Tag: Angela Minicucci

  • Minicucci: “È una sfida enorme, gli anziani hanno bisogno del contatto umano”

    Minicucci: “È una sfida enorme, gli anziani hanno bisogno del contatto umano”

    Montréal – Il Covid-19 imperversa in lungo e in largo sulla faccia della terra, colpendo soprattutto le persone più avanti con l’età e spesso con un quadro clinico già compromesso. Non è un caso se il coronavirus ha attecchito con una maggiore virulenza nei centri di lungodegenza per anziani, dove ha trovato terreno fertile per scatenare tutta la sua furia ‘assassina’. Quasi 150 residenze per anziani del Québec hanno registrato almeno un caso tra le proprie mura, tanto da costringere il governo a chiamare a raccolta l’esercito ed i medici specialisti. Abbiamo contattato Angela Minicucci, dal 2017 direttrice generale de ‘Les Jardins d’Italie’, per capire cosa succede nella nota casa di riposo di Saint-Léonard, che ad oggi ospita 236 anziani autonomi, di cui il 97% di origine italiana, con la stragrande maggioranza che parla solo italiano, anzi 50 dialetti diversi. “Da noi non c’è alcun caso di Covid-19 – ci ha spiegato Angela Minicucci al telefono – al contrario di quanto sta succedendo in diversi CHSLD (Centres d’hébergement de soins de longue durée), sia privati che convenzionati. Le misure del governo sono molto stringenti, ci controllano da vicino, quindi l’esplosione di tutti questi casi non può che essere dovuta ad una forte negligenza, a diversi livelli. Lo stesso governo non è esente da colpe, ma i proprietari hanno sicuramente la loro responsabilità.

    A ‘Les Jardins d’Italie’ siamo in quarantena dal 14 marzo e lo resteremo fino al 15 maggio: all’inizio è stato un choc per gli anziani, non riuscivano a farsene una ragione, gli sembrava tutto troppo esagerato. Abbiamo distribuito a tutti mascherine e guanti, raccomandandoci sulle misure di igiene, come il lavaggio delle mani. E ogni giorno il direttore delle attività, o l’infermiere che lavora 7 giorni su 7 nella struttura, li chiama per sincerarsi delle loro condizioni. Tutti hanno la Tv in camera e stiamo per lanciare un canale interno con attività come yoga, balli di linea e il bingo. Se c’è un compleanno, bussiamo alla porta del festeggiato e lo celebriamo regalandogli una torta. Sanifichiamo continuamente gli ascensori ed i pomelli delle porte di tutti i piani. Abbiamo chiuso la sala da pranzo, così come le sale da biliardo, cinema e carte. Il nostro è un protocollo molto severo, frutto delle direttive che ci sono state comunicate dal Ministero dalla Salute. I figli possono passare e lasciare la spesa su un tavolo, ma devono restare a 2 metri dai genitori. Alcuni salutano dal marciapiede la mamma al balcone. Ma il caso più triste è quando una coppia è separata da un improvviso ricovero in ospedale di uno dei due. Nessuno può lasciare la propria camera, la sera è proibito giocare a carte nelle aree comuni. Lo facciamo per il loro bene. È dura, ma ciò che conta è che abbiamo zero casi positivi. E vogliamo continuare così. Gli stessi dipendenti, 27 in tutto, devono cambiarsi appena arrivano ed i loro panni sono lavati nella residenza; ogni mattina misuriamo la loro temperatura corporea, per assicurarci che non abbiano sintomi influenzali. È una sfida enorme. E purtroppo non vedo il ritorno alla normalità prima di Natale: anzi, il 15 maggio mi fa paura. Sono preoccupata perché i nostri anziani non sono abituati a vivere così, hanno bisogno del contatto umano, e temo che non rispetteranno l’obbligo di mantenere la distanza di sicurezza. Il ritorno alla normalità  sarà sicuramente graduale e, secondo me, non arriverà prima del 2021”. 

