Tag: Ultim’ora

  • Sfattoria degli Ultimi: “Da Tar stop abbattimenti fino 4 ottobre”

    (Adnkronos) – Sfattoria degli Ultimi, “sospesi gli abbattimenti dei suini fino al 4 ottobre”. L’ordinanza del Tar è stata pubblicata oggi. “Il tribunale ha dovuto, infatti, fissare una nuova udienza in Camera di consiglio per consentire alla Regione Lazio, non costituita, di depositare eventuali memorie nel rispetto dei termini processuali” dice Angelita Caruocciolo, avvocato difensore della Sfattoria degli Ultimi. “Il profilo positivo che si coglie è che, a distanza di 4 settimane dal provvedimento monocratico favorevole alla sospensione, il collegio ha ritenuto evidentemente che lo scenario non è mutato e che persistono i motivi di pregiudizio irreparabile per la vita degli animali ma al contempo di assenza di rischi per la salute pubblica”.  

    “Ho assunto – ha aggiunto – il Patrocinio di questa causa perché credo sia l’occasione per iniziare a scuotere le coscienze del nostro legislatore e delle nostre istituzioni che possono rispettivamente legiferare e provvedere in maniera alta e rispettosa della vita e dell’ambiente. La salute pubblica e la vita degli animali possono coesistere se si usano adeguatamente gli strumenti del nostro ordinamento come il principio di proporzionalità, attuando una sana e legittima funzione pubblica. Nel caso di specie si tratta di difendere il diritto alla vita di animali sani e ben custoditi, contro scelte metodologiche lontane dalle norme europee e scellerate di uccidere come unica soluzione possibile. Gli ultimi episodi che si stanno verificando in zona Aurelio sono squallidi e preoccupanti e all’inizio non credevo a chi mi raccontava: cattura con gabbie trappola e uccisione immediata. Una mattanza inumana”. 

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  • Laura Pausini: “Bella Ciao? Non canto canzoni politiche”

    (Adnkronos) – “Non canto canzoni politiche, né di destra né di sinistra. Canto quello che penso della vita da 30 anni. Che il fascismo sia una vergogna assoluta mi sembra ovvio. Non voglio che nessuno mi usi per propaganda politica. Non si inventino ciò che non sono”. Laura Pausini replica così alla polemica scoppiata sui social dopo essersi rifiutata di cantare ‘Bella ciao’ durante la partecipazione a un programma televisivo spagnolo, El Hormiguero, dove, come racconta il sito davidemaggio.it, è stata coinvolta in un gioco musicale nel quale i concorrenti dovevano cantare un brano che contenesse la parola ‘corazon’. La Pausini a quel punto ha intonato la famosa canzone italiana ‘Cuore Matto’, ma nessuno la conosceva ed è così che il conduttore ha intonato ‘Bella ciao’ volendo coinvolgere i presenti, ma lei si è rifiutata spiegando di non voler cantare canzoni politiche. A quel punto in rete non sono mancati giudizi molto duri nei suoi confronti e c’è chi le ha dato della ‘fascista’.  

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  • Elezioni 2022, Meloni: “Noi seri, non ho bisogno sentirmi accettata dall’Europa”

    (Adnkronos) – “Se dovessimo vincere le elezioni, una volta presentata la nostra prima legge di bilancio, forse le persone all’estero noteranno come esistano partiti più seri di quelli che hanno aumentato il nostro debito per acquistare i banchi di scuola con le rotelle”. Lo ha dichiarato la leader di Fdi, Giorgia Meloni, rispondendo in un’intervista al Washington post alla domanda se ritenga importante farsi accettare in Europa. “Mi interessa che l’Italia abbia il ruolo che merita nel contesto europeo”, ha proseguito Meloni, aggiungendo di non sentirsi “una minaccia, una persona mostruosa o pericolosa. Mi considero una persona molto seria e penso che sia con serietà che dobbiamo rispondere agli attacchi interessati che ci stanno muovendo”. “Non nego di aver criticato l’Ue, e spesso le sue priorità – ha concluso – ma forse in alcuni casi non ci siamo sbagliati. Quello che sta succedendo in questi anni, con la pandemia e la guerra, sta a dimostrare quante priorità europee siano state fuori luogo”. 

