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  • Basilio Giordano (FI) ringrazia gli elettori del Nord e Centro America

    Basilio Giordano (FI) ringrazia gli elettori del Nord e Centro America

    Voto all’estero 2018

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    Cari Italiani, care Italiane,

    vi ringrazio di cuore per aver scritto il mio cognome 4.429 volte sulla scheda rosa che avete ricevuto a casa in occasione delle recenti elezioni politiche italiane. Purtroppo, non è bastato per tornare in Parlamento, questa volta alla Camera dei Deputati, dopo che dal 2008 al 2013, grazie a 13.304 preferenze, mi avete concesso il privilegio e l’onore di difendere le vostre esigenze e promuovere le vostre aspirazioni dai banchi del Senato. Un compito oneroso ma anche entusiasmante, che ho sempre cercato di svolgere con dignità, onestà e lealtà.

    Ve ne sarò per sempre grato, perché mi avete  fatto realizzare il sogno di tornare a Roma, dopo gli anni giovanili trascorsi nella città eterna: una fiducia che ho cercato di ricambiare tenendo sempre alto il nome degli Italiani nel mondo. Sostenuto dalla vostra stima e dal vostro affetto.

    Ringrazio la mia segreteria politica, i miei amici di Forza Italia, della Lega e di Fratelli d’Italia, e tutti i colleghi parlamentari. Primo fra tutti, l’amico fraterno On. Amato Berardi, che questa volta non ha potuto candidarsi per causa di forza maggiore. Senza dimenticare i numerosi volontari e sostenitori, che si sono prodigati con passione ed entusiasmo per tutta la campagna elettorale.

    Formulo i miei migliori auguri di buon lavoro a tutti i parlamentari neoeletti, in particolare alle due Deputate ed alla Senatrice che rappresenteranno il Nord e Centro America a Montecitorio e a Palazzo Madama: Fucsia Nissoli, Francesca La Marca e Francesca Alderisi. Sono sicuro che sapranno svolgere con dedizione e competenza il mandato parlamentare, nell’interesse generale del Paese e dei connazionali che risiedono fuori dai confini nazionali. Così come sono certo che sapranno valorizzare sempre di più i 5 milioni di italiani all’estero: i veri ambasciatori del Made in Italy nel mondo, una risorsa di inestimabile valore che contribuirà, come sempre, a portare l’Italia nel futuro.

    Da parte mia, continuerò a difendere con orgoglio il nome del Belpaese oltreoceno, con un rinnovato e appassionato impegno al servizio degli italo-canadesi.

    Ad maiora!

    On. Basilio Giordano

    Editore e Direttore generale de IL CITTADINO CANADESE

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  • L’INTERVISTA A BASILIO GIORDANO“I cittadini italiani in America meritano rispetto e affetto”

    L’INTERVISTA A BASILIO GIORDANO
    “I cittadini italiani in America meritano rispetto e affetto”

    Candidato alla Camera nella lista Salvini-Berlusconi-Meloni

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    di Stefano Vaccara

    1) Da quanti anni e perché vive all’estero? Perché ha deciso di candidarsi e perché con questa lista?

    Da più di 40 anni vivo a Montréal, e precisamente dal 1977. È stata una scelta personale, dettata dall’amore, anche se a Roma avevo già un lavoro in Vaticano. E a Montréal, prima di darmi al giornalismo e a fare l’editore, avevo già fatto esperienza politica nel Comune di Saint Léonard. Nel 2008, poi, fui invitato dal Centrodestra, e più precisamente da Forza Italia di Silvio Berlusconi, a candidarmi al Senato della Repubblica, nella Ripartizione del Nord- Centro America. E sono stato eletto. Perché la lista del Centrodestra? Perché è quella che ha creduto nelle mie capacità imprenditoriali e politiche, che mi ha dato fiducia in tutti questi anni; e perché è la coalizione in cui ritrovo i miei principi e perché ha punti programmatici concreti, chiari e condivisibili.

    2) Quale considera il problema più immediato dell’Italia e come si dovrebbe affrontare?

    Di problemi gravi da risolvere l’Italia ne ha tanti. Ma quello più immediato, secondo me, riguarda l’invasione senza controllo che investe l’Italia da anni, da parte di centinaia di migliaia di migranti africani e mediorientali. Con la complicità di alcune Ong, e con la scriteriata politica della sinistra, l’arrivo in Italia di questa marea umana è un affare colossale della mafia internazionale, una tratta di schiavi in grande stile. La ricetta è una sola, sulla falsa riga del modello canadese: solidarietà per chi ha veramente bisogno, rimpatrio immediato per chi non ha i requisiti per ricevere asilo politico. E poi aiutare finanziariamente, ‘a casa loro’, quegli Stati da cui partono questi flussi migratori.

    3) Quale problematica inerente gli interessi dei cittadini italiani residenti all’estero, e in particolare in , considera la più urgente, e cosa proporrebbe fin dal primo giorno dell’apertura dei lavori del Parlamento?

