movimento delle bandiere ricorda il momento del pericolo, quando si deve evitare che il nemico se ne impadronisca. Anche se l’alfiere può essere sopraffatto, la bandiera deve essere salva. Così come salva deve essere la nostra Cultura. Passano gli anni e cambiano i protagonisti, ma la ‘Settimana Italiana’ è un bastione inespugnabile di Italianità che, ci auguriamo, possa ispirare le generazioni future.
Justin Trudeau a Saint-Léonard
Montréal – Giovedì 9 agosto, al parco Wilfrid-Bastien, nel corso delle attività e degli spettacoli della 25ma edizione della ‘Settimana Italiana’, circa 250 persone hanno abbracciato il Primo ministro del Canada, Justin Trudeau, che si è concesso con entuasiamo a selfie e strette di mano. ‘Scortato’ dai deputati italo-canadesi Nicola Di Iorio e Angelo Iacono, dal neo Ministro del Patrimonio canadese Pablo Rodriguez, e dalla neo Ministra degli Anziani Filomena Tassi, oltre che dalla deputata provinciale Filomena Rotiroti e dal Console d’Italia Lorenzo Salinas, che ha preso il posto di Filippo Lonardo, Trudeau ha salutato calorosamente la Comunità Italiana. Nel suo saluto, il leader liberale ha messo in evidenza il significativo contributo della Comunità italiana allo sviluppo della società canadese: “Avete lavorato forte per costruire, nel vostro nuovo Paese, un futuro per voi e per i vostri figli, orgogliosi della vostra lingua, della vostra cultura e dei vostri usi e costumi; tutto questo – ha spiegato Trudeau – costituisce un modello e una fonte d’ispirazione per tutti gli altri, un esempio da emulare: rimboccarsi le maniche, lavorare insieme, contro le divisioni e la paura che oggi serpeggiano a vari livelli”.
Quest’anno la manifestazione organizzata dal Congresso nazionale degli Italo Canadesi, regione Québec, metterà in vetrina la Regione Toscana
Montréal – Ci siamo: la Settimana Italiana è pronta ad accogliervi nella Piccola Italia per il gran finale della kermesse che, da 25 anni, colora di azzurro le estati montrealesi.Secondo il censimento del 2016, in Québec vivono 326.700 persone di origine italiana, di cui 147.105 solo a Montréal. Organizzata dal Congresso Nazionale degli italo-canadesi e presentata da Mastro e San Daniele, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Montréal, quest’anno la manifestazione tricolore si è svolta anche in altri quartieri della città: da Notre-Dame-de-Grace a LaSalle, da Laval a Saint-Léonard. Prima del momento-clou su boul. Saint-Laurent, tra le strade Jean Talon e Beaubien. In programma numerose attività, che permetteranno al pubblico di vivere la ricca e affascinante cultura italiana: lirica all’aperto, sfilata di moda sotto le stelle, concerti di musica classica e popolare, esposizione di FIAT 500, il torneo di scopa, lezioni di cucina e degustazioni di vini nel Vecchio Porto, concorsi di granita, tiramisù e sorteggio di un viaggio-premio in Toscana (biglietto a 5 $). Senza dimenticare i chioschi delle principali associazioni tricolori in città (artigianato, turismo e gastronomia), le visite guidate alla Piccola Italia (offerti da AMARRAGES sans frontières), una mostra speciale dedicata a Giacomo Puccini allestita presso la Casa d’Italia, un convegno su Lorenzo De Medici (giovedì 9 agosto al Piccolo Teatro del CLDV),e, fino al 10 agosto, la proiezione di film legati alla regione Toscana (come ‘Corpo Celeste’, ‘Terra Mia’, ‘La Vita è bella’ e ‘Wondrous Boccaccio’) al Centro Leonardo da Vinci, alla Casa d’Italia ed al museo McCord. Proprio la Toscana sarà la protagonista dell’edizione 2018: regione nota per i suoi paesaggi collinari, la sua varia ed eccezionale gastronomia, la sua architettura risalente al Rinascimento ed i suoi idilliaci borghi. Anche quest’anno portavoce della manifestazione sarà il cantautore italo-quebecchese Marco Calliari, che si esibirà sabato 11 alle 21.30 nella Piccola Italia insieme al collega Jérôme Charlebois in uno spettacolo che alternerà folclore italiano e sonorità moderne. Senza trascurare l’esibizione della soprano italiana Giorgia Fumanti, che salirà sul palco venerdì 10 alle 20. “Speriamo di avervi tra di noi per vivere la Dolce Vita!”, è l’auspicio degli organizzatori. Che puntano tutto sul gran finale alla Piccola Italia con l’opera lirica La Bohème di Giacomo Puccini, in programma domenica 12 agosto alle 21: a dirigere l’orchestra sinfonica della Settimana Italiana sarà il Maestro Gianluca Martinenghi (in caso di pioggia, l’opera verrà presentata alla chiesa Notre-Dame-de-la-Défense). Per il programma completo della Settimana Italiana di Montréal 2018, visitate visitare il sito ufficiale all’indirizzo http://semaineitalienne.ca.