    A proposito della possibilità che diventi premier dopo le elezioni del 25 settembre, la leder di Fdi ammette: “Non posso dire che di fronte a una tale responsabilità le mie mani non tremino”. Chiarendo di non aver mai “considerato la politica come una questione personale” e che in passato voleva diventare “interprete o traduttrice”, Meloni ha spiegato che nel caso gli elettori assegnino a Fratelli d’Italia questo tipo di responsabilità allora “sarò premier”, anche se la decisione – osserva – spetta al presidente della Repubblica. 

    Una sfida enorme, quella di diventare premier, “perché ci ritroveremmo a governare l’Italia in quella che forse è una delle situazioni più complesse di sempre”, prosegue Meloni, sottolineando che “nel contesto europeo siamo in fondo alla classifica” su tutti i dati macroeconomici, il nostro debito pubblico è “totalmente fuori controllo” e “abbiamo a che fare con una povertà crescente”. “Ma credo anche che questa nazione” possa invertire la rotta, conclude, “con un po’ di buon senso e una classe politica che sappia spiegare le scelte impopolari ai cittadini”. 

    Girando l’Italia da nord a sud per la campagna elettorale, “continuo a incontrare ex elettori di sinistra che mi dicono: ‘Ero di sinistra, ma questa volta voterò per te’”, e questo accade perché la sinistra italiana “ha dimenticato il mondo del lavoro per seguire un’agenda ideologica ignara della quotidianità dell’uomo comune. È a loro che cerchiamo di offrire risposte reali”, ha affermato. “Non ho mai odiato nessuno e parlerò con tutti, perché non ho pretese di superiorità né complessi di inferiorità. Fondamentalmente, ho un atteggiamento maturo nei confronti dei miei avversari politici. Non credo si possa dire lo stesso di loro nei miei confronti”, ha aggiunto. 

    “Gli Stati Uniti sono ovviamente un punto di riferimento per le nostre alleanze e ho un buon rapporto con il Partito Repubblicano”, ha dichiarato poi Meloni che, alla domanda sulla polarizzazione del Gop, diviso tra trumpiani e anti-trumpiani e su quale parte del partito veda più sintonia con Fdi, ha replicato che non le interessa “entrare nel dibattito all’interno del Partito Repubblicano perché sarebbe una questione troppo complessa per me. Sto seguendo attentamente la loro evoluzione e guardando cosa accadrà con le elezioni di Midterm”. 

    L’ideologia globalista “mira a considerare come nemico tutto ciò che ti definisce”, ma “piaccia o no, i valori cristiani hanno plasmato la nostra civiltà”, ha ribadito Meloni, che si è detta contraria alle adozioni per le coppie gay e “del tutto favorevole al crocifisso appeso ai muri delle nostre scuole pubbliche, non perché voglia imporre a nessuno la religione in cui credo”. “Credo nel valore della laicità di Stato perché il cristianesimo me lo ha insegnato”, ha proseguito Meloni, secondo cui “dire chi sei non significa mancare di rispetto all’altro, è esattamente il contrario”. “Credo nella difesa dell’identità, anche dell’identità di genere”, ha aggiunto, sottolineando che su questo argomento, se si va oltre una visione superficiale, “il vero obiettivo di alcune teorie di genere non è quello di combattere le discriminazioni, che è chiaramente qualcosa su cui siamo tutti pienamente d’accordo”.  

    Meloni si è detta quindi “non favorevole” all’adozione da parte di coppie dello stesso sesso. “Non lo sono, perché penso che un bambino sfortunato debba ricevere il meglio – ha argomentato – E la cosa migliore è avere un padre e una madre. Sono cresciuta senza un padre. Sono stato cresciuto bene? Per l’amor di Dio, sì. Avrei voluto un padre? Sì”. 

     

     

     

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  • Elezioni 2022, dibattito Meloni-Letta: scintille social Lega-FdI

    (Adnkronos) –
    Scintille sui social tra Lega e Fdi, con accuse reciproche di tentazioni all’inciucio. Ad attaccare il senatore della Lega, Enrico Montani, ora candidato alla Camera, che commenta la sfida elettorale tra Giorgia Meloni, leader di Fdi e il segretario dem, Enrico Letta, di ieri al Corriere.it. Prendendo spunto da un articolo che titola “Letta e Meloni non ce la fanno a litigare”, dove si nota l’intesa tra i due, il leghista di Verbania lancia la pietra: “Brutto segnale per il centrodestra, odore di inciucio??? Non ci posso crede!!!”.  

