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  • Elezioni 2022, Renzi: “Letta e Meloni? Migliori amici”

    (Adnkronos) – “Letta e Meloni sono migliori amici anche perché Letta sta facendo campagna alla Meloni. Sono più amici di quanto sembra”. Così il leader di Italia Viva Matteo Renzi a Mattino Cinque.  

    “Se vince la destra e governa, noi rispetteremo il o la presidente del Consiglio. Ma hanno fatto promesse da 100 miliardi di euro e li voglio vedere a fare la flat tax al 15%, sono solo spot e slogan in libertà. Se vince la destra non faremo i pierini ma se vince Meloni il problema è che sfascia i conti”, ha sottolineato. 

    “Questa campagna elettorale non è stata una botta di vita… ma è comunque importante – ha detto ancora l’ex premier – Io non so se l’esito è scontato. Il Terzo Polo fino a un mese fa non esisteva ma ora è in forte crescita quindi non tutto è scontato”.  

    In un’intervista a ‘Repubblica, Renzi ha detto: “Giorgia Meloni non ha ancor vinto le elezioni. Anche se Letta sta facendo di tutto per aiutarla con una campagna elettorale masochista. L’unica alternativa per bloccare Meloni è che il Terzo Polo faccia più del 10 per cento per giocare in Parlamento un ruolo decisivo”.  

    In tanti pensano che alla fine voi del Terzo Polo però dialogherete con la destra al governo. “Lo pensa chi è in malafede. Quando Salvini ha provato dal Papeete a prendersi i pieni poteri, l’allora gruppo dirigente del Pd aveva già l’accordo con la destra per andare alle elezioni. Siamo stati noi a fermare quell’inciucio. E quando mi hanno proposto di fare il presidente del Senato, in cambio del voto alla Casellati, ho spiegato che io non mi faccio comprare con una poltrona. Se c’è Draghi saremo in maggioranza, se c’è Meloni saremo all’opposizione”.  

    Con Calenda non avete ancora litigato. “E non litigheremo nemmeno adesso. Il progetto del Terzo Polo è troppo importante per sporcarlo con meschine questioni personali. Per questo ho scelto di fare un passo di lato mettendo l’ambizione personale in secondo piano rispetto al sogno collettivo. I Cinquestelle stanno andando meglio del previsto anche grazie alla difesa del reddito di cittadinanza che lei vuole abolire. Se l’aspettava? “Le immagini di Conte che si fa i selfie con simpatici elettori che ostentano come reliquia la tessera del reddito dice molto sul clientelismo elettorale”. Quanto al Pd “mi sembra incredibile che la campagna del Pd punti a combattere Tony Blair anziché la destra. Ormai il Nazareno è teleguidato da Di Maio e Fratoianni. Letta, divorato dal rancore, sta facendo una campagna elettorale molto efficace. Ma efficace per la Meloni”.  

     

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  • Carburanti, prezzi benzina e diesel oggi ancora in calo

    (Adnkronos) – Scendono ancora i prezzi dei carburanti alla pompa, mentre il Brent risale verso i 95 dollari. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, Ip ha ridotto di 3 centesimi al litro i prezzi consigliati del diesel. Tamoil è scesa di 1 centesimo sulla benzina e di tre sul diesel.  

    Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 15mila impianti: benzina self service a 1,723 euro/litro (-3 millesimi, compagnie 1,725, pompe bianche 1,717), diesel a 1,828 euro/litro (-2, compagnie 1,831, pompe bianche 1,823); benzina servito a 1,867 euro/litro (-2, compagnie 1,911, pompe bianche 1,780), diesel a 1,970 euro/litro (-1, compagnie 2,014, pompe bianche 1,883); Gpl servito a 0,797 euro/litro (invariato, compagnie 0,802, pompe bianche 0,790), metano servito a 3,071 euro/kg (+3, compagnie 3,275, pompe bianche 2,910), Gnl 3,220 euro/kg (invariato, compagnie 3,295 euro/kg, pompe bianche 3,165 euro/kg). 

    Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,830 euro/litro (servito 2,088), gasolio self service 1,929 euro/litro (servito 2,183), Gpl 0,897 euro/litro, metano 3,907 euro/kg, Gnl 3,446 euro/kg. In allegato le tabelle con i prezzi praticati e le variazioni dei prezzi consigliati.  

