Tag: anniversario

  • IL VOLO a Montréal per il 20º anniversario del CLDV e per ricordare Giuseppe Borsellino

    IL VOLO a Montréal per il 20º anniversario del CLDV e per ricordare Giuseppe Borsellino

    In occasione del 20º anniversario del CLDV e in memoria del suo ideatore e fondatore, i 3 artisti si sono esibiti con 16 brani – da “Nessun dorma” ad “Un amore così grande”, da “Torna a Surriento” a “O Surdato Nnamurato” – mandando in visibilio i 500 ospiti accorsi al teatro ‘Mirella e Lino Saputo’

    di Vittorio Giordano

    MONTRÉAL – Una serata da brividi e dalle emozioni travolgenti, in occasione del 20simo anniversario del Centro Leonardo da Vinci (CLDV), centro comunitario inaugurato il 31 maggio del 2002; ma soprattutto un ultimo, sentito, profondo omaggio ad un gigante, un filantropo dal cuore enorme come Giuseppe (Joe) Borsellino, scomparso il primo settembre del 2021. Un progetto che aveva avviato un anno e mezzo fa lo stesso Borsellino, ideatore e fondatore del Centro, e che gli attuali vertici del complesso, Joe Pannunzio e Pat Buttino, rispettivamente presidente e direttore generale, hanno voluto realizzare per onorare al meglio la sua memoria. Non solo. Tutto il ricavato della serata è stato già depositato in un fondo speciale di emergenza, che permetterà al Centro di poter finanziare i lavori di manutenzione dei prossimi anni. Chapeau! Protagonisti assoluti di questa lodevole iniziativa sono stati i tre talentuosi cantanti de IL VOLO, formidabile trio famoso in tutto il mondo: i tenori Piero Barone e Ignazio Boschetto ed il baritono Gianluca Ginoble.

    Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto e Piero Barone

    Lo spettacolo, andato in scena lo scorso 2 luglio nella cornice del teatro ‘Mirella e Lino Saputo’ del Centro, ha visto i 3 artisti esibirsi con 16 brani – da “Nessun dorma” ad “Un amore così grande”, da “Torna a Surriento” a “O Surdato Nnamurato” – mandando in visibilio i quasi 500 ospiti presenti. Introdotti dal professore-umorista Joe Cacchione, che ha fatto da maestro di cerimonie, il presidente del Centro Joe Pannunzio ha salutato i presenti, mentre Lino Saputo Jr., presidente e direttore generale di Saputo Inc, ha reso omaggio allo zio Joe Borsellino con un breve, sobrio ma intenso discorso, descrivendone il successo professionale, ma soprattutto l’incommensurabile impegno comunitario e filantropico. Tre minuti in tutto, ma densi e significativi, in un’atmosfera commossa che si è stretta intorno alla famiglia Borsellino, mentre alle spalle di Saputo, sul maxischermo, scorrevano immagini iconiche del fondatore del Centro. Con l’ultima che ha fatto particolare breccia nel cuore dei presenti: una foto raffigurante un sereno Borsellino mentre saluta la sua creatura: quel Centro Leonardo da Vinci che ha voluto fortemente e che oggi rappresenta più che mai il suo testamento, la sua realizzazione più grande, simbolo di quel legame indissolubile con l’Italia, che ha caratterizzato ogni attimo della sua vita oltreoceano.

    Da sinistra: Joseph Broccolini, Luigi Liberatore, Rick Sassano, Lino Saputo Sr., Peter Triassi, Francine Gravel e Mirella Saputo con Il Volo
    Da sinistra: Joe Pannunzio, Pat Buttino, Joseph Broccolini, Peter Triassi, Francine Gravel e Silvio Sicoli

    “Era stato lo stesso Giuseppe Borsellino ad avanzare la proposta di organizzare un gala di raccolta fondi per il Centro – ci ha raccontato Pat Buttino – come avevamo già fatto nel 2012 per il 10º anniversario e nel 2018, in quest’ultimo caso in collaborazione con la Fondazione Comunitaria Italo-Canadese. Alla fine la scelta è caduta su IL VOLO, una decisione che Borsellino ha approvato con gioia. Mi sono subito messo in contatto con Dunia Molina, l’organizzatrice dell’evento per il CLDV a Roma: peccato che l’accordo definitivo sia arrivato qualche giorno dopo la scomparsa di Borsellino, a cui quindi non siamo riusciti a comunicare la bella notizia, anche se le premesse erano tutte favorevoli. Quando abbiamo spiegato a IL VOLO che lo scopo dell’iniziativa era organizzare una raccolta fondi da investire poi in un fondo speciale di emergenza per la manutenzione del Centro – cuore pulsante della Comunità italiana ma sempre più aperto anche alle altre etnie della città – hanno accettato con entusiasmo. Tanto che sono venuti a Montréal appositamente per questo evento”. “È stato un gala semi-privato – ha proseguito Buttino – senza alcuna vendita libera dei biglietti: gli ospiti, la maggior parte su invito, hanno offerto un ingente contributo per partecipare al concerto e dare così una grossa mano al futuro del Centro. Grandi donatori, quindi, ma anche banchieri, commercianti, imprenditori e professionisti. Venerdì 1º luglio, i 20 grandi donatori sono stati premiati partecipando ad una cena esclusiva con IL VOLO all’Hotel Sheraton di Laval. Sabato 2 luglio, poi, è andato in scena prima il concerto-gala al teatro ‘Mirella e Lino Saputo’ dalle 18:30 alle 20, e poi un cocktail-dinatoire all’entrata principale, sotto un enorme tendone di 60 per 120 piedi, tra due piano-bar ed un sottofondo di musica con DJ dal vivo. Un evento conviviale che si è protratto fino a notte fonda e a cui non hanno partecipato i 3 artisti, che subito dopo lo spettacolo, però, si sono prestati ad un “Meet and Greet” nella galleria del Centro, al secondo piano, dove per 30 minuti hanno incontrato alcuni fortunati spettatori, anche loro premiati per la loro generosa donazione. I tre artisti sono stati estremamente disponibili con i partecipanti, che hanno vissuto una serata indimenticabile. Gli stessi 3 artisti hanno ammesso di non aver mai ricevuto un’accoglienza così calorosa in nessuna altra parte del mondo: sono rimasti colpiti dalla genuinità e dall’autenticità degli Italo-Montrealesi. Si sono sentiti subito a casa, tanto da ammettere che avrebbero potuto continuare a cantare fino all’indomani. Basti pensare che, quando sono andati in mezzo al pubblico durante il concerto, la gente è impazzita di gioia. Il merito è tutto loro: sono una forza della natura. E allo stesso tempo umili e gentili, sorpresi da un’accoglienza fuori dal comune. Felici loro – ha concluso Pat Buttino – e contentissimi noi, organizzatori e spettatori, fortunati di aver assistito ad un concerto unico ed irripetibile”.   

