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  • Riconfermato, ma con riserva

    Riconfermato, ma con riserva

    IL PUNTO di Vittorio Giordano

    Il Canada resta liberale, ma questa volta la fiducia accordata al Primo Ministro non è stata totale e incondizionata: gli elettori hanno scelto ancora Trudeau, ma senza la stessa convinzione e compattezza del 2015. Trudeau ha mantenuto il potere, ma la sensazione è che questa volta si sia imposto più per la mancanza di alternative credibili che per meriti personali, acquisiti in quattro anni di governo. Nessuno dei leader è riuscito a convincere gli elettori, conquistando la maggioranza dei seggi necessari (170) per governare senza patemi d’animo fino al 2023: Andrew Scheer (Partito Conservatore) poco carismatico e autorevole,  Jagmeet Singh (NDP) troppo progressista, Elizabeth May (Partito Verde) troppo schiacciata sull’ecologismo militante, Yves-François Blanchet (Bloc Québécois) troppo Quebec-centrico e Maxime Bernier (Partito Popolare) troppo estremista. Alla fine i canadesi si sono affidati al vecchio adagio popolare: ‘Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che lascia ma non sa quel che trova’. Da qui la scelta di rinnovare la fiducia a Trudueau, ma senza lasciargli campo libero. A limitarlo saranno le opposizioni, con cui Trudeau dovrà negoziare la sua azione di governo. Per un esecutivo ‘sotto tutela’. Una tutela neodemocratica o blocchista, con Singh favorito su Blanchet a fare da stampella all’esecutivo. Grazie ai 156 deputati liberali eletti, infatti, basterebbe aggiungere i 25 Arancioni e magari i 3 Verdi (183 in tutto, 13 in più rispetto ai 170 necessari) per formare un governo di centrosinistra. Una soluzione naturale e logica in teoria, ma difficilmente praticabile, visto che in campagna elettorale, sia la May che Singh non hanno risparmiato critiche feroci a Trudeau, accusato di predicare bene e razzolare male. Il Bloc di Blanchet ed i Liberali, d’altro canto, sono lontani anni luce su temi fondamendali, come la laicità dello stato ed i poteri della Belle Province, sulla dichiarazione dei redditi e sull’immigrazione. C’è poco da fare: a questo punto Trudeau dovrà turarsi il naso e negoziare. La colpa di questa evidente ‘diminutio’ è solo sua: gli elettori lo hanno ‘dimezzato’ per i troppi passi falsi compiuti: sia di immagine, come il viaggio-fiasco in India e lo scandalo del BlackFace, che di sostanza, come l’acquisto del gasdotto, il debito ed il deficit galoppante, la legalizzazione controversa della cannabis, l’intenzione di contestare in Corte Suprema la legge sulla laicità del Québec ed il tentativo di insabbiare le presunte condotte illecite di SNC-Lavalin. Errori di gioventù ed inesperienza, che gli sono costati popolarità e seggi.  Ora governerà con un esecutivo che rischia di diventare un governicchio, indebolito alla nascita dai necessari compromessi al ribasso che dovrà negoziare in Parlamento.

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  • È sfida tra Patricia Lattanzio e Ilario Maiolo

    È sfida tra Patricia Lattanzio e Ilario Maiolo

    Lattanzio (PLC): “Votiamo per una donna e per valori che condividiamo”

    Di origini abruzzesi, avvocato dal 1990, mamma di un maschio e due femmine, Patricia è stata per tanti anni Commissaria scolastica allo School Board English Montréal, prima di essere eletta consigliera comunale di Saint-Léonard est nel 2015.

    La tua reazione, quando hai appreso che saresti stata la candidata del Partito Liberale. “Sono felicissima di essere la candidata liberale nella contea di di Saint-Léonard/Saint-Michel. Non me l’aspettavo, mi stavo preparando per aiutare il mio partito, è stata una grande sorpresa”.

    Ora sei la candidata di un partito che ha sempre vinto in questa contea. “Ero già pronta quando mi sono candidata alle primarie, mi sentivo già in grado di affrontare questa sfida. Adesso sono più pronta che mai. E la campagna va benone”. 

    Dove si trova il tuo ufficio elettorale? “Siamo in piena campagna e c’è tanto lavoro da fare. Il nostro ufficio elettorale è al 5836 Metropolitain Est”.