    Parole che vedono l’immediata replica del partito di Giorgia Meloni. Prima Fdi Vercelli che posta “veramente, allo stato, ci pare che ad aver inciuciato con il Pd, sia stata la Lega non certo Fratelli d’Italia che anzi…”. Poi tocca al deputato meloniano Andrea Delmastro che rimbrotta il leghista: “Non ti preoccupare: Noi non governeremo mai con Pd e M5Stelle. Noi non lo abbiamo mai fatto, noi non lo facciamo, noi non lo faremo mai”. Controreplica di Montani: “Andrea Delmastro speriamo!! Dicevano cosi anche i 5 stelle…”.  

    Parole che accendono la lite sulla rete, con decine post contro il leghista, ricordando che “Giorgia non si alleerà mai con il PD ma se malauguratamente dovesse succedere il primo voto perso sarebbe il mio”, come scrive Maria Rosa. “Voi della Lega non dovreste nemmeno parlare: vergognatevi, traditori e vili!!”, tuona un altro. 

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  • Elezioni 2022, scontro social Di Maio-Calenda

    (Adnkronos) – Botta e risposta prolungato sui social tra Carlo Calenda e Luigi Di Maio. “Caro Calenda, anche un ‘venditore di bibite’ merita rispetto. La cultura dell’odio e del disprezzo che tu alimenti è classista e discriminante. Chi nella vita è stato meno fortunato di te, e ha fatto lavori umili, non può essere denigrato e messo ai margini della società. Quelle persone vanno aiutate e valorizzate. Quelle persone per me sono eroi. Dovresti solo vergognarti”, scrive il leader di Impegno Civico. 

    “‘Ogni lavoro ha la stessa identica dignità, che tu faccia l’operatore ecologico o il fisico nucleare hai diritto allo stesso rispetto. Ma non ogni lavoro prepara per governare un paese’. Questo è quello che ripeto e tu ne sei la dimostrazione vivente Luigi Di Maio”, commenta Calenda che in mattinata intervenendo alla Cna, Calenda ha sostenuto che un imprenditore non prenderebbe a gestire un’impresa “una persona che, ad esempio, ha fatto il venditore di bibite”, e lo stesso dovrebbero fare i cittadini quando votano. 

     

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  • Engineering in partnership con Tinaba per la trasformazione digitale del sistema bancario

    (Adnkronos) – Engineering, la principale Digital Transformation Company italiana al fianco di aziende e Pa nella gestione dei processi di trasformazione digitale, e Tinaba, App Fintech italiana, hanno sottoscritto una partnership che permette di offrire al sistema bancario italiano ed estero una soluzione unica per accelerare il percorso di trasformazione digitale. L’offerta, si legge in una nota, si rivolge a tutte le banche che hanno come obiettivo quello di dotarsi, in tempi rapidi, di servizi digitali a vantaggio dei propri clienti e senza la necessità di modificare il proprio sistema legacy, offrendo un nuovo modello di servizio che comprende prodotti e servizi tecnologici quali ad esempio roboadvisor, crowdfunding, servizi di pagamento app based e criptovalute, che si basano su tecnologia sicura e già testata in mercati regolamentati. 

    È proprio dalle esigenze degli istituti finanziari e dei loro clienti che nasce la partnership tra Engineering e Tinaba, che mette a disposizione delle banche una soluzione ‘plug and play’ in grado di migliorare il loro posizionamento nel mercato dell’innovazione digitale. I vantaggi per le banche sono molteplici: maggiori ricavi, nuovi servizi e aumento della capacità attrattiva verso i clienti più giovani. Tinaba è una fintech italiana fondata nel 2015 da Matteo Arpe integrata con il sistema bancario fin dalla sua nascita grazie alla partnership con Banca Profilo. La fintech abilita l’accesso con un’unica integrazione a tutti i servizi bancari tradizionali e a quelli di nuova generazione: conto, carta, scambio e condivisione di denaro, servizio di investimento tramite roboadvisor, charity & crowdfunding, acquisto e vendita di criptovalute e tantissimi altri servizi e soluzioni tecnologiche garantendo la massima libertà nella gestione del proprio denaro. 

