Anno: 2022

  • Juventus, per Chiesa lesione del legamento crociato

    Juventus, per Chiesa lesione del legamento crociato

    Lesione del legamento crociato, per Federico Chiesa stagione finita. L’attaccante della Juventus, vittima di un infortunio ieri nel match contro la Roma, dovrà essere sottoposto ad un’operazione e dovrà fermarsi per diversi mesi.  

    “Gli accertamenti diagnostici eseguiti questa mattina presso il J|Medical hanno evidenziato la lesione del legamento crociato anteriore. Sarà necessario intervenire chirurgicamente nei prossimi giorni”, rende noto la Juventus dopo gli esami effettuati oggi. La stagione per l’attaccante può dirsi quindi conclusa. Un problema per Massimiliano Allegri e per il ct azzurro Roberto Mancini, che non potrà contare sul giocatore nei play-off qualificazione per il Mondiale in Qatar.  

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  • Scuole chiuse o aperte? Cosa dicono gli esperti nel giorno del rientro

    Scuole chiuse o aperte? Cosa dicono gli esperti nel giorno del rientro

    Nel giorno del rientro in classe, esperti divisi su riapertura o scuole chiuse in Italia in tempo di emergenza variante Omicron. Con l’impennata dei contagi nel Paese, c’è chi lancia l’allarme e chi, invece parla di ‘scelta obbligata’. Cosa dicono Matteo Bassetti, Massimo Galli, Walter Ricciardi e i sottosegretari alla Salute Sileri e Costa. 

    BASSETTI – “L’apertura delle scuole è una scelta obbligata e non coraggiosa. Non si poteva non aprirle evidentemente. Ci potrà essere un aumento dei casi ma non credo di più di quello visto con gli istituti chiusi a Natale. Questo è un virus che galoppa a prescindere dalla chiusura di stadi e scuole. Arriveremo presto a oltre 300mila contagi come già avvenuto in altri Stati senza che si ponessero il dubbio sulle aperture, le scuole vanno aperte cercando di renderle sicure aumentando le vaccinazioni”, così all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Clinica di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova.
     

    GALLI- Ma per Massimo Galli, già direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, “il rientro a scuola in presenza è imprudente e ingiustificato, in una situazione in cui non ce lo possiamo permettere”, ha ribadito oggi, ospite ad ‘Agorà’ su Rai Tre. “La scuola in presenza – ha precisato – è un bene irrinunciabile. Cancellarla è impensabile, rinviarla di poco non sarebbe stato, però, nulla di trascendentale a fronte di rischi rappresentati dal fatto che le scuole poi dovranno chiudere ugualmente per l’elevato numero di infezioni”.  

    La scelta della presenza, in questi termini, “è ideologica e non rispetta la realtà dei fatti” ha detto Galli secondo il quale “15 giorni di recupero alla fine del calendario scolastico previsto avrebbero comunque rimesso in piedi le cose piuttosto che rischiare di peggio ora”. 

    RICCIARDI – Per garantire una scuola in sicurezza, sulla vaccinazione dei bambini bisognerebbe raggiungere “la percentuale maggiore possibile, di fatto quello che dice il virus è che quando non raggiungiamo percentuali alte i bambini si infettano. Teoricamente il 90-95%, mi rendo conto che è una percentuale che sembra altissima, ma non lo è se consideriamo la contagiosità di questo virus. Il livello di sicurezza cresce al crescere della percentuale, già al 60-70% la circolazione del virus è ridotta. Una situazione ottimale sarebbe quella del 90-95%”, ha detto Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute e presidente della Federazione mondiale di Sanità Pubblica, ospite di ‘Buongiorno’ su Sky Tg24. “La scuola, nel momento in cui riapre, può ridiventare un detonatore. Questo abbiamo detto al ministro, ma poi naturalmente è competenza del ministro dell’Istruzione”, ha spiegato ancora. 

    “Queste vacanze – ha affermato l’esperto – potevano essere utilizzate per recuperare dei punti deboli” ma “sembra che le vacanze, sia estive sia natalizie, non possano essere impegnate per correggere i punti deboli della scuola”.  