    I ragazzi del Volo e Pat Buttino conversano con Joey, Lino Sr. e Mirella Saputo
    Da sinistra: Patrice Brisebois, Nadia Saputo e Lino A. Saputo Jr
    Da sinistra: Frank Cianci, Nadia Saputo e Patrice Brisebois

    Lino A. Saputo, Jr mentre onorava l’ideatore e fondatore Giuseppe (Joe) Borsellino, scomparso il 1º settembre 2021
    Condividi
  • Madonna di Pompei in festa per Padre Mario Titotto e Don Jairo Alfonso Ávila

    Madonna di Pompei in festa per Padre Mario Titotto e Don Jairo Alfonso Ávila

    MONTRÉALPer celebrare l’anniversario sacerdotale di 50 anni di Padre Mario Titotto e di 25 anni di Padre Jairo Alfonso Ávila, domenica 29 maggio si è tenuta una festa, organizzata dal Comitato della Madonna di Pompei, presso il Centro Santa Famiglia di Saint-Léonard.

    Padre Mario Titotto festeggia il suo 50° anniversario di ordinazione. Nato nel ’46 ad Altivole (Treviso), ha affrontato i suoi primi studi tra Bassano e Crespano del Grappa, per poi formarsi in Filosofia e Teologia tra Como e Ancona. Ha iniziato a svolgere la professione perpetua a Roma, diventando poi sacerdote nel ’72.

    È stato un attivissimo missionario scalabriniano tra Roma, il Venezuela, gli Stati Uniti e il Québec, operando in Connecticut, Massachusetts, Rhode Island, New York State e poi soprattutto a Montréal, LaSalle, Saint-Léonard e Laval, prestando il suo ultimo servizio sacerdotale presso la Madonna di Pompei fino al 2014 (dove è comunque attivo e continua a concelebrare). È rispettato e apprezzato da tutti per la sua entusiasta ed instancabile fede e dedizione alla carità.

    page18image2994765872
    Da sinistra: Padre Giampietro Lazzarato, Padre Joseph Fugolo, i festeggiati Mario Antonio Titotto e Padre Jairo Alfonso Avila, Padre Giancarlo Massari, Padre Yves Michel Touzin e Padre Francesco Geremia. Assente Padre Rinaldo Vecchiato.

    Padre Jairo Alfonso Ávila festeggia il suo 25° anniversario di ordinazione. È nato in Colombia in una famiglia di contadini cattolici, 6 fratelli e 3 sorelle. Sentito la chiamata di Dio al termine degli studi superiori, è entrato nel seminario di filosofia dei Missionari di San Carlo. Scalabriniani nel 1987, ha poi studiato Filosofia all’Università San Buenaventura di Bogotá. Quindi il noviziato in Messico e gli studi teologici presso la Catholic Theological Union (CTU) di Chicago, nell’Illinois. È stato ordinato Sacerdote a Berbeo (Boyacá, Colombia) il 3 agosto 1986. Ha servito i suoi primi anni di ministero a Brooklyn (New York).

    Successivamente è stato inviato in Venezuela per circa 4 anni. Gli anni seguenti del suo ministero sono stati principalmente in Canada: prima per 8 anni a Mississauga, in Ontario, poi per 10 anni a Lasalle, in Québec. Da settembre 2021 è stato assegnato alla parrocchia della Madonna di Pompei a Montréal, dove è molto amato dalla Comunità.

    Condividi
  • Elio e Nina De Lauri: 61 anni di amore in cucina

    Elio e Nina De Lauri: 61 anni di amore in cucina

    Nettoyage GBM

     

    Elio e Nina mentre preparano le pietanze per i loro clienti

     

    MONTRÉAL – Chi non conosce “Elio Pizzeria”? Chi non ha mai incrociato gli occhi neri, vispi e intelligenti del suo padre-fondatore, Elio De Lauri? Clienti abituali o avventori occasionali, tutti conoscono Elio, noto ristoratore Italo-Canadese originario della provincia di Avellino, che dal 1964 delizia i palati della sua numerosa e variegata clientela con piatti semplici e tradizionali, dai sapori autentici e antichi, in un’atmosfera familiare e rassicurante.