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  • Trento, accoltella alla gola vicino casa per rubargli bancomat

    (Adnkronos) – Un uomo di 30 anni è stato fermato dalla polizia di Trento per aver aggredito e accoltellato un vicino di casa nel tentativo di rubargli il bancomat. L’aggressore, denunciato diverse volte per reati contro la persona commessi con l’utilizzo di arma da taglio, per cercare di portare via il bancomat al vicino, un sessantenne, l’8 settembre scorso, lo ha prima colpito con violenza e poi gli ha sferrato un fendente alla gola con un coltello preso dall’abitazione della vittima. Subito dopo è scappato e il sessantenne ha chiesto aiuto a un vicino che ha allertato i soccorsi. 

    Il ferito, trasportato in ospedale, è stata trattenuto in osservazione per la profonda ferita laterocervicale sinistra e le percosse subite. Nell’abitazione della vittima, dove erano visibili i segni di una colluttazione e la presenza di numerose macchie di sangue, è stato trovato anche il coltello da cucina utilizzato per ferirlo. Gli agenti della squadra mobile, intervenuti sul posto, hanno iniziato immediatamente la ricerca dell’aggressore partendo dalle vie di fuga del palazzo e dalle zone limitrofe. In tarda serata, il trentenne ha raggiunto un campetto limitrofo allo stabile, essendosi accorto della presenza della polizia, ha oltrepassato velocemente l’ingresso del palazzo nel tentativo di superare rapidamente l’ingresso ma è stato bloccato dai poliziotti con addosso ancora gli abiti sporchi di sangue della vittima. 

    La polizia ha proceduto al fermo di indiziato di delitto, convalidato nella giornata di ieri dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Trento. Per l’uomo le accuse sono di tentato omicidio e di tentata rapina. 

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  • Long Covid, Oms Europa: “Sindrome per 17 mln in 2 anni”

    (Adnkronos) –
    Almeno 17 milioni di persone nei 53 Paesi della regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità hanno sperimentato nei primi 2 anni di pandemia il Long Covid, soddisfando i criteri Oms che definiscono la sindrome post-infezione da Sars-CoV-2 come un quadro sintomatologico della durata di 3 mesi o più. E’ la stima basata su un modello messo a punto per l’Oms Europa dall’Institute for Health Metrics and Evaluation (Ihme) della School of Medicine dell’Università di Washington, negli Usa. Emerge anche “uno sbalorditivo aumento del 307%” dei nuovi casi di Long Covid identificati tra il 2020 e il 2021. “Milioni di persone negli anni a venire potrebbero dover convivere con questa sindrome”, avverte l’agenzia che insieme alle associazioni di pazienti riunite nel network Long Covid Europe detta gli obiettivi per contrastare l’emergenza definendoli con 3R: Recognition, Research and reporting, Rehabilitation, ossia identificazione, ricerca e segnalazione, riabilitazione.  

    Dalla fotografia scattata grazie alla metodologia Ihme risulta che le femmine, rispetto ai maschi, hanno una probabilità doppia di sviluppare Long Covid. Il rischio, inoltre, cresce “drammaticamente” per chi ha avuto forme gravi di malattia, tali da necessitare un ricovero ospedaliero, con una donna su tre e un uomo su cinque che possono sperimentare la sindrome. “Anche se c’è ancora molto da imparare sul Long Covid, in particolare su come si presenta nelle popolazioni vaccinate rispetto alle non vaccinate e su come influisce sulle reinfezioni – commenta Hans Kluge, direttore di Oms Europa, parlando dal 72esimo Comitato regionale dell’agenzia riunito a Tel Aviv, in Israele – questi dati evidenziano l’urgente necessità di ulteriori analisi, di più investimenti e di un maggiore sostegno ai pazienti. Nella nostra regione, a cavallo tra Europa e Asia centrale, milioni di persone soffrono di sintomi debilitanti molti mesi dopo l’infezione iniziale da Covid-19. Non possono continuare a patire in silenzio. I governi e i partner sanitari devono collaborare per trovare soluzioni basate sulle evidenze”. 

