Tag: Montréal

  • Al Centro Dante zero contagi

    Al Centro Dante zero contagi

    La coordinatrice Nadine Zeidan: “Misure di protezione immediate, controlli frequenti e rigida formazione del personale”. Tra i casi più eclatanti, anche per la folta presenza di anziani Italo-Canadesi, ricordiamo la ‘Residenza Angelica’ a Montréal-Nord, dove si sono registrati ben 69 decessi (mentre in 162 sono guariti)

    Il Centro Dante

    Montréal  L’81% dei decessi legati al covid-19, in Canada, si sono verificati nei Centri di cura pubblici di lunga durata (CHSLD). Un’ecatombe che venerdì scorso, 3 luglio, è stato certificato anche dalla ‘Société royale du Canada’, la più antica organizzazione bilingue nazionale, che riunisce i più eminenti accademici, umanisti, scienziati e artisti canadesi, allo scopo di promuovere la conoscenza e la ricerca nelle arti, nelle lettere e nelle scienze. “Abbiamo agito male in Canada, in particolare in Quebec. Quello che è successo è spaventoso e non possiamo fare finta di niente”: sono le parole di Francine Ducharme, preside della facoltà di infermieristica dell’Università di Montreal e coautrice del rapporto, che ha stigmatizzato quanto accaduto come “tragico e prevedibile disastro”. Secondo gli ultimi dati disponibili, la pandemia ha fatto oltre 3.800 vittime nelle CHSLD in Québec, il peggiore bilancio di tutto il Canada. Secondo il presidente del Consiglio di protezione dei pazienti, Paul Brunet, “è stato un massacro”. “In effetti [il governo] ha trattato il popolo del Quebec come se esistessero due tipi di cittadini : –  ha poi rincarato la dose in un’intervista a TVA Nouvelles : – le persone sane, di cui si è preso cura immediatamente, e poi i CHSLD, gli anziani, di cui si è accorto solo a fine aprile-inizio maggio”. Un’accusa gravissima. Tanto che la Procura generale del Québec ha annunciato, nei giorni scorsi, un’inchiesta pubblica per fare luce su quella che si sta rivelando una vera e propria mattanza degli anziani nelle Case di cura. 

    Ecco la lista, pubblicata dal Journal de Montréal, dei CHSLD con più di 70 decessi:

    1. Centre Sainte-Dorothée, Laval: 100 morti, nessun caso attivo. 

    2. Centre Notre-Dame-de-la-Merci, Montréal: 94 morti, 3 casi attivi.

    3.  Centre Laurendeau, Montréal: 92 morti, 1 caso attivo.

    4. Centre Champlain-Marie-Victorin, Montréal: 84 morti, nessun caso attivo. 

    5. Centre Vigi de Mont-Royal: 81 morti, 1 caso attivo

    6. Centre Yvon-Brunet, Montréal: 72 morti, nessun caso attivo.

    7. Centre Saint-Jude, Laval: 71 morti, 9 casi attivi. 

    Tra le altre Case di cura, ce n’è una in particolare, la ‘Residenza Angelica’, gestita dalla Congregazione delle Suore di Carità di Santa Maria, nel territorio di competenza del CIUSSS du Nord-de-l’Île-de-Montréal, che, in base agli ultimi documenti in nostro possesso, ha registrato ben 69 decessi, e 162 residenti che invece sono riusciti a guarire. Facendo due calcoli, sui 345 residenti (di cui il 45% circa di origine italiana), 231 (69 + 162) hanno contratto il virus, ossia il 66%, i 2/3 dei residenti. Una proporzione enorme. Le famiglie degli anziani passati a miglior vita, però, non hanno mai nascosto la loro rabbia e frustrazione. E nelle scorse settimane, come ha riportato CTV News il 26 maggio scorso, hanno manifestato davanti alla Casa di riposo per chiedere chiarezza e trasparenza. L’accusa più grave è quella di negligenza, visto che il personale – dicono i familiari – era ridotto all’osso per le tante defezioni (in tanti hanno dovuto rinunciare, perché infetti loro stessi; altri si sono allontanati per paura), oltre ad essere esausto, visti i turni di lavoro massacranti a cui erano costretti. Senza contare, sempre secondo le famiglie, l’equipaggiamento inadeguato (maschere e visiere protettive) e la mancata separazione nelle stanze tra contagiati e non. Disorganizzazione, improvvisazione e scarsa trasparenza: questi i principali capi di accusa da parte dei diretti interessati.  Dal canto suo, la Residenza ha sempre respinto tutte le accuse: “L’assistenza e i servizi garantiti ai residenti hanno goduto dello stesso standard di qualità da 50 anni a questa parte”, ha dichiarato la portavoce Mélanie Aussant, aggiungendo che la struttura ha ricevuto la menzione d’onore dagli esperti in sanità di ‘Accreditation Canada’. Ciononostante, le famiglie sono sul piede di guerra e sono pronte ad adire le vie legali denunciando la residenza con una class-action. E giovedì 23 luglio, alle 15, hanno in programma una veglia davanti allo stabilmento, in memoria degli anziani deceduti.