    Comunque, ha sottolineato Ricciardi, “abbiamo rappresentato al ministro Speranza che le scuole in questo modo possono certamente rappresentare un ambiente in cui si diffonde il virus, con questa variante così contagiosa, la Omicron, che può essere pericolosa. In questo momento – ha spiegato – c’è una combinazione di variante Delta e di variante Omicron: la prima è più severa dal punto di vista clinico e la seconda più diffusibile dal punto di vista della contagiosità”. 

    “Non si stanno prendendo decisioni sulla base delle evidenze scientifiche. In questo modo non si fermerà la pandemia. E le scuole chiuderanno de facto, perché con i contagi in classe scatterà la didattica a distanza”, aveva detto in precedenza al Messaggero il professor Ricciardi, che spiega: “Non c’è solo un problema di riapertura delle scuole. Nell’insieme le misure prese non sono basate sull’evidenza scientifica a cui si è voluto derogare. E questo è pericoloso. La situazione è esplosiva. Con la Omicron non possiamo permetterci di far circolare dei falsi negativi. Bisognava applicare l’obbligo del Super green pass, ottenuto solo con il vaccino o con il superamento dell’infezione, a tutte le attività. Tutte. E l’obbligo vaccinale solo per gli over 50 non è sufficiente”. 

    SILERI – “È comprensibile la preoccupazione per la riapertura delle scuole, ma ci sono le condizioni per ripartire in sicurezza”. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, a ’24 Mattino’, su Radio24, difende la decisione del Governo di riaprire regolarmente l’attività scolastica. Sileri ha ammesso che “con oltre un milione e mezzo di italiani in isolamento ed una variante virale estremamente contagiosa ci potranno essere difficoltà e problemi organizzativi, come in tutti i settori economici e sociali, ma la scuola rappresenta da sempre una priorità per questo Governo, che ha ritenuto necessario andare avanti”. Per questo, ha ricordato Sileri, “sono state modificate le regole per la gestione dei casi e delle quarantene, e il commissario per l’emergenza ha confermato la disponibilità di test rapidi gratuiti”. 

    COSTA – “La ripresa delle lezioni in classe e in sicurezza è un segnale importante. Gli istituti e le aule sono luoghi sicuri e controllati, grazie anche alle regole del distanziamento, all’aerazione e all’utilizzo delle mascherine. La stragrande maggioranza del personale docente è vaccinato, così come i giovani alunni della fascia 12-19. Sono cresciute anche le vaccinazioni dei più piccoli”, ha dichiarato quindi il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa (Noi con l’Italia), a margine della visita alla scuola secondaria di I grado ‘V. Alfieri’ della Spezia, in occasione della ripresa dell’anno scolastico in presenza dopo le pausa per le festività natalizie.  

    “Le nuove regole sulle quarantene e sull’eventuale didattica a distanza, approvate all’unanimità, sono chiare e puntuali”, ha aggiunto Costa.  

    “Abbiamo stanziato importanti risorse per potenziare le attività di tracciamento all’interno delle strutture scolastiche. Tutte iniziative che ci permetteranno di gestire al meglio la situazione e di farci trovare pronti. Chi vuole mettere in dad da subito tutti i nostri ragazzi vuole tornare a chiudere il Paese. Questo Governo è di tutt’altra idea. Le nostre scelte vanno tutte nella direzione di tenere aperta l’Italia, anche e soprattutto gli istituti scolastici. Abbiamo scelto di tutelare il più possibile la scuola in presenza, perché luogo di crescita e presidio per la comunità: i nostri alunni hanno già pagato un prezzo troppo alto in questa pandemia”, ha concluso. 

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  • “Non sono vaccinato”: cosa ha detto Djokovic in Australia, i verbali

    “Non sono vaccinato”: cosa ha detto Djokovic in Australia, i verbali

    “Non sono vaccinato”. Novak Djokovic, nella notte tra il 5 e 6 gennaio, all’aeroporto di Melbourne ha risposto alle domande dei funzionari che hanno annullato il suo visto per l’ingresso in Australia. I dettagli delle dichiarazioni del tennista serbo emergono dopo la decisione del giudice Anthony Kelly, che ha accolto il ricorso dell’atleta: Djokovic può rimanere in Australia, sebbene rischi l’espulsione per un’eventuale decisione del ministro dell’Immigrazione. 