    “La ricerca Ihme – riferisce Christopher Murray, direttore dell’istituto – mostra che nei primi 2 anni di pandemia quasi 145 milioni di persone in tutto il mondo hanno sofferto di uno dei tre gruppi di sintomi che caratterizzano il Long Covid: affaticamento con dolore fisico e sbalzi d’umore, problemi cognitivi, mancanza di respiro. Sapere quante persone sono colpite dalla sindrome, e per quanto tempo, è importante per i sistemi sanitari e le agenzie governative per definire strumenti di riabilitazione e supporto. E’ anche fondamentale che i datori di lavoro comprendano il problema, in modo da prevedere soluzioni speciali per chi sta affrontando limitazioni” legate alle sequele dell’infezione.  

    Sebbene la maggior parte dei contagiati Covid si riprenda completamente dopo l’infezione – ricorda l’Oms Europa – il 10-20% sviluppa una varietà di effetti a medio e lungo termine come affaticamento, affanno e problemi cognitivi (confusione, disturbi di memoria, mancanza di concentrazione e di lucidità mentale). Sintomi che possono persistere dopo l’infezione da Sars-CoV-2 oppure comparire dopo la guarigione, che vanno e vengono o determinano ricadute periodiche. Il Long Covid può anche avere un impatto diretto o indiretto sulla salute mentale e il benessere psicologico, e può condizionare la capacità di svolgere attività quotidiane come il lavoro o le faccende domestiche. 

    “Mio marito e io abbiamo avuto il Covid nel marzo 2020 – racconta Ann Li, presidente di Long Covid Europe, rete che comprende 19 associazioni pazienti di tutta la regione europea dell’Oms – Non ho ricordi chiari di quel periodo e secondo i medici potrebbe dipendere dalla mancanza di ossigeno” sofferta durante la malattia, “ma ciò che mi torna in mente è il dolore, la fatica a respirare, la stanchezza, il bisogno di dormire sempre. La cosa peggiore per me è stata la nebbia cerebrale continua: per un po’ non sono nemmeno riuscita a parlare bene; potevo farlo solo lentamente, era così difficile formulare le frasi nella testa. Siamo grati di collaborare ufficialmente con Oms Europa”, attraverso una partnership volta a colmare le lacune di conoscenza sulla sindrome post-infezione e a promuovere la strategia delle 3R. 

    Gli obiettivi sono “riconoscimento e condivisione della conoscenza” sul Long Covid, con “tutti i servizi adeguatamente attrezzati e nessun paziente lasciato solo o incapace di riconoscere questa condizione debilitante; ricerca e segnalazione, attraverso la piena partecipazione dei pazienti, necessaria a migliorare la comprensione della prevalenza, delle cause e dei costi del Long Covid; riabilitazione basata sull’evidenza e sull’efficacia, sicura sia per i pazienti sia per i caregiver”. Affinché questi obiettivi siano raggiunti “abbiamo bisogno che tutti i Paesi della regione europea dell’Oms riconoscano che il Long Covid è un problema serio che richiede una risposta”, ammonisce Kluge. Non ne va solo della salute, avverte: “Stiamo ascoltando storie di tragedie individuali, di persone in crisi economica che affrontano problemi relazionali, che perdono il lavoro e cadono in depressione. Molti operatori sanitari che hanno rischiato la vita in prima linea ora soffrono di queste sindrome cronica e debilitante dopo un’infezione contratta sul lavoro. Loro, e milioni di altre persone, hanno bisogno del nostro aiuto”. 

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  • Scuola e caro energia, Bianchi: “Settimana corta? Sì se in piano didattico”

    (Adnkronos) – La settimana corta? ”Noi in sede di Consiglio dei ministri non ne abbiamo mai parlato. Io considero la settimana corta importante se sta dentro un piano didattico e non come misura di risparmio energetico”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ospite di SkyTg24. 

    ”Sono favorevole a ogni situazione che permetta alla scuola, alle famiglie di ritrovarsi, sono contrario all’idea che poiché c’è una emergenza deve essere la scuola la prima a pagare”, ha sottolineato. 

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  • Ue, Chiocchetti nuovo segretario generale del Parlamento europeo

    (Adnkronos) – Alessandro Chiocchetti è stato nominato segretario generale del Parlamento europeo dal Bureau, a larga maggioranza. Lo ha annunciato l’Aula ieri a tarda sera. Chiocchetti prenderà il posto di Klaus Welle all’inizio dell’anno prossimo. Il sostituto di Welle, che andrà in pensione, è stato scelto in una rosa di quattro candidati, dopo un processo di selezione. 