    Un successo che Elio ha sempre condiviso con la sua dolce metà Nina, che non gli ha fatto mai mancare il suo incondizionato supporto: “Mia moglie è stata la mia più grande fortuna – ama ripetere Elio -: ha sempre avuto fiducia in me, stando dalla mia parte in tutti gli investimenti, piccoli e grandi”.

    Nel 1961, Elio e Nina sono convolati a nozze nella Parrocchia di San Potito Ultra, un centroa 5km da

     

    Elio e Nina con i figli Franco, Lucia e Anna Maria

    Candida, il paese natìo di Elio. Pochi giorni dopo il volo per Montrèal: qui andarono a vivere in un appartamento su boul. Saint-Laurent. Nella primavera del 1964 arrivò la decisione più coraggiosa che cambierà la vita di Elio e Nina per sempre: l’acquisto per 3.000 $ di un locale all’angolo di Bellechasse e Drolet, nel quartiere di Romemont-La-Petite Patrie. Fu l’inizio di un’epopea.

    La storia d’amore ed il successo imprenditoriale di Elio e Nina De Lauri sono le due facce della stessa medaglia: una storia familiare e professionale straordinaria, sugellata il 29 aprile scorso dal 61o anniversario di matrimonio. Un’occasione speciale che Elio e Nina hanno celebrato nel loro ristorante, circondati dall’affetto dei figli Anna Maria, Franco e Lucia, e degli affettuosi nipoti.

    Nettoyage GBM

    Condividi
  • 140 ° anniversario dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro

    140 ° anniversario dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro

    MONTRÉAL – Domenica 3 aprile si è tenuto un evento storico a Montréal. La Luogotenenza dell’Ordre Équestre du Saint-Sépulcre de Jérusalem ha celebrato il 140° anniversario dalla sua fondazione in Canada.

    La cerimonia è iniziata con la partecipazione di 38 membri alla Messa domenicale della” domenica di Quaresima che si è svolta nella Basilique Cathédrale Marie-Reine-du-Monde e Saint-Jacques le Majeur, dove si svolgono anche le altre veglie e investiture dell’Ordine. Dopo lo scambio degli auguri tra Dames e Chevaliers nella sala parrocchiale, il Gran Priore, Sua Eccellenza Mons. Christian Lépine, CGOSSe Arcivescovo di Montreal, è intervenuto sottolineando il nobile ruolo dell’Ordine, araldo di pace e messaggero della grandezza e misericordia di Dio.

    In occasione dell’anniversario della fondazione dell’Ordine, avvenuta a Montréal il 3 aprile 1882, la Cancelliera e Tesoriera Amal Catherine Shomali ha presentatola sua sorpresa ad ogni membro: un libretto di 20 pagine, preparato dopo ricerche negli archivi di Montréal e Gerusalemme durante il suo viaggio a gennaio. Questo opuscolo – in inglese e francese è un riassunto della storia dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme in Canada, nonché della Luogotenenza di Montréal e de1 suo1 I1 Luogotenenu dalla fondazione fino ad oggi. Il Luogotenente attuale, in carica dal 2018, è S. Me Luc Harvey. Nel passato, questo prestigioso ruolo è stato ricoperto anche da due Italo-Canadesi come il Dr. Giuseppe Maiolo e il Conte Gerardo D’Argenio. Tra i Cavalieri presenti all’evento del 3 aprile, c’erano il Dott. Giovanni Scalia ed il Sen. Basilio Giordano, mentre tra le Dame c’erano Elena Scalia, Michelina Lavoratore e Nina Mormina. L’evento è stato poi coronato dalla condivisione di una torta al cioccolato a forma di croce di Gerusalemme e da un brindisi alla lunga presenza dell’Ordine a Montreal.

    L’Ordine Equestre del Santo Sevolcro di Gerusalemme è un’istituzione laica posta sotto la protezione della Santa Sede. Intende rafforzare tra i suoi membri la pratica della vita cristiana, sostenere e alutare le opere e le istituzioni della Chiesa cattolica in Terra Santa e mantenere una Chiesa viva affinché i luoghi santi non diventino musei. Dalla fine del 19° secolo, I’Ordine ha finanziato la costruzione di 40 scuole e ora vole aiutare a pagarne i costi operativi, compresa la manutenzione degli edifici e gli stipendi di circa 900 insegnanti e personale ammini strativo. Oggi, circa 19.000 studenti frequentano queste scuole materne, primarie, secondarie e tecniche.

    Condividi
  • Cinquant’anni di stile e di passione per la casa

    Cinquant’anni di stile e di passione per la casa

    MONTRÉAL – “I clienti diventano nostri amici”. È questa la filosofia vincente di “Casavogue”, negozio di mobili e articoli di arredamento (situato al 8260, Boulevard Saint-Michel), leader a Montréal per la qualità eccelsa dei prodotti ed il servizio impeccabile alla clientela. Perché l’attività avviata da Calogero e Francesca Territo (entrambi originari di Ribera, in provincia di Agrigento) non è un semplice lavoro, ma una vera e propria passione. Una passione per lo stile ed il design che dura da 50 anni e che ogni giorno conquista decine e decine di clienti (non solo Italo-Canadesi), ‘rapiti’ dalla cordialità e dalla gentilezza di chi non si limita a vendere, ma ascolta, si immedesima e consiglia. Fino a condividere la scelta del prodotto, che soddisfa al meglio i bisogni di una clientela sempre più multietnica, trasformandone la casa in un focolare domestico a propria immagine e somiglianza.

    Calogero e Francesca Territo

    Una ‘missione’ che, lo scorso 25 marzo, la famiglia Territo ha voluto festeggiare insieme ad una cinquantina di invitati, tra amici e familiari, in occasione del 50o anniversario di apertura. Guardando al futuro, senza però mai dimenticare il passato e la falegnameria di Calogero, da cui tutto ha avuto inizio. Agli inizi, infatti, è stato lui a disegnare e realizzare i primi mobili “artistici”, in stile barocco o rococò, che poi vendeva direttamente alla gente. Oggi “Casavogue” è diventata una sala di esposizione di 33 mila piedi quadrati, piena zeppa di marchi di qualità rigorosamente ‘Made in Italy’. Come Calligaris, Franco Ferri e Max Divani. Per arredare tutta la casa: tavoli, divani, letti e armadi per tutte le tasche e per tutti i gusti, dallo stile più classico e tradizionale a quello più moderno e avveniristico.

    oggi acquistabili direttamente on line sul sito ufficiale casavogue.ca, recentemente rivisto e rilanciato da un’equipe di 4 specialisti di marketing. In occasione del 50° anniversario, “Casavogue” ha voluto abbinare alle celebrazioni una doppia iniziativa di solidarietà, realizzando una raccolta fondi a beneficio di due associazioni: quella della lotta contro il cancro alla pelle e quella contro il sarcoma, un tipo di tumore che si sviluppa in tessuti che nell’embrione danno origine al sistema nervoso e muscolo-scheletrico. Per questo motivo, la Boutique ha deciso di devolvere in beneficenza il 5% di profitti realizzati il 25 marzo, di mettere all’asta un divano personalizzato dal vivo da alcuni artisti, per un valore di 4.000 $, e di organizzare una raccolta fondi online attraverso i propri social network.

    Dal 1972 “Casavogue” è sinonimo di garanzia, guadagnandosi un posto di primissimo piano nel settore dell’arredamento per interni, grazie al suo know-how italiano ed ai suoi fornitori di primissima qualità. Un’azienda a conduzione familiare che si evolve nei decenni e attraversa le generazioni, adattandosi di volta in volta al mondo che la circonda. Stili per tutti i gusti, decorazioni d’avanguardia, mobili dal design “out of the box”: ecco perché “Casavogue” resta ancora la prima scelta per moltissimi quebecchesi.

    Condividi
  • Nancy Forlini: 35 anni di successi immobiliari

    Nancy Forlini: 35 anni di successi immobiliari

    MONTRÉAL – Il 4 marzo scorso, Nancy Forlini, presidente di Remax Solutions, i cui uffici sono ubicati al 5355 Jean-Talon Est, nel cuore di St-Léonard, ha tagliato un prestigioso traguardo: 35 anni di incredibili successi nel mercato immobiliare.

    Ha cominciato nel 1987 senza esperienza, senza internet, senza Centris, senza foto delle proprietà: all’epoca c’era solo un grande catalogo in bianco e nero con piccole foto esterne delle case, accompagnate da una scarna descrizione. “Ricevevamo i nostri messaggi su un cercapersone attaccato alla vita – racconta Nancy sulla sua pagina Facebook – e qualche anno dopo abbiamo cominciato ad usare un Motorola grigio che copriva metà del nostro viso. Siamo sopravvissuti alla recessione degli anni ’90, quando pregavamo che il telefono squillasse.

    Erano anni difficili, con i tassi di interesse schizzati al 16-18%. L’inventario delle case in vendita era enorme. “Sono andata negli Usa a migliorarmi da uno dei migliori coach del settore. Nel 1994 sono stata una delle prime in Québec ad avere un sito personale”.

    Nel 1995, la magia che ha cambiato la vita di Nancy: l’incontro con Nick Fiasche ad un cocktail natalizio per agenti immobiliari. È stato amore a prima vista. Nel solco dell’innovazione, nel 1996 Nancy ha assunto un’assistente personale. È stata la prima a farlo. Nel 2002 il matrimonio con Nick, ma solo nel 2007 i due hanno cominciato a lavorare insieme, acquistando il franchising Remax nel 2015 e costruendo un ufficio che mettesse al centro i clienti: “il cuore e il fondamento del nostro successo”.

    “In 35 anni di carriera ho fatto di tutto: ho aiutato i clienti a comprare la prima casa o a vendere la loro proprietà, a volte assistendoli in momenti difficili come una separazione o una successione”. Oggi il Team Nancy Forlini è formato da un incredibile staff di agenti, “che ogni giorno si prendono cura degli interessi dei nostri clienti”.

    Nancy è grata a tutti: dalla famiglia agli amici, dai collaboratori ai fornitori, dagli studenti ai clienti. Nancy ringrazia tutti coloro che hanno dato il loro contributo a renderla una persona di successo, una professionista di successo, la leader di domani. “Non ci sarei mai potuta riuscire da sola!”.

    Auguri a Nancy, a Nick e a tutta la squadra del Team Nancy Forlini.