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  • Casa d’Italia di Montréal | Si dimette la Presidente Angela Minicucci

    Casa d’Italia di Montréal | Si dimette la Presidente Angela Minicucci

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    Montréal – La notizia era nell’aria, ora è ufficiale: lunedì 11 settembre la Presidente Angela Minicucci ha rassegnato le dimissioni da Presidente del Centro culturale della Piccola Italia-Casa d’Italia. Eletta per la prima volta circa 6 anni fa e riconfermata per 3 mandati consecutivi (si vota ogni 2 anni), la Minicucci ha deciso di farsi da parte. Con lei hanno lasciato il consiglio di amministrazione altri 6 membri (che, insieme alla stessa Minicucci, formavano il bord dei direttori, una sorta di comitato esecutivo): Joyce Pillarella, Michael Marsilio, Tony Spano (tesoriere), Tony Minicucci (segretario), Alda Viero ed Egidio Vincelli. Il vicepresidente John Marcovecchio, dal canto suo, dovrebbe restare in carica fino alla prossima assemblea annuale dei soci (220 in tutto). A guidare la Casa d’Italia saranno i componenti del cda (rappresentanti della Corporazione ‘Casa d’Italia’) che sono rimasti al loro posto: Gino Beretta nel ruolo di presidente, John Marcovecchio confermato vicepresidente, Perry Mazzanti secondo vicepresidente, Antonio Discepola come segretario, Vincenzo Belmonte come tesoriere, Sabino Grassi come copresidente della campagna di raccolta fondi e Joe Frattino (Ordine Figli D’Italia) in qualità di membro. “Con la fine del progetto Unitas, che per noi costituiva il futuro stesso della Casa d’Italia – ci ha detto Angela Minucucci – sono venute a mancare le garanzie per il sostegno finanziario e quindi la nostra strategia per ripianare il debito che espone la Casa al sequestro giudiziario: a questo punto non c’erano più le condizioni per andare avanti”. Dal canto loro, chi è rimasto guarda già al futuro: “In questo momento – ci ha detto il giudice Discepola – la Casa d’Italia versa in una situazione finanziaria molto delicata che richiede la collaborazione di tutta la Comunità, chiamata a prendersi le proprie responsabilità. Per questo motivo, a breve sarà lanciata una raccolta fondi sotto il nome SOS Casa d’Italia”.

    Al di là delle difficoltà contingenti, noi naturalmente auspichiamo che si trovi la soluzione migliore per preservare il simbolo storico più originale e autentico dell’orgoglio italo-montrealese. (V.G)

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  • Minicucci: ‘‘Orgogliosi dei nostri pionieri’’

    Minicucci: ‘‘Orgogliosi dei nostri pionieri’’

    Un successo le celebrazioni per gli 80 anni della Casa d’Italia

    Da sinistra:  Egidio Vincelli, Joyce Pillarella, Michael Marsillo, Alda Viero, Sandra Mastrogiuseppe (segretario del consiglio),  Antonio Minicucci (secondo vice-presidente), Angela Minicucci (presidente), John Marcovecchio (primo vice presidente) e Tony Spano (tesoriere)
    Da sinistra: Egidio Vincelli, Joyce Pillarella, Michael Marsillo, Alda Viero, Sandra Mastrogiuseppe (segretario del consiglio),
    Antonio Minicucci (secondo vice-presidente), Angela Minicucci (presidente), John Marcovecchio (primo vice presidente) e Tony Spano (tesoriere)