    I cittadini italiani residenti all’estero, e in particolare quelli del Nord-Centro America, hanno bisogno di affetto e di rispetto da parte della loro Madrepatria. Non essere considerati figliastri, ma figli; e come tali essere trattati. A cominciare dalle autorità consolari italiane. Assicurare, a chi non ce l’ha, possibilità di ottenere la cittadinanza italiana, buona stampa in lingua italiana, buona scuola italiana, buona Televisione, buoni collegamenti settimanali diretti con l’Italia, più stretti rapporti tra le diverse Regioni e le rispettive Associazioni e Federazioni di appartenenza. Insomma, l’italiano all’estero ha bisogno di amore da parte della Madrepatria; di gesti concreti e duraturi.

    4) Sarebbe disposto, e quanto, ad andare contro le decisioni del vostro partito qualora queste andassero a sfavore dei cittadini italiani all’estero? C’e’ una forza politica o un leader politico al quale lei non voterebbe mai la fiducia in Parlamento anche se il partito lo chiedesse?

    Io sono a favore del ‘vincolo di mandato’:  se dico sì ad una coalizione, le resto fedele fino in fondo. Nella XVI Legislatura (2008-2013), quand’ero senatore, in certe occasioni – per motivi di grave crisi finanziaria – ho dovuto votare provvedimenti che in parte penalizzavano gli italiani all’estero: e non per sadismo, ma per senso di responsabilità. Ho sofferto, ma ho creduto di fare la cosa migliore. La mia Coalizione di centrodestra difficilmente farà inciuci con la sinistra. Non voterei, per esempio, mai la fiducia a Grasso, di sinistra, ex presidente del Senato, ex magistrato, che ha Impunemente buttato fuori dal Senato l’On.Silvio Berlusconi. (…)

    5) La lingua italiana è fra le più studiate al mondo, eppure le cattedre nelle università del Nord America diminuiscono… Cosa farebbe per promuoverla in modo migliore nel Nord e Centro America?

    La lingua italiana è il fiore all’occhiello dell’Italia. Dopo l’inglese, il francese e lo spagnolo – lingue di tre Stati che hanno dominato il mondo attraverso grandi imperi coloniali – c’è l’italiano, la lingua di Dante, la lingua erede del latino e dell’impero Romano; la lingua dei maggiori geni del mondo. Bisogna creare le condizioni per incentivare sempre di più i corsi degli enti gestori ed inserire negli orari curriculari lezioni di lingua italiana nei quartieri dove vivono molti connazionali. (…)

    6) C’è un personaggio storico italiano al quale vorrebbe ispirarsi nei valori e nelle idee per la sua carriera in Parlamento?

    Certamente al grande politico Alcide De Gasperi, un vero gigante – dagli indiscussi principi cristiani – che non permise al Pci di arrivare al potere del Paese. E lo fece attraverso le armi democratiche del voto popolare e delle riforme.  Visse e operò in anni difficili, in un’Italia appena uscita dalla II Guerra mondiale, dilaniata dalla lotta partigiana e pericolosamente in bilico tra i due blocchi Usa-Urss.

    7)  Gli abusi sessuali sulle donne: un problema urgente che necessita immediati interventi anche legislativi, oppure solo uno scandalo di Hollywood? E in Italia, è giunto forse il momento di eleggere un Presidente della Repubblica donna?

    Gli uomini e le donne devono godere degli stessi diritti e degli stessi doveri. Dobbiamo esserne tutti convinti e consapevoli: non devono più essere tollerati gesti violenti o atteggiamenti ambigui. La parità di genere, però, deve rappresentare una conquista sociale, prima ancora che legislativa. Qualsiasi forzatura normativa può rivelarsi artificiale se non addirittura controproducente. Parità di genere, per legge, in ogni consiglio di amministrazione o in ogni lista elettorale, no. Sugli abusi sessuali sulle donne, massimo rigore. Al Quirinale una donna? Il discrimine non deve mai essere il genere, ma l’esperienza e la competenza.

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  • Giordano: “Porterò risultati concreti”

    Giordano: “Porterò risultati concreti”

    L’intervista al candidato di Forza Italia alla Camera

    Presentazione dell'Associazione di amicizia parlamentare Italia-Albania. Introduce Basilio Giordano, Senatore, Presidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Albania Modera Anna La Rosa, Giornalista Intervengono Massimo Gaiani, Ardian Ndreca

    di Ricky Filosa (ItaliaChiamaItalia)

    Basilio Giordano ci riprova. Nostalgia del Parlamento?

    No, nostalgia di poter rappresentare di nuovo la mia gente, gli italiani all’estero, in Parlamento. Nella XVI Legislatura (2008-2013) ho iniziato un certo lavoro nei confronti degli Italiani nel mondo. Nel 2013, anche se risultato il più votato, non ce l’ho fatta a ritornare a Palazzo Madama. Questa è la terza volta: forse è la volta buona per andare a completare il lavoro lasciato a metà.

    Già Senatore della Repubblica, ora corre per la Camera dei Deputati. Come mai questa scelta?

    Non è una mia scelta, ma del Centrodestra, e segnatamente di Forza Italia. L’importante è non tradire il mandato ricevuto dal partito e da chi ci vota; lavorare seriamente per gli italiani nel mondo, risolvendo quei piccoli-grandi problemi che abbiamo noi italiani residenti all’estero.