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  • Pnrr, Gentiloni: “No trattamenti speciali per Italia”

    (Adnkronos) – “Noi non abbiamo un trattamento speciale destinato all’Italia per il Pnrr. Tutte le discussioni di stasera su questo argomento si applicano a tutti gli Stati membri, Italia compresa. Abbiamo delle norme che dicono cos’è possibile modificare dei piani, e questo significa che non cominciamo da zero, non ridiscutiamo tutti i piani per ogni singolo paese”. Lo ha detto il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, in audizione al Pe, rispondendo a una domanda sulla modifica del Pnrr proposta da Fdi.  

    “Credo che durante tutta la durata del Next Generation Eu avremo 20 o 30 elezioni nazionali – ha spiegato Gentiloni -, non possiamo certo cambiare i nostri piani per questo. Ma siamo aperti a discutere con tutti i governi che vengono eletti, compreso quello che sarà eletto in Italia”.  

    “Abbiamo discusso a lungo di quale deve essere la base per adeguare i piani”. Così il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, in audizione alle commissioni Affari economici e Bilanci al Parlamento europeo, rispondendo a una domanda sull’eventuale modifica del Pnrr italiano da parte del prossimo governo. “Nel processo di adeguamento ci attendiamo che non venga ridotta l’ambizione del piano – ha aggiunto – L’obiettivo del 37% per l’azione climatica deve essere rispettato, quindi da quel punto di vista non ci attendiamo un livello di ambizione più basso: ci devono essere circostanze obiettive se gli Stati membri affermano che magari un target non può essere raggiunto”.  

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  • Ucraina, Blinken: “Progressi significativi forze Kiev”

    (Adnkronos) – L’Ucraina ha riportato progressi significativi nella controffensiva contro la Russia, ma è troppo presto per prevedere l’esito finale del conflitto. E’ l’opinione espressa dal segretario di Stato americano Antony Blinken, parlando con i giornalisti a Città del Messico. 

    “È chiaro che abbiamo visto progressi significativi da parte degli ucraini, in particolare nel nord-est, e questo è il prodotto del sostegno che abbiamo fornito, ma prima di tutto è il prodotto dello straordinario coraggio e della resilienza delle forze armate ucraine e del popolo ucraino”, ha premesso il capo della diplomazia americana. Salvo poi aggiungere che “è troppo presto per dire esattamente dove si andrà a finire”.  

    Blinken ha avvertito che “i russi mantengono forze molto significative in Ucraina, così come attrezzature, armi e munizioni. Continuano a usarle indiscriminatamente non solo contro le forze armate ucraine, ma anche contro i civili e le infrastrutture civili, come abbiamo visto”. 

    Secondo il ministero della Difesa britannica potrebbero volerci anni prima che la Russia riesca a ricostituire una delle principali unità del suo esercito, la Prima armata corazzata delle Guardie, dopo il suo ritiro dalla regione di Kharkiv. Con questa unità e altre formazioni del distretto militare occidentale “gravemente degradate”, le forze convenzionali russe designate a contrastare la Nato sono “seriamente indebolite”, si legge nel consueto aggiornamento 

    Le forze armate ucraine hanno riconquistato circa seimila chilometri quadrati di territorio che era finito in mano russa, ha scritto ieri su Facebook la vice ministra della Difesa di Kiev Hanna Malyar. 

    Le autorità ucraine sempre ieri hanno rivendicato di aver ripreso il controllo di Ternova, un villaggio vicino al confine con la Russia. Il capo dell’ufficio della presidenza ucraina, Andriy Yermak, ha postato sui social un video della 14esima brigata meccanizzata in cui si vede una bandiera ucraina sventolare su una torre per le trasmissioni a Ternova, riferisce Kyiv Independent. 

    Secondo lo stato maggiore di Kiev, “a causa dell’attuale situazione sul teatro delle operazioni e della sfiducia verso i comandanti, un ampio numero di volontari si rifiuta categoricamente di servire in combattimento”. I soldati russi, si legge, non vogliono combattere di fronte alle notizie sul numero dei morti e sul trattamento dei feriti, spesso rimandati a combattere senza un periodo di riabilitazione. 