    La Residenza Angelica

    Se i Centri sanitari pubblici di lunga degenza hanno rappresentato l’epicentro dei decessi in Canada, ci sono delle eccezioni che meritano di essere celebrate. Tra le 60 CHSLD pubbliche di Montréal, sotto la giurisdizione dei Centres intégrés universitaires de santé et de services sociaux (CIUSSS), solo tre non hanno registrato nessun contagio e, di conseguenza, nessun decesso dovuto al covid-19 : il Padiglione Camille-Lefebvre, a Lachine, che dipende però dal Centre universitaire de santé McGill (CUSM); il CHSLD Father-Dowd (CIUSSS du Centre-Ouest-de-l’Ile-de-Montréal) ed il CHSLD Dante (CIUSSS de l’Est-de-Montréal), che tuttora è chiuso ai visitatori come misura precauzionale. Il ‘Centro Dante’, ricordiamolo, ha compiuto 39 anni lo scorso giugno. L’apertura del Centro nel 1981 ha realizzato il sogno di un’intera Comunità, desiderosa di offrire ai suoi anziani, immigrati di prima e seconda generazione, una “casa” dignitosa dove trascorrere gli ultimi giorni in un ambiente familiare. Fin dalla sua istituzione, il Centro Dante accoglie gli anziani con scarsa autonomia, offrendo loro un ambiente imperniato sul “comfort culturale”, avendo cura di perpetuare i valori culturali, gli usi, i costumi e le abitudini alimentari del loro Paese di provenienza. Il Centro d’accoglienza Dante, che fa parte dei 15 CHSLD integrati dell’est di Montréal, offre 100 posti letto di lunga durata, 3 letti per soggiorni temporanei ed un centro diurno che può accogliere fino a 100 persone. Abbiamo chiesto a Nadine Zeidan, coordinatrice del Centro Dante, il segreto di questo successo: “Il merito va al grande impegno, sia dei dipendenti che dei dirigenti, che hanno saputo mantenere chiusa ermeticamente la struttura verso l’esterno, implementando tutte le misure di protezione dall’inizio della pandemia, fin dai primi indizi della sua diffusione, fin dai primissimi casi in Québec e a Montréal. Misure come il divieto per il personale di spostarsi in altre residenze, la prevenzione ed il controllo di malattie ed infezioni (con la verifica di tutti i sintomi da covid, come tosse e febbre, tra i dipendenti all’inizio del turno di lavoro), e la rigida formazione del personale, con il lavaggio frequente delle mani e l’obbligo di indossare maschere e visiere. A partire dal 13 marzo, le famiglie non hanno più potuto rendere visita ai propri cari, se non per motivi strettamente umanitari e di fine vita. Visite che sono riprese solo il 18 giugno scorso, sempre nel rispetto di misure igienico-sanitarie molto stringenti. Senza dimenticare – ha concluso scherzando – il buon vino, la pasta e la salsiccia e tutte le ricette della cucina italiana….”. (V.G.)

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  • Imbrattato il monumento di Colombo

    Imbrattato il monumento di Colombo

    Foto di Sara Barone

    Montréal – I vandali che vogliono azzerare e riscrivere la storia hanno colpito anche a Montréal. Nei giorni scorsi, infatti, qualche “genio” senza scrupoli ha imbrattato con una vernice rossa il busto del celeberrimo esploratore genovese Cristoforo Colombo, che si trova nel parco Turin, su rue Jean-Talon Est, tra le strade Chambord e Lanaudiere, nell’arrondissement di Villeray–Saint-Michel–Parc-Extension. Sull’increscioso episodio ci limitiamo a stendere un triste velo pietoso. (V.G.)

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  • Il covid-19 è “pacifista”

    Il covid-19 è “pacifista”

    L’EDITORIALE

    Cinema e teatri chiusi; ristoranti, pizzerie e negozi sull’orlo del fallimento; matrimoni e funerali annullati, cene in famiglia proibite, festival e concerti rimandati, stadi vuoti. Per settimane, mesi, ci siamo sottomessi, senza colpo ferire, in religioso silenzio, al diktat di scienziati, virologi e autorità sanitarie, che ci hanno imposto, di fatto, gli “arresti domiciliari”, in nome del famoso ‘distanziamento sociale’, diventato all’improvviso (almeno per noi cristiani) l’11º comandamento. Un dogma. Un precetto da non disattendere. Pena una multa salatissima e la sgradevole disapprovazione sociale. Per settimane, mesi, abbiamo subito il “terrorismo psicologico” di specialisti che, tutte le ore del giorno e della notte, ci hanno bombardato con le loro raccomandazioni in tv, per debellare una pandemia viscida e pericolosissima. “Non uscite, oppure rischiate di contrarre il virus e contagiare i vostri genitori e nonni, soprattutto se anziani o malati, condannandoli a morte”, uno dei messaggi più in voga. Tutti i media, allineati e coperti. Ci abbiamo quasi creduto. Atterriti. Poi, all’improvviso, l’evento rivelatore: un poliziotto bianco uccide un afroamericano a Minneapolis (omicidio che condanniamo, senza se e senza ma) e scoppia la rivolta sociale. Il poliziotto-killer, linciato dall’opinione pubblica, viene condannato al patibolo prima ancora di essere processato. Sarà condannato all’ergastolo. Giustamente. Ma solo dopo un processo, con il sacrosanto diritto alla difesa. Fino a prova contraria, la nostra civiltà è fondata sullo stato di diritto. Gli altri 3 poliziotti-complici saranno condannati ad almeno 20 anni per favoreggiameno. Giustamente. Quindi giustizia è fatta? Macchè! Da quasi 2 settimane, in migliaia si riversano sulle strade americane, e del mondo intero, protestando contro il razzismo e la brutalità poliziesca. Addirittura c’è chi chiede l’abolizione della polizia. L’abolizione del monopolio della forza in uno stato di diritto. (!!) Fatto sta che, dalle immagini televisive, ma anche in presa diretta per le strade di Montréal, abbiamo appreso che la pandemia è finita. Non ce ne siamo accorti, ma è finita. Evidentemente era tutto un gioco, una messa in scena, un bluff. Tutti fuori. Tutti insieme. Appassionatamente. Allegramente. Con le mascherine (non sempre), ma mai a distanza di sicurezza (2 metri). Altro che Organizzazione mondiale della Sanità, scienziati, virologi e autorità sanitarie (che hanno fatto del distanziamento sociale una conditio sine qua non)! Così hanno deciso gli onniscienti “pacifisti” del nuovo ‘ordine mondiale’. E, se la pandemia non è scomparsa, abbiamo scoperto che il covid-19 è “pacifista”: se marci per una “buona” causa, sei immune al virus. Miracolosamente. Magicamente. Clamorosamente. Perfino il Primo Ministro del Canada, Justin Trudeau, che per mesi ha predicato prudenza ed avallato restrizioni alle nostre libertà fondamentali, si è inginocchiato, a Ottawa, urbi et orbi, circondato da migliaia di manifestanti. Nel bel mezzo di una pandemia. Non è un film, è tutto vero: la pandemia è scomparsa, o è stata messa tra parentesi, per motivi ideologici. Il problema, però, è che… ‘Cà nisciuno è fesso’!  Se la  pandemia c’è, c’è sempre. Ed il distanziamento sociale è un obbligo imprescindibile. Non è a piacimento, a comando, o a convenienza. Se la pandemia è una presa in giro, una macchinazione, un’invenzione, – visto che il distanziamento sociale è diventato all’improvviso un optional – allora abbiamo scoperchiato il ‘vaso di pandora’: le istituzioni e le autorità pubbliche hanno perso ogni credibilità e autorevolezza, perché non agiscono in nome dell’interesse dei loro cittadini, ma secondo l’agenda occulta di un nuovo ‘ordine mondiale’.

