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  • L’opinione di Claudio Antonelli: Ucraina, il ritorno della Storia

    L’opinione di Claudio Antonelli: Ucraina, il ritorno della Storia

    Cercherò di evitare, in queste righe, quell’emotività e quel moralismo che permeano invece il concitato “parlare per parlare” su Ucraina, Russia o su altri temi, nella nostra Italia, dove il tema di politica estera nei “talk show” portava, fino a ieri, su Giulio Regeni e sul “nostro” Patrick Zaki, suscitatori dalle Alpi alla Sicilia di angosce, rabbie e speranze. Non entrerò nel merito delle pretese di Putin, invasore e anche massacratore; ma capo di una Federazione Russa che ha abbandonato l’ideologia totalitaria comunista (basata sui gulag, la menzogna, i privilegi della nomenclatura, la paura e le pezze al c… per il popolo) di cui molti nei salotti buoni, in Italia, celebravano invece le virtù.

    Le pretese di Putin meriterebbero, comunque, di essere conosciute un po’ meglio. Una richiesta di ascolto è stata da lui profferita, per l’ultima volta, prima di invadere l’Ucraina. Alcuni studiosi, tra cui Mearsheimer, Kissinger, il nostro Sergio Romano, e giornalisti come Marcello Foa, hanno analizzato a suo tempo le ragioni di Putin, sulle quali egli chiedeva invano all’Europa e all’America di essere ascoltato. E ci hanno messo in guardia su ciò che sarebbe potuto succedere…

    Il moralismo virtuoso, alla base oggi di una russofobia a fin di bene (che ha colpito sia Dostoevsky, censurato, sia i giovani atleti russi respinti alle Paralimpiadi), non ha mai tenuto conto del sentimento d’accerchiamento provato, a torto o a ragione, da Putin, a causa della continua espansione della Nato dopo il crollo dell’impero sovietico.

    Si invoca l’abolizione delle guerre, si contrappongono i buoni ai cattivi, ma non si tiene conto dell’implacabile logica dei rapporti di forza tra le maggiori potenze mondiali; attraverso alleanze, equilibri e sfere d’influenza. Vedi il pericolo costituito dalla Cina, nuova superpotenza che espande le sue aree d’influenza.

    Le guerre purtroppo ci sono e non sarà il Papa, capo di un Vaticano che nel passato ha fatto uso anche delle armi, ad esorcizzarle attraverso le sue, pur encomiabili, prediche e preghiere. E mentre noi condanniamo con parole di fuoco le prepotenze armate altrui, accettiamo tranquillamente la logica USA, ossia la logica di un gendarme sovranazionale super armato e con basi militari attraverso il globo e con periodiche violazioni dell’integrità territoriale altrui; vedi anche i bombardamenti ad opera della Nato e degli USA sulla Serbia.

    Dico ciò non per giustificare l’aggressione all’Ucraina, ma semplicemente per spiegare il mio stupore di fronte allo spirito angelico di tanti. Il realismo non dovrebbe incoraggiarci né ad accettare né a giustificare le guerre. Ma a prepararvisi, sì, cercando di capir la logica, pur distorta rispetto al vivere civile, di chi potrebbe iniziarne una.

    Putin è fuori del tempo, si comporta come un figlio del secolo scorso… Nel 2022 queste cose non dovrebbero succedere… Al giorno d’oggi è inammissibile che un conflitto geopolitico degeneri in guerra… Putin applica le logiche di ieri al mondo di oggi…

    Tali giudizi sono improntati ad uno spasmodico culto del presente, con l’abolizione del passato: il passato nazionale.

    Forse è anche il tipo di guerra condotta finora in Ucraina – una guerra dopo tutto quasi arcaica – a suscitare certe perplessità, visto anche che il Web e Hollywood ci avevano mal preparati a questi scenari oscenamente reali.

    I celebratori del magico momento presente e delle sue mode, cui gli sgangherati tatuaggi che deturpano i corpi umani ridotti a lavagne arrecano un omaggio che è più che epidermico, non sembrano disposti a perdonare a Putin, personaggio démodé, il suo ritardo nei confronti del presente.

    Ma con Putin e Zelensky passato e Storia sono tornati. Una Storia, un passato – e quindi un presente – ancora una volta tragici.