    Condividi
  • Il Centro Dante compie 40 anni

    Il Centro Dante compie 40 anni

    MONTRÉAL – È stata la residenza di molti anziani che hanno trascorso alcuni anni della loro vita, spesso gli ultimi, nel confort di un ambiente familiare intriso di valori italiani. È il Centro Dante (1981-2021), di cui quest’anno, il 30 marzo, ricorre il 40º anniversario dell’inaugurazione. Ha una vocazione regionale, che va oltre i confini cittadini, ed è occupato al 100% da Italo-Canadesi che arrivano da ogni dove. Edificio di 4 piani, è formato da 100 posti-letto, 25 a piano, un centro diurno che accoglie un centinaio di utentiper consumare i pasti e svolgere attività sociali, e 3 posti-letto per soggiorni temporanei: appannaggio, cioè, di anziani ospiti che per qualche giorno non possono essere assistiti dai propri cari. Dante è ubicato al 6887 Rue Chatelain, nel cuore di Saint-Léonard, poco lontano dall’ospedale Santa Cabrini, fiore all’occhiello sanitario della Comunità Italo-Montrealese. Dal 2015, però, la struttura non è più gestita direttamente dall’ospedale Santa Cabrini (con cui conserva comunque un legame funzionale per la prossimità logistica), ma da un ‘dipartimento ad hoc’ del CIUSSS de l’Est de Montréal. 

    Una struttura unica creata da Suor Ilia Peverali. Il ‘Centro cure assistenziali Dante’ è una realtà ben radicata nella Comunità, in quanto primo e unico centro di alloggio di lunga degenza a vocazione regionale, dedicato alle persone anziane con perdita di autonomia di origine italiana. Negli anni ‘60, si parlava della necessità di una casa per anziani italiani, però il progetto non andava avanti. Mentre il bisogno di un’istituzione di questo tipo diventava palese, negli anni ‘70, Suor Ilia Peverali, allora direttrice generale dell’Ospedale Santa Cabrini, riusciva a convincere i rapprensentanti della Comunità, tra cui i governatori della Fondazione Comunitaria Italo-Canadese, di unire i loro sforzi a quelli dell’istituzione, per ottenere il finanziamento dal governo, necessario al progetto. Il 30 marzo 1981 si coronava così il sogno di ogni Italiano di Montréal: l’apertura della prima casa per anziani di origine italiana. Costruito sul terreno dell’Ospedale Santa Cabrini, il Centro era concepito per permettere agli immigrati, di prima e seconda generazione, di trascorrere i loro ultimi giorni, dopo una vita colma di spostamenti, lavoro e di pene migratorie. Oltre alla sua missione di lunga degenza, il Centro Dante già offriva un ambiente di vita dal «conforto culturale», che rispettava non solamente l’uso della lingua italiana, ma anche la cultura, le tradizioni regionali e le abitudini di ciascuno. Questa struttura, di cui tutta la Comunità era ed è orgogliosa, è stato battezzato col nome di «Dante», in omaggio al più grande Poeta italiano di tutti i tempi (di cui quest’anno ricorre il 700º della morte) per attribuirle la stessa perennità.

    Martedì 30 marzo una piccola celebrazione. “Il contesto attuale della pandemia – ci ha detto Rocco Famiglietti, consigliere per gli Affari Etnoculturali dei 15 centri di lunga degenza del CIUSSS de l’Est-de-l’Île-de-Montréal – ci costringe a rivedere i festeggiamenti che avremmo voluto fare e a ridimensionarli, in modo da rispettare le consegne della Sanità pubblica. Una piccola celebrazione avrà comunque luogo presso la mensa del Centro Dante, martedi 30 marzo, dalle ore 14:30 alle 15.  Nel rigoroso rispetto delle regole sanitarie, un solo rappresentante degli organismi invitati potrà essere sul posto.  Tra gli invitati, ci sarà il presidente direttore generale del CIUSSS Est di Montréal, Sylvain Lemieux; il presidente del consiglio d’amministrazione della Fondazione Santa Cabrini, Elio Arcobelli, il presidente del comitato consultativo per il Centro Dante, Mario Discepola; ed un esponente del Comitato dei residenti di Dante, dell’Amministrazione del sito Centro Dante; oltre al parroco, per la benedizione”.

    Inaugurazione del 30 marzo 1981. Riconosciamo l’Ambasciatore d’Italia in Canada Francesco Paolo Fulci e consorte, Mons. Andrea M. Cimichella e Antonio Sciascia durante la benedizione

     

    Inaugurazione del 30 marzo 1981. Da sinistra: il Console Generale Gorgio Testori, il Ministro degli Affari sociali Dénis Lazure, Suor Ilia Peverali, Suora Aloysia Morelli, il deputato della contea di Jeanne-Mance Henri Laberge, e Irene Giannetti

    Il ricordo di Irene Giannetti

    Direttrice generale dell’Ospedale Santa Cabrini/Centro Dante, dal 1º settembre 1988 al 30 giugno 2011, Irene Giannetti ha avuto un ruolo importante, nel lancio e poi nella gestione di questo ambizioso progetto residenziale. L’abbiamo intervistata per voi. 

    Irene Giannetti, cosa ha rappresentato per lei Dante?