    È stato senatore del PdL, ora è candidato con la lista “Salvini-Berlusconi-Meloni”. Ma lei chi rappresenta dei tre?

    Io sono candidato in quota Forza Italia. L’importante, però, è che a vincere sia innanzitutto la nostra lista, che si presenta unita e compatta. Poi alla Camera vi sono quattro candidati della coalizione di centrodestra, ma uno solo sarà eletto, cioè colui o colei che raccoglierà più voti.

    Berlusconi e Salvini a volte sembrano cane e gatto. Sarebbero davvero capaci di governare insieme l’Italia?

    Sono le due facce di uno stesso elettorato: capace di capire, ma anche deciso a cambiare in fretta le cose. Si, sono convinto che saranno capaci di governare l’Italia. I tempi sono ormai maturi. Le cose da fare sono tante, e le faranno insieme, uniti e decisi.

    Nella sua lista è candidata alla Camera anche Fucsia Nissoli, deputata uscente. E’ entrata da poco in Fi, dopo avere sostenuto per tutta la legislatura governi di Pd. Non teme che possa allontanare gli elettori?

    È un rischio che Forza Italia ha deciso di prendere. Sono certo che Nissoli riuscirà a portare bei voti alla nostra lista. Da lì poi ad essere rieletta alla Camera è tutto da vedere. Nel programma del Centrodestra, comunque, c’è la volontà di introdurre il ‘vincolo di mandato’ per gli eletti al Parlamento Italiano. E io, su questo punto, sono stato coerente e fedele già nella XVI Legislatura. E così continuo.

    Ci parli di lei, senatore. Cosa ha fatto negli ultimi cinque anni?

    Ho fatto l’editore del giornale “Il Cittadino Canadese”, ho partecipato agli eventi importanti della Comunità, ho dato la mia disponibilità incondizionata a coloro che mi hanno chiamato o incontrato e sono stato sempre vicino e leale al mio partito, Forza Italia, con i cui vertici ho sempre mantenuto rapporti molto stretti e cordiali.

    L’ultima volta non è riuscito a entrare in Parlamento, pur avendo raccolto molte preferenze personali. Perché nel 2018 le cose dovrebbero cambiare?

    Nel 2013 sono stato il più votato tra tutti i candidati in lizza, ma il nostro partito – PDL – non ce l’ha fatta per diversi motivi. La nostra lista era più debole di quella di oggi; poi c’era una congiuntura difficile e si era in piena crisi; il nostro Presidente, Silvio Berlusconi, era mal visto e criticato dalla maggior parte della stampa italiana ed estera; lo spread era ai livelli più alti; ed il capo del governo del tempo, Mario Monti, si presentava come il Salvatore della Patria. Sono convinto che per alle prossime elezioni la nostra lista farà molto bene in Nord e Centro America.

    Quali sono le sue principali proposte agli italiani nel mondo?

    Riaprire i termini per il riacquisto della cittadinanza italiana; digitalizzare i servizi consolari; migliorare l’assistenza sociale degli anziani all’estero; incrementare i fondi per la cultura e la lingua italiana; sostenere il riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali italiani all’Estero; promuovere il ‘Made in Italy’; modernizzare il palinsesto di ‘Rai Italia’; creare un ‘think tank’ di studenti e ricercatori di più recente immigrazione. Conto di portare avanti questi punti, se eletto alla Camera dei Deputati.

    Sta già organizzando la sua campagna elettorale? Girerà il territorio, incontrerà i connazionali?

    La campagna elettorale è già a pieno regime dal 1º febbraio. Farò quello che ho fatto nelle altre due precedenti elezioni, incontrando connazionali ovunque sarà possibile, nella nostra ripartizione, che va dall’Alaska al Panama. I luoghi e le date saranno resi pubblici nei prossimi giorni. E dove non potrò arrivare fisicamente, arriverò con i moderni mezzi digitali grazie all’aiuto di uno staff specializzato. Così da creare un filo diretto con i concittadini, soprattutto tra le nuove generazioni, che possa continuare anche dopo il voto.

    Berlusconi è sempre stato contrario agli italiani nel mondo. Il Sen. Pessina, in una recente intervista rilasciata a ItaliaChiamaItalia, ha assicurato che il Cavaliere ha cambiato idea. Lei ci crede?

    Sugli Italiani nel mondo, il Presidente Berlusconi non ha mai cambiato idea, è stato sempre e indiscutibilmente pro-italiani nel mondo, tanto da istituire un ‘ministero ad hoc’ e nominandone Mirko Tremaglia Ministro. Berlusconi non sottovaluta affatto la grande risorsa che gli italiani nel mondo rappresentano per l’Italia. E noi glielo ricorderemo ogni giorno in Parlamento.

    Da tempo opera nel settore dell’editoria. Qual è lo stato dell’informazione italiana nel mondo, oggi?

    Direi che la situazione dell’editoria italiana all’estero è più viva che mai. Vi sono meno testate del passato, ma vi è più qualità e più informazione che riguarda le attività delle nostre Comunità. Fare un giornale, una radio o una televisione fuori d’Italia è difficile, ma in cambio dà enormi soddisfazioni.

    Residente in Canada, ma di origine calabrese. Non le secca un poco candidarsi in una lista con dentro il nome “Salvini” con tutto quello che la Lega ha detto sui meridionali “terroni”?

    Niente affatto. La Lega non è più la Lega Nord di un quarto di secolo fa. E Salvini non è Bossi. I tempi sono cambiati e la Lega pure. Salvini vuole fare della Lega un partito nazionale moderato e liberale che va dalle Alpi alla Sicilia.

    Qualcuno sostiene che in Nord e Centro America, ripartizione estera in cui la maggior parte degli elettori sono siciliani, calabresi, campani… votare una lista con dentro “Salvini” per molti elettori del Sud sarà assai difficile. Lei che ne pensa?

    Salvini, che ho avuto modo di conoscere bene, non è assolutamente razzista ed è un leader preparato che ha fatto un accordo chiaro e puntuale con Berlusconi e la Meloni per governare l’Italia. La gente prima di votare dovrebbe leggere i programmi dei partiti e conoscere i loro leader, lasciando da parte i pregiudizi e le notizie false e pretestuose.

    In conclusione, perché un elettore del Nord e Centro America dovrebbe votare la lista “Salvini-Berlusconi-Meloni” e scegliere Basilio Giordano alla Camera?

    Bisogna votare la lista di Centrodestra di Salvini, Berlusconi e Meloni perchè é l’unica che può formare il prossimo governo. Al suo interno ci sono tutte le potenzialità e le caratteristiche di una formazione cristiana, liberale, democratica: una formazione che rappresenta i moderati italiani, dentro e fuori Italia; che ha a cuore la creazione di lavoro, l’abbattimento delle tasse, una giustizia giusta, la sicurezza dei cittadini, pensioni minime raddoppiate. Tutto questo, e molto di più, c’è nel programma del Centrodestra. E Berlusconi ne è il garante. Scegliere Basilio Giordano alla Camera dei Deputati non è una scommessa, ma una garanzia, vuol dire scegliere l’esperienza, la responsabilità, la coerenza e la lealtà. Chi ha già dato prova di serietà e di presenza, in aula e in Commissioni; chi si è fatto promotore di proposte di leggi e cofirmatario di altre decine, è un parlamentare che riprende a lavorare per gli italiani nel mondo. Nei primi cinque ha conosciuto il mondo parlamentare, nei prossimi
    cinque saprà portare in Centro e Nord America risultati certi e concreti.

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  • Alla Camera Berlusconi ha scelto Basilio Giordano

    Alla Camera Berlusconi ha scelto Basilio Giordano

    ELEZIONI ITALIANE 2018 Ripartizione Nord e Centro America

    Basilio-Giordano-Silvio-Berlusconi

    Basilio Giordano con l’ex Premier e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi

    Serietà, coerenza, esperienza e senso delle istituzioni al servizio degli italiani nel mondo

    Basilio Giordano – calabrese della Provincia di Cosenza, da oltre 40 anni residente a Montréal, in Canada – si ricandida con il Centrodestra (Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia), alla Camera dei deputati, in occasione delle elezioni politiche del 4 marzo 2018.

    Una chiara dimostrazione di fiducia da parte di Silvio Berlusconi e di Forza Italia nei confronti dell’editore-giornalista italo-canadese, già Senatore nella XVI Legislatura (2008-2013) quando si distinse per l’assiduità delle presenze (84.42% rispetto ad una media dell’80.10%) sia in aula che nelle Commissioni (‘Agricoltura e produzione agroalimentare’, prima; e ‘Affari esteri, emigrazione’, dopo); oltre che nel Comitato per le questioni degli italiani all’estero, in qualità di vicepresidente.

    Un impegno, quello per gli italiani nel mondo, che si è concretizzato in gesti chiari, circostanziati e puntuali negli ambiti strategici di Cultura, Turismo e Impresa. Come i due disegni di legge a difesa del Made in Italy e contro i Falsi Marchi italiani nel mondo (S. 921, S. 1145 e S. 2448), il DDL per le provvidenze a favore della stampa italiana all’estero (S.975) ed il progetto di legge di “Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Canada per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali” (S. 2273).

    E ancora: Giordano è stato il promotore della firma dell’accordo di collaborazione in materia industriale e tecnologica, ricerca e sviluppo tra il Québec e la Regione Lombardia (2011); ed è stato il fautore dell’accordo tra l’Università di Padova e l’Istituto Nazionale della Ricerca Scientifica (INRS) del Québec che prevede, oltre a scambi di programmi e di ricerche, il riconoscimento legale reciproco di diplomi bi-valenti (2012).

    Giordano, inoltre, è stato presidente/fondatore dell’Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Canada e di quella Italia-Albania e membro dell’Associazione Parlamentare di Amicizia Italia –Repubblica Dominicana.