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  • La Storia dell’Ucraina in breve

    La Storia dell’Ucraina è intrecciata a quella della Russia, anche se non sono uguali. Hanno condiviso molti periodi storici, ma hanno lingue e culture diverse seppure con simile carattere alfabetico (il cirillo) e radici comuni. Qui di seguito, in sintesi, alcune tappe della storia ucraina.

    • Nel nono secolo d.C., il territorio che oggi corrisponde all’Ucraina era sotto il potere di alcune tribù slave. Fu poi conquistato dal popolo scandinavo dei Rus’ che nella città di Kyiv (l’odierna Kiev, in foto) insediarono la capitale dello Stato monarchico che chiamarono la Rus’ di Kyiv. Nel tredicesimo secolo le terre passarono in mano ai mongoli. Dalla Rus’ nacquero poi tre diversi Stati, che col tempo diventeranno Polonia, Lituania e Russia. Di lì passarono anche i cosacchi e i territori finirono nel diciottesimo secolo per diventare parte dell’Impero russo.

    • Nei primi anni del ‘900, l’area ucraina viene divisa in tre Stati: la Repubblica Nazionale dell’Ucraina occidentale, la Repubblica socialista sovietica ucraina e la Repubblica popolare ucraina. Nel 1922, in seguito alla Rivoluzione russa, i territori della Repubblica socialista sovietica ucraina vengono annessi all’URSS, mentre gli altri vengono spartiti tra Romania, Polonia e Cecoslovacchia. Torneranno all’URSS solo dopo la Seconda guerra mondiale.

    • Nel 1954 viene annessa all’Urss la zona della Crimea, a sud dell’attuale Ucraina. In seguito alla dissoluzione dell’URSS, nel 1991 l’Ucraina diventa indipendente, sotto la guida del presidente Leonid Kravčuk.

    • Tappa fondamentale nella storia moderna dell’Ucraina è il 2004, anno della rivoluzione arancione con cui il Paese si riavvicina all’Europa.

    • Dieci anni dopo, nel 2014, è di nuovo rivoluzione. Il popolo insorge contro il presidente Viktor Janukovyč, che aveva riportato l’Ucraina a orbitare intorno alla Russia. L’avvicinamento tra Ucraina e Unione europea è appoggiato dalla maggior parte del popolo ucraino, ma non dagli abitanti dei territori della Crimea, da sempre rimasti su posizioni filorusse. Settimane di tensioni e proteste sfociano nella dichiarazione unilaterale di indipendenza della Crimea. Poco dopo la regione viene annessa dalla Russia, con un trattato che non viene riconosciuto dalla comunità internazionale. Sempre nel 2014 vengono fondate le repubbliche autonome separatiste di Donetsk e Lugansk, appoggiate militarmente da Mosca.

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  • Giù le mani dalla Storia

    Giù le mani dalla Storia

    IL PUNTO di Vittorio Giordano

    Da che mondo è mondo, la Storia è ‘magistra vitae’: possiamo interpretarla e criticarla, ma mai cancellarla o, peggio, riscriverla secondo l’etica e gli umori del nostro tempo

