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Vince Cerone: “Non molliamo, ma il governo ci aiuti”

di Vittorio Giordano

Vince Cerone

Montréal – Siamo tutti vittime della pandemia, che ha stravolto le nostre vite con conseguenze che non saranno cancellate nemmeno dall’arrivo imminente degli agognati vaccini. Nulla sarà più lo stesso. Lo sappiamo tutti. Ma lo sanno soprattutto le categorie lavorative più colpite, come ristoranti, bar, cinema, teatri e palestre. In Québec, questi esercenti rimarranno chiusi almeno fino all’11 gennaio. Sono loro che pagano il prezzo più alto delle misure restrittive decise dalle autorità per fronteggiare il rischio contagio. Lo fanno tra mille difficoltà, ma con grande dignità. Uno di loro è Vince Cerone, dal 1992 comproprietario di United Gym, palestra di quasi 40 mila piedi quadrati molto conosciuta a Saint-Léonard. “Mai vissuto nulla del genere. Dopo essere rimasti fermi dal 15 marzo al 15 giugno, l’8 ottobre siamo stati costretti a richiudere. Sembrerebbe fino all’11 gennaio, ma temo che si andrà anche oltre. E non sono affatto d’accordo. Abbiamo rispettato tutti i criteri decisi dal governo per metterci in regola, abbiamo fatto tutti i cambiamenti necessari, dalla sanificazione dei locali e dei macchinari ai disinfettanti, che sono molto costosi; dall’installazione dei plexiglass agli accessi contingentati (con la capienza ridotta a massimo 50 persone). Spendendo migliaia di dollari. Con molta gente che ha rinunciato comunque alle palestre, anche se i miei istruttori e dipendenti erano stati formati per garantire i servizi in tutta sicurezza. Permettendo così ai miei clienti di tenersi in forma indossando la mascherina (a parte il momento dell’espletamento dell’esercizio) e rispettando il distanziamento di 2 metri. Regole che tutti hanno sempre rispettato: non c’è stato mai alcun caso di focolaio in nessuna palestra. Mentre invece la gente si accalca liberamente nei centri commerciali. Dato che Montréal è zona rossa, molti si spostano nelle zone arancioni dove le palestre sono aperte. E che ora sono affollate così come i bar ed i ristoranti. Qual è la logica di tutto questo? Il governo ci ha chiuso nelle zone rosse perchè siamo luoghi di socializzazione per eccellenza, in cui la gente non indossa la mascherina per tutto il tempo. Ma noi abbiamo subito messo da parte l’aspetto sociale imponendo l’obbligo del distanziamento di due metri. Penso che alla fine il governo stia solo facendo quello che fanno nel resto del mondo. Per quanto riguarda gli aiuti economici, abbiamo beneficiato del pagamento del 25% dell’affitto, ma nessun sostegno significativo per far fronte alle bollette. Ora hanno annunciato un aiuto per le spese dal 27 settembre in poi, ma io pago le bollette dal mese di marzo. È pazzesco! Nonostante tutto, resisto e mi auguro che facciano lo stesso tutti gli imprenditori costretti a chiudere. Alla fine, il governo federale e provinciale dovranno per forza aiutarci. Anche se la normalità non sarà più quella di prima: la gente ha paura, si sta organizzando per allenarsi a casa e le stesse palestre dovranno evolversi fornendo allenamenti virtuali. Noi lo stiamo già facendo con delle classi virtuali di 30 minuti, completamente gratuite, sulla pagina facebook di UNITED GYM. Sono esausto e arrabbiato, lo ammetto, ma sto facendo il possibile per andare avanti e salvaguardare la nostra salute fisica e mentale».
‘Mens sana in corpore sano’ dicevano gli antichi romani. Una verità mai confutata. Soprattutto in tempi di pandemia. (V.G.)

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