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  • Continuano le proteste dei camionisti contro le restrizioni sanitarie

    Continuano le proteste dei camionisti contro le restrizioni sanitarie

    Domenica 6 febbraio, il sindaco di Ottawa Jim Watson ha dichiarato lo stato di emergenza, in risposta alle grandi proteste contro le restrizioni per il coronavirus organizzate dai camionisti, che da oltre una settimana stanno bloccando la capitale.

    Watson ha dichiarato che le proteste sono “completamente fuori controllo”, e che i poliziotti non riescono a contenerle, anche perché sono numericamente inferiori ai manifestanti. Per questo motivo ha chiesto 1800 agenti supplementari, sia al Primo Ministro federale Justin Trudeau che a quello provinciale Doug Ford.

    Lo stato di emergenza darà maggiori poteri alle forze dell’ordine: non si sa ancora quali misure straordinarie verranno introdotte. Intanto, è stato smantellato un campo di rifornimento occupato dai manifestanti ed i camionisti non potranno più ricevere bidoni di benzina per tenere accesi i motori e restare al caldo mentre fuori la temperatura è sotto zero. Infine, un giudice della Corte Superiore dell’Ontario ha deliberato un decreto ingiuntivo di 10 giorni, vietando ai camionisti parcheggiati nelle strade del centro di suonare incessantemente il clacson.

    Nel corso dell’ultima settimana i camionisti hanno bloccato il traffico di Ottawa parcheggiando in mezzo alle strade i propri camion, montato tende per strada e suonato i clacson per ore. Ci sono stati diversi arresti, sono state aperte circa 60 indagini contro i manifestanti – per furti e varie infrazioni del codice della strada, tra le altre cose – e sono stati sequestrati alcuni veicoli.

    Le proteste erano iniziate con l’introduzione dell’obbligo vaccinale per i camionisti che dovevano attraversare il confine tra Canada e Stati Uniti, e poi si erano allargate fino a comprendere in generale le restrizioni in vigore contro il coronavirus: secondo la polizia locale sono senza precedenti. In Canada l’82 per cento della popolazione, che ha più di 5 anni, è completamente vaccinata.

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  • Niente vino e cannabis per i No Vax

    Niente vino e cannabis per i No Vax

    Dal 18 gennaio, chi non è provvisto di passaporto vaccinale
    (che a breve passerà da 2 a 3 dosi) non potrà più entrare nei negozi della SAQ e della SQDC

    QUÉBEC – Si fa sempre più stringente la morsa del governo sui NoVax, destinati ad essere sempre più penalizzati nell’accesso ai servizi non essenziali. E questo per convincerli a sottoporsi al vaccino per contrastare la minaccia crescente di Omicron. Una variante contagiosissima che, complice anche la penuria di personale sanitario (circa 20 mila gli assenti), sta portando al collasso gli ospedali della provincia. È in questo contesto che, il 6 gennaio, il Ministro della Salute del Québec ha annunciato nuove misure restrittive, che si sommano a quelle già in essere (bar, cinema, teatri, palestre e sale di ristoranti chiusi, oltre al coprifuoco dalle 22 alle 5): dal 18 gennaio, infatti, chi non è provvisto di passaporto vaccinale non potrà più accedere alle succursali della SAQ (l’agenzia pubblica che detiene il monopolio della vendita di vini e alcolici) ed a quelle della SQDC (che a sua volta detiene il monopolio del cannabis legale). “Nei prossimi giorni – ha aggiunto Dubé – aggiungeremo altri servizi o attività non essenziali, come i trattamenti di bellezza, che saranno accessibili solo se in possesso del green pass”. Sono esclusi supermercati e farmacie, che rientrano tra i servizi essenziali. “Il primo obiettivo è quello di limitare i contatti – ha spiegato il Ministro –  ed il secondo è quello di proteggere i non vaccinati da sé stessi. Al momento, più del 50% delle persone ricoverate in terapia intensiva sono Novax” (che però rappresentano solo il 10% della popolazione). “Se i non vaccinati non sono contenti di questa situazione – ha sottolineato il Ministro – c’è una soluzione molto semplice a loro disposizione: farsi vaccinare. È gratis e protegge dalla malattia”. PASSAPORTO A 3 DOSI. Con sempre più persone che, nel rispetto del calendario del governo (da oggi possono prenotarsi gli over 50), si stanno sottoponendo alla somministrazione della terza dose, Dubé ha fatto sapere che prossimamente, probabilmente già nel mese di febbraio, non basteranno più 2 dosi, ma saranno necessarie 3, per ottenere il passaporto vaccinale. Il Ministro della Salute, accompagnato per l’occasione dalla ViceMinistra Lucie Opatrny e dal direttore della campagna di vaccinazione Daniel Paré, ha dipinto un quadro piuttosto cupo della situazione sanitaria, alla luce anche della pubblicazione delle proiezioni dell’Institut national d’excellence en santé et en services sociaux (INESSS), secondo cui, nelle prossime due settimane, i ricoveri in ospedale dovrebbero schizzare a più di 3.000. L’ultimo bilancio pubblicato nella mattinata del 6 gennaio dalla Salute Pubblica ha registrato 1953 ricoveri e 15.874 nuovi casi. “E non abbiamo ancora raggiunto il picco”, ha concluso Dubé, che ha descritto la condizione in cui versano gli ospedali come “molto, molto difficile”.

     

     

     

     

     

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  • Virus sotto controllo: il Québec riapre (a tappe)

    Virus sotto controllo: il Québec riapre (a tappe)

    QUÉBEC – La luce in fondo al tunnel è sempre più vicina, grande e radiosa: dopo 14 mesi di sacrifici a causa dell’emergenza sanitaria, nelle prossime settimane i quebecchesi potranno finalmente ritrovare la libertà perduta, riprendendo una vita più o meno normale. Il 18 maggio scorso, nella conferenza stampa delle 17 (l’ora dei ‘grandi annunci’), il Primo Ministro del Québec, Francois Legault, ha divulgato urbi et orbi il piano di deconfinamento, con un calendario dettagliato dei progressivi allentamenti delle misure restrittive. E questo grazie a due fattori determinanti. Innanzitutto, la curva dei contagi continua ad appiattirsi: lunedì 18 maggio sono stati registrati 584 casi e 8 decessi, con 18 pazienti in meno in ospedale (466 sono i ricoverati in tutto) e 5 in meno in terapia intensiva (113 versano ancora in gravi condizioni). La campagna di vaccinazione viaggia spedita: alle ore 12 di lunedì 19 maggio, in Québec sono state somministrate 4.543.365 dosi, con il 49,80% dei Quebecchesi che ha ricevuto almeno una dose. Più in generale, in Canada sono state somministrate 19.318.679 dosi, con il 46,94% dei Canadesi che ha ricevuto almeno una dose. Lunedi 17, inoltre, è partita la vaccinazione in auto all’aeroporto Pierre-Elliott-Trudeau di Montréal: l’obiettivo è vaccinare fino a 4.000 persone al giorno, dalle 8 alle 20, previa prenotazione (per il momento) su clicsante.ca. Via libera anche ad una clinica di vaccinazione per automobilisti e ciclisti sul circuito di Gilles Villeneuve, sull’isola di Notre Dame, per i prossimi tre fine-settimana. Legault, tra le altre cose, ha fatto sapere che, in base alle proiezioni calcolate sulle prenotazioni e sul ritmo delle inoculazioni, l’obiettivo dichiarato di vaccinare il 75% delle persone adulte entro il 24 giugno, giorno della festa nazionale, sarà raggiunto già il 15 giugno, 9 giorni prima. Legault ha poi specificato che la misura della quarantena obbligatoria per chi torna in Québec da un viaggio all’estero resta in vigore. Il Ministro della Salute, Christian Dubé, ha fatto sapere, dal canto suo, che la calendarizzazione della seconda dose, ad oggi fissata fino a quasi 4 mesi dopo la prima somministrazione, potrebbe essere anticipata di circa un mese.