    Engineering è una Digital Transformation Company che opera in prima linea nell’accompagnare i clienti nella definizione di nuovi servizi attraverso l’adozione delle più avanzate tecnologie. È una società che vede nel settore finanziario uno dei suoi mercati di punta con la mission di essere un aggregatore di realtà altamente tecnologiche per far crescere e potenziare l’impronta innovativa dei propri clienti. 

    L’accordo tra i due player prende forma in un contesto sfidante in cui sono ancora molte le banche che necessitano di una ulteriore spinta tecnologica. Le banche veicoleranno investimenti per la trasformazione digitale con focus sul miglioramento della customer experience e sull’evoluzione della propria piattaforma multicanale digitale per circa 5,3 miliardi di euro nel 2022, ulteriormente in crescita nel periodo 2023-2026. 

    La velocità dei processi di digitalizzazione, commenta Maximo Ibarra, Ceo & General Manager di Engineering, “è ormai un fattore imprescindibile di competitività per tutti i settori economici. Il settore bancario è centrale nella strategia di Engineering, dal momento che esso è stato tra i primi a credere nelle potenzialità della transizione digitale per l’efficientamento dei processi interni e per migliorare i servizi rivolti ai clienti, sia Corporate che Retail, a beneficio del Paese. Oggi una delle sfide principali delle banche è riuscire ad accelerare l’interconnessione con realtà innovative, per realizzare nuovi modelli di business in grado di creare valore per i clienti. Sono entusiasta del lavoro svolto da Giuseppina Volpi, a capo della Direzione Finance del Gruppo, che ha fortemente creduto nella collaborazione tra due eccellenze italiane del digitale come Engineering e Tinaba, definendo un accordo che va esattamente nella direzione di supportare la banca nell’assumere un ruolo da protagonista all’interno di un ecosistema teso a creare sinergie tra player differenti, così da allargare i suoi confini e servire i propri clienti in modalità end-to-end. Innovazione continua e competenza cross-industry permetteranno quindi di costruire nuovi servizi che renderanno sempre più digitale il rapporto con il cliente”. 

    Engineering e Tinaba, grazie a un approccio definito come fintech-as-a-service, sono in grado di creare un ecosistema flessibile, personalizzabile e aperto all’integrazione. Il modello di offerta si suddivide in due ambiti tra loro autonomi, ma in qualche modo connessi: servizi Finanziari e servizi per il Territorio & Community. I servizi offerti sono modulari, componibili, integrabili e orientati a una customer experience d’eccellenza. 

    “La partnership tra Engineering e Tinaba – commenta Matteo Arpe, Presidente e Founder di Tinaba – rappresenta un unicum nel panorama internazionale. Insieme vogliamo contribuire a una netta svolta digitale dei servizi bancari offrendo a tutti gli attori del sistema creditizio la possibilità di adottare in modo semplice e affidabile le più avanzate tecnologie. L’accordo, che nasce dalla crescente domanda di servizi digitali da parte dei clienti bancari, mira a creare un rinnovato modello di servizio bancario realizzato attraverso prodotti e servizi tecnologici e innovativi come ad esempio roboadvisor, crowdfunding, gestione delle community, servizi di pagamento e condivisione del denaro app based, criptovalute. Sono particolarmente orgoglioso della partnership con Engineering, operatore leader internazionale nella trasformazione digitale. Uno straordinario team di riconosciuta grande professionalità e competenza”. 

    L’offerta derivante dalla partnership ha ottenuto un feedback positivo da alcuni Gruppi bancari attratti principalmente dall’ampiezza dei servizi digitali cui avrebbero accesso dalla perfetta compatibilità con i propri sistemi gestionali e non da ultimo dalla velocità di integrazione. 

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  • Elezioni 2022 estero, a Barcellona errore tipografia “ma voto è valido”

    (Adnkronos) – “Barcellona è un caso dove si è prodotto un disguido che ha riguardato una piccola parte di elettori: non tutte le buste degli elettori a Barcellona hanno riscontrato questo problema. E’ successo che nel certificato elettorale la tipografia, che si è assunta piena responsabilità dell’errore, ha scritto ‘referendum abrogativo’ invece che ‘elezioni politiche’ ma il codice elettore resta lo stesso è il voto è quindi valido”. Il direttore generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Esteri, Luigi Maria Vignali, chiarisce così l’episodio di Barcellona nel corso di una conferenza alla Farnesina. 