    Nel frattempo il comando militare della Russia ha smesso di inviare nuove unità di soldati in Ucraina dopo i successi della controffensiva di Kiev nella regione di Karkhiv, afferma lo stato maggiore ucraino sulla sua pagina Facebook, secondo quanto riferisce il Guardian. 

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  • Caro energia, Ue discute misure: nodo prezzo gas

    (Adnkronos) –
    L’Ue discute le misure per affrontare il caro energia con il nodo relativo al tetto del prezzo del gas sullo sfondo. Il collegio dei commissari europei a Strasburgo oggi accende i riflettori sul pacchetto anticipato la settimana scorsa in materia di risparmio energetico, tetto ai ricavi delle imprese che producono energia a basso costo, contributo di solidarietà per l’Oil & Gas e sostegno alla liquidità delle multiutilities. 

    Malgrado la rilevanza del pacchetto energia che verrà “discusso”, la Commissione ha deciso, a quanto riferiscono fonti Ue, di non tenere alcuna conferenza stampa per illustrare le misure, dato che Ursula von der Leyen terrà il suo discorso sullo Stato dell’Unione. Le misure sull’energia verranno solo “discusse”, ma verranno approvate “più tardi”.  

    Dopo il collegio dei commissari è prassi consolidata fare un readout, un resoconto alla stampa di quanto successo: oggi a Strasburgo, contrariamente a quanto accade sempre, non ci sarà alcun readout. La Commissione appare in difficoltà sul price cap per il gas e la decisione di non tenere alcun readout sembra confermarlo: il non paper presentato la settimana scorsa conteneva un esplicito riferimento al tetto al prezzo del gas. Il Consiglio Energia di venerdì, però, si è limitato a chiedere alla Commissione di studiare il provvedimento, per capire esattamente come farlo. I Paesi membri restano divisi sul tema. La Commissione ha fatto nel weekend una mezza marcia indietro: von der Leyen ha riferito via Twitter che il collegio è al lavoro sul pacchetto di misure, senza citare, come aveva invece fatto esplicitamente nel non paper e in conferenza stampa, il tetto al prezzo del gas. 

    Secondo indiscrezioni pubblicate da Bloomberg News, le misure che la Commissione si appresta a varare includerebbero tra l’altro due obiettivi in materia di energia: uno relativo al taglio complessivo dei consumi e un altro, vincolante, per abbassare la domanda durante le ore in cui questaè al massimo, in linea con quanto detto da von der Leyen settimana scorsa. 

    L’obiettivo vincolante comporterebbe la selezione di 3-4 ore per ogni giorno della settimana in cui i consumi andranno ridotti, per “appiattire i picchi”, come ha detto von der Leyen. Sarebbe prevista anche una tassa temporanea sulle compagnie dell’Oil & Gas, che stanno incassando grandi profitti, con la fissazione di un livello minimo (gli Stati sarebbero liberi di aumentarlo). Atteso anche un cap ai ricavi in eccesso delle compagnie energetiche che producono da fonti diverse dal gas, disegnato in modo da non mettere a repentaglio i piani e gli investimenti in essere.
     

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  • Confronto Meloni-Letta, scintille e fair play: cosa hanno detto

    (Adnkronos) – Punzecchiature, qualche scintilla e alcuni momenti più ‘caldi’, ma nel primo e unico confronto elettorale tra Giorgia Meloni e Enrico Letta, ospitato dal Corriere della Sera, a prevalere è la pacatezza e il più classico dei fair play. Del resto è lo stesso segretario del Pd, almeno da parte sua, a descrivere il segno della sua narrazione: ‘fair’ ovvero cortese ma “una cortesia dietro a cui non c’è mollezza ma grande fermezza”. Che si manifesta in diversi momenti del faccia a faccia in particolare su Pnrr, Europa, diritti. Lei in verde acqua, con orecchini a forma di croce in tinta, coda di cavallo e braccialetto tricolore. Lui in giacca blu, come gli occhiali, e cravatta scura su camicia a righine. Un look ‘moderato’, abbastanza informale, per entrambi.