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  • Montréal, estate da incubo per gli automobilisti

    Montréal, estate da incubo per gli automobilisti

    Priorità a piedoni e cicloamatori, che potranno beneficiare di 1.200 km di spazi esclusivi in diverse zone della città. Via libera anche alle terrazze sul suolo pubblico

    Montréal – Precedenza a pedoni e cicloamatori a Montréal, dove gli automobilisti non sono quasi più i benvenuti, penalizzati sia negli spostamenti (per le carreggiate ridotte), che nei parcheggi (per i marciapiedi allargati), pur pagando le tasse come tutti gli altri. Già Montréal è una città poco drivers-friendly per sua natura, considerata la neve durante l’inverno ed i cantieri stradali nel corso dell’estate. Quest’anno ci si è messa pure la pandemia, nel nome della quale la Sindaca Valerie Plante, che non ha mai nascosto le sue idee ecologiste, ha annunciato la creazione di 1.200 km di nuove piste pedonali e ciclabili, che collegano parchi e spazi verdi. Una rivoluzione verde giustificata dalla sicurezza pubblica, naturalmente: in questo modo, gli abitanti di Montréal saranno incentivati ad “uscire e a muoversi, ma in modo sicuro”. “Si tratta di uno dei progetti più importanti al mondo”, ha puntualizzato la Plante, che ha ammesso di essere preoccupata per la “salute mentale e fisica” dei montrealesi, visto che la città, epicentro del covid-19 in Canada, è ‘in pausa’ da due mesi. Le principali strade e zone, destinate a cambiare look nei prossimi giorni, sono: Mont-Royal – Rachel, Christophe-Colomb, Sainte-Catherine, Saint-Urbain, Saint-Denis, Ontario – Hochelaga, De la Commune – Vieux-Montréal, Wellington – Verdun, Canal de Lachine – Notre-Dame, Camilien-Houde – Côte-des-Neiges – Queen-Mary, Gouin – Rivière-des-Prairies–Pointe-aux-Trembles. Anche se le corsie per gli automobilisti saranno ridotte, per il responsabile dell’urbanistica e della mobilità nel comitato esecutivo, Éric Alan Caldwell, il problema non sussiste: “Il traffico di auto e camion per le strade della metropoli è già diminuito drasticamente dall’inizio della pandemia”, ha tagliato corto. Resta il problema dei parcheggi: “Stiamo studiando delle misure alternative, come il parcheggio a pagamento su strade parallele”, ha aggiunto Caldwell. Per andare incontro ai commercianti, inoltre, il Comune ha deciso di sospendere la riscossione degli affitti per le terrazze dei bar sul suolo pubblico. Verrà addebitata solo una tassa simbolica di  50 $, sia per le nuove domande di autorizzazione, che per i rinnovi. “Centinaia di migliaia di metri quadrati di spazio pubblico saranno messi a disposizione dei commercianti”, ha sottolineato la Sindaca Plante.

     

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  • Il Québec respira: oggi ‘solo’ 50 morti

    Il Québec respira: oggi ‘solo’ 50 morti

    La Provincia provvederà a fornire un milione di mascherine al Comune di Montréal, che annuncia un piano senza precedenti per ciclisti e pedoni. Dal canto suo, Justin Trudeau prolunga fino alla fine di agosto la sovvenzione per il pagamento del 75% dei salari

    Montréal – Sospiro di sollievo in Québec: venerdì sono stati registrati “soltanto” 50 decessi, per un totale di 3.401 persone che hanno perso la vita dall’inizio dell’emergenza sanitaria. I casi, però, non accennano a diminuire: altri 696 (41.420 in tutto) nelle ultime 24 ore, con 1822 pazienti ricoverati in ospedale, di cui 191 in terapia intensiva. A comunicare il bilancio è stato lo stesso Primo Ministro, François Legault, in occasione della consueta conferenza stampa che, per la seconda volta consecutiva, si è tenuta a Montréal e non nella capitale nazionale. Il leader della CAQ ha poi rassicurato la Sindaca della metropoli, Valerie Plante: il governo provinciale provvederà a fornire un milione di mascherine al Comune. Ricordando l’importanza di indossare una mascherina quando si viaggia nei mezzi pubblici (bus e metro), Legault ha anche annunciato di aver stanziato 6 milioni di dollari a favore delle società di trasporto pubblico della Comunità metropolitana di Montréal (che raggruppa 82 centri urbani). Il Primo Ministro ha inoltre indicato che tutti i dipendenti dei CHSLD pubblici e privati (le strutture sanitarie di lungodegenza) ​​saranno adesso sistematicamente testati (tamponi a tappeto) per il COVID-19, anche se asintomatici. Infine, Legault è tornato sull’incontro che ha avuto giovedì con i 16 presidenti e direttori generali del CIUSSS e dei centri ospedalieri della Grande Montréal, osservando che sono stati identificate diverse problematiche, ma che la sfida più grande resta quella di attrarre più personale. Il Primo Ministro, infine, ha ribadito che le Scuole Primarie in tutta la Grande regione di Montréal resteranno chiuse fino a settembre. Gli asili, dal canto loro, potranno accogliere i bambini a partire dal 1º giugno, mentre dal 25 maggio, salvo ulteriori proroghe,  dovrebbero riaprire i negozi, gli studi professionali e gli esercizi commerciali con accesso diretto e indipendente dall’esterno.

    Montréal annuncia un piano senza precedenti per ciclisti e pedoni. Tutti i principali festival estivi sono stati cancellati nella metropoli, epicentro dell’epidemia in Canada. “Probabilmente la maggior parte di noi trascorrerà le vacanze in città”, ha dichiarato la Sindaca Valérie Plante. Per incentivare  gli abitanti di Montreal ad “uscire, a muoversi, ma in modo sicuro”, la Prima Cittadina ha annunciato la creazione di oltre 320 km di nuove piste pedonali e ciclabili che collegano parchi e spazi verdi. Il circuito totale, nelle prossime settimane, coprirà più di 1.200 km. “Si tratta di uno dei progetti più importanti al mondo”, ha detto la Plante, che ha dichiarato di essere preoccupata per la “salute mentale e fisica” dei montrealesi, visto che la città è ‘in pausa’ da due mesi.

    Ottawa estende il sussidio per i salari fino alla fine di agosto. Il programma federale di sovvenzione per il pagamento del 75% dei salari sarà esteso per altri tre mesi, fino alla fine di agosto: ad annunciarlo, venerdì mattina, è stato Justin Trudeau, in occasione della conferenza stampa quotidiana dalla sua residenza. Il Primo Ministro del Canada ha annunciato, allo stesso tempo, che il governo sta studiando la possibilità di apportare delle modifiche al programma, progettato per incentivare il datore di lavoro a non licenziare i propri dipendenti. “Rivaluteremo la soglia di mancati introiti pari al 30% – ha detto -: quando le aziende sono pronte a riprendere le attività e persino a crescere, questa soglia non dovrebbe costituire un ostacolo alla crescita ed all’espansione. Ad oggi, ricordiamolo, possono usufruirne della misura tutte le imprese e tutti gli esercizi commerciali che hanno perso almeno il 30% delle entrate a causa del Covid-19.