    “Lavoravo felice e contenta in un altro ospedale di Montréal, quando nel lontano 1980, un avviso sui giornali della Comunità attirò la mia attenzione. La direzione generale del Santa Cabrini cercava un direttore, per dare vita ad una nuova struttura allora in costruzione: una casa di alloggio a lunga degenza per persone anziane della Comunità italiana di Montréal. Decisi di inviare la mia candidatura. Fui scelta da Suora Ilia, allora direttrice generale del Santa Cabrini. Sono stata assunta nel novembre dell’80.  Ricordo che ne ero felice, ma anche preoccupata! Volevo essere al’altezza della fiducia. Ma era anche una cosa nuova, che non avevo ancor mai fatto, tanto da non riuscire a prendere sonno. Quindi per me, Dante rappresentava l’angoscia di creare dal nulla e la gioia di essere al servizio di persone  anziane, che hanno fatto tanto per noi e per la società. Con pochissime persone e tanta volontà, in meno di due mesi dalla fine della costruzione (gennaio 1981) abbiamo  potuto mettere insieme tutto il necessario per accogliere i primi residenti. Il Ministro della Sanità di allora, Denis Lazure, aveva chiesto che l’inaugurazione si facesse entro il mese di marzo, visto che poco dopo si entrava in campagna  elettorale. Una sfida, dunque, e l’inizio di un lungo percorso con l’ospedale Santa Cabrini e la Comunità”. 

    E cosa ha rappresentato Dante, invece, per gli Italiani?

    “La Comunità italiana invecchiava e Dante rispondeva ad un  bisogno reale. Le liste d’attesa si fecero sempre pui lunghe. Chiaramente i 100 posti letto non erano sufficienti. Ma era il massimo che potevamo offrire. Dante, sin dal primo giorno, ha offerto un luogo dove le persone anziane respiravano aria di casa. Il concetto di conforto culturale, compresa la lingua di comunicazione, le tradizioni culturali, il cibo … e la presenza delle famiglie, di vari organismi comunitari  e volontari… mostrava la centralità dei nostri residenti in tutte le decisioni prese”. 

    Qual è il ruolo di Dante oggi? “Dante, anche dopo 40 anni, è sempre necessario per la Comunità. Purtroppo, anche se Dante è sorto dalla volonta del Santa Cabrini, anche se costruito sui terreni del’ospedale, anche se per oltre 30 anni è stato sotto la responsabilità diretta  dell’ospedale, oggi non è piu cosi. Da quando la legge
    10 (2015) è entrata in vigore, Dante fa parte di un raggruppamento di case per anziani (CHSLD),  sotto il CIUSSS dell’Est”. 

    Ci racconti un aneddoto particolare. “Ce ne sono tanti. Non posso scegliere. Però
    posso dire che tutti quelli che hanno dato il meglio di loro stessi, tutti quelli che hanno contribuito alla qualità dei servizi e dimostrato rispetto per gli anziani, mi stanno a cuore. Loro meritano un applauso”.  (V.G.)

    Condividi
  • Silvia Costantini: unire tradizione e novità

    Silvia Costantini: unire tradizione e novità

    La Console Generale Silvia Costantini con il suo giovane staff e diverse personalità tra cui i Maiolo, Di Iorio, il Sen. Giordano e Perri

    Montréal – Dopo le “esterne” allo stadio Saputo e al Place Bell di Laval dell’era Rusconi, caratterizzate dalla partecipazione massiccia di connazionali, anche per la presenza di cantanti di spessore internazionale come Antonello Venditti e Claudio Baglioni, quest’anno la festa della Repubblica è tornata nella Casa d’Italia: domenica 2 giugno, l’edificio più rappresentativo della storia dell’immigrazione italiana a Montréal ha ospitato circa 400 italiani per celebrare, tra le storiche e suggestive mura in stile Art Deco costruite nel 1936, il 73º anniversario della Festa della Repubblica italiana. Visti i tempi ristretti (la nuova Console Generale Silvia Costantini ha assunto le funzioni solo il 7 marzo scorso), la scelta non poteva che cadere sul monumento storico-simbolo dell’orgoglio tricolore a Montréal, nonché bene artistico-architettonico del patrimonio canadese. Detto questo, il 2 giugno è la festa di tutto il popolo italiano, e non solo delle élite: siamo certi che già dal 2020 tornerà ad essere una festa aperta, accessibile e popolare, magari in una location meno evocativa, ma più pratica e adeguata alle attese delle migliaia di italiani che vivono e lavorano in Québec. Tra le tante personalità in sala, ricordiamo: David Lametti, Ministro della Giustizia del Canada; Louis Lemieux, sottosegretario al Ministero provinciale della Cultura e delle Comunicazioni; Tony Loffreda, presidente della Fondazione Comunitaria Italo-Canadese; il Sen. Basilio Giordano, editore e direttore generale del ‘Cittadino Canadese’; il giudice Antonio Discepola; la deputata provinciale Filomena Rotiroti, il deputato federale Emmanuel Dubourg; l’ex deputato federale Nicola Di Iorio; il presidente del Picai, Piero Iannuzzi; il presidente dei Servizi Comunitari Italo-Canadesi del Québec, Giuseppe Maiolo, accompagnato dal figlio Ilario, candidato per il partito conservatore alle prossime elezioni federali; la presidente del Comites Giovanna Giordano; i consiglieri comunali Francesco Miele, Patrizia Lattanzio e Dominic Perri; il direttore dell’Istituto di cultura Francesco D’Arelli; la direttrice generale della Camera di Commercio Daniela Virone; la direttrice generale dell’ITHQ, Lisa Frulla. Ad aprire le cerimonie, con Giulia Verticchio a fare gli onori di casa come ‘animatrice’, è stato il Coro Alpino di Montréal, che prima ha intonato l’Inno di Mameli e poi, per rendere omaggio alla patria adottiva, ha interpretato anche l’inno canadese. In seguito alle parole di benvenuto di Gino Berretta, presidente della Casa d’Italia, ed i saluti istituzionali del Console Lorenzo Solinas (che si è fatto anche portavoce dei saluti delle due deputate italiane assenti, Fucsia Nissoli e Francesca Alderisi), a prendere la parola è stata la Console Generale d’Italia a Montréal, Silvia Costantini, che ha portato i saluti dell’Ambasciatore d’Italia in Canada, Claudio Taffuri: “Il 2 giugno – ha detto – è la festa che unisce tutte le italiane e gli italiani nel mondo. Gli italiani e gli italo-quebecchesi sono sempre più integrati nella società: un’ulteriore dimostrazione dell’amicizia molto solida tra l’Italia, il Québec e tutto il Canada. Ho voluto organizzare la festa alla Casa d’Italia perché punto di riferimento solido della, e per la, Comunità italiana di Montréal. La commistione tra tradizione e novità, passato e futuro è un obiettivo primario del mio mandato: riunire i vari strati della Comunità italiana e italo-quebecchese per creare un’unica Comunità, forte e coesa. Agendo da ponte, per creare e incentivare occasioni di scambio e di interazione. E, per realizzare questo progetto ambizioso, ho bisogno di tutta la Comunità, che in queste prime 15 settimane ho imparato a conoscere e ad apprezzare. Con una maggiore attenzione per la nuova mobilità, formata da chi ha scelto il Québec come tappa del suo percorso formativo. Oltre a lavorare con le Università canadesi e italiane per incentivare gli scambi tra i due Paesi. La lingua italiana, vettore della nostra cultura, è la quarta più studiata nel mondo: qui a Montréal la nostra collettività parla italiano finanche alla terza e quarta generazione e questo mi rende particolarmente orgogliosa”. Dopo aver concluso il suo intervento rendendo omaggio alle forze armate italiane, la Console Generale ha consegnato 6 onorificenze ad altrettante personalità: Paul Caccia, Suor Angela Rizzardo, Luigi Erriquez, Giuseppe Panzera sono stati decorati come Cavalieri dell’Ordine della Stella d’Italia, mentre l’avv. Pasquale Artuso e Nicolangelo Cioppi sono stati insigniti come Cavalieri dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Poi il gran finale, con l’esibizione di alcuni giovani artisti guidati dalla cantante e attrice Daniela Fiorentino, ed il buffet a base di sapori e gusti tricolori preparato da Vincenzo Morena, patron del gruppo PMG. (V.G.)