“La Bohème” di Giacomo Puccini il 12 agosto alle 21
Domenica 12 agosto, alle ore 21.00, la Settimana Italiana porterà sul Palco Mastro & San Daniele in Boulevard St-Laurent la quarta opera di Giacomo Puccini: “La Bohème”. Una storia sempre attuale “che parla d’amor, di primavere, di sogni e di chimere”, come dice la protagonista Mimì, e che racconta la giovinezza, la crescita e il doloroso passaggio da un’adolescenza interiore a una maturità reale. L’esistenza spensierata di un gruppo di giovani artisti bohémien costituisce lo sfondo dei diversi episodi in cui si snoda la vicenda dell’opera, ambientata nella Parigi del 1830. Al centro la storia d’amore di due giovani e squattrinati ragazzi pieni di speranza. Mimì e Rodolfo, accompagnati da Musetta e Marcello, trascorrono in allegria gran parte della loro esistenza, screziata di gelosia ma pur sempre leggera e immersa in una Parigi inebriante e gioiosa. Dentro questa cornice “La Bohème” è, in realtà, una storia che racconta la crescita e il dolore, il passaggio da un’adolescenza interiore a una maturità reale. La stesura del libretto fu molto complessa, per la difficoltà di adeguare i personaggi alle rigide regole della lirica e della musica. La stesura della partitura, invece, risultò più semplice e venne completata nel dicembre 1895. Meno di due mesi dopo (tempi relativamente brevi per l’epoca), l’1 febbraio 1896, “La Bohème” fu rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino, diretta dal giovane Arturo Toscanini. La prima non ebbe grande successo (inspiegabilmente), al punto che Carlo Borsezio, noto giornalista torinese, parlò di «traviamento del cammino dell’arte». Il seguito fu invece trionfale e “La Bohème” divenne presto una delle opere più acclamate in assoluto. Ad accompagnare sul palco Mimi (Caroline Bleau), Rodolfo (Jean-Michel Richer), Marcello (Alexandre Sylvestre), Musetta (Raphaëlle Paquette), Colline (Claude Grenier), Schaunard (Dominique Côtè), e Alcindoro (Michel Duval) sarà l’Orchestra sinfonica della Settimana Italiana diretta dal Maestro Gianluca Martinenghi. La direzione artistica e la scenografia, invece, saranno curati da Salvatore Sciascia.
Moda sotto le stelle
Il 12 agosto, ore 22, sul palco Mastro & San Daniele, su Boulevard St-Laurent, angolo St-Zotique, torna il tradizionale appuntamento con la “Moda sotto le stelle”. L’appuntamento con il fashion è ormai un classico imprescindibile della kermesse tricolore: anche quest’anno i riflettori saranno puntati sugli stilisti italo-canadesi Sabrina Dodaro e Vanessa Rizziche combinano lo stile e l’eleganza per cogliere l’essenza del glamour italiano. A coordinare la manisfestazione sarà Alexandro Loffredi, assistito da Alessandra Tropeano, sulle musiche del DJ Fabio Russo.
Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini
Il Gruppo “Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini” si esibirà a Saint-Léonard il 9 agosto e poi il 10, 11 e 12 agosto nella Piccola Italia. Il gruppo nasce a Figline Valdarno nel 1965 dalla volontà di alcuni giovani appassionati. Presieduto da personalità d’eccellenza, si è esibito con successo in Italia e all’estero, portando la tradizione Toscana in tutto il mondo. Numerosi sono gli elementi che lo compongono, suddivisi in capitani, tamburi, chiarine e sbandieratori, con una scuola di bandiera che rende ancora attuale l’antica tradizione della sbandieramento militare, utilizzando aste di legno con contrappeso lavorate artigianalmente e drappi rigorosamente ricamati. Gli “Sbandieratori” rievocano nelle loro esibizioni alcuni aspetti della vita militare del Medioevo e dell’Umanesimo, mostrando il fascino di un’antica disciplina. Armonia, Forza, Impegno, Rigore sono i valori di quest’arte sportiva, che il gruppo rinnova ogni giorno, allenandosi ed esibendosi con energia e vigore.
Il Primo Ministro Justin Trudeau a Saint-Léonard
Ora è ufficiale: il Primo Ministro del Canada, Justin Trudeau, sarà a Saint-Léonard giovedì 9 agosto, intorno alle 19, per partecipare alle manifestazioni legate alla Settimana Italiana che si svolgeranno al Parc Wilfrid-Bastien (8400 Boul.Lacordaire). Qui di seguito il programma dettagliato: alle 19 la mostra delle Fiat 500; alle 19:30 spazio agli Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini; alle 20 SuperFantastico; alle 21 l’esibizione di Marco Bocchicchio ed alle 21.30 quella di Johnny Capobianco. Sempre il 9 agosto, presso il Piccolo Teatro del Centro Leonardo da Vinci, alle 19.30, ci sarà un convegno sul contrinuto letterario di Lorenzo Il Magnifico alla cultura italiana. Fino al 10 agosto, infine, al Parc Delorme, su rue Jarry, dalle 19 in poi si terrà un torneo di bocce.
DAL 10 AL 12 AGOSTO IL CLOU NELLA PICCOLA ITALIA
Per 3 giorni, da venerdì 10 a domenica 12 (dalle 13 alle 23), Boulevard Saint-Laurent, tra Jean-Talon e St-Zotique, sarà ‘animata’ dai chioshi di organismi comunitari e associazioni in rappresentanza di numerose regioni italiane.
Venerdì 10 agosto
• Dalle 16 alle 20 : torneo di scopa
• Alle 16, 18 e 20: Sbandieratori Borghi e Sestieri Fioventini.
Spettacoli sul Palco Jean-Talon
• Alle 15 : il cantante Marco Sanelli
• Alle 16: le ballerine Le Campagnole Folk Dancers
• Alle 16.30: i cantanti Charles V. Vaccaro e Ariana Ianniciello
• Alle 17.30 : la cantante Diana Varela
• Alle 19: gara di granita al limone
Spettacoli sul Palco Mastro & San Daniele
• Alle 20: la cantante Giorgia Fumanti
• Alle 21.30: l’umorista Joe Cacchione
• Alle 22: sfilata di moda ‘Moda Sotto le Stelle’ in un’atmosfera chic ed elegante (in caso si pioggia, la sfilata si terrà nella Casa d’Italia)
Sabato 11 agosto
• Dalle 16 alle 22 : torneo di scopa
• Alle 14, 16, 18 e 20: Sbandieratori Borghi e Sestieri Fioventini.
Spettacoli sul Palco Jean-Talon
• Alle 14.30 : il cantante Marco Sanelli
• Alle 15.30: le ballerine Le Campagnole Folk Dancers
• Alle 16: i cantanti Charles V. Vaccaro e Ariana Ianniciello
• Alle 17: le ballerine Le Campagnole Folk Dancers
• Alle 18: il cantante Marco Bocchicchio
• Alle 19: il gruppo Teri V
Spettacoli sul Palco Mastro & San Daniele
• Alle 20: il gruppo Borrkia Big Band
• Alle 21.30: i cantanti Marco Calliari e Jérôme Charlebois
Domenica 12 agosto
• Dalle 12 alle 18 : torneo di scopa
• Alle 14, 16, 18 e 20: Sbandieratori Borghi e Sestieri Fioventini.