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  • Troppi contagi e morti: Legault ferma le scuole a Montréal

    Troppi contagi e morti: Legault ferma le scuole a Montréal

    Grande Montréal sempre più zona rossa del Canada

    Montréal sempre più epicentro del covid-19 in Canada. Giovedì 14 maggio, in Québec, sono stati registrati altri 131 decessi e 793 nuovi contagi, per un totale di casi che schizza a 40.724. Contro i 21.494 dell’Ontario (con 1.798 decessi), i 2.376 della Colombia Britannica (132) ed i 6.407 dell’Alberta (120). Quasi la metà dei casi positivi in Québec, ovvero 20.633, sono stati registrati nella Grande Montréal, dove a perdere la vita sono stati più di 2.154 cittadini sui 3.351 totali di tutta la Provincia. Con le  residenze per anziani ed i CHSLD sempre più focolai di contaminazione difficili da controllare ed arginare. Nonostante l’arrivo dell’esercito. Il governo punta a controllare la curva dei contagi portando il numero dei tamponi giornalieri a 14.000. La tendenza resta allarmante e preoccupante, tanto che il Primo Ministro François Legault ha annunciato la chiusura fino a settembre delle Scuole Primarie in tutta la Grande regione di Montréal. Gli asili, dal canto loro, potranno accogliere i bambini a partire dal 1º giugno. Confermata per il 25 maggio, invece, almeno per il momento, la riapertura dei negozi e degli esercizi commerciali con accesso diretto e indipendente dall’esterno. Per accelerare la ripresa economica, infine, Legault ha vivamente raccomandato ai montrealesi (senza però obbligarli) di indossare le mascherine (di cui provvederà ad incrementare la distribuzione con un finanziamento ad hoc) quando frequentano luoghi pubblici (come bus e metro) dove non è possibile rispettare la regola dei due metri di distanziamento sociale.


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  • COVID-19, Montréal-Nord: aperte tre cliniche per il tampone

    COVID-19, Montréal-Nord: aperte tre cliniche per il tampone

    Montréal-Nord è uno degli arrondissments più colpiti dall’emergenza coronavirus. Ora ci sono tre cliniche sul posto, pronte ad accogliervi per effettuare il tampone sulla positività al covid-19 (test de dépistage). Se avete (o avete avuto) sintomi come il raffreddore, la gastro, la febbre, la tosse o difficoltà respiratorie, o siete entrati in contatto con persone con questi sintomi, presentatevi in una delle seguenti cliniche, tra le ore 10 e le ore 16:

    Aréna Garon (11212 avenue Garon)
    Giovedì 14 e venerdì 15 maggio

    Aréna Fleury (3700 rue Fleury Est)
    Sabato 16 e domenica 17 maggio

    Maison culturelle et communautaire (12004 boulevard Rolland)
    Lunedì 18 e martedì 19 maggio

    Non dimenticatevi di portare con voi la tessera sanitaria. Se non ne siete in possesso, potete comunque fare il tampone.

    Se non potete recarvi in clinica negli orari e nei giorni prestabiliti, siete preoccupati e volete comunque fare il tampone, chiamate al 514 644-4545 oppure al 1 877 644-4545.


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  • Covid-19, Montréal tra le zone rosse in Nord America

    Covid-19, Montréal tra le zone rosse in Nord America

    Nella Comunità metropolitana di Montréal, i decessi sono stati 423 per milione di abitanti, ovvero l’89% (2146) dei 2398 morti registrati in tutto il Québec.

    MONTRÉAL – Siamo nel cuore della zona rossa. Montréal è sempre più l’epicentro della pandemia nella provincia del Québec e nel resto del Canada. Un primato inquietante che ci costringe a tenere alta la soglia di attenzione: la battaglia contro il covid-19 è ancora lontana dall’essere vinta. I numeri sono impietosi: la Comunità metropolitana di Montréal (CMM), agglomerato urbano formato da 82 comuni, conta il numero più alto di decessi per milione di abitanti. Analizzando gli ultimi dati, infatti, l’80% dei casi positivi in Québec risulta essere concentrato sul territorio delle cinque regioni che formano la CMM: agglomerato di Montréal, Laval, Lanadière, Laurentides e Montérégie. Con il tasso di mortalità legato al COVID-19 che schizza a 750 morti a Laval e 720 morti a Montréal (per milione di abitanti). Nella Comunità metropolitana di Montréal, i decessi sono stati 423 per milione di abitanti, ovvero l’89% (2146) dei 2398 morti registrati in tutto il Québec.