    “Gli uomini del passato… non sono essi responsabili dinanzi a nessun nuovo tribunale appunto perché, uomini del passato, entrati nella pace del passato, e come tali oggetto solamente di storia, non sopportano altro giudizio che quello che penetra nello spirito dell’opera loro e li comprende. (…) Coloro che si affannano a far giustizia, condannando o assolvendo…. sono concordemente riconosciuti manchevoli di senso storico”. Lo ha scritto un grandissimo storico e filosofo come Benedetto Croce, nel saggio “La storia come pensiero e come azione”, pubblicato nel 1938. Il concetto è fin troppo ovvio: chi giudica il passato in base al presente non capisce la Storia. La travisa, la profana, la usa, la manipola, la strumentalizza. E questo perché, sempre secondo Croce, i valori morali che usiamo per esprimere giudizi sono condizionati dalla Storia stessa e non possono essere considerati eterni. In altre parole: chi oggi vuole riscrivere la storia, vuole imporre una nuova ideologia, l’ideologia dominante del ‘politicamente corretto’. All’indice della moderna “Inquisizione buonista” sono finite statue, monumenti, autori, opere teatrali, film e perfino… cioccolatini. Ecco un sintetico elenco (non esaustivo) di ‘opere scomode’ perché legate ad un passato in cui schiavitù e razzismo non erano un tabù: a Bristol, la statua del filantropo e benefattore Edward Colston; in Virginia, quella di Cristoforo Colombo, accusato di aver dato il via allo sterminio delle popolazioni autoctone; a Johannesburg, la statua del Mahatma Gandhi, accusato di essere un pericoloso razzista; in Belgio, la statua del sovrano Leopoldo II, nostalgico del periodo coloniale di fine Ottocento; a Londra, il memoriale di un gigante come Winston Churchill, l’eroe che ha salvato il mondo dalla furia di Hitler; a Torino, la statua del ‘colonialista’ Vittorio Emanuele II. E poi, in ordine sparso: alcune opere di Shakespeare, le ‘Baccanti’ di Euripide, le ‘Supplici’ di Eschilo, ‘Il fardello dell’uomo bianco’ di Rudyard Kipling, la ‘Carmen’ di Bizet, che alimenta la cultura del femminicidio; perfino Dante Alighieri, accusato di “islamofobia”; e lo stesso Giulio Cesare, vissuto tra il 100/102 ed il 44 A.C. Per non parlare di un film senza tempo, come ‘Via col vento’, per le sue “rappresentazioni culturali ormai superate”; e addirittura i cioccolatini “moretti”, detti anche “testa di moro”, pericolosi veicoli di razzismo latente. “Ma mi faccia il piacere!..”, direbbe oggi Totò. Chi perora l’antirazzismo, sfregiando la storia, è lui stesso razzista. Alla faccia della “non-violenza” di Martin Luther King! La verità è che qualsiasi revisionismo storico fondato sulla ‘damnatio memoriae’ è di per sé anti-storico e anti-democratico. Far espiare i peccati di ieri, secondo i valori contemporanei, è un insulto all’intelligenza. Processare personaggi storici sulla base dell’etica di oggi, e sulla base di diritti civili affermatisi secoli dopo, è illogico e farneticante. L’alternativa è una pericolosa deriva autoritaria. Cosa facciamo? La caccia alle streghe del XXI secolo? Abbattiamo le piramidi dei Faraoni, il Colosseo dell’antica Roma, i templi dei Maya, perché costruiti dagli schiavi? Abbattiamo la statua di Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, estensore della celeberrima Costituzione americana, perché possedeva degli schiavi? Distruggiamo i busti che raffigurano Aristotele, uno dei padri della civiltà moderna, perché noto assertore della naturalità della schiavitù? L’unico modo per fare davvero i conti con il passato è contestualizzarlo e storicizzarlo. In altre epoche, la schiavitù era una prassi consolidata, un ‘modus operandi’ accettato e condiviso. Punto. Altrimenti diventiamo come i talebani, che hanno raso al suolo le statue dei Buddha di Bamyan, considerate idolatre; oppure come l’ISIS, che ha distrutto le statue antiche di Palmira perché simboli degli infedeli. Oggi, sull’onda di una indiscriminata furia giustizialista, si punta il dito contro personaggi che, con tutte le debolezze e i limiti – figli dello spirito del tempo in cui hanno vissuto – hanno segnato la storia, e quindi alimentato quei cambiamenti e quei progressi alla base dell’epoca moderna. Rappresentano la memoria stessa della nostra civiltà. Sono personaggi degni del nostro ricordo. Ed è per questo motivo che occupano anche gli spazi pubblici (con monumenti, strade e piazze a loro dedicate) e non sono confinati nei musei. Perché nessuno può fuggire dal proprio passato: siamo il risultato di un processo antico, lungo e complesso, che va interpretato, criticato, contestualizzato, mai azzerato o, peggio, riscritto. Il passato ci appartiene, non possiamo rinnegarlo. Ha forgiato il nostro presente e prepara il nostro futuro, in quanto premessa fondamentale e imprescindibile. Perchè la storia conta. Anzi, meglio (così capiscono pure i globalisti multilingue): #HistoryMatters.

    Imbrattato il monumento di Colombo

    Foto di Sara Barone

    Montréal – I vandali che vogliono azzerare e riscrivere la storia hanno colpito anche a Montréal. Nei giorni scorsi, infatti, qualche “genio” senza scrupoli ha imbrattato con una vernice rossa il busto del celeberrimo esploratore genovese Cristoforo Colombo, che si trova nel parco Turin, su rue Jean Talon Est, tra le strade Chambord e Lanaudiere, nell’arrondissement di Villeray–Saint-Michel–Parc-Extension. Sull’increscioso episodio ci limitiamo a stendere un triste velo pietoso. (V.G.)