Spettacoli sul Palco Jean-Talon
• Alle 14: gara di tiramisù animata da Joe Cacchione
• Alle 16.30: le ballerine Le Campagnole Folk Dancers
• Alle 17: i cantanti di SuperFantastico
• Alle 18: le ballerine Le Campagnole Folk Dancers
• Alle 18.30: il cantante Mike Melino
Spettacoli sul Palco Mastro & San Daniele
• Alle 20.30: annuncio del vincitore del grande sorteggio
Montréal – Torna la Settimana Italiana di Montréal, che, organizzata dal Congresso Nazionale degli italo-canadesi, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Montréal, quest’anno si svolgerà dal 3 al 12 agosto in diversi quartieri di Montréal: da Notre-Dame-de-Grace a LaSalle, da Laval a Saint-Léonard, oltre alla Piccola Italia.
Giunta alla sua 25ª edizione, la Settimana Italiana di Montréal celebra tutti gli anni la bellezza e la ricchezza dell’Italia. Ad agosto, italiani e amanti dell’Italia e la sua cultura si ritroveranno a vivere l’atmosfera gioviale della manifestazione. In programma numerose attività, che permetteranno al pubblico festivaliero di impregnarsi della cultura italiana: lirica all’aperto, sfilata di moda sotto le stelle, concerti di musica classica e popolare, esposizione di FIAT 500, concorsi di pasticceria e lezioni di cucina. Senza dimenticare le visite guidate alla Piccola Italia (iscrizione obbligatoria), una mostra speciale dedicata a Giacomo Puccini allestita presso la Casa d’Italia e la proiezione di film legati alla regione Toscana al Centro Leonardo da Vinci, alla Casa d’Italia ed al museo McCord (accesso gratuito). Proprio la Toscana sarà la protagonista dell’edizione di quest’anno : regione nota per i suoi paesaggi collinari, la sua varia ed eccezionale gastronomia, la sua architettura risalente al Rinascimento ed i suoi idilliaci borghi. Da Siena a Pisa, passando per Firenze, lasciatevi trasportare dal mar Mediterraneo per scoprire l’Italia in tutte le sue forme. Anche quest’anno portavoce della manifestazione sarà il noto cantautore italo-quebecchese Marco Calliari, che si esibirà nella Piccola Italia con Jérôme Charlebois in uno spettacolo che alternerà folclore italiano e sonorità moderne. Senza trascurare lo spettacolo della famosa cantante italiana Giorgia Fumanti. “Speriamo di avervi tra di noi per vivere la Dolce Vita!”, è l’auspicio degli organizzatori. Che puntano tutto sul gran finale alla Piccola Italia con l’opera lirica La Bohème di Giacomo Puccini, in programma domenica 12 agosto alle 21, con l’orchestra sinfonica della Settimana Italiana che sarà diretta dal Maestro Gianluca Martinenghi. In caso di pioggia, l’opera verrà presentata alla chiesa Notre-Dame-de-la-Défense.La Settimana Italiana di Montréal è un importante Festival culturale che si svolge ogni anno da 25 anni in tutta la città. Più in particolare, la Settimana Italiana di Montréal è un festival sulla bellezza e la diversità d’Italia e permette anche di scoprire la sua cultura musicale, l’arte, la cucina popolare famosa nel mondo. I festeggiamenti della Settimana Italiana di Montréal creano uno spazio interculturale per la discussione, la scoperta e la condivisione tra le diverse comunità culturali.
Per il programma completo della Settimana Italiana di Montréal 2018 è possibile visitare il sito Internet http://semaineitalienne.ca/it.