    Ecco, nel dettaglio, il calendario delle riaperture, “prudente e graduale”, annunciato dal governo.  A partire dal cambio di colore (al netto di eventuali brutte sorprese causate delle varianti, che pendono sulle nostre teste come una spada di Damocle). Il 31 maggio la maggiornaza delle regioni rosse, Montréal compresa, dovrebbero diventare arancioni. Questo implica la riapertura delle palestre e dei ristoranti, anche se con limitazioni. Il 14 giugno è previsto il passaggio al colore giallo (riapertura a pieno regime dei bar e possibilità di ricevere a casa i componenti di un’altra bolla familiare, con obbligo di mascherina) ed il 28 giugno al verde (possibilità di praticare sport di squadra al chiuso e di ricevere a casa fino a 10 persone, ma appartenenti a massimo 3 bolle familiari). Più nello specifico, le riaperture si articoleranno in quattro fasi. Ecco quali.

    Venerdì 28 maggio

    1. Fine del coprifuoco (oggi in vigore dalle 21:30 alle 5:30)
    2. Riapertura delle terrazze all’aperto dei ristoranti. Nelle zone rosse e arancioni: 2 adulti con figli minorenni di residenze diverse o chi abita nella stessa residenza per tavolo. Nelle zone gialle: gli inquilini di 2 residenze per tavolo.
    3. Raggruppamenti all’aperto in terreni privati (come i cortili sul retro della propria abitazione). Massimo 8 persone di residenze diverse oppure gli occupanti di due diverse residenze, con distanziamento di due metri.
    4. Fine del divieto di spostamento tra le diverse regioni della provincia.
    5. Riapertura delle grandi sale e degli stadi scoperti con posti numerati. Massimo 250 per sezione, 2.500 in tutto.

    Venerdì 11 giugno

    1. delle terrazzze all’aperto dei bar. Nelle zone rosse e arancioni: 2 adulti di residenze diverse o chi abita nella stessa residenza per tavolo. Nelle zone gialle: gli inquilini di 2 residenze per tavolo. Nelle zone gialle: gli inquilini di 2 residenze per tavolo.
    2. Sport e attività ricreative all’aperto in gruppi di massimo 25 persone. Nelle zone rosse e arancioni: attività sportive senza contatto. Nelle zone gialle: attività sportive di contatto.

    Venerdì 25 giugno

    1. Apertura dei campi estivi diurni e dei campi-vacanza
    2. Eventi all’aperto. Fino a 2.500 persone possono riunirsi per attività o eventi publici all’aperto, come festival o spettacoli.
    3. Visite senza mascherina. Chi ha ricevuto anche la seconda dose, può recarsi in visita a casa di amici o parenti senza l’obbligo della mascherina e senza dover rispettare la distanza di 2 metri.

    Fine agosto (se il 75% dei cittadini di 12 anni e più avrà ricevuto anche le seconda dose del vaccino)

    1. Lezioni in presenza. Gli studenti dei Cégep e delle Università possono tornare in classe.
    2. Cade l’obbligo di indossare la mascherina nella maggior parte dei luoghi pubblici.
    3. Cade l’obbligo del telelavoro.
    4. Aumento del numero di persone che possono riunirsi all’interno delle sale e che possono partecipare agli eventi all’aperto, oltre ad ulteriori allentamenti per i raggruppamenti, le attività sportive e ricreative.