    Negli ultimi 7 giorni, nella CMM si sono registrati, mediamente, 95 decessi al giorno, contro gli 85 che si erano verificati nel corso della settinana precedente.

    L’80% delle persone decedute sul territorio della Grande Montréal vivevano nelle residenze sanitarie di lungo degenza per anziani (CHSLD) o nella case di riposo private (RPA). Questa proporzione varia tra il 67% nella Lanaudière e l’85% a Laval.

    Con questo triste record, la Grande Montréal supera diverse altre grandi città del Nord America come Toronton, Vancouver, Chicago e San Francisco. Solo Boston e New York registrano più morti per milione di abitanti.

    La situazione è molto più incoraggiante nel resto del Québec, con molte regioni (compresa la capitale nazionale) che hanno già potuto autorizzare la riapertura di scuole, studi professionali ed essercizi commerciali.

    I dati pubblicati sul sito della CMM (https://cmm.qc.ca) sono  aggiornati quotidianamente. “Si tratta di uno strumento di monitoraggio che può tornare molto utile agli eletti che devono prendere decisioni, di concerto con Québec, sul deconfinamento o sul prolungamento delle misure di contenimento”, ha spiegato Philippe Rivet, consulente di ricerca della CMM.

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  • Scossa di terremoto 3,3 a Montréal 

    Scossa di terremoto 3,3 a Montréal 

     

    Montréal – Venerdì 6 marzo, nel cuore della notte, alle ore 3:22, una scossa di terremoto di magnitudo 3,3 della scala Richter è stata avvertita sull’isola di Montreal. L’epicentro è stato nel Nord-Est dell’isola, all’altezza di Saint-Léonard, a circa 12 km di profondità. Il sisma è stato percepito su tutta la corona nord della grande regione metropolitana e sulla riva sud. Dopo le più leggere di gennaio e febbraio nelle Laurentides, nel Outaouais e in Montérégie, si tratta della settima scossa sismica dall’inizio dell’anno, ma la prima avvenuta in zona urbana. Secondo Earthquakes Canada, generalmente, le scosse al di sotto del 3,5 non sono percepite dalla popolazione, ma semplicemente captate dai sismografi. Trattandosi stavolta, però, di area metropolitana, sui social media sono state diverse le segnalazioni, in molti si sono svegliati bruscamente durante la notte pur senza capire perché. Non sono stati segnalati danni materiali. (G.V.)

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  • Silvia Costantini: unire tradizione e novità

    Silvia Costantini: unire tradizione e novità

    La Console Generale Silvia Costantini con il suo giovane staff e diverse personalità tra cui i Maiolo, Di Iorio, il Sen. Giordano e Perri