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  • Dalla peste all’influenza Spagnola: le pandemie più gravi della storia

    Dalla peste all’influenza Spagnola: le pandemie più gravi della storia

    Roma – Se qualcuno nel passato ci avesse raccontato di cosa (e come) avremmo dovuto vivere per colpa di questo Coronavirus, forse nessuno di noi ci avrebbe creduto. “Impensabile”, avremmo detto. Come impensabile era scoprire tra le righe dei libri di storia che milioni di nativi americani furono sterminati tra il XVI e il XVII secolo dall’influenza (e altre malattie come il vaiolo, la varicella e il morbillo). Una malattia, l’influenza, che era pressoché inesistente in America e che, importata da noi europei, lasciò gli indiani completamente inermi. Moltissimi si ammalarono e morirono senza sapere, in effetti, di cosa. Una storia che fino a qualche tempo fa – ripeto, quando la leggevamo sui libri – sembrava assurda. Oggi, invece, tutta questa incredulità sembra svanire. Forse perché una storia simile la stiamo vivendo. Anzi, forse (anche senza forse) perché stiamo vivendo la Storia, e non la stiamo leggendo sui libri.

    La verità è che, da che mondo è mondo, la geopolitica è stata condizionata dalle grandi epidemie dai tempi dell’Antica Grecia fino all’Europa dei secoli scorsi. E questa epidemia di Covid-19 si aggiunge alla lunga lista delle malattie che segnarono per sempre il corso della Storia. Quali sono state le più grandi epidemie nel mondo? Eccole qua sotto:

    Peste di Atene

    Le più grandi epidemie prima del 1300…

    • Peste di Atene (430-426 a.C.), 100.000 morti stimati
    • Peste antonina (165-180): 3,5-7 milioni
    • Vaiolo giapponese (735-737): 1 milione
    • Peste di Giustiniano (541-542): 25-100 milioni

    … e dopo il 1300:

    Influenza spagnola
    • Peste nera (1347-1351): 25-50 milioni
    • Vaiolo in Messico (1520): 8 milioni
    • Cocoliztli, probabilmente tifo in Messico (1545-1548): 15 milioni
    • Grande peste di Londra (1665-1666): 100.000
    • Grande peste di Marsiglia (1720-1723): 40.000
    • Peste russa (1770-72): 100.000
    • Influenza russa (1889-1890): 1 milione
    • Influenza spagnola (1918-1919): 50 milioni
    • Influenza asiatica (1957-1958): 1,1 milioni
    • Influenza di Hong Kong (1968-1970): 1 milione
    • HIV (1981-): 32 milioni
    • SARS (2002-2003): 770
    • Influenza suina (2009-2010): 151.700-575.000
    • MERS (2012-): 850
    • Ebola (2014-2016): 11.300
    • Covid-19 (2020-): positivi e deceduti (al 6 maggio, ore 16:00)

    Montréal: 17 442 casi • 1 562 morti

    Québec: 34. 327 casi • 2.510 morti

    Canada: 63.375 casi • 4.223 morti

    Usa: 1.252.884 casi • 73.797 morti

    Italia: 214.457 casi • 29.684 morti

    Mondo: 3.802.123 casi • 263.086 morti • 1.285.591 guariti

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  • Montréal rende omaggio a Leonardo da Vinci

    Montréal rende omaggio a Leonardo da Vinci

    Dal 28 aprile al 3 maggio, il CLDV lancia una settimana di film-documentari
    e video-conferenze per celebrare una delle figure-icona della storia della umanità

    Montréal – Manca poco, ormai, alle celebrazioni montrealesi per il 500º anniversario dalla morte del genio più eclettico della storia dell’umanità. Pittore, scultore, inventore, ingegnere militare, scenografo, anatomista, pensatore, uomo di scienza: Leonardo è l’archetipo dell’uomo del Rinascimento, di cui incarna l’aspirazione di conoscenza del reale attraverso la ragione e l’esperienza. E non solo: il suo genio creativo e la sua insaziabile curiosità rappresentano l’innato desiderio dell’uomo di superare i propri limiti. Nato ad Anchiano, frazione del comune di Vinci, il 15 aprile 1452, Leonardo da Vinci è morto il 2 maggio 1519, ad Amboise, in Francia: per i 500 anni di questo anniversario fervono i preparativi tutta l’Italia, anche quella fuori dai confini nazionali.

    In prima linea c’è anche Montréal, la città più tricolore in Nord America, che al pensatore toscano ha dedicato un Centro nel cuore di Saint-Léonard.