     

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  • Via alla vaccinazione di massa in Québec

    Via alla vaccinazione di massa in Québec

    Da giovedì 25 febbraio i cittadini con più di 85 anni potranno prenotare on line o per telefono un appuntamento allo stadio Olimpico per la prima dose che sarà somministrata a partire da lunedì primo marzo

    Montréal – Ad un anno dall’inizio dell’incubo-pandemia e con la corsa al vaccino che si è conclusa a tempi di record, in Québec la vaccinazione entra nel vivo. Dopo le prime dosi somministrate alle categorie più esposte (medici e infermieri) e quelle più a rischio (gli anziani delle cliniche a lunga degenza e delle strutture private per la Terza Età), da lunedì 1º marzo prenderà il via la sfida più grande: vaccinare tutta la popolazione. Naturalmente, per motivi organizzativi, il flusso sarà scaglionato in base all’età, per evitare pericolosi assembramenti nei siti preposti alla somministrazione.

    A darne l’annuncio, il 23 febbraio scorso, è stato il Primo Ministro del Québec, François Legault, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta allo stadio Olimpico di Montréal, uno dei siti prescelti (insieme, per esempio, al Palazzo dei Congressi in centro-città) per la somministrazione dei vaccini: «Finalmente intravediamo la luce in fondo al tunnel», ha dichiarato il leader della CAQ.

    Il cambio di passo è stato reso possibile dall’accelerazione degli approvvigionamenti. «Almeno 100.000 dosi del vaccino Pfizer-BioNTech saranno consegnate ogni settimana al Québec», ha annunciato il Ministro della Salute, Christian Dubé, che ha poi ricordato come il governo federale ha promesso 1,3 milioni di dosi a favore della Belle Province entro il 31 marzo.
    L’obiettivo è vaccinare 6 milioni di quebecchesi in sei mesi, se arriveranno entro settembre le dosi promesse dal governo federale.
    Altri centri di vaccinazione saranno inaugurati nelle prossime settimane in tutte le regioni della provincia.

    Da lunedì 3 marzo, dunque, e fino all’8 marzo, la priorità sarà data ai cittadini con più di 85 anni che abitano nella grande regione di Montréal. Circa il 70% delle persone positive al COVID-19 dal 14 febbraio 2020, infatti, risiede a Montréal, a Laval o in Montérégie, secondo i dati resi pubblici dal Ministero della Salute. Poi toccherà agli over 85 che abitano anche in altre regioni.
    Gli altri gruppi di età seguiranno a seconda del loro livello di vulnerabilità e in base alle scorte di vaccini disponibili.
    Nell’ordine: tutte le persone di 80-85 anni, le 768.000 persone tra i 70 ed i 79 anni e le 1.158.000 persone tra i 60 ed i 69 anni. Quindi, a ruota, tutti gli altri.

    Da giovedì 25 febbraio, tutti i cittadini nati nel 1936 o prima potranno prenotarsi on line (collegandosi al sito Québec.ca/vaccinCOVID) o per telefono (componendo l’1-877 644-4545) per fissare un appuntamento allo stadio Olimpico per la prima dose del vaccino che sarà somministrata a partire da lunedì 1º marzo.
    Contestualmente, gli stessi riceveranno anche il secondo appuntamento (non oltre 90 giorni dopo) per la somministrazione della seconda dose, come da protocollo.
    Più di 700 operatori telefonici saranno mobilitati per rispondere alle chiamate, ha sottolineato il Ministro della Salute, Christian Dubé, che però ha aggiunto che è preferibile utilizzare Internet per evitare lunghe attese al telefono.

     

    COSA C’È DA SAPERE

    • Le prenotazioni inizieranno domani, giovedì 25 marzo, a partire dalle ore 8:00.

    • Per il momento potranno prenotarsi soltanto le persone nate nel 1936 o prima.

    • È possible prendere un appuntamento collegandosi sul sito internet Quebec.ca/vaccincovid

    • Chi non ha dimestichezza col web, o ne è sprovvisto, potrà prenotarsi chiamando all’1 877 644-4545

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