    Quali sono le priorità del tuo programma? “Quattro sono i punti principali: il sostegno della classe media, i giovani, gli anziani e la lotta contro i cambiamenti climatici. Aumenteremo anche i finanziamenti per le infrastrutture, come la metro, con la linea blu che è molto importante per Saint-Léonard, che beneficerà di 3 delle 5 nuove stazioni. Sarà un vero e proprio boom economico per i concittadini dell’arrondissment. Questa campagna sarà diversa da tutte le altre: per la prima volta gli elettori potranno eleggere una donna di origine italiana come deputata di Saint-Léonard/Saint-Michel. Nel solco dei valori del Partito Liberale, che si è impegnato per l’uguaglianza di genere in politica”.

    Cosa pensi delle foto di Trudeau dipinto di nero? “Il Primo Ministro si è già scusato e non c’è altro da dire. Dobbiamo voltare pagina e andare avanti”.

    Ci saranno due candidati italo-canadesi, il voto della Comunità rischia di dividersi. “Siamo due persone che si candidano per 2 partiti diversi. Non è la prima volta che ci sono più candidati italiani: è già successo in passato a livello comunale e provinciale. Rappresentiamo valori diversi e spero che i cittadini di Saint-Léonard/Saint-Michel continueranno a condividere i valori del Partito Liberale”.

    L’ex candidato Guillet ha parlato di partito incompetente o in malafede. Cosa ne pensi? “Il Primo Ministro è stato chiaro: il PLC non tollera propositi antisemiti e discriminatori. Questi sono esattamente i valori liberali che io condivido”.

    Cosa pensi delle parole della presidente della Commissione scolastica, Angela Mancini, che ti accusa di “pratiche eticamente discutibili”? “Il Ministero dell’Istruzione ha depositato un rapporto indipendente che parla da sé. Io mi rimetto a questo rapporto. Ora spetta al Ministro decidere. Posso solo dire che il consiglio è formato da 15 Commissari e che le decisioni sono sempre state prese in maniera collegiale”.

    Cosa dobbiamo aspettarci nelle prossime 4 settimane? “Farò porta-a-porta, organizzerò eventi, incontrerò più gente possibile e continuerò a lavorare per ottenere la loro fiducia ed il loro sostegno perché io non do nulla per scontato. Chiedo agli elettori di andare avanti con Patricia Lattanzio e col Partito Liberale che crede nei cittadini di Saint-Léonard/Saint-Michel”.

     

    Maiolo (PCC): ”Basta doppia morale, la nostra gente merita molto di più”

    Nato a Montréal, da padre d’origine calabrese e da madre originaria dell’Isola di Ponza, Ilario si è laureato in Diritto civile all’Università di Ottawa e poi si è specializzato in Diritto internazionale all’Università di Ginevra, in Svizzera. Ha lavorato come consulente per il Ministero degli Affari Esteri canadese e poi come consigliere giuridico per la Croce Rossa canadese occupandosi di diritto internazionale e diritto umanitario.

    La tua reazione dopo la diffusione delle foto di Justin Trudeau con la faccia dipinta di nero. “È chiaro che si tratta di una storia molto triste per i canadesi e che dimostra ancora una volta che Justin Trudeau è un Primo Ministro inadeguato, che manca di giudizio. Sembra un fatto che risale a qualche tempo fa, ma c’è seriamente da domandarsi chi sia il vero Justin Trudeau. Il vero problema è l’ipocrisia e la totale mancanza di buonsenso. È vero che è successo nel 2001, ma dobbiamo aspettare che sia l’opinione pubblica a dirci che un comportamento è indegno per non farlo?”.

    A 29 anni, poi, non era proprio un ragazzino. “Non solo questo, non è nemmeno capace di dirci quante volte si è dipinto di nero”.

    Il leader del PCC Andrew Sheer non ha usato mezzi termini: non è degno di guidare il Canada. “Per me è già da molto tempo che ha perso l’autorità morale per governare e quest’ultimo scandalo è solo un’altra goccia che sta facendo traboccare il vaso: non è assolutamente il leader che meritiamo”.

    In 4 anni il governo Trudeau ha soprattutto creato un deficit di 71 miliardi. Chi ripaga questo debito enorme? “C’è solo una tasca, la nostra, ed è per questo che i Liberali nascondono le loro vere intenzioni per i prossimi 4 anni : secondo alcuni rumors, vorrebbero addirittura tassare fino al 50% i proventi dalla vendita della prima casa. Questo è un grande problema economico e avrà un impatto sulla qualità della nostra vita. L’ex Premier Harper ha fatto uscire il Canada dalla crisi meglio e prima degli altri Paesi del G8. Oggi viviamo una situazione di prosperità economica solo relativa: molti canadesi della mia contea mi dicono che riescono a sopravvivere, ma non a prosperare”.

    Cosa pensi del rapporto del Ministero dell’istruzione sulle “pratiche eticamente discutibili” alla Commissione scolastica English Montréal, con la presidente Mancini che sul suo profilo Facebook ha accusato anche Patricia Lattanzio? “Quella del rapporto è un’accusa molto seria. La Mancini ha aggiunto che questi modi di fare hanno riguardato anche la Lattanzio. Si tratta di accuse molto gravi per chi si candida ad essere deputata federale ed i cittadini di Saint-Léonard/Saint-Michel meritano come minimo una spiegazione. Fino ad oggi, invece, la Lattanzio ha preferito mantenere il più assoluto riserbo. E questo, secondo me, significa prendere gli elettori per acquisiti. Se fossi nella sua posizione, io risponderei per la mia dignirtà e quella della popolazione. È una questione di interesse pubblico e la Lattanzio deve chiarire”.

    Ci sarà anche Hassan Guillet, che resta in corsa come indipendente. “La sua è una situazione un po’ strana: lui si è scusato e Trudeau non ha accettato le sue scuse, lo stesso Trudeau che invece ha accettato le scuse di se stesso sullo scandalo Blackface. La situazione di Guillet mostra benissimo questo doppio standard morale del Partito Liberale. Per quanto riguarda le conseguenze politiche, spetterà agli elettori di Saint-Léonard/Saint-Michel esprimersi il prossimo 21 ottobre”.

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  • Guillet non è più il candidato liberale di St-Léonard/St-Michel

    Guillet non è più il candidato liberale di St-Léonard/St-Michel

    Montréal  Colpo di scena nella contea di St-Léonard/St-Michel: venerdì 30 agosto il Partito Liberale del Canada ha ritirato la candidatura dell’ex imam Hassan Guillet nella contea di St-Léonard/St-Michel, dopo che “B’nai Brith”, un influente organismo internazionale che difende i diritti degli ebrei, ha pubblicato sul suo sito ufficiale alcune affermazioni (risalenti ad un paio di anni fa) di stampo “antisemita e anti-israeliano” dell’ex imam. Frasi che Guillet aveva pubblicato sui social media, salvo poi cancellarle.

    Le frasi “antisemite e antisraeliane” rilanciate da “B’nai Brith”. In una di queste dichiarazioni, datata 8 luglio 2017 e rilanciata da B’nai Brith, Guillet accoglie con favore “la liberazione, dopo nove mesi in una prigione della Palestina occupata, Raed Salah, che qualifica come “resistente” e “jihadista”. E ancora: “Ci congratuliamo con lo sceicco Salah – ha scritto in arabo – per la sua liberazione e resistenza. […] Chiediamo a Dio di accelerare il rilascio di tutti i prigionieri, nonché la liberazione della moschea Al-Aqsa e di tutta la Palestina”. Sempre B’nai Brith ha riportato un’intervista rilasciata da Guillet a ‘Radio-Canada International’ in spagnolo nel dicembre 2017, in merito alla decisione del presidente Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. In questa occasione, Guillet ha definito Israele uno “stato di apartheid” ed ha accusato Jared Kushner, genero ebreo del presidente Trump, di aver indirizzato il suo governo verso un’agenda “pro-Israele”: ha accusato Kushner di doppia lealtà a causa del suo background ebraico, descrivendolo erroneamente come un ebreo “ultraortodosso” e “fondamentalista”. Affermazioni radicali che stridono con la storica amicizia tra lo stato di Israale ed il Canada. Sul sito del Partito Liberale, in particolare, si legge che “il Canada è un amico indefesso di Israele” e ribadisce il suo sostegno ad una soluzione a due stati al conflitto israelo-palestinese. B’nai Brith ha poi aggiunto di aver contattato il Partito Liberale da “più di una settimana”, senza mai ricevere una risposta.