    Rispetto al 2008 e al 2013, però, Basilio Giordano non potrà ripresentarsi in sinergia con Amato Berardi, molisano della Provincia di Isernia, ma da oltre 40 anni residente a Filadelfia, negli Usa. Quest’ultimo, infatti, pur se riconfermato dal Centrodestra, ha dovuto gettare la spugna, per problemi di salute. C’è la ferma e decisa volontà, da parte di Basilio Giordano, di riscattare il mandato della XVI Legislatura (2008-2013) segnato da una congiuntura economica internazionale negativa, e portare così a termine gli impegni presi con gli Italiani del Nord e Centro America.

    Impegni che il parlamentare del Centrodestra rinnova e sottoscrive pubblicamente, convinto – come sempre – che solo chi ha vissuto all’estero, tra gli italiani all’estero, possa farsi interprete dei loro umori, delle loro esigenze e delle loro aspirazioni. E rivendicarli – con determinazione, credibilità e cognizione di causa – in Parlamento e tra i banchi del governo. Una credibilità corroborata, nel tempo e nei fatti, da un alto senso delle istituzioni e dalla lealtà mai venuta meno verso lo stesso partito – Forza Italia – che lo ha lanciato in politica nel 2008.

    Fiducia del Centrodestra, esperienza accumulata, ottimismo inguaribile: per Basilio Giordano tre buoni motivi per crederci. E riuscirci. Ancora una volta.

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  • Paolo Bolano: “Il Mezzogiorno è cultura”

    Paolo Bolano: “Il Mezzogiorno è cultura”

    Un calabrese illustre al CITTADINO CANADESE

    Il giornalista-regista in Canada per partecipare ad un Convegno sulla ricchezza culturale della Calabria, che ne può riscattare e rilanciare l’immagine nel mondo

    Paolo Bolano con il direttore Basilio Giordano in redazione
    Paolo Bolano con il direttore Basilio Giordano in redazione

    MontréalPaolo Bolano è un’eccellenza calabrese, uno dei primi giornalisti ad entrare in Rai insieme ad un altro ‘mostro sacro’ come Nuccio Fava. Al suo terzo viaggio in Canada, il 14 gennaio scorso ha partecipato ad un Convegno, che si è tenuto ad Ottawa, dal titolo “Mezzogiorno e cultura”, in cui ha presentato una serie di documentari sulla storia, la cultura e le tradizioni della Calabria. “Io sono per l’internazionalizzazione della cultura – ci ha spiegato in occasione di una visita in redazione -: per me la cultura italo-canadese, canadese e italiana devono parlarsi”. “Se la prima emigrazione è stata basata sulla necessità, la seconda vede tanti giovani, diplomati e laureati, lasciare i nostri paesini per le capitali del mondo. E questo mi fa sorgere un interrogativo sull’emigrazione”. Un interrogativo che pone prima di tutto a se stesso, visto che lo stesso Paolo è un emigrante: da Reggio Calabria si è trasferito a Roma, così come il nonno negli Usa e il fratello in Germania. “Gli emigrati che sono diventati numeri uno devono porsi il problema della cultura, facendo fare il salto di qualità all’emigrazione. Per esempio, possiamo pensare ad una città della cultura, a Toronto o a Montréal, ipotizzando un accordo con il teatro greco di Siracusa per produrre due tragedie e una commedia, in italiano e inglese, da far girare in tutto l’Occidente. Un progetto che può coinvolgere decine e decine di giovani e che, allo stesso tempo, potrà essere trasmesso in Italia attraverso una web tv”. “Noi calabresi – ha sottolineato Bolano – veniamo dalla Magna Grecia: da noi è nato il Teatro, il Bello, la Filosofia, la Medicina, la Scultura, la Pittura. I calabresi non sono delinquenti, ma persone di Serie A: i nostri avi hanno assistito alle opere di Sofocle, Eschile ed Euripide. Questa è la Calabria, non quella che dipingono alcuni giornali internazionali”. “La Calabria e il Mezzogiorno – ha poi aggiunto – soffrono il ritardo della questione meridionale, che è stata risolta solo al 50%: vorrei tanto che la politica oggi rispondesse ad un grande meridionalista come Giustino Fortunato, di Rionero in Vulture, che, nel 1870, dopo l’Unità d’Italia, chiedeva al Parlamento valli da bonificare, pendii da rimboscare, vie da aprire e attività industriali da avviare. Lo stesso Benedetto Croce diceva che le nostre disgrazie provengono dal Medioevo a causa di un clero avido e ignorante che aveva partorito un sanfedismo rimasto isolato dall’autentica Evangelizzazione Cristiana”. È arrivato il momento del riscatto: “Oggi che siamo arrivati protagonisti in Canada, dobbiamo portare alta la bandiera della cultura, perché quella bandiera ci unisce e, allo stesso tempo, può cancellare tutto ciò che di negativo viene scritto sulla stampa mondiale. Dobbiamo fermarli, dicendo che noi siamo LA CULTURA”. (V.G.)