    “Quest’anno ci siamo focalizzati sulla sicurezza del voto per corrispondenza, abbiamo insistito sulla personalità e segretezza del voto perché altrove questo concetto potrebbe essere sfumato. In Italia è vietato cedere la busta e si va incontro a importanti segnalazioni. Per tre episodi in particolare – 2 in Argentina e 1 in Svizzera – abbiamo rilevato irregolarità in giro per il mondo e già inviato denunce alla Procura della Repubblica”, ha spiegato ancora. 

    “Con i codici a barre è permesso tracciare i plichi – spiega – evitandone anche la eventuale duplicazione. Il consolato ha la possibilità di scansionare il codice e verificare se il plico è già tornato. Sono state anche fatte in molte sedi ispezioni a sorpresa. Abbiamo mandato più carabinieri in loco, chiesto loro di presenziare alle varie fasi elettorali, raccogliendo segnalazioni per prevenire comportamenti illeciti ed eventualmente sanzionarli”. 

    “Gli uffici sono aperti anche nel fine settimana, ambasciate e consolati, per ricevere richieste di assistenza, da due giorni è possibile richiedere duplicati a chi non ha ricevuto la busta. Oltre a qualche segnalazione negativa, abbiamo tante di cittadini soddisfatti. Tante precauzioni per rendere il voto il più possibile sicuro”, le parole di Vignali, che aggiunge: “Il costo per lo Stato per garantire l’esercizio del voto agli italiani all’estero lo potremo stimare con precisione soprattutto alla fine del processo, ma indicativamente si aggira tra i 25 e i 30 milioni di euro”. 

     

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  • Ucraina, Cremlino avverte: “Chi critica guerra deve stare attento”

    (Adnkronos) – Il popolo russo sostiene Putin e chi critica l’operazione speciale “deve stare molto attento”. Risponde così il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, quando gli viene chiesto delle critiche sui social all’andamento della guerra in Ucraina.  

    “I russi sostengono il presidente” ha detto Peskov citato dalla Tass, affermando che ciò è provato dai risultati delle elezioni locali di domenica. “Il popolo si è consolidato attorno alle decisioni del capo di Stato … Per quanto riguarda gli altri punti di vista – ha aggiunto – fintanto che rispettano le leggi correnti, questo è pluralismo. Ma la linea è molto, molto sottile. Qui bisogna essere molto prudenti”. “D’altra parte -ha proseguito- è vero che la pubblica opinione è così sensibile a quanto accade nell’operazione speciale, ed è chiaro che l’opinione pubblica reagisce molto emotivamente”.  

    Intanto, sul fronte della cronaca, le forze armate russe stanno conducendo ”massicci attacchi missilistici” su tutte le linee del fronte in risposta alla controffensiva lanciata da Kiev. Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa russo, affermando che “le forze aeree, missilistiche e di artiglieria stanno effettuando massicci attacchi contro le unità delle forze armate ucraine in tutte le direzioni operative”. Il ministero della Difesa di Mosca ha quindi spiegato che sono stati lanciati attacchi di “alta precisione” contro le posizioni ucraine intorno a Slovyansk e Kostiantynivka nella regione orientale di Donetsk. 

    Forti esplosioni sono state avvertite a Kherson, capoluogo della regione dell’Ucraina meridionale teatro di una controffensiva delle forze di Kiev. Lo ha annunciato il consigliere del governatore locale, Serhiy Khlan, sulla sua pagina Facebook. “A Kherson si sentono forti esplosioni. Sembra che gli occupanti siano stati colpiti in modo molto potente”, ha dichiarato. 

    Secondo l’intelligence militare ucraina, citata da Ukrinform, di fronte ai successi militari di Kiev, i rappresentanti dell’amministrazione degli occupanti russi in Crimea e nel sud dell’Ucraina stanno evacuando le loro famiglie verso la Russia. Qualcuno di loro sta anche cercando di vendere in segreto la casa. “I successi delle azioni dei difensori ucraini stanno costringendo le cosiddette autorità della Crimea temporaneamente occupata e del sud del nostro paese a trasferire urgentemente le famiglie nel territorio della Federazione russa”, nota un rapporto dell’intelligence, secondo il quale “rappresentanti dell’amministrazione occupante, impiegati del servizio federale di sicurezza e comandanti di alcune unità militari stanno cercando segretamente di vendere le loro case in Crimea”.  