Il trio composto da Stati Uniti, Canada e Messico ospiterà la Coppa del Mondo del 2026: battuta la candidatura del Marocco in maniera schiacciante, 134 voti per gli americani contro i 67 del paese africano
MOSCA – Dopo quello del 2022 in Qatar, il Mondiale del 2026 si terrà in Usa, Messico e Canada. I tre paesi ospiteranno la prima storica edizione a 48 squadre. È stato sconfitto il Marocco: al trio americano sono andati 134 voti contro i 67 assegnati al paese africano. “Grazie mille per questo grande onore, per il privilegio di poter ospitare i Mondiale”, ha detto Carlos Cordeiro, presidente della federazione calcio statunitense che ha riservato parole di stima anche la federazione sconfitta “Grazie anche alla federazione marocchina. In fin dei conti siamo tutti uniti dal calcio”. Mentre il Messico ha ospitato già due edizioni dei mondiali, quelle del 1970 e del 1986, e gli Stati Uniti quella del 1994, per il Canada si tratta di una prima assoluta.
A Montréal almeno 3 partite. Soddisfazione e gioia da parte delle autorità locali: dal Sindaco di Montréal Valérie Plante al Primo Ministro quebecchese Philippe Couillard ed a quello canadese Justin Trudeau. Lo stadio Olimpico dovrebbe ospitare almeno 3 partite (“Da 3 a 6”, ha detto Rosannie Filato, responsabile dello sport e della gioventù nel Comune di Montreal), ma prima dovrà essere rimesso in sesto, con un campo in erba naturale (e non sintetica) ed un tetto che si apra almeno parzialmente. Serviranno decine di milioni di dollari. Con l’Impact che metterà a disposizione le sue strutture, dallo stadio Saputo al Centro Nutrilait, per permettere alle squadre di allenarsi. “Abbiamo già ospitato Real Madrid e Chelsea: siamo pronti ad ospitare anche le squadre nazionali “, ha dichiarato Richard Legendre, vicepresidente esecutivo dell’Impact.
Raggiante anche Tony Loffreda, vice-chairman RBC, presidente del comitato Montréal della ‘Coppa del Mondo 2026’: “Sono grato che il Canada possa ospitare i Mondiali nel 2026: United 2026 è una grande squadra di cui siamo fieri di far parte. Sono profondamente convinto che il potere dello sport possa avvicinare le nazioni ed il calcio è lo sport perfetto per raggiungere questo obiettivo. Montréal sarà pronta”.
La nuova formula. Le varie confederazioni avranno dei posti già assegnati tra le 48 nazionali partecipanti: 16 in Europa, 9 Africa, 8 Asia, 6 Nord e centro America, 6 sudamericane e 1 squadra dall’Oceania. Le nazionali padrone di casa saranno qualificate di diritto, mentre le ultime due squadre dovranno superare un torneo a sei così strutturato: parteciperà una nazionale a confederazione, esclusa la UEFA, e un’altra formazione appartenente alla confederazione che ospiterà la competizione. In questa sorta di play-off, le due squadre migliori secondo il ranking FIFA saranno teste di serie e giocheranno un solo turno. A spiccare, nell’aumento generale delle squadre dettato dalla maxi formula a 48, è l’allargamento delle selezioni di Asia e Africa che vedranno quasi raddoppiato il loro numero di pass. Sono loro le vere vincitrici di questa rivoluzione.
Chi ha votato chi: l’Italia voleva il Marocco. L’Italia avrebbe voluto giocare in Marocco, la Spagna si è astenuta. Subito dopo l’assegnazione del Mondiale, la Fifa ha svelato quali sono state le preferenze delle varie nazioni. Quasi tutti a favore del trio americano, a eccezione delle africane, della Spagna che si è astenuta, eOlanda, Belgio e Italia. Gli azzurri probabilmente, dopo la sfortunata edizione del 1994, persa in finale ai rigori contro il Brasile proprio negli Stati Uniti.
Dove si giocherà. La proposta americana ribattezzata “United 2026”, prevede una rosa provvisoria di 23 località, che saranno ridotti a 16 città. Edmonton, Montreal e Toronto sono le città presentate dal Canada, Città del Messico, Guadalajara e Monterrey quelle proposte dal Messico. Sedici, invece, le squadre presentate dagli Stati Uniti: Atlanta, Baltimora, Boston, Cincinnati, Dallas, Denver, Houston, Kansas City, Los Angeles, Miami, Nashville, New York, Orlando, Philadelphia, San Francisco, Seattle e Washington.Secondo il piano della candidatura, 60 delle 80 partite saranno giocate sul suolo statunitense (incluse tutte quelle dai quarti di finale in poi). Messico e Canada ospiteranno ciascuna dieci partite, mentre la finalissima si giocherà a Dallas, Los Angeles, New York o New Jersey.