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  • Referendum costituzionale – Italiani all’estero: un NO convinto

    Referendum costituzionale – Italiani all’estero: un NO convinto

    L’EDITORIALE di Basilio Giordano

    Sen. Basilio Giordano
    Sen. Basilio Giordano

    Come ex Parlamentare eletto in rappresentanza degli Italiani nel mondo, in particolare di quelli residenti in Nord e Centro America, non posso esimermi dall’esprimere la mia opinione sul Referendum, che coinvolge anche i connazionali fuori dai confini nazionali. Li coinvolge come cittadini chiamati ad esprimere legittimamente il proprio voto, ma anche come parte in causa di una riforma che, purtroppo, li penalizza fino a cancellarli. La riforma, infatti, è fin troppo chiara: se dovesse vincere il “SI”, gli italiani all’estero perderebbero il diritto di eleggere i “loro” Senatori. Oggi ne possono scegliere 6 su 315: con la riforma ne avrebbero 0 su 100. Basti pensare che ne ha 2 la Val d’Aosta con 126mila abitanti, mentre gli italiani all’estero sono oltre 4 milioni. Sarebbe sufficiente solo questo per giustificare un “NO” forte, chiaro e convinto. Ma non è finita qui. Gli italiani all’estero verrebbero declassati addirittura a cittadini di Serie B, se prendiamo in considerazione la nuova legge elettorale, automaticamente approvata in caso di vittoria del “SI”. In questo caso, il voto dei connazionali nel mondo non sarà conteggiato ai fini dell’assegnazione del premio di maggioranza e gli elettori iscritti all’Aire non potranno partecipare al ballottaggio. Un sistema palesemente antidemocratico, contro ogni buon senso. Il voto degli italiani all’estero, invece, rappresenta una conquista irreversibile. Riconosciuta, per legge, la legittimità degli italiani residenti all’estero di contribuire anche col voto (e non solo con le rimesse, il turismo di ritorno e la promozione del Made in Italy) alla vita democratica del Belpaese, non è ricevibile nessuna proposta che ridimensioni, fino a marginalizzare o – peggio – a cancellare – chi ha acquisito il diritto di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento. Non si può, in nessun caso ed in alcun modo, sminuire un diritto che ha restituito dignità a tanti cittadini con passaporto italiano che risiedono all’estero. Una conquista di libertà e civiltà condivisa con Paesi baluardi della democrazia come Francia e Stati Uniti. In Italia, fu l’On.Tremaglia a volere fortemente il ‘voto degli italiani all’estero’ e ci riuscì. Una ‘conquista’, per noi emigrati. Un giusto riconoscimento a quanti, nel mondo, si sono rifatti una vita, si sono fatti strada e hanno dato lustro all’immagine dell’Italia nel mondo. Se l’obiettivo, quindi, era quella di abolire il bicameralismo perfetto, velocizzare i tempi di approvazione delle leggi e risparmiare sui costi, è un triplo fallimento. Il Senato non viene abolito: cambiano solo gli inquilini, nominati dai Consigli regionali, che possono richiamare a sé le leggi approvate dalla Camera e produrre delle osservazioni, complicando l’iter del procedimento legislativo, non facilitandolo! E non è vero che i costi si azzereranno: diminuiranno solo di 1/10. Senza contare, poi, che il Senato conserverebbe funzioni importanti, che riguardano, fra l’altro, proprio la politica internazionale del Paese. Mi spiegate cosa ci fanno 100 senatori – non scelti dai cittadini, in vacanza-premio a Palazzo Madama, tra un caffè e uno sbadiglio – a parlare di politica internazionale? Loro sì, mentre i rappresentanti degli Italiani all’Estero, – che conoscono da vicino i problemi dello ‘stare all’estero’- NO! In questa tornata elettorale referendaria, a noi italiani all’estero viene chiesto, con sfacciataggine,  di votare “Si” e, in cambio – ben nascosta tra le righe della nuova legge elettorale, ‘Italicum’, – saremo non solo privati dei nostri 6 rappresentanti in Senato, ma anche penalizzati nella votazione della Camera dei deputati! Chiedere a noi italiani all’estero di votare ‘SI’ significa spingerci al ‘suicidio’. Se, dunque, votare ‘Si’ vuol dire ‘suicidarci’, scegliamo di votare “No”. Noi italiani all’estero rappresentiamo circa il 7% dell’intero corpo elettorale, oltre 4 milioni di cittadini: una popolazione come la Puglia o il Piemonte, che però hanno diritto a 20 senatori e 40 deputati ciascuna. Abbiamo aspettato 50 anni prima che ci venisse riconosciuto il diritto di avere nostri rappresentanti in Parlamento, e adesso, con una sfrontatezza senza pari, con una letterina inviataci direttamente a casa, ci si chiede di rinunciare ai nostri diritti, quasi ci si rinfaccia la nostra inutilità. Renzi si comporta come se ‘sapesse che noi non sappiamo’. Ma non è così, caro Premier Renzi, e il nostro voto contrario glielo confermerà. Conosciamo bene le sue giravolte politiche in merito a questo ‘suo’ Referendum: prima ha legato il suo futuro politico al suo esito, poi ha minimizzato, poi ha rinculato; quindi ha avuto paura e ‘occupato’ Tv e giornali. Ha diffuso, o fatto diffondere, stime positive su tutti i fronti, ha aperto cantieri in tutto il Sud, ha promesso soldi ai pensionati, decontribuzioni al sud. Va dicendo che, se vince il No, lo spread esploderà e l’Italia uscirà dall’Euro. Si è messo poi a sparlare dei suoi avversari, a chiamarli “Accozzaglia”.