    Il quotidiano Sydney Morning Herald riporta in maniera dettagliata le risposte fornite da Djokovic alle domande dei funzionari della Border Force. “Sono un tennista professionista e la ragione principale per cui sono venuto in Australia è la partecipazione all’Australian Open a Melbourne, Victoria. Non sono vaccinato. Ho avuto il covid 2 volte. L’ho avuto a giugno 2020 e l’ho avuto recentemente. Sono risultato positivo il 16 dicembre 2021, ho i documenti che lo confermano. Se volete, posso fornirli”, le parole del 34enne di Belgrado nel colloquio iniziato alle 00.21 del 6 gennaio”. 

    Nel corso della notte, gli elementi forniti dal tennista non si rivelano sufficienti. Vengono richieste ulteriori informazioni a stretto giro. “Quindi, mi state dando 20 minuti per cercare di fornire informazioni di cui non dispongo? Alle 4 del mattino? Mi state mettendo in una posizione assurda, alle 4 del mattino non posso chiamare il presidente della federazione australiana, non posso contattare nessuno del governo dello stato di Victoria. Non so cos’altro potrei dirvi, tutto quello che mi hanno chiesto di produrre è qui. Sono arrivato all’1 di notte, non so cos’altro potrei fare in questo momento”. Il botta e risposta prosegue fino alle 8.30 di mattina. “Ho capito che annullerete il mio visto, è ovvio. Cosa significa? Andrò in un hotel? In un covid hotel?”. Al tennista viene spiegato che risiederà al Park Hotel, la struttura che ospita persone in attesa di una decisione relativa all’ingresso nel paese. 

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  • Djokovic riammesso in Australia, ricorso vinto

    Djokovic riammesso in Australia, ricorso vinto

    Il tennista Novak Djokovic ha vinto la battaglia legale per il suo ingresso in Australia. Il giudice del tribunale di Melbourne ha annullato la revoca del visto. Gli è stato restituito il passaporto ma non è detto che possa giocare. Il governo Australiano può ancora ordinare la sua espulsione dal Paese.  

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  • Fattore (Bocconi): “Influenza costa a Stato 40 mln per ospedalizzazioni”

    “L’influenza stagionale ha un costo a carico delle famiglie e dello Stato. Da una ricerca analitica elaborata per stimare quali siano i costi specifici attribuibili all’assistenza ospedaliera a causa della malattia, emerge che siamo intorno ai 40 milioni di euro l’anno solo per le ospedalizzazioni. Ma questo dato è solo la punta dell’iceberg. Ci sono, infatti, altri costi molto importanti a carico dei cittadini: spese per tutti i farmaci da banco e per le prestazioni non coperte dal nostro Sistema sanitario nazionale, oltre ai costi per le giornate di lavoro perse dalle persone colpite dall’influenza o dai genitori che devono stare a casa per curare i loro figli. Per non parlare dei giorni di scuola persi dai bambini, che hanno un effetto negativo in termine di apprendimento. Si tratta di una malattia molto costosa anche perché molto diffusa: colpisce il 5-10% della popolazione, dipende dalle varie stagioni. Per questo motivo è fondamentale che le categorie per cui la vaccinazione è raccomandata si sottopongano ogni anno al vaccino contro l’influenza”. Così Giovanni Fattore, professore ordinario del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche & Cergas – Sda Università Bocconi, fa il punto sui costi economici dell’influenza stagionale con l’Adnkronos Salute.  

    I sintomi del Covid-19 sono simili a quelli dell’influenza stagionale (febbre, tosse, mal di gola, mal di testa, naso che cola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare), dunque cosa bisogna fare nel caso compaiano insieme e come contenere i casi delle singole malattie? “Il covid – spiega Fattore – giustamente ha preso il sopravvento come preoccupazione principale. Fortunatamente, l’incidenza dell’influenza è diminuita durante la prima fase dell’emergenza pandemica, anche grazie al distanziamento sociale e all’utilizzo delle mascherine. Ci sono state meno interazioni tra le persone, di conseguenza il virus ha circolato meno. Però in una fase emergenziale come questa è fondamentale cercare di prevenire la diffusione anche dell’influenza, non solo perché influenza e covidsi confondono ma anche perché – ed è la cosa più importante – va ad aggravare la situazione del nostro sistema sanitario con prestazioni per una patologia che si può prevenire”.  

