Papà di Cattolica Eraclea, Francesco Mormina è cresciuto a Saint-Léonard dove ha scoperto e coltivato la passione per il genere rap
Montréal –“Ancora non ci credo: forse me ne renderò conto 5 minuti prima di salire sul palco”, ha detto il 13 giugno scorso a Félix Lacerte Gauthier del giornale ‘Metro’. In queste parole c’è tutta l’incredulità, la semplicità e la passione per la musica di Francesco Mormina, 32 anni, il rapper italo-quebecchese – papà siciliano (di Cattolica Eraclea) –che martedì 18, alle 23, si esibirà alle Francofolie di Montréal. Un sogno che si avvera, dopo l’esibizione nel 2015 al Club Soda ed i successi su YouTube et Spotify di brani già cult come “Star de téléphone”, “Dans ma paume” e “ We Know”. Il successo di Francesco – in arte Flip – viene da lontano. Aveva 12 anni quando ha scritto i primi testi, ispirandosi a Notorious B.I.G. e Jay-Z. “A furia di ascoltarli mi è venuta voglia di scrivere, è stato naturale. Prima di diventare degli artisti, siamo dei fan”. La musica per Francesco è stato sempre un grande passatempo, una via di fuga dalla routine. Fino agli inizi del 2018, quando ha preso parte agli album BBT Wreck-Hurdz, un’etichetta discografica co-fondata da Ruffneck. Un produttore che poi è diventato non solo un amico, ma il suo mentore. Ed è stato lui a consigliarli di cantare in francese: “Mi si è aperto un nuovo mondo”. Sempre grazie a Ruffneck, Flip ha migliorato la tecnica vocale: “Mi ha aiutato ad esplorare aspetti della mia musica che ignoravo e, più di ogni altra cosa, mi ha aiutato a trovare la mia voce”. Se a livello musicale Flip si è ispirato al rapper Lil Wayne, per via dell’originalità della sue ‘punchline’ (frasi shock)e per il modo in cui interagisce con l’Auto-Tune (un software di correzione del tono) nei suoi brani, per i testi ha trovato terra feconda nei libri che ha letto, da Dan Brown a Stephen King: “È leggendo che stimoliamo la nostra creatività”.Dopo aver pubblicato il singolo “Dans ma paume” a maggio, ora Flip sta lavorando al suo album, che si augura di lanciare verso la fine dell’anno. Nel frattempo, collabora anche con Ruffneck, con cui ha inciso la canzone “Ride or Die”. “La cosa più eccitante è tutto quello che succederà dopo le Francofolie, ma preferisco non pensarci e fare un passo alla volta”, ha concluso. Francesco è umile ma, se il buongiorno si vede dal mattino, è già sulla strada del successo. E poi nelle sue vene scorre sangue italiano. E buon sangue non mente…
Montréal –Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, si sa. Nonostante le rassicurazioni di facciata, ci sono ancora dei quebecchesi, anche nