Tag: Europa

  • Massacro di Bucha: la condanna di Usa ed Europa

    Massacro di Bucha: la condanna di Usa ed Europa

    Le immagini delle fosse comuni e delle esecuzioni sommarie nei territori riconquistati dalle forze ucraine intorno a Kiev hanno provocato dure reazioni in tutto il mondo. Se ne parlerà anche al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

    NEW YORK – “La Russia sta compiendo un genocidio per spazzare via l’interna nazione Ucraina”, ha denunciato il presidente Volodomyr Zelensky dopo che il suo Ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, aveva parlato di un “massacro deliberato” compiuto dall’esercito russo a Bucha, località a circa 60 chilometri a nord-ovest di Kiev riconquistata dalle forze ucraine, dove sarebbero state compiute esecuzioni sommarie e sarebbero state trovate fosse comuni. Finora sono stati recuperati 410 corpi. Mosca attribuisce le notizie ad una montatura organizzata da Kiev con foto truccate. Ma dall’Ue arrivano dure condanne. Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, hanno sottolineato l’esigenza di adottare nuove e più dure sanzioni contro la Russia. Ursula von der Leyen e il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, hanno poi sollecitato un’inchiesta indipendente su quanto accaduto da avviare al più presto. Con l’obiettivo, ampiamente condiviso a Bruxelles, di portare davanti al Tribunale penale internazionale dell’Aja i responsabili di massacri classificabili come crimini di guerra.

    Dura condanna dall’Ue e dagli Usa. Condanne anche da Macron, Scholz e Draghi. Il presidente francese ha detto di essere “favorevole” a nuove sanzioni Ue contro la Russia. “Ci sono indicazioni molto chiare di crimini di guerra” a Bucha, ed è “più o meno stabilito che è stato l’esercito russo” che era presente lì. Il premier italiano ha detto che “la crudeltà dei massacri di civili inermi è spaventosa e insopportabile. Le autorità russe dovranno rendere conto di quanto accaduto”. Papa Francesco, durante la sua visita a Malta, si è nuovamente scagliato contro quella che ha definito una “guerra sacrilega”. Per la Casa Bianca, sono “ulteriori prove di crimini di guerra”: lo ha detto il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, ricordando come il presidente Joe Biden sia stato “il primo” a parlare di crimini di guerra e per questo era stato anche criticato.

    Embargo gas: non c’è l’accordo. Se è unanime la condanna dell’Occidente alle immagini di Bucha diffuse dal New York Times, non è altrettanto unitaria la posizione sulla riposta da dare alla Russia. Si rilanciano ipotesi di nuove e più incisive sanzioni anche energetiche contro Mosca, che nega la responsabilità di quanto accaduto. “L’Europa deve” staccarsi “dalla fornitura di energia russa, applicando un embargo vincolante”, ha detto la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola. Ma Berlino frena e anche l’Austria si dice contraria a nuove sanzioni sul gas. Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, dal canto suo, chiarisce: “L’Italia non porrà veti su sanzioni al gas russo”. E anche da Oltreoceano il presidente Usa Joe Biden annuncia che la sua amministrazione sta studiando nuove sanzioni.

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  • Biden prepara il suo viaggio in Europa

    Biden prepara il suo viaggio in Europa

    Bruxelles approva la “bussola strategica”. L’Unione europea mette sul tavolo sanzioni energetiche contro gli invasori

    NEW YORK – Joe Biden pressa gli alleati in vista degli incontri bilaterali previsti nei prossimi giorni in Europa (sarà al vertice della Nato ed al Consiglio europeo sull’Ucraina il 24, prima di recarsi in Polonia il 25). È durata un’ora, lunedì, la telefonata del presidente americano con i leader europei, tra i quali il premier italiano Mario Draghi. Oltre al supporto alla popolazione civile ucraina, il presidente Usa punta a un ulteriore inasprimento delle sanzioni alla Russia. Inoltre gli Stati Uniti hanno promesso a Kiev i sistemi di difesa antimissile chiesti dall’Ucraina, inclusi quelli di fabbricazione sovietica e gli S-300. L’Ue torna a insistere, invece, sulla difesa comune.

    Borrell: bussola strategica “momento storico”. L’adozione della bussola strategica – che istituisce la capacità di schierare rapidamente fino a 5mila soldati per diversi tipi di crisi – è un “momento storico: è una svolta per l’Ue come ente che fornisce sicurezza. L’adozione è un segnale molto forte di unità e determinazione e arriva in un momento chiave. Questa non è una risposta alla guerra in Ucraina, abbiamo cominciato a lavorarci due anni fa, ma il momento è tempestivo”, ha detto l’Alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell. Borrell si è detto convinto che Putin stia usando i profughi come un’arma di pressione, mandandone il più possibile: “Non ha distrutto le infrastrutture, ma ha distrutto le città per terrorizzare i civili e farli scappare. Siamo pronti ad aiutarli tutti”.

    Petrolio russo nel mirino dell’Ue. I Ministri degli Esteri dell’Ue stringono sulle sanzioni al settore energetico russo. Ma la strada dell’autosufficienza è ancora lunga, come ha fatto rilevare il vicepremier russo Aleksandr Novak. “È impossibile” per l’Europa al momento, ha detto, fare a meno del gas russo.