    Per questi motivi – ancora Fattore – “fondamentale è che le categorie a rischio si sottopongano alla vaccinazione contro l’influenza. Vaccinarsi costituisce un vantaggio non solo perché si evita una patologia che può avere conseguenze gravi, ma anche in termini economici rappresenta un beneficio perché riduce parte dei costi legati alla malattia” conclude. 

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  • Covid Campania, l’ultimo bollettino

    Sono 11.815 i positivi ai test covid individuati in 24 ore in Campania su 105.508 tamponi effettuati con un tasso di positività che si attesta all’11.19% secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute. Si registrano altri 5morti. I ricoverati con sintomi nei raparti ordinari sono 1.031. Mentre i ricoverati in terapia intensiva sono 76.  

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  • Covid, accordo Pfizer-BionTech per primo vaccino mRna contro herpes zoster

    Dopo l’alleanza che ha portato al primo vaccino contro Covid-19, Pfizer e BionTech annunciano di aver firmato un nuovo accordo di collaborazione per sviluppare un potenziale, primo vaccino a base di mRna per l’herpes zoster. Le due aziende puntano ad avviare gli studi clinici nella seconda metà del 2022.  

    Si tratta del terzo accordo fra il colosso Usa e l’azienda biotech tedesca sul fronte delle malattie infettive, dopo la collaborazione avviata nel 2018 per il vaccino antinfluenzale e quella del 2020 contro Covid-19.  

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  • Alti (Mmg): “Con influenza più a rischio malati cronici, immunodepressi e anziani”

    “La sindrome influenzale può rivelarsi una malattia molto pericolosa per malati cronici, immunodepressi, over65 e donne in gravidanza. Tuttavia, sono a rischio anche le categorie più esposte: personale scolastico, forze dell’ordine e lavoratori nel settore agricolo e veterinario. Quindi, molto importante è la vaccinazione antinfluenzale ma sia chiaro i vaccini antinfluenzali sono diversi e specifici per categorie di persone, necessario dunque chiedere consiglio al proprio medico di famiglia”. Lo afferma all’Adnkronos Salute Elisabetta Alti, medico di medicina generale, che sull’impatto dell’influenza in Italia e nel mondo non ha dubbi: “Rispetto allo scorso anno – sostiene Alti – registriamo più casi di sindrome influenzale non solo in Italia ma anche nel mondo. Ciò è in parte dovuto all’allentamento delle restrizioni sociali (utilizzo della mascherina, la non persistenza in luoghi chiusi insieme a tante persone), di conseguenza la diffusione del virus influenzale è più marcata”.  

    L’influenza stagionale, avverte il medico di medicina generale, “può rivelarsi molto pericolosa per due aspetti: innanzitutto perché causa delle riacutizzazioni nei malati cronici”. Un paziente affetto, per esempio, “da scompenso cardiaco se contrae il virus dell’influenza in modo importante può avere un peggioramento della malattia di base. Il che porta anche a una riduzione delle funzioni quotidiane, tra cui la perdita di autonomia e l’aumento della sintomatologia della patologia cronica. Tutti i malati cronici, ovvero diabetici, persone affette da Bpco o con diagnosi di scompenso cardiaco, pazienti con forme tumorali in atto o sottoposte a chemioterapia, trattamento che abbassa le difese immunitarie, sono sicuramente a rischio. Così come le donne in stato di gravidanza per le quali la sindrome influenzale può avere conseguenze sul feto nei primi mesi”.  

    Tutte le volte che siamo colpiti da “una sindrome influenzale – sottolinea Alti – abbiamo un abbassamento della capacità di difesa del nostro sistema immunitario che porta ad un’apertura ad una super infezione batterica. Non a caso sono a rischio anche tutti quei pazienti immunodepressi per malattie congenite, persone alle quali è stata asportata la milza che per questa ragione hanno una bassa resistenza alle infezioni batteriche. Non devono sottovalutare l’influenza anche gli anziani (over65) e i grandi anziani (over80) perché hanno un abbassamento naturale delle difese immunitarie (immunosenescenza). Il loro sistema immunitario è infatti meno capace di reagire alla influenza e di rispondere al vaccino. Per questi motivi oltre ad evitare di prendere l’influenza devono sottoporsi alla vaccinazione con vaccini specifici”.  