    Lei, caro Primo Ministro, è l’unico abusivo ad occupare una poltrona non sua, teme di dover tornare a casa; ci dispiace, ma se non la fermiamo ora, lei domani farà votare al Parlamento – o a quello che ne resterà – una legge con un solo articolo, con su scritto: ‘Da oggi gli Italiani all’estero non votano più’. Ma quel giorno, mi creda, non arriverà mai. Perché lei perderà il Referendum e anche Palazzo Chigi. Chi minimizza il ruolo degli Italiani all’estero non merita di governare l’Italia.

    Da ex-Senatore della XVI Legislatura, e da italiano all’estero, invito i connazionali in Nord e Centro America a votare convintamente ‘NO’.

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  • Gli italiani di Montréal festeggiano la Repubblica

    Gli italiani di Montréal festeggiano la Repubblica

    A rendere omaggio all’Italia anche
    i Ministri Rita de Santis e Martin Coiteux

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    Circa 800 persone hanno celebrato il 70º anniversario della Festa Nazionale sul belvedere di Mont-Royal: per un giorno la bandiera tricolore ha sventolato su tutta la città, a simboleggiare il ruolo storico e imprescindibile della Comunità Italiana nella crescita della Belle Province e della sua metropoli

    Nella foto riconosciamo il Console Filippo Lonardo, Marianna Simeone, il Console Generale Enrico Padula, Salvatore Sciascia e Pino Asaro, presidente del Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi, regione Québec
    Nella foto riconosciamo il Console Filippo Lonardo, Marianna Simeone, il Console Generale Enrico Padula, Salvatore Sciascia e Pino Asaro, presidente del Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi, regione Québec
    Da sinistra: la Ministra Rita de Santis, il Ministro Martin Coiteux ed il consigliere comunale Francesco Miele
    Da sinistra: la Ministra Rita de Santis, il Ministro Martin Coiteux ed il consigliere comunale Francesco Miele

    Montréal – Un’altra volta dall’alto, dalla ‘terrazza di Montréal’, come 2 anni fa, per ‘dominare’ con lo sguardo tutta la città, con le bandiere italiane a simboleggiare l’orgoglio ed il senso di appartenenza tricolore in un luogo-simbolo di Montréal, che rende così omaggio al ‘genio italico’ che ha contribuito non poco alla sua crescita socio-economica. Presso il maestoso e suggestivo Chalet Du Mont Royal, quindi, nel cuore verde della città, di fronte al panorama mozzafiato di Montréal, sabato 4 giugno, a partire dalle 17.00, circa 800 italiani di Montréal si sono uniti alle autorità diplomatiche e consolari, ai rappresentanti dell’Organizzazione dell’Aviazione Civile Internazionale (ICAO), agli esponenti del mondo diplomatico, dell’associazionismo, della cultura, dell’imprenditoria, dei media e della politica montrealese, quebecchese e canadese, per celebrare in pompa magna il 70º anniversario della Repubblica. Tra le personalità presenti, oltre al Console generale Enrico Padula ed al Console Filippo Lonardo, ricordiamo: il direttore dell’Istituto italiano di cultura, Francesco D’Arelli; la deputata della ripartizione Nord e Centro America, Francesca La Marca; il Senatore Basilio Giordano, accompagnato dalla consorte Nina; il Ministro quebecchese degli Affari municipali e della Sicurezza pubblica, nonché responsabile della regione di Montréal, Martin Coiteux (che possiede anche la cittadinanza Italiana); il deputato federale Nicola Di Iorio; la Ministra provinciale dell’Accesso all’Informazione e della Riforma delle Istituzioni democratiche, Rita de Santis; il deputato federale Angelo Iacono; il consigliere comunale Francesco Miele (che ha letto un messaggio del Sindaco Denis Coderre); Giovanna Giordano, presidente del Comites di Montréal; Pino Asaro, presidente del Congresso, sezione Québec. Davvero emozionante l’inizio della cerimonia (moderata dalla giornalista Marianna Simeone) con gli inni nazionali, canadese e italiano, eseguiti dal Corpo Musicale dell’Ordine Figli d’Italia di Montréal, diretto dal Prof. Ronald Di Lauro, insieme al Coro Alpino di Montréal, guidato da Giovanna Furci. Nel saluto rivolto ai partecipanti, il Console Enrico Padula ha prima di tutto annunciato un’importante onorificenza: la medaglia dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana al Prof. Giovanni De Paoli, docente di urbanistica all’Université de Montréal, in quanto “eccellenza del sistema accademico italiano dal punto di vista scientifico e gestionale”, recita la motivazione. “Due giorni fa – ha poi proseguito il Console – si è svolta la tradizionale parata sulla via dei Fori Imperiali a Roma. Militari e civili, insieme alle organizzazioni di volontariato ed assistenza, cercano quasi quotidianamente di soccorrere da mesi le vittime di una delle più grandi migrazioni della storia contemporanea. L’Italia è in prima linea nel cercare di alleviare queste innumerevoli sofferenze. Di essere parte di questa Italia potete essere fieri ed orgogliosi. Perché Italia non è solo il nome di una squadra di calcio, anche se tutti tiferemo per gli Azzurri ai prossimi Europei. L’Italia è un Paese che sostiene oggi uno sforzo sproporzionato nell’azione umanitaria, che impegna cooperanti e volontari, mezzi finanziari e dove necessario i suoi soldati, in operazioni di mantenimento della pace. L’Italia è un Paese che assume il suo ruolo nell’Unione Europea e nella comunità internazionale, con una nuova fiducia verso l’avvenire. Una fiducia che deriva anche dalla coscienza di una lunga storia che ha portato infine alla formazione dello Stato Unitario e, 70 anni fa, della Repubblica. Viva la Repubblica. Viva l’Italia!”. A chiudere i festeggiamenti, contemporaneamente all’apertura di un prelibato buffet enogastronomico, sono stati il Corpo Alpino, che ha intonato il “Va’ Pensiero’ di Giuseppe Verdi, e il duo formato dal pianista Gianfranco Pappalardo Fiumara e dal tenore Roberto Cresca, che hanno interpreatato alcune arie popolari della lirica Italiana (V.G.)