    Di fronte a questa situazione, le forze russe occupanti “hanno vietato la conclusione di transazioni immobiliari, introdotto restrizioni di movimento sul ponte di Crimea e cercano in ogni modo di impedire l’accesso alle informazioni sulla controffensiva ucraina”, nota ancora il rapporto, riferendosi al ponte che unisce la Crimea alla Russia attraverso lo stretto di Kerch.  

     

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  • “Inflazione corre, offerte più alte”: richiesta del parroco ai fedeli – Video

    (Adnkronos) – “E’ tutto aumentato, quest’anno per le offerte serve qualcosina in più”. E’ la richiesta di don Antonio Lucariello, parroco di Carinaro nel casertano per la festa patronale di Sant’Eufemia del 16 settembre prossimo. L’invito ai fedeli in un video, condiviso dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli di Europa Verde. “Basta un poco in più rispetto a tutti gli altri anni. Dio ama chi dona con gioia. Chi lo fa con il cuore, ma non con tristezza, non con le lacrime. Facciamo come fanno gli sposi, con le lacrime di gioia” dice nel filmato durante la messa.  

    Le sue parole hanno creato numerose polemiche, dopo la diffusione su TikTok e su Fb. “Ma anche i preti hanno messo la tariffa sulle offerte?” si legge su uno dei tanti commenti al filmato, “siamo alla frutta, è aumentato tutto ma il problema dei prezzi alti con lo stesso stipendio lo abbiamo anche noi” e ancora “non è l’unico, qui da me, nel mio paese l’offerta minima è di 20 euro” ribatte un altro. Oltre cinquecento i commenti e non si fermano, tutti o quasi inorriditi. Con poche eccezioni tra cui quella di una signora che scrive: “Se serve ad aiutare i più deboli è giustificato, certo forse avrebbe potuto dirlo ecco, diciamo così, ‘con meno franchezza’”.  

     

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  • Moby Prince, la nuova perizia del Ris: “Non c’era esplosivo a bordo, i reperti furono contaminati”

    (Adnkronos) – Non c’era esplosivo nel locale motore dell’elica di prua e nel garage sovrastante all’interno del Moby Prince, il traghetto della Nav.Ar.Ma andato a fuoco il 10 aprile 1991 di fronte al porto di Livorno dopo una collisione contro la petroliera Agip Abruzzo. Un disastro che causò la morte di 140 persone fra passeggeri ed equipaggio e il ferimento di una persona, il mozzo Alessio Bertrand, unico superstite della tragedia. Lo ha stabilito, a quanto apprende l’Adnkronos, l’analisi del colonnello dei carabinieri Adolfo Gregori, comandante della sezione chimica del Ris di Roma a cui la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause del disastro della nave Moby Prince ha recentemente affidato l’incarico di fare chiarezza su questo punto specifico che ha generato, nel corso di questi anni, tutta una serie di congetture fino ad ipotizzare un traffico di armi ed esplosivi a bordo del traghetto Moby Prince lasciando intravedere, addirittura, l’ombra di Cosa Nostra. 

    Gregori sta seguendo parallelamente, come perito, assieme all’esplosivista Danilo Coppe e al medico legale Stefano Buzzi – un trio collaudato che si è occupato, fra l’altro dell’ultima perizia sulla strage di Bologna – anche la Procura di Firenze nella nuova indagine aperta sulla Moby Prince. Che potrebbe riservare, a breve, nuove clamorose sorprese.  

    Le conclusioni dell’esperto del Ris contraddicono la precedente perizia esplosivistica depositata nel febbraio 1992 e svolta dall’ex agente del Sismi Alessandro Massari, incaricato dalla Procura di Livorno di analizzare i resti del traghetto. Nella perizia di Massari, che il 21 dicembre scorso venne anche audito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul disastro della Moby confermando di aver diretto un laboratorio chimico dei Servizi segreti militari prima di passare alla Criminalpol, si parlava infatti di esplosivo, forse contenuto in una borsa, anche se non è stato possibile stabilire se esploso prima o dopo la sciagura. 