    Sul fronte della prevenzione e cura dell’influenza stagionale, “fondamentale è il ruolo del medico di medicina generale – ammette Alti -. Il medico di famiglia raggiunge tutte le persone. Tutti noi abbiamo un medico di medicina generale al quale possiamo rivolgerci prima di tutto per sapere se siamo o non siamo una categoria a rischio, qual è il rapporto beneficio-effetti di una vaccinazione e se per noi è consigliata la vaccinazione. Nostro compito è consigliare durante l’anno la singola persona sull’opportunità di vaccinarsi oppure no, oltre ad effettuare la vaccinazione”. Senza dover fare code in un hub ma “semplicemente recandosi dal proprio medico di famiglia che consiglia quando fare la vaccinazione antinfluenzale e quale fare perché i vaccini antinfluenzali sono diversi e specifici per ciascuna categoria di persone” conclude.  

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  • Volpe (Siprec): “Virus influenzale può essere pericoloso per i cardiopatici”

    “Il virus influenzale può essere pericoloso per pazienti cardiopatici: agisce infatti sull’apparato cardiovascolare attraverso vari meccanismi, il più importante è quello dell’infiammazione che può causare una instabilizzazione sui vasi delle placche aterosclerotiche e, conseguentemente, una rottura di queste placche favorendo l’infarto del miocardio, non a caso c’è un incremento molto marcato di casi di infarto durante la fase più acuta dell’epidemia influenzale”.  

    Così all’Adnkronos Salute Massimo Volpe, presidente della Siprec (Società italiana per la prevenzione cardiovascolare) fa il punto sul legame tra virus influenzale e cardiopatici.  

    “L’influenza – spiega Volpe – determina un peggioramento nei soggetti che hanno scompenso cardiaco, malattie valvolari o del miocardio. E ancora: attraverso un peggioramento legato ai sintomi respiratori, un’insufficiente respirazione causa un ridotto apporto di ossigeno e, di conseguenza, l’apparato cardiovascolare ne risente”.  

    Secondo il cardiologo, occorre fare in modo che “l’influenza non si confonda con l’infezione da Sars-CoV-2 che determina accessi ospedalieri di malati cardiopatici, ricoveri che possono poi evolvere in tante direzioni. Questo è il motivo per cui noi cardiologi suggeriamo ai nostri pazienti di sottoporsi alla vaccinazione anche contro l’influenza, ancor più in questo momento con una pandemia ancora in atto”.  

    Ma se l’influenza, secondo l’esperto, “può dare luogo più frequentemente a processi infiammatori a carico del miocardio e del pericardio, non a caso talvolta l’influenza viene associata a miocardite e pericardite, più raramente nelle persone che non hanno una malattia aterosclerotica coronarica o uno scompenso cardiaco si realizzano delle situazioni acute”. Tuttavia, molte persone che “si considerano sane hanno tanti fattori di rischio cardiovascolare: diabete, ipertensione, ipercolesterolemia. Queste persone rappresentano una fascia molto larga di popolazione sana ma in realtà è si tratta di una popolazione che non ha avuto una diagnosi di malattia cardiovascolare ma che comunque costituisce un profilo di rischio piuttosto alto”.  

    Anche chi non è cardiopatico ma fa i conti con diabete, valori alti di pressione arteriosa e colesterolo, per Volpe deve fare attenzione alla prevenzione. “La vaccinazione antinfluenzale è ormai collaudata, sicura, efficiente e dà pochissimi effetti collaterali. Da anni si conferma strumento importante soprattutto nel periodo che precede il classico picco del virus stagionale, ovvero il periodo che va da metà gennaio a metà marzo” conclude Volpe.  

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  • Obbligo vaccinale, Vaia: “Non per punire ma perché serve”

    Obbligo vaccinale, Vaia: “Non per punire ma perché serve”

    L’obbligo vaccinale per gli over 50? “Il ‘no-vaxismo’ si combatte non spaventando ma chiarendo. E’ evidente che se sei vaccinato non avrai i sintomi se sei positivo, se non sei vaccinato li avrai e devi stare a casa. Non c’è nessuna punizione ma un atto scientifico dietro questa differenza, non è che obblighiamo a vaccinarsi perché uno è brutto, sporco e cattivo. Non è questo e in Italia non si è spiegato bene, spero che Draghi lo faccia stasera: l’obbligo vaccinale non è per punire le persone ma perché serve. Se io mi sono vaccinato non mi ammalo”. Così il direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, ospite di Rtl 102.5.  

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