    Il Coro Alpino di Montréal, guidato da Italo Spagnuolo (al centro della foto insieme al Sen. Basilio Giordano) ha intonato l’inno italiano e quello canadese all’inizio delle celebrazioni
    La Console Generale Silvia Costantini, Tony Loffreda e Sabino Grassi
    Vincezo Morena, Antonio Discepola e Jos Salvo
    Condividi
  • Più di 170 mila $ di solidarietà

    Più di 170 mila $ di solidarietà

    20º anniversario della Fondazione Marie-Clarac

    Il consiglio di amministrazione della Fondazione Marie-Clarac ed il presidente d’onore dell’evento, Martin Thibodeau, presidente RBC Banque Royale, Direzione Québec, hanno annunciato con soddisfazione che, in occasione del 20º cocktail di beneficenza della Fondaione dell’ospedale, sono stati raccolti 170 000 $
    Il consiglio di amministrazione della Fondazione Marie-Clarac ed il presidente d’onore dell’evento, Martin Thibodeau, presidente RBC Banque Royale, Direzione Québec, hanno annunciato con soddisfazione che, in occasione del 20º cocktail di beneficenza della Fondaione dell’ospedale, sono stati raccolti 170 000 $

    Montréal – Grazie alla partecipazione di oltre 300 invitati, tra cui numerosi uomini e donne d’affari, sono stati raccolti più di 170 mila $ nel corso di un cocktail per la Fondazione Marie-Clarac che si è tenuta lo scorso 26 aprile presso la sala da ricevimento “Le Rizz”, nel cuore di Saint-Léonard. Sotto la presidenza d’onore di Martin Thibodeau, RBC Banque Royale, Direzione Québec, l’evento si è rivelato un grande successo. La significativa somma accumulata permetterà di restituire l’autonomia alle persone che l’hanno smarrita e di garantire un’atmosfera pacifica e rilassata ai pazienti in fin di vita. La Fondazione, in particolare, ci ha tenuto a ringraziare la RBC Banque Royale per il suo generoso sostegno. Senza dimenticare il contributo eccezionale dei pionieri della Fondazione stessa, come il fondatore Raymond Paquin, la prima direttrice Mireille Faucher, il primo presidente del cda Remo Zeppilli ed il primo donatore, Marcel Parent. La direttrice generale dell’ospedale Marie-Clarac, Sœur Pierre Anne Mandato, ha approfittato dell’occasione per ricordare agli ospiti in sala l’importanza delle terapie di riabilitazione, che consentono ai pazienti più anziani una degenza tra le mura domestiche,  e delle cure palliative, che offrono a coloro che stanno per passare a miglior vita tutta la serenità di cui hanno bisogno. Nel quadro delle celebrazioni per il 20º anniversario, la Fondazione organizza anche una raccolta fondi per finanziare l’acquisto di macchinari di cui la struttura sanitaria ha un gran bisogno. Ciascun apparecchio sarà sponsorizzato da una somma di 2000 $ porter una targa con inciso il nome del donatore. Le donazioni di 500 $ e più riceveranno il giusto riconoscimento in un pannello dei donatori, appunto. Per ulteriori informazioni sull’Operazione-Macchinari, basta comporre il 514 321-8800, interno 305.
    (Comunicato)

    Condividi
  • Minicucci: ‘‘Orgogliosi dei nostri pionieri’’