    La decisione del PLC di revocare la candidatura. In realtà, dopo un’inchiesta interna durata settimane, già nel pomeriggio di venerdì 30 agosto, lo stesso giorno della ‘denuncia’, il Partito liberale ha comunicato la revoca della candidatura di Guillet nella circoscrizione di St-Léonard/St-Michel: “I commenti insensibili – recita un comunicato del partito – fatti da Hassan Guillet non sono in linea con i valori del Partito Liberale del Canada. Justin Trudeau e d il Partito liberale si oppongono ad ogni idea di tipo antisemita, odio, razzista, islamofobo, omofobo, sessista e ad ogni forma di discriminazione. Il partito liberale condanna ogni forma di discriminazione, e ci aspettiamo sempre che i nostri candidati facciano lo stesso”. Benissimo. Troppo facile, però, dirlo a posteriori: il PLC ha peccato di superficalità non facendo le opportune ricerche sul passato di un candidato che, a poche settimane dal voto, si è rivelato incandidabile.

    Ora Guillet potrebbe candidarsi come indipendente.

    La reazione di Hassan Guillet, ingegnere e avvocato di formazione, non si Ë fatta attendere: gi‡ venerdÏ, subito dopo che ìBínai Brithî ha pubblicato sul suo sito i commenti antisemiti dellíormai ex candidato liberale, questíultimo ha precisato : ìTutti coloro che mi conoscono, personalmente o attraverso le mie attivit‡, sanno che sono contro l’odio, il razzismo, l’antisemitismo e la violenza, indipendentemente dall’identit‡ degli autori o delle vittime. Se le mie dichiarazioni sono risultate offensive per alcuni dei miei compagni ebrei, chiedo scusaî, ha aggiunto líex imam, diventato famoso per il sermone all’indomani dell’attacco alla moschea di QuÈbec nel 2017. Una reazione composta e moderata. Molto pi˘ accesi, invece, i toni in seguito alla decisione del partito di revocarne la candidatura: in una dichiarazione inviata alla Canadian Press sabato, infatti, Hassan Guillet ha respinto le accuse di antisemitismo nei suoi confronti. “La decisione del PLC mi ha scioccato. Ribadisco che non sono antisemita. Al contrario, mi batto e mi batterÚ sempre contro ogni forma di razzismo, islamofobia e antisemitismo compresiî. Guillet ha poi aggiunto di non essersi dimesso e che sta valutando con il suo team tutte le possibili opzioni: “Questa non Ë tutta la verit‡ e questa storia non finisce qui ñ ha scritto su Facebook – : certamente non abbandonerÚ le migliaia di persone che credono in me e chiedono un vero cambiamentoî. Nessun passo indietro, quindi. Anzi: Hassan Guillet non molla e passa al contrattacco. Lo scenario pi˘ plausibile, a questo punto, Ë che líex Imam continui la campagna elettorale candidandosi come indipentente, accaparrandosi, verosimilmente, il voto della crescente Comunit‡ araba di St-LÈonard/St-Michel.

    Probabile il ripescaggio di Patrizia Lattanzio per il PLC. E ora chi sarà il candidato del Partito Liberale nella contea di St-Léonard/St-Michel?  In base all’articolo 16, comma 2, del regolamento nazionale di selezione dei candidati del PLC, le possibilità sono sostanzialmente due: il partito potrà candidare uno degli altri candidati in lista alle primarie, più probabile Patricia R. Lattanzio (arrivata seconda) che Francesco Cavaleri (terzo), oppure potrà indire delle nuove primarie, in questo caso con nuove candidature e quindi con nuovi nomi che possono entrare in gioco. Considerato, però, che la campagna elettorale dovrebbe cominciare ufficialmente l’8 settembre, la strada più percorribile sembra essere quella di ripescare la seconda classificata delle primarie, alle spalle dello ‘squalificato’ Hassan Guillet, ovvero la consigliere municipale Patricia R. Lattanzio. Che alle primarie del 27 maggio scorso, al primo turno, su 1273 votanti (3758 gli aventi diritto) ha ricevuto 371 preferenze, contro le 275 per il notaio Francesco Cavaleri e le 588 a favore di Guillet (nel secondo turno, poi, 602 voti sono andati a Guillet e 474 alla Lattanzio). Un’opzione, quella della Lattanzio, che ricostituirebbe il binomio vincente ‘Partito Liberale e candidato italiano’, in una contea-roccaforte come quella di Saint-Léonard/Saint Michel. (V.G.)