    Nelle scorse settimanae, infatti, Pat Buttino e Frank Sorrentino, rispettivamente direttore generale e direttore marketing del Centro Leonardo da Vinci, inaugurato il 31 maggio del 2002, cuore pulsante della Comunità italiana, hanno annunciato una vera e propria Settimana consacrata a Leonardo da Vinci: dal 28 aprile al 3 maggio, nel Piccolo Teatro (144 posti), sono in programma film, documentari e videoconferenze per rendere omaggio ad una delle figure-icona della storia. Già nel maggio/giugno 2011, il CLDV ha ospitato una mostra inedita di circa 50 macchine, a grandezza naturale, riprodotte dall’ingegnere Giuseppe Manisco tra il 2004 e il 2011 sui disegni del genio toscano, oltre ad una serie di oggetti, documenti e pubblicazioni che caratterizzano la collezione privata appartenente al neurochirugo montrealese Rolando Del Maestro.

    Tra i protagonisti delle videoconferenze – che analizzeranno la figura e l’opera di Leonardo da Vinci sotto molteplici aspetti – ci saranno proprio Rolando Del Maestro ed altri esperti come Sabine Frommel, direttrice degli studi di Storia dell’Arte del Rinascimento alla Scuola di Studi Superiori della Sorbona a Parigi, e Sara Taglialagamba, docente di Storia dell’Arte all’Università di Siena. Le videoconferenze e i film, tutti gratuiti, saranno proiettati in due fasce orarie: alle 14:00 e alle 19:00, in una delle tre lingue: italiano, francese o inglese. La Settimana dedicata a Leonardo da Vinci, infine, si concluderà con un concerto, sempre gratuito e sempre al Piccolo Teatro: a salire sul palco, il 3 maggio alle 14:30, sarà Alessia Battini, che nel 2018 ha vinto il Cantagiro e
    il 5 maggio sarà ospite di “Superfantastico”.

     

    IL PROGRAMMA COMPLETO

    Domenica 28 aprile
    Ore 19:00

    The Genius of the Renaissance

    Film – 1h30 min – EN “
    Leonardo da Vinci, the genius of his time”.

    Lunedì 29 aprile
    Ore 14:00

    Highlights of Leonardo Da Vinci exhibit
    at CLDV 2011 – 1h20 min – EN.

    Ore 19:00

    La vita di Leonardo da Vinci – Part 1 – 74 min – IT

    Leonardo e Ingeneria – 20 min – IT

    Presentazione video della Prof.ssa Sara Taglialagamba.

    Galleria, 2° piano

    Leonardo + Robotics – Following in Leonardo’s foot steps
    By Leonardo da Vinci Academy (English Montreal School Board).

    Martedì 30 aprile
    Ore 14:00

    Leonardo the Search for the Soul – 60 min – EN

    Video presentation by Dr. Rolando Del Maestro

    Leonardo & Engineering – 20 min – EN

    Video presentation by Prof. Sara Taglialagamba.

    Ore 19:00

    Il Genio del Rinascimento – Due Filmati – 73 min – IT
    “Leonardo da Vinci l’arte e la scienza”

    Leonardo Automazioni e Robotica – 30 min – IT Presentazione video della Prof.ssa Sara Taglialagamba.

    Galleria, 2° piano

    Ore 18:00

    Conferenza rinfresco (solo su invito): Leonardo, Il Fiorentino,

    con Dr. Angelo Mingarelli.

    Mercoledì 1º maggio
    Ore 14:00

    Leonardo et l’architecture – 60 min – FR

    Présentation vidéo de Sabine Frommel.

    Ore 19:00

    The Concept of Renaissance – 60 min – EN

    Video presentation by Dr. Rolando Del Maestro

    Leonardo & architecture – 30 min – EN

    Video presentation by Prof. Sara Taglialagamba

    Giovedì 2 maggio
    Ore 14:00

    Leonardo da Vinci, architecte de Francois 1er – 60 min

    Continuation – FR. Présentation vidéo de Sabine Frommel

    Ore 19:00

    The last supper of Leonardo – Film – 50 min – EN. Leonardo,

    the Florentine writer – 40 min – EN, video presentation

    by Dr. Dario Brancato.

    Venerdì 3 maggio
    Ore 14:30

    Concerto della cantante Alessia Battini, vincitrice del Cantagiro 2018

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