L’obiettivo è raccogliere, entro dicembre, 3 milioni di dollari che serviranno a saldare il debito, ma anche a finanziare altri progetti: come gli archivi, unabiblioteca, una scuola di cucina italiana ed un museo permanente; senza dimenticare il Muro della Memoria
Servizio fotografico: Sara Barone
Montréal – Ripartire dal passato per riscattare il futuro. Lunedì 14 maggio, il Centro comunitario della Piccola Italia – Casa d’Italia (CCPI-Casa d’Italia), luogo di storia, cultura ed integrazione per la Comunità italiana di Montreal, ha lanciato una campagna di ‘raccolta fondi’ per salvare un simbolo del nostro senso di appartenenza, un’istituzione della nostra memoria storicadal pericolo sequestro, confisca e messa all’asta. L’obiettivo è ambizioso ma abbordabile, alla luce dello spirito di solidarietà che da sempre pervade l’animo italo-canadese: 3 milioni di dollari entro il prossimo dicembre. Presenti all’evento i rappresentanti del Comune, del governo provinciale e federale, oltre che i membri del CCPI e delle principali organizzazioni italiane in città. Tra le personalità, ricordiamo: Filippo Lonardo, Console d’Italia a Montreal; Nicola Di Iorio, deputato federale di Saint-Michel/Saint-Leonard; Angelo Iacono, deputato federale di Alfred Pellan; Rita De Santis, deputata provinciale di Bourassa; Francesco Miele, consigliere comunale del distretto di Côte-de-Liesse (arrondissement Saint-Laurent); Joe Pannunzio, presidente del Centro Leonard Da Vinci; l’Avv. Antonio Sciascia, presidente Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi (regione Quebec); Gaby Mancini, presidente Corporazione Casa d’Italia; Tony Loffreda, presidente della Fondazione Comunitaria Italo-Canadese; Salvatore Cimmino, presidente della CIBPA; Joe Fratino, presidente Ordine Figli d’Italia; Giovanna Giordano, presidente del COMITES. Gino Berretta, presidente del consiglio di amministrazione del CCPI-Casa d’Italia, ha ringraziato di cuore il presidente onorario della campagna di raccolta fondi, Joseph Broccolini, vicepresidente di Broccolini Construction Inc. “Con il sostegno di Joseph Broccolini – ha dichiarato Berretta – sono convinto che riusciremo a raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati”. I fondi raccolti, oltre a saldare il debito accumulato, permetteranno “la ristrutturazione della nostra cucina, in modo da poter offrire corsi culinari; la continuazione del nostro Muro della Memoria e delle Generazioni, un bellissimo omaggio ai nostri immigrati; e la realizzazione degli archivi della Comunità Italo-Canadese, che saranno accessibili al pubblico”, ha concluso Berretta.
Uomo d’affari sempre pronto a cogliere nuove sfide, Joseph Broccolini non ha nascosto il suo entusiasmo per questa campagna di raccolta fondi: “Durante i suoi giorni di gloria – ha detto l’imprenditore – la Casa d’Italia ha aiutato un gran numero di immigrati italiani a trovare un lavoro e un posto dove poter alloggiare. Nel corso degli anni è diventata rapidamente un simbolo della fiorente Comunità italiana di Montreal. È in queste mura che sono state fondate molte organizzazioni italiane. Oggi è nostro dovere preservare questo edificio storico costruito pietra su pietra dai pionieri della nosrtra Comunità “, ha concluso.