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  • Trudeau: scuse agli Italo-Canadesi

    Trudeau: scuse agli Italo-Canadesi

    In memoria degli internati della Seconda Guerra Mondiale

    Toronto – È ufficiale: il Primo Ministro del Canada, Justin Trudeau, chiederà scusa agli Italo-Canadesi internati durante la Seconda Guerra Mondiale. L’annuncio è arrivato venerdì scorso, 14 giugno, in occasione di un evento che si è tenuto a nord di Toronto, a Vaughan, per rendere omaggio al Mese del Patrimonio italiano. Una lodevole iniziativa nata nel 2015, quando la Camera dei Comuni ha approvato all’unanimità la mozione M-64 che proclama ufficialmente giugno come “Mese del Patrimonio Italiano”. Un omaggio istituzionale  per celebrare il contributo italo-canadese alla costruzione del Canada come uno dei Paesi più sviluppati, rispettati e amati al mondo. “Durante la Seconda guerra mondiale – ha dichiarato il leader liberale – centinaia di italo-canadesi sono stati internati: vite e carriere, imprese e reputazioni sono state rovinate. Eppure, nessuno è mai stato ritenuto responsabile”, ha sottolineato. “Dobbiamo affrontare questo capitolo oscuro della storia del nostro Paese – ha aggiunto : – gli italo-canadesi hanno vissuto con questi ricordi per molti anni e meritano di chiudere con il passato”. “Così, dopo che per decenni le famiglie hanno chiesto un riconoscimento significativo di ciò che è accaduto, mi impegno, davanti a tutti voi, di presentare le scuse ufficiali del mio governo alla comunità italo-canadese”. Senza però specificare quando. È stato il Ministro della Giustizia David Lametti, nella sua rubrica sul ‘Cittadino’, a specificare che la cerimonia si terrà nei mesi successivi all’insediamento del nuovo governo. Trudeau ha poi annunciato che il governo federale aprirà un Centro permanente per il Commercio a Milano, aggiungendo che il futuro tra Canada e Italia sarà radioso. “Come fiero canadese di origine italiana e primo italo-canadese a servire come Ministro della Giustizia e Procuratore generale del Canada – ha dichiarato Lametti – sono lieto che Justin Trudeau abbia preso questo impegno: è un riconoscimento che la nostra Comunità aspetta da decenni. È una questione di grande importanza per me ed altri deputati di origine italo-canadese, in particolare Marco Mendicino, Francesco Sorbara e Angelo Iacono, che ringrazio per la leadership ed il supporto. Naturalmente, ringrazio Trudeau per aver fatto la cosa giusta: il Canada va nella giusta direzione”. (V.G.)


    LA CIBPA NAZIONALE SI CONGRATULA

    La Federazione Nazionale della Canadian Italian Business and Professional Association (CIBPA), che celebra il 70° anniversario di fondazione quest’anno a Montréal, ringrazia il governo canadese per il riconoscimento dell’internamento dei Canadesi di origine italiana durante la seconda guerra mondiale. Attendiamo dunque con impazienza le scuse ufficiali in parlamento per l’ingiustizia fatta ai circa 700 Italo-Canadesi durante quel periodo penoso nella storia del nostro Paese.


    RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

    Caramelle e cioccolatini

    Apprendiamo che il Primo ministro Justin Trudeau si scuserà presso la Comunità  italo-canadese per l’internamanto di centinaia di connazionali arrestati senza ragione poco prima della Seconda Guerra Mondiale e senza mai essere accusati. C’è voluto tempo, molto tempo, per ammettere che l’ingiustizia ed i danni causati alla Comunità italo-canadese possano essere risarciti. Ma quì è il problema. Il Primo Ministro ha fatto un annuncio molto timido in Ontario, anche se  tanti dei nostri connazionali sono stati arrestati proprio quì a Montréal. Per di più, il Primo Ministro ha promesso di aprire un Centro d’affari a Milano. Un centro d’affari. Quindi si tratta d’affari e non di scuse di risarcimento alla Comunità italo-canadese. Perchè il Primo ministro non ha offerto una donazione, per esempio, alla Casa d’Italia, luogo simbolico di tutti gli italiani, visto che gli internati non sono più con noi? Ho l’impressione che il Primo Ministro abbia altre ragioni, promettendo le scuse. Come mai quest’annuncio arriva, per puro caso, qualche mese prima delle elezioni? Sicuramente ci saranno ancora più caramelle e cioccolatini prima del 21 ottobre.