    La nuova perizia, firmata dal colonnello dei carabinieri del Ris Adolfo Gregori, che ha potuto utilizzare tecnologie innovative e strumentazioni più sofisticate ancora inesistenti all’epoca dell’analisi precedente, svela con certezza, grazie ad un’analisi sia qualitativa sia quantitativa, che sul traghetto non vi era alcun esplosivo e che quello trovato nel 1991 sui reperti analizzati dal perito Massari è frutto di “evidenti tracce di contaminazioni” esterne da cattiva conservazione. In definitiva i reperti – che non avevano inizialmente tracce di esplosivo – furono, poi, contaminati, secondo il Ris, portando erroneamente alla conclusione che vi fosse esplosivo sul traghetto. 

    Il materiale analizzato venne recuperato nel 1991 dai precedenti periti dal locale motore dell’elica di prua e dal garage sovrastante la Moby Prince. E comprendeva, fra l’altro, lembi di stoffa, frammenti di borse e valigie, pezzi di plastica e di legno, fili elettrici, bulloni e rondelle, lamierini, circuiti stampati e strati di vernici oltre a campionamenti recuperati da un camion che si trovava a bordo del traghetto. Tutto quel materiale, analizzato nei laboratori della polizia Scientifica della Criminalpol e dell’Enea dall’ex-007 militare su incarico della Procura di Livorno, restituì un quadro inquietante con la presenza, scrisse il perito Alessandro Massari, di vari tipi di esplosivi. 

    “I dati analitici ottenuti con le diverse tecniche – scriveva l’esperto nelle conclusioni della relazione consegnata nel febbraio del ‘92 – hanno permesso di identificare i seguenti composti: Nitrato di ammonio, etilenglicolenedinitrato, nitroglicerina, Dnt, Tnt, Pentrite e T4”. “I primi cinque – ricordava il perito della Procura di Livorno ai magistrati che gli avevano affidato l’incarico – sono tipici di composizioni esplosive ad uso ‘civile’ denominate come Gelatine-dinamiti, mentre gli ultimi due sono presenti soprattutto in esplosivi militari e in plastici da demolizione (Semtex H)”. Ma, aggiungeva Massari, “i sette componenti identificati potrebbero anche provenire da più di due miscele esplosive”. 

    “Resta comunque accertato che le sostanze identificate, con la sola eccezione del nitrato di ammonio, sono – avvertiva l’esperto – tutti esplosivi ad alto potenziale, sia singolarmente che in miscela”. “Le tracce di questi esplosivi erano presenti – concluse il perito indirizzando il suo ragionamento alla Procura di Livorno che procedeva per il reato di omicidio colposo – nel locale motore dell’elica di prua, anche se, essendo in quantità inferiori ai limiti strumentali, non è stato possibile accertare i singoli reperti che li contenevano”. 

    Una conclusione che il colonnello del Ris dei carabinieri, Adolfo Gregori, la cui perizia sarà presentata il prossimo 15 settembre assieme alla Relazione finale dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause del disastro della nave Moby Prince, contraddice e rigetta parlando, invece, di “contaminazioni” sulle quali, peraltro, si troverebbero d’accordo anche tutti gli altri periti dell’organismo parlamentare.  

    L’analisi chimico-esplosivistica contenuta nel rapporto di una quarantina di pagine consegnato dal colonnello Gregori sia alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Moby Prince sia alla Procura di Firenze che sta procedendo ad una nuova indagine con la Direzione Distrettuale Antimafia, ha accertato la presenza di “esplosivo da contaminazione” non solo su alcuni reperti prelevati dal locale motore dell’elica di prua e dal garage sovrastante ma perfino – ed è questo il punto – all’esterno degli stessi scatoloni e delle buste contenenti il materiale, fatto che lascia immaginare una non corretta repertazione e conservazione del materiale, evidentemente maneggiato da chi, in quei frangenti, era contaminato da esplosivo. 

    “Poteva capitare all’epoca, ma non dovrebbe proprio viste le conseguenze che si apportano all’indagine, che la repertazione, il trasporto o la conservazione vengano eseguite da personale che ha maneggiato in precedenza esplosivi, come può essere, ad esempio, un artificiere. E questo finisce per inquinare i reperti”, spiega un esperto ricostruendo le procedure. 

    Ma c’è anche un altro aspetto. L’analisi di Gregori ha trovato “esplosivo da contaminazione” anche su reperti, mai prima esaminati, ma recuperati nel 1991 in aree della Moby Prince piuttosto lontane tanto dal locale motore dell’elica di prua quanto dal garage sovrastante. Segno evidente, secondo il Ris, che il materiale recuperato è stato poi contaminato. 

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