Lanciato sotto il tema “La nostra storia e le nostre radici: sempre vive”, l’obiettivo della campagna di raccolta fondi non è solo quello di preservare questo magnifico edificio in stile Art Deco costruito nel 1936, ma anche di proseguire la sua missione, nell’essere un luogo di memoria per la Comunità italiana di Montréal. “La nostra priorità come membri del consiglio di amministrazione – ha affermato Sabino Grassi, consigliere e responsabile della campagna di raccolta fondi – è che Casa d’Italia diventi un punto di riferimento per il senso di appartenenza delle generazioni più giovani ed un luogo d’incontro per lediverse comunità culturali che fanno parte della nostra città”.Le prime donazioni non si sono fatte attendere: la Federazione delle Associazione Molisane del Québec, in particolare, ha già offerto 25 mila dollari. Oggi più che mai la Casa d’Italia è aperta alle nuove leve: bastano 100 $ per diventare membri regolari, 250 $ per diventare amici e 500 $ per essere Ambasciatori. Partecipiamo con generosità anche noi alla raccolta fondi facendo un’offerta (http://casaditalia.org/it/donnez – 514-271-2524). (V.G.)
Montréal – Per la terza volta (dopo il 2002 e il 2015), Massimo Ranieri torna in Québec per un concerto – dal titolo “SOGNO E SON DESTO… IN VIAGGIO” – che questa volta lo vedrà esibirsi sabato 5 maggio sul palcoscenico di Place Bell (1950 Rue Claude-Gagné), a Laval. Per poi spostarsi a Toronto (6), Vancouver (9), Chicago (11), Atlantic City (12) e Connecticut (13). Lui che, da artista a tutto tondo, versatile, istrionico e inarrestabile, manderà di sicuro in visibilio gli italo-canadesi che riempiranno platea e galleria (3.000 in tutto). Con uno spettacolo – messo a punto con Gualtiero Pierce – che celebra la forza degli umili, il coraggio di chi sa sognare e guardare alla vita con speranza e positività. Inevitabili i riferimenti ai ricordi di un’infanzia vissuta in un clima di stenti e di difficoltà, ma con la dignità di chi vuole farcela. Anche il titolo scelto per lo show è ispirato ad un ricordo di famiglia. Con tenerezza e commozione Ranieri racconta del nonno pescatore che, alla sua curiosità di bambino, rispondeva come il mare fosse tanto bello e affascinante ma anche pericoloso, perché può tradire. Sognare sì – dunque – guardando alle stelle, immaginando e fantasticando, ma sempre restando attento e vigile, sveglio. Nasce da qui la scelta del titolo, con quella congiunzione che, da apparente ossimoro, trasforma la frase in un auspicato desiderio di sognare, ma ad occhi aperti: “Sogno e son desto”. Il Cittadino Canadese ha intervistato Massimo Ranieri: ecco le sue risposte.
Massimo Ranieri, il tuo tour nordamericano parte da Montréal, 3 anni dopo esserti esibito a Place des Arts. Ammettilo: Montréal è una città che ti è rimasta nel cuore….
“Sicuramente Montreal è una città che porto nel cuore perché la prima volta che ci sono stato, tanti tanti anni fa, in quel bellissimo teatro e in quella città meravigliosa mi rimase nel cuore. La prima volta che ci andai ero molto più giovane di adesso. L’ultima volta che ci son stato risale a tre anni fa e ancora prima mancavo da 13 anni. Troppi. Tutte le volte che il mio manager mi propone un progetto di tour in territorio americano e canadese gli dico sempre di considerare la tappa di Montréal, perché è davvero un luogo speciale al quale tengo molto”.
A Montréal vivono circa 350 mila italo-canadesi. Quale canzone del tuo repertorio dedicheresti agli italiani nel mondo?
“Ma sicuramente, se mi chiedi quale canzone dedicherei ai miei connazionali di Montreal, è sicuramente “Rose rosse” perché molti di loro all’epoca erano ancora in Italia ed hanno legato a questa canzone momenti di vita. Sono ricordiimportanti, una memoria nella memoria”.
Anche la tua carriera, in fondo, è cominciata all’estero. A soli 13 anni sei partito per l’America. Oggi sempre più giovani italiani emigrano all’estero: che consigli dai a chi oggi decide di lasciare il BelPaese?
“La mia carriera è iniziata a tredici anni proprio in America. Ero un ragazzino e Vedermi 3000 persone alla Academy di Brooklyn è ancora oggi un ricordo indimenticabile. Per quanto riguarda i giovani, anch’io all’epoca ero un emigrante, poi sono tornato in Italia, certamente era un altra Italia, nella quale gli altri venivano a trovarci;oggi la.situazione socio-politica è tale per cui molti ragazzi se ne vanno, e spero che nonostante il fatto che molti giovani stiano trovando fortuna fuori, do loro il consiglio di restare italiani nel cuore”.