    Una veduta panoramica della sala interna dello Chalet che ha ospitato la Festa della Repubblica Italiana
    Una veduta panoramica della sala interna dello Chalet che ha ospitato la Festa della Repubblica Italiana

     

    Da sinistra: Claudio Antonelli, il dir. generale di ‘Le repos Saint-François d’Assise Richard Prenevost, Pietro Lucca e la consorte Rosella
    Da sinistra: Claudio Antonelli, il dir. generale di ‘Le repos Saint-François d’Assise Richard Prenevost, Pietro Lucca e la consorte Rosella
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  • Cornado e Padula:“Qui si respira la storia”

    Cornado e Padula:
    “Qui si respira la storia”

    L’Ambasciatore d’Italia e il Console Generale al “Cittadino”

    Il Sen. Basilio Giordano, direttore generale del “Cittadino Canadese”, con   l'Ambasciatore Gian Lorenzo Cornado ed il Console Generale Enrico Padula
    Il Sen. Basilio Giordano, direttore generale del “Cittadino Canadese”, con
    l’Ambasciatore Gian Lorenzo Cornado ed il Console Generale Enrico Padula

    Montréal – Alla vigilia del suo 75º compleanno, il “Cittadino Canadese” (fondato nel lontano 1941 da Antonio Spada) ha ricevuto nella sua redazione i due massimi rappresentanti della Repubblica Italiana in Canada: l’Ambasciatore Gian Lorenzo Cornado (insediatosi a Ottawa il 2 aprile del 2013) e il Console Generale Enrico Padula (arrivato a Montréal il 19 ottobre del 2012). Il 1º dicembre scorso, infatti, i due diplomatici hanno risposto all’invito del direttore generale, Sen. Basilio Giordano, visitando (in forma privata) gli uffici su Jean Talon Est, nel cuore dell’italianissima St-Léonard, del giornale italiano più antico in Canada. Una visita di cortesia graditissima (durata un’oretta e mezza) che ha visto Cornado e Padula conoscere da vicino il cuore del settimanale, con il Sen. Giordano nei panni di ‘Cicerone’ nel raccontare anche qualche simpatico aneddotto della sua trentennale esperienza editoriale. Ma ad attirare l’attenzione dei due diplomatici sono stati soprattutto i preziosi archivi: nel consultare alcune copie storiche del Cittadino (come la dichiarazione di Guerra dell’Italia alla Germania, la prima elezione di Pierre Elliott Trudeau a Primo Ministro del Canada, la vittoria dell’Italia ai Mondiali di calcio nell’82, o alcune pubblicità di prodotti ormai in disuso, come la Tv in bianco e nero degli anni ’70 o le famose autovetture Mustang), sia l’Ambasciatore che il Console sono rimasti visibilmente affascinati da un inestimabile patrimonio che racconta la storia del giornale e, di riflesso, quella sociale, politica, economica e culturale della Comunità italiana in Canada. Tanto che Cornado ha dovuto ammettere: “Starei ore e ore a sfogliare i giornali dei decenni passati: qui si respira la storia!”. Una frase condivisa dallo stesso Console, che ha annuito, e che ci rende orgogliosi, in quanto depositari della memoria storica di un popolo che non ha mai rinnegato le proprie origini, pur contribuendo allo sviluppo di un Paese ricco e moderno come il Canada. Dopo un’immersione nella storia e qualche foto-ricordo, i due ospiti sono tornati alle loro mansioni diplomatiche, consci più che mai del ruolo imprescindibile che il Cittadino svolge da 75 anni nella divulgazione della lingua e cultura italiana in Canada. (V.G.)

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