    Minicucci: ‘‘Orgogliosi dei nostri pionieri’’

    Un successo le celebrazioni per gli 80 anni della Casa d’Italia

    Da sinistra:  Egidio Vincelli, Joyce Pillarella, Michael Marsillo, Alda Viero, Sandra Mastrogiuseppe (segretario del consiglio),  Antonio Minicucci (secondo vice-presidente), Angela Minicucci (presidente), John Marcovecchio (primo vice presidente) e Tony Spano (tesoriere)
    Da sinistra: Egidio Vincelli, Joyce Pillarella, Michael Marsillo, Alda Viero, Sandra Mastrogiuseppe (segretario del consiglio),
    Antonio Minicucci (secondo vice-presidente), Angela Minicucci (presidente), John Marcovecchio (primo vice presidente) e Tony Spano (tesoriere)

    Montréal – Un ritorno al passato: il 28 maggio scorso è andato in scena l’80º anniversario della Casa d’Italia e, per l’occasione, la presidente Angela Minicucci ha scelto di ambientarne le celebrazioni tra le prestigiose mura dello storico edificio nel quartiere di Villeray-Saint-Michel-Parc-Extension, a due passi dalla Piccola Italia. Non accadeva dal 1966/67. Mura della Casa che da qualche giorno sono diventate ‘Mura della memoria” (per i nati in Italia) e “Mura delle generazioni” (per i nati a Montréal), che ‘ospitano’ i nomi dei connazionali che ne stanno acquistando gli spazi. Per non dimenticare. Per completare l’opera, gli ospiti sono stati accolti dall’ingresso storico, quello che ha aperto i battenti nel lontano 1936, con tanto di Carabinieri in alta uniforme e tappeto rosso. Circa 260 gli invitati della serata che hanno degustato specialità della gastronomia tricolore (con le pietanze ‘firmate’ da “Traiteur Bon Appetit” di John D’Ambrosio) al ritmo della musica del Corpo Musicale dell’Ordine Figli d’Italia di Montréal, diretta da Ron Di Lauro. Per rendere omaggio ai pionieri e valorizzarne il patrimonio linguistico-culturale, nel corso della serata – moderata dalla giornalista Marianna Simeone – è stato lanciato anche il libro “The Casa d’Italia, a story of belonging” (Una storia di appartenenza), scritto dalla storica Joyce Pillarella (che l’anno scorso ha curato anche l’opera “Remembering, the internment”). In tutto, sono stati raccolti ben 105 mila dollari (tra biglietti, sorteggi, sponsors e donazioni) che serviranno a finanziare le attività annuali della Casa d’Italia. Tra i premi sorteggiati, orecchini a “bottoni di maniche” offerti da Bijouterie Italienne e 2 biglietti aerei offerti da Delta Airlines. Senza contare una donazione spontanea pari a 6.500 $, per un ‘loge’ al Bell Centre in occasione del concerto di Celine Dion. Tra le personalità in sala, ricordiamo: Anie Samson, vicepresidente del comitato esecutivo del Comune di Montréal e sindaco dell’arrondissement di Villeray-Saint-Michel-Parc-Extension; Francesco D’Arelli, neo direttore dell’Istituto di Cultura di Montréal; Anna Giampà, direttrice generale della Fondazione Comunitaria Italo-canadese; Mario Rigante, vicepresidente Québec Banca BMO; Martin Thibodeault, presidente Québec della banca RBC Banque Royale ed Ezio Carosielli (accompagnato da tutta la famiglia), proprietario del Théâtre Rialto. Dopo l’affettuoso saluto del Sindaco Samson, è stata la volta della presidente della Casa d’Italia, Angela Minicucci: “Oggi celebriamo l’istituzione italiana più antica del Canada”, ha esordito la Minicucci, che poi ha passato in rassegna la storia italo-montrealese, a partire dai “9.000 immigrati” che formavano la “prima colonia negli anni 30’”. Fino alla raccolta fondi di “37 000 $ e 2843 donatori”, che ha reso possibile, grazie anche alla donazione del terreno da parte del sindaco Camillien Houde, della Casa d’Italia, che all’inizio “contava 382 membri, di cui 82 franco-canadesi”, e il cui “primo presidente è stato il Commendatore Alfredo Sebastiani, originario di Pescara”. La Minicucci non ha nascosto la sofferenza e il dolore per la parentesi dell’internamento: “Il 10 giugno del 1940 la Casa d’Italia fu sequestrata per 4 anni dall’RCMP, “gli italiani erano considerati “nemici stranieri”. Tanto che molti di loro “furono tacciati di essere fascisti e arrestati”. Senza nessuna prova di colpevolezza. Salvo poi essere rilasciati. “L’immigrazione italiana a Montréal – ha detto la Minicucci con voce rotta dall’emozione – ha subito le ingiustizie del razzismo, della discriminazione e degli  stereotipi”. Ed ha concluso: “Abbiamo pagato un duro prezzo e la nostra storia non può essere taciuta. La Casa d’Italia conserva con orgoglio la nostra storia con i nomi dei nostri connazionali scolpiti sui muri. Ai nostri pionieri dico: con tutto ciò che avete vissuto, non ci lasciate le vostre lacrime, le vostre ferite o i vostri dolori, ma l’esempio del coraggio e della speranza. In questa Casa conserveremo per sempre la vostra memoria”. (V.G.)

    casa80th_005

    Condividi
Online Shopping in BangladeshCheap Hotels in Bangladesh