Con più di quattordici milioni di dischi venduti, sei tra gli artisti italiani più conosciuti e apprezzati nel mondo. Come nascono le tue canzoni?
“Sì, sono più di 14 milioni di dischi. Per quanto riguarda il modo in cui una canzone nasce, posso solo rispondere che essendo io un interprete cerco di dare ad un brano una identità attraverso il mio modo di proporla, anche se in origine ogni canzone ha il suo autore che l’ha pensata e scritta prima di scegliere l’artista che successivamente la proporrà al pubblico”.
Mettendo da parte la tua carriera di cantante, come attore e come conduttore televisivo: qual è il film, qual è l’opera teatrale e qual è il programma tv a cui sei più legato, e perché?
“Sicuramente di tutte queste virtù quella che prevale è sempre e comunque quella di cantante. Grazie al fatto di essere cantante posso abbracciare anche l’esperienza di attore, regista teatrale e televisivo e conduttore. Il mio percorso da cantante mi ha aperto le porte a tutte queste meravigliose possibilità.Sicuramente sono legato al mio primo film, “Metello”, che mi ha dato il lancio e mi ha fatto conoscere al pubblico cinematografico, l’opera teatrale invece è quella di Patroni Griffi, che è stato il mio debutto in teatro, “Napoli chi resta e chi parte”, tratto da due atti unici di Raffaele Viviani. Il programma tv è ovviamente “Sogno e son desto “ perché abbiamo avuto 10 prime serate su Rai1 con ascolti strepitosi, è un bellissimo ricordo molto recente”.
Al netto di una voce che è un formidabile dono della natura, quali sono stati i modelli che hanno ispirato, influenzato il tuo talento fino a forgiare l’artista a tutto tondo che sei diventato?
“Sicuramente sono tre: Sergio Bruni, Charles Aznavour e Frank Sinatra. Aznavour perché è il più grande chansonniere, Bruni perché è stato il mio maestro e Sinatra perché è stato il nostro modello e la nostra bandiera in America per tanti anni”.
Sei una colonna portante della musica partenopea nel mondo. Come spiegare il successo unanime dellacanzone napoletana ai quattro angoli del pianeta?
“Sono nato a Napoli e non sono una colonna portante neanche un ambasciatore della canzone napoletana. Ci sono stati altri colleghi molto più “titolati” di me.Come spiegare il successo della canzone napoletana? È una canzone che nasce dalla grande melodia che arriva dritta al cuore ed è riconosciuta in tutto il mondo”.
Nella tua vita hai fatto incontri memorabili: Pier Paolo Pasolini, Giorgio Strehler, Anna Magnani, Domenico Modugno…
“Sì, sono molto fortunato. Grazie a queste persone ho avuto la possibilità di crescere. Pasolini, Strelher, Magnani, Patroni Griffi, grandissime persone che mi hanno insegnato molto sia dal punto di vista umano che artisticamente parlando”.
Da cattolico, sei stato molto legato alla figura di Giovanni Paolo II. Cosa pensi di Papa Francesco, che sta cercando di rinnovare il linguaggio e immagine della chiesa?
“Sono legato alla figura di Giovanni Paolo II e per lui ho anche inciso una canzone a lui dedicata. Lo sono anche con Papa Francesco. Sta riportando tanti giovani alla chiesa, che infatti, proprio grazie a Papà Francesco, negli ultimi anni ha riconquistato molti fedeli”.
Sei rimasto umile e modesto nonostante il successo, ma soprattutto giovane nonostane l’incedere inesorabile del tempo. Qual è il tuo segreto, il tuo elisir per l’eterna giovinezza?
“Il segreto, se lo conoscessi, non lo confiderei a nessuno. Quel che so è che il mio pubblico è il mio elisir, quello che mi fa andare in scena ogni giorno con grandissimo entusiasmo. A proposito…Montréal, sto correndo da Voi!”.