    Montréal – Un ritorno al passato: il 28 maggio scorso è andato in scena l’80º anniversario della Casa d’Italia e, per l’occasione, la presidente Angela Minicucci ha scelto di ambientarne le celebrazioni tra le prestigiose mura dello storico edificio nel quartiere di Villeray-Saint-Michel-Parc-Extension, a due passi dalla Piccola Italia. Non accadeva dal 1966/67. Mura della Casa che da qualche giorno sono diventate ‘Mura della memoria” (per i nati in Italia) e “Mura delle generazioni” (per i nati a Montréal), che ‘ospitano’ i nomi dei connazionali che ne stanno acquistando gli spazi. Per non dimenticare. Per completare l’opera, gli ospiti sono stati accolti dall’ingresso storico, quello che ha aperto i battenti nel lontano 1936, con tanto di Carabinieri in alta uniforme e tappeto rosso. Circa 260 gli invitati della serata che hanno degustato specialità della gastronomia tricolore (con le pietanze ‘firmate’ da “Traiteur Bon Appetit” di John D’Ambrosio) al ritmo della musica del Corpo Musicale dell’Ordine Figli d’Italia di Montréal, diretta da Ron Di Lauro. Per rendere omaggio ai pionieri e valorizzarne il patrimonio linguistico-culturale, nel corso della serata – moderata dalla giornalista Marianna Simeone – è stato lanciato anche il libro “The Casa d’Italia, a story of belonging” (Una storia di appartenenza), scritto dalla storica Joyce Pillarella (che l’anno scorso ha curato anche l’opera “Remembering, the internment”). In tutto, sono stati raccolti ben 105 mila dollari (tra biglietti, sorteggi, sponsors e donazioni) che serviranno a finanziare le attività annuali della Casa d’Italia. Tra i premi sorteggiati, orecchini a “bottoni di maniche” offerti da Bijouterie Italienne e 2 biglietti aerei offerti da Delta Airlines. Senza contare una donazione spontanea pari a 6.500 $, per un ‘loge’ al Bell Centre in occasione del concerto di Celine Dion. Tra le personalità in sala, ricordiamo: Anie Samson, vicepresidente del comitato esecutivo del Comune di Montréal e sindaco dell’arrondissement di Villeray-Saint-Michel-Parc-Extension; Francesco D’Arelli, neo direttore dell’Istituto di Cultura di Montréal; Anna Giampà, direttrice generale della Fondazione Comunitaria Italo-canadese; Mario Rigante, vicepresidente Québec Banca BMO; Martin Thibodeault, presidente Québec della banca RBC Banque Royale ed Ezio Carosielli (accompagnato da tutta la famiglia), proprietario del Théâtre Rialto. Dopo l’affettuoso saluto del Sindaco Samson, è stata la volta della presidente della Casa d’Italia, Angela Minicucci: “Oggi celebriamo l’istituzione italiana più antica del Canada”, ha esordito la Minicucci, che poi ha passato in rassegna la storia italo-montrealese, a partire dai “9.000 immigrati” che formavano la “prima colonia negli anni 30’”. Fino alla raccolta fondi di “37 000 $ e 2843 donatori”, che ha reso possibile, grazie anche alla donazione del terreno da parte del sindaco Camillien Houde, della Casa d’Italia, che all’inizio “contava 382 membri, di cui 82 franco-canadesi”, e il cui “primo presidente è stato il Commendatore Alfredo Sebastiani, originario di Pescara”. La Minicucci non ha nascosto la sofferenza e il dolore per la parentesi dell’internamento: “Il 10 giugno del 1940 la Casa d’Italia fu sequestrata per 4 anni dall’RCMP, “gli italiani erano considerati “nemici stranieri”. Tanto che molti di loro “furono tacciati di essere fascisti e arrestati”. Senza nessuna prova di colpevolezza. Salvo poi essere rilasciati. “L’immigrazione italiana a Montréal – ha detto la Minicucci con voce rotta dall’emozione – ha subito le ingiustizie del razzismo, della discriminazione e degli  stereotipi”. Ed ha concluso: “Abbiamo pagato un duro prezzo e la nostra storia non può essere taciuta. La Casa d’Italia conserva con orgoglio la nostra storia con i nomi dei nostri connazionali scolpiti sui muri. Ai nostri pionieri dico: con tutto ciò che avete vissuto, non ci lasciate le vostre lacrime, le vostre ferite o i vostri dolori, ma l’esempio del coraggio e della speranza. In questa Casa conserveremo per sempre la vostra memoria”. (V.G.)

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