    Avvertimento di Mosca agli Usa. Intanto il Ministero degli Esteri russo ha convocato l’Ambasciatore americano John J. Sullivan e gli ha consegnato una nota di protesta contro i commenti “inaccettabili” di Biden su Putin (“È un criminale di guerra”), minacciando una “rottura dei rapporti”.

    Zelensky: dopo un accordo ci vorrà referendum. Il presidente ucraino Zelensky è tornato ad alzare la voce: “Non possiamo accettare ultimatum dalla Russia”. In particolare, Kiev ha chiarito che non accetterà alcun compromesso sull’integrità territoriale e sulla sovranità del Paese, ha specificato il negoziatore ucraino Mykhaylo Podolyak alla Bbc. La resistenza ucraina all’invasione, ha affermato Podolyak, ha costretto la Russia “a valutare in modo più adeguato la realtà” della situazione, il che ha contribuito a incoraggiare “una sorta di dialogo”. Un eventuale accordo con la Russia, secondo Zelensky, dovrà essere ratificato da un referendum popolare. E comunque l’Ucraina dovrà beneficiare della garanzia di alcuni Paesi Nato.

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  • L’Europa riapre le frontiere, l’Italia e il Canada no

    L’Europa riapre le frontiere, l’Italia e il Canada no

    Trudeau non allenta la presa e blinda ancora di più i confini, ‘bandendo’ gli europei fino al 31 luglio. E conferma la quarantena al ritorno per i canadesi che decidono di partire. Anche Roma non si fida: 14 giorni di isolamento per i viaggiatori extra-EU

    ROMA-OTTAWA – L’Europa riapre i confini con 15 Paesi, ma Roma e Ottawa restano prudenti: mantengono chiuse le frontiere e confermano la quarantena di 2 settimane per chi arriva. È questa, in sintesi, la reazione di Italia e Canada alla decisione di Bruxelles, annunciata martedì 30 giugno,  di allentare la presa, anche per salvare una stagione turistica fortemente condizionata dalla pandemia.  “L’italia sceglie la linea della prudenza e mantiene in vigore l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria per tutti i cittadini provenienti dai paesi extra Schengen. La misura si applica nel nostro Paese anche ai cittadini dei 14 Paesi individuati dall’Ue nella “lista verde”, da e per i quali ci si può muovere liberamente da domani”. Sono le parole contenute nell’ordinanza firmata dal Ministro italiano della Salute, Roberto Speranza, per evitare l’apertura dei confini alle nazioni selezionate a livello europeo che, dal primo luglio, potranno riattivare i collegamenti con l’Unione sospesi il 17 marzo causa Covid.

    Il timore è che, riaprendo ora le frontiere esterne, si possa riattivare la catena dei contagi. Per questa ragione l’Italia mantiene la quarantena obbligatoria per tutti coloro che arrivano da una nazione non Ue, anche se è transitato in un altro partner interno a Schengen. Al momento non cambia nulla invece per i Paesi europei interni a Schengen, tra i quali resta la libera circolazione decretata dal governo il 3 giugno e abbracciata da tutta Europa il 15 giugno.

    I paesi che l’Europa ha inserito nella lista verde sono Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del Sud, Tailandia, Tunisia e Uruguay. A questi si aggiunge la Cina, inserita in fondo alla lista con un asterisco: Pechino entrerà a pieno titolo nell’elenco Ue solo se garantirà la reciprocità all’Europa.

    L’Italia ha deciso, quindi, di tenere le sue frontiere esterne chiuse a tutti quanti. Resta il pericolo che cittadini di queste 15 nazioni entrino in un altro Paese europeo e poi arrivino in Italia grazie alla libera circolazione intra-Ue. Roma vuole evitare di chiudere Schengen, fatto che danneggerebbe del tutto la stagione estiva, e studia controlli diversi da quelli ai confini, come verifiche negli hotel: se si appurerà che una persona arriva da un paese extra-Ue, dovrà restare in quarantena per due settimane.

    L’Italia potrebbe non essere l’unico Paese a prendere tale decisione. La lista europea, infatti, non è vincolante, visto che la decisione sui confini esterni è di competenza nazionale. L’elenco mirava a raggiungere un coordinamento di massima tra partner dell’Unione, ovvero ad evitare l’apertura a paesi palesemente a rischio. Non a caso sono rimasti fuori dalla lista Usa, Russia e Brasile.

    Roma chiama, Ottawa risponde. Anche il Canada non vuole rischiare e blinda i confini. Proprio il 30 giugno, infatti, il governo di Justin Trudeau ha approvato un decreto che prolunga la chiusura delle frontiere a tutti i non cittadini e a tutti i non residenti fino al 31 luglio. I confini canadesi, ricordiamolo, sono chiusi da più di tre mesi a tutti gli stranieri, ad eccezione degli immediati familiari dei cittadini canadesi, dei lavoratori stagionali e degli studenti internazionali. I cittadini canadesi che invece decideranno di recarsi in Europa saranno poi obbligati ad osservare un periodo di 14 giorni di quarantena al loro ritorno in Canada.

     

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