    Montréal – Dopo le “esterne” allo stadio Saputo e al Place Bell di Laval dell’era Rusconi, caratterizzate dalla partecipazione massiccia di connazionali, anche per la presenza di cantanti di spessore internazionale come Antonello Venditti e Claudio Baglioni, quest’anno la festa della Repubblica è tornata nella Casa d’Italia: domenica 2 giugno, l’edificio più rappresentativo della storia dell’immigrazione italiana a Montréal ha ospitato circa 400 italiani per celebrare, tra le storiche e suggestive mura in stile Art Deco costruite nel 1936, il 73º anniversario della Festa della Repubblica italiana. Visti i tempi ristretti (la nuova Console Generale Silvia Costantini ha assunto le funzioni solo il 7 marzo scorso), la scelta non poteva che cadere sul monumento storico-simbolo dell’orgoglio tricolore a Montréal, nonché bene artistico-architettonico del patrimonio canadese. Detto questo, il 2 giugno è la festa di tutto il popolo italiano, e non solo delle élite: siamo certi che già dal 2020 tornerà ad essere una festa aperta, accessibile e popolare, magari in una location meno evocativa, ma più pratica e adeguata alle attese delle migliaia di italiani che vivono e lavorano in Québec. Tra le tante personalità in sala, ricordiamo: David Lametti, Ministro della Giustizia del Canada; Louis Lemieux, sottosegretario al Ministero provinciale della Cultura e delle Comunicazioni; Tony Loffreda, presidente della Fondazione Comunitaria Italo-Canadese; il Sen. Basilio Giordano, editore e direttore generale del ‘Cittadino Canadese’; il giudice Antonio Discepola; la deputata provinciale Filomena Rotiroti, il deputato federale Emmanuel Dubourg; l’ex deputato federale Nicola Di Iorio; il presidente del Picai, Piero Iannuzzi; il presidente dei Servizi Comunitari Italo-Canadesi del Québec, Giuseppe Maiolo, accompagnato dal figlio Ilario, candidato per il partito conservatore alle prossime elezioni federali; la presidente del Comites Giovanna Giordano; i consiglieri comunali Francesco Miele, Patrizia Lattanzio e Dominic Perri; il direttore dell’Istituto di cultura Francesco D’Arelli; la direttrice generale della Camera di Commercio Daniela Virone; la direttrice generale dell’ITHQ, Lisa Frulla. Ad aprire le cerimonie, con Giulia Verticchio a fare gli onori di casa come ‘animatrice’, è stato il Coro Alpino di Montréal, che prima ha intonato l’Inno di Mameli e poi, per rendere omaggio alla patria adottiva, ha interpretato anche l’inno canadese. In seguito alle parole di benvenuto di Gino Berretta, presidente della Casa d’Italia, ed i saluti istituzionali del Console Lorenzo Solinas (che si è fatto anche portavoce dei saluti delle due deputate italiane assenti, Fucsia Nissoli e Francesca Alderisi), a prendere la parola è stata la Console Generale d’Italia a Montréal, Silvia Costantini, che ha portato i saluti dell’Ambasciatore d’Italia in Canada, Claudio Taffuri: “Il 2 giugno – ha detto – è la festa che unisce tutte le italiane e gli italiani nel mondo. Gli italiani e gli italo-quebecchesi sono sempre più integrati nella società: un’ulteriore dimostrazione dell’amicizia molto solida tra l’Italia, il Québec e tutto il Canada. Ho voluto organizzare la festa alla Casa d’Italia perché punto di riferimento solido della, e per la, Comunità italiana di Montréal. La commistione tra tradizione e novità, passato e futuro è un obiettivo primario del mio mandato: riunire i vari strati della Comunità italiana e italo-quebecchese per creare un’unica Comunità, forte e coesa. Agendo da ponte, per creare e incentivare occasioni di scambio e di interazione. E, per realizzare questo progetto ambizioso, ho bisogno di tutta la Comunità, che in queste prime 15 settimane ho imparato a conoscere e ad apprezzare. Con una maggiore attenzione per la nuova mobilità, formata da chi ha scelto il Québec come tappa del suo percorso formativo. Oltre a lavorare con le Università canadesi e italiane per incentivare gli scambi tra i due Paesi. La lingua italiana, vettore della nostra cultura, è la quarta più studiata nel mondo: qui a Montréal la nostra collettività parla italiano finanche alla terza e quarta generazione e questo mi rende particolarmente orgogliosa”. Dopo aver concluso il suo intervento rendendo omaggio alle forze armate italiane, la Console Generale ha consegnato 6 onorificenze ad altrettante personalità: Paul Caccia, Suor Angela Rizzardo, Luigi Erriquez, Giuseppe Panzera sono stati decorati come Cavalieri dell’Ordine della Stella d’Italia, mentre l’avv. Pasquale Artuso e Nicolangelo Cioppi sono stati insigniti come Cavalieri dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Poi il gran finale, con l’esibizione di alcuni giovani artisti guidati dalla cantante e attrice Daniela Fiorentino, ed il buffet a base di sapori e gusti tricolori preparato da Vincenzo Morena, patron del gruppo PMG. (V.G.)

    Il Coro Alpino di Montréal, guidato da Italo Spagnuolo (al centro della foto insieme al Sen. Basilio Giordano) ha intonato l’inno italiano e quello canadese all’inizio delle celebrazioni
    La Console Generale Silvia Costantini, Tony Loffreda e Sabino Grassi
    Vincezo Morena, Antonio Discepola e Jos Salvo
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