    Dominic Perri, consigliere di Saint-Léonard

    IL PUNTO di Vittorio Giordano:
    Basta promesse: contano solo i fatti

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  • La Comunità italo-canadese ormai è adulta

    La Comunità italo-canadese ormai è adulta

    IL PUNTO di Vittorio Giordano

    In occasione delle primarie del Partito liberale del Canada nella circoscrizione di St-Léonard/St-Michel, tra le più “italiane” del Canada, la Comunità italo-canadese ha subìto una sconfitta storica. Inutile cercare alibi o giustificazioni esterne: il primo errore, imperdonabile, è stato quello di esprimere due candidature. In questo modo, il voto italo-canadese si è diviso, favorendo il terzo candidato, votato in blocco dalla Comunità araba di Montréal. Tra i due litiganti, ha goduto il terzo ‘incomodo’, scaltro nell’approfittare delle divisioni della nostra Comunità, per dare scacco matto ed aggiudicarsi una contea appannaggio degli italo-canadesi dal 1984. Erano 35 anni, infatti, che la Comunità italiana esprimeva un candidato, poi puntualmente eletto alle elezioni federali. La circoscrizione di Saint-Léonard/St-Michel è sempre una roccaforte liberale (anche grazie anche al voto italo-canadese) dalla sua costituzione nel 1984 ed è stata rappresentata negli anni da Alfonso Gagliano, Massimo Pacetti e Nicola Di Iorio. Detto questo, se la Comunità italo-canadese si è data la zappa sui piedi, il Partito Liberale non è apparso super-partes. In primo luogo, non ha controllato che tutte le persone in fila fossero effettivamente registrate e avessero perciò ‘diritto di voto’. Non sono da escludere a priori, infatti, strategie ostruzionistiche di chi si è messo in fila al solo scopo di rallentare le procedure di voto. In secondo luogo, il partito liberale non ha trattato allo stesso modo due fasce sociali deboli, come le mamme e gli anziani: a causa dei bambini piccoli, molte mamme, spesso accompagnate da coniugi e familiari, hanno potuto usufruire di una ‘corsia preferenziale’, mentre molti anziani, sia uomini che donne, sono stati costretti a fare la fila senza che il partito, tanto comprensivo e accomodante con le mamme, si scomodasse per fornire loro una sedia. Una disparità di trattamento clamorosa. Tanto che molti anziani, stanchi e affaticati dall’estenuante attesa, hanno alzato bandiera bianca rinunciando ad un loro legittimo diritto. Tra coloro che sono riusciti ad arrivare alle urne, in molti sono stati respinti perché non erano in possesso di un documento d’identità munito di fotografia. Ignorando – ci auguriamo in buona fede – che molti anziani con più di 75 anni, come prevede la legge provinciale, non sono tenuti ad avere una foto sulla loro carta malattia. La cosa più grave, però, è che il partito ha convocato i membri iscritti al partito entro il 30 aprile soltanto via email, ‘discriminando’ di fatto chi non era in possesso di un indirizzo di posta elettronica. In questo modo, infatti, in molti non hanno saputo in tempo delle primarie e in tanti non hanno potuto conoscere la normativa che disciplina la partecipazione al voto delle primarie liberali. Ora gli italiani, delusi dal Partito Liberale che hanno sempre votato ‘a prescindere’, hanno due possibilità per esprimere il loro malcontento alle elezioni federali del 21 ottobre: disertare le urne, oppure votare in blocco per l’unico candidato italiano (ad oggi) in lizza, ovvero Ilario Maiolo del Partito Conservatore. La sensazione è che, dopo decenni di convinta militanza e ossequiosa lealtà, gli italo-canadesi siano pronti a voltare le spalle al Partito Liberale optando per un candidato che parla la loro stessa lingua e condivide la loro stessa storia e cultura. In questo modo la Comunità Italiana dimostrerebbe di essersi emancipata, di essere diventata ‘adulta’, recidendo il cordone ombelicale con un partito che ha commesso l’imperdonabile errore di dare per scontato, acquisito e sicuro il suo prezioso voto. Che magari, il 19 ottobre, sarà decisivo.

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  • Di Iorio: 100 mila $ contro la guida in stato di ebbrezza

    Di Iorio: 100 mila $ contro la guida in stato di ebbrezza

    Montréal – Ogni promessa è debito. E l’ormai ex deputato Nicola di Iorio ha mantenuto la parola data. Il 22 gennaio scorso, contestualmente alle dimissioni da deputato liberale della contea di Saint-Léonard—Saint-Michel, l’avvocato di origini molisane specializzato in diritto del lavoro ha annunciato un contributo di 100 mila dollari per finanziare la lotta contro la guida in stato di ebbrezza. Una vecchia battaglia di Di Iorio, che il 7 febbraio scorso, grazie ad una mozione votata all’unanimità dal Parlamento, aveva contribuito attivamente ad istituire la “Settimana nazionale per la prevenzione della guida in stato di ebbrezza”, che ‘cade’ la terza settimana di marzo di ogni anno. Una battaglia personale vinta, quella di Di Iorio, sollecitato a portare a termine questa nobile missione dopo che, qualche anno fa, ha rischiato di perdere una figlia proprio a causa di un’incidente stradale provocato dall’abuso di alcool. Una tragedia (per fortuna) solo sfiorata che ha dato la forza a Nicola Di Iorio di vincere un’altra sfida: quella di dare vita a “Cool taxi”, un servizio che permette di usufruire dei taxi con dei coupons prepagati allo scopo di tornare a casa in tutta sicurezza. Nicola Di Iorio, quindi, si è dimostrato un signore: quando lo scorso novembre aveva preannunciato le dimissioni, aveva specificato che sarebbe rimasto in carica fino a gennaio “per portare a termine alcuni impegni presi con i miei concittadini e degli incarichi che mi sono stati affidati”. Ed aveva aggiunto che avrebbe restituito il suo salario di deputato dal rientro in Parlamento ad un organismo di beneficenza che opera nell’ambito della sicurezza stradale. Detto, fatto. Chapeau!

     

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  • Justin Trudeau Primo Ministro del Canada

    Justin Trudeau Primo Ministro del Canada

    seggi

    Ottawa – Dopo 9 anni di governo conservatore (Stephen Harper è stato eletto per la prima volta il 6 febbraio del 2006) e 78 giorni di estenuante campagna elettorale, lunedì 19 ottobre i Canadesi hanno deciso di cambiare, affidando al Partito Liberale la guida del Paese: il leader del partito, Justin Trudeau, diventa così il 23º Primo Ministro del Canada. Nato il 25 dicembre del 1971, 43 anni, laureato in Letteratura inglese e Insegnamento, Trudeau è sposato con Sophie Grégoire, con la quale ha messo al mondo due figli e una figlia. Dopo essere sceso in campo 2 anni e mezzo fa (era l’aprile del 2003 quando prendeva le redini del partito), Trudeau – rieletto nel distretto montrealese di Papineau con 26.294 preferenze – sarà alla guida di un governo liberale maggioritario. Seguendo, 31 anni dopo, le orme del padre, Pierre Elliott Trudeau, 15º Primo Ministro del Canada dall’Aprile del 1968 al giugno del 1979, e ancora dal marzo del 1980 al giugno del 1984. Ad Harper sarebbe spettata la guida dell’opposizione ufficiale, ma il leader conservatore, che ha interpretato il voto come un referendum (negativo) sulla sua azione di governo, ha preferito lasciare la direzione del partito. Anche se per il momento resta in Parlamento come deputato. Disfatta per l’NDP di Thomas Mulcair: a tradirlo è stato proprio il Québec, che nel 2011 gli aveva regalato ben 59 seggi su 75. Una vera e propria “ondata arancione”, che 4 anni dopo si è trasformata in una “marea rossa”. In totale sono stati 1791 i candidati che si sono sfidati per aggiudicarsi i 338 seggi in Parlamento (170 sono quindi sufficienti per la maggioranza assoluta). Per queste elezioni, in base agli ultimi dati del censimento, i seggi sono stati ‘espressi’ dalle 10 Province e dai 3 Territori, con questi numeri: British Columbia 42, Alberta 34, Saskatchewan 14, Manitoba 14,Ontario 121, Quebec 78, New Brunswick 10, Nova Scotia 11, Prince Edward Island 4,Newfoundland and Labrador 7, Yukon 1, Northwest Territories 1 e Nunavut 1. E questi i risultati (aggiornati all’1 di notte) che certificano la nascita di un governo liberale maggioritario: 184 seggi per il PLC (39.5%), 99 seggi per il PCC (32%), 44 seggi per l’NDP (19.6%), 10 seggi per il Bloc Québecois (4.7%) e 1 seggio per il Partito Verde (3.4%). Tra gli sconfitti “italiani” anche Julian Fantino (PCC), Viceministro della Difesa nazionale, battuto nel distretto di Vaughan-Woodbridge. Trudeau ha vinto nelle Province Atlantiche, in molti distretti del Québec, in alcuni centri urbani dell’Ontario ed anche in importanti roccaforti conservatrici in Alberta. Sconfitto il leader blocchista, Gilles Duceppe, superato dalla neodemocratica Hélène Laverdière nel distretto di Laurier-Sainte-Marie. Rieletto, invece, il leader del Nuovo Partito Democratico, Thomas Mulcair, che è riuscito ad imporsi nel distretto di Outremont, nonostante una lotta molto serrata. (V.G.)

    IL PUNTO | Trudeau: un predestinato alla guida del Canada

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  • PLC, Nicola Di Iorio:Liberali più forti che mai

    PLC, Nicola Di Iorio:
    Liberali più forti che mai

    Nicola Di Iorio
    Nicola Di Iorio

    Montréal Nicola Di Iorio, candidato liberale nella contea di Saint-Léonard – Saint-Michel, ha presieduto un grande evento di raccolta fondi, domenica 27 settembre, presso la sala di ricevimento Le Rizz, dove sono
    confluiti quasi 250 concittadini. Il messaggio dell’avv. Di Iorio è chiaro: il sostegno per il Partito Liberale nella circoscrizione è più forte che mai. Il comitato organizzatore di Di Iorio, inoltre, ha riempito in ogni ordine di posti il Teatro del Centro Leonardo da Vinci, il 28 agosto scorso, con oltre 1000 persone presenti per ‘abbracciare’ il leader del partito Justin Trudeau; mentre il 17 settembre ha venduto 400 biglietti per una delle più importanti serate di finanziamento della contea; ha accolto più di 150 persone nel giorno di apertura del suo ufficio elettorale al 5200 rue Jean-Talon Est ed è stato protagonista di un “jamais vu”: l’apertura di un secondo ufficio elettorale al 3333 rue Jarry Est, a Saint-Michel. Oltre agli eventi comunitari, Di Iorio investe molto del suo tempo anche nel ‘porta a porta’: “La filosofia della mia campagna è semplice – ha spiegato Di Iorio -: lavorare, lavorare e ancora  lavorare. Sono certo che il 19 ottobre vinceremo le elezioni, ma fino a quando l’ultimo voto non sarà conteggiato, non possiamo dare nulla per scontato e dobbiamo continuare nel nostro lavoro di convincere gli elettori e condividere con loro la nostra visione del Canada”.

    Nei giorni scorsi, infine, Di Iorio ha incontrato i membri del club della Terza Età di Sainte-Angèle e, nel corso dell’evento, ha ribadito come la nostra Comunità sia stata abbandonata da Harper e dai Conservatori. Il Partito Liberale del Canada, invece, si impegna a portare un vero cambiamento, affinché i canadesi ottengano più servizi, meno imposte e l’assistenza che meritano. Un governo liberale, infatti, annullerà il piano conservatore di mettere fine alla consegna a domicilio della posta; ridurrà le imposte della classe media del 7% per un risparmio, ogni anno, fino a 670 $ a persona; eliminerà gli sgravi fiscali accordati ai più ricchi, per donare a più famiglie i soldi necessari per crescere i bambini; quadruplicherà il finanziamento federale nel trasporto pubblico investendo 20 miliardi più del previsto nel corso dei prossimi 10 anni; e creerà nuove norme per i servizi federali al fine di semplificare le domande e ridurre il tempo di attesa. (Comunicato)

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