    Un primo botta e risposta si accende sulla Next Generation EU. “Non è vero che Fdi ha sostenuto il Next generation”, attacca il segretario del Pd, che aggiunge: ”E’ una cosa falsa, Fdi non ha mai votato a favore”. Pronta la replica della leader di via della Scrofa. ”Mi spiace che non si riesce a evitare le fake news neanche in presenza, sono un pò preoccupata che la sinistra costruisca i suoi racconti e poi li difenda. Saprò io quali sono le posizioni di Fdi su questo tema, Non sono abituata a dire un’altra cosa in campagna elettorale, come accade dalle vostre parti”, puntualizza Meloni.

    E la presidente Fdi si lamenta anche dei toni che vengono usati ‘dall’altra parte’ in campagna elettorale e torna sulle parole di ieri di Michele Emiliano. ”Ieri dal governatore Emiliano ho sentito parole scandalose, e Letta ha applaudito… Sono passate 24 ore e Letta non ha voluto prendere le distanze”. Prosegue Meloni: “Non devo fare alcun fioretto per il comizio a Vox, salvo che per il tono che a volte mi esce quando sono stanca. Il livello di aggressività verso di me in questa campagna elettorale è tale che ho dovuto sviluppare un controllo che alla fine, alle brutte, posso fare il monaco tibetano… “. E ancora: “Ma poi come è possibile essere presentata contemporaneamente come fascista e draghiana? Qui riusciamo a passare dall’insulto all’inciucio ma io non sono fatta cosi’.

    Il segretario del Pd non replica sul punto limitandosi a spiegare che da parte sua “non c’è alcuna demonizzazione” di Meloni ma rimarcando che la vittoria della destra porterebbe l’Italia “su un’altra strada rispetto ai valori europei”. Punge Meloni: “Enrico, hai ripetuto questa frase 4 volte… Hai qualche proposta da fare o parli solo di Fdi?”. Da parte sua Letta ricambia la stilettata: ”Noto che la parola blocco navale non è stata usata… E’ talmente evidente che è inapplicabile e che il governo di un grande paese europeo non può dire cosa del genere”.

    Letta poi insiste sul ‘bivio’ in cui si trova l’Italia e il suo futuro. “Se vincesse l’altra parte, l’Italia entrerebbe in un’altra strada. C’è un bivio, una specie di referendum è come in Gran Bretagna con la Brexit, è una scelta binaria, secca”. Anche perchè – e su questo i due leader convergono – non c’è alcuna possibilità di nuove larghe intese all’orizzonte.

    “Questa destra ci porterebbe molto lontano dai valori europei. Noi abbiamo detto che il governo Draghi sarebbe stato l’unica e irrepetibile esperienza di larghe intese. Da questo voto usciremo o noi o Meloni, Salvini e Berlusconi. Noi non abbiamo alcuna intenzione di aprire altre stagioni di larghe di larghe intese: o sarà maggioranza o sarà opposizione”, dice Letta. E poi a una domanda comune sulla possibilità di un governo insieme, il segretario Pd risponde: “Lo diciamo all’unisono” e Meloni citando X Factor aggiunge ridendo: “4 sì anzi 4 no”. E poi seria: “Lo escludiamo. In una democrazia sana due persone che si combattono come noi, poi non possono ritrovare insieme. E’ il sale della democrazia”.

    Un altro momento ‘caldo’ è quello sui diritti, in particolare sulle sulle adozioni di bimbi da parte di coppie omogenitoriali. Contraria Meloni perchè ‘ “un bambino ha diritto ad avere una mamma e un papà”. Ribatte Letta: “Quello che conta è l’amore”. E Meloni: “Che c’entra l’amore lo stato non norma l’amore”. E ancora Letta: “No, sei tu che così normi cosa è amore e cosa non è. Siamo su posizioni opposte”.

    Infine, i temi dell’ambiente -per cui Letta accusa la destra di essere “negozionista alla Bolsonaro”- porta a un altro botta e risposta: al centro il bus elettrico della campagna elettorale del Pd. Puntare sull’elettrico non è una cosa intelligente, perchè vuole dire mettersi in mano alla Cina e intanto perchè t’ha lasciato a piedi…”. Ribatte Letta: “Non mi ha lasciato a piedi, abbiamo tre mezzi che vengono usati in modo alternativo. E’ una fake news del tuo sistema mediatico”. E “quale sarebbe?”, chiede Meloni e il segretario Pd cita alcuni quotidiani: “Libero, la Verità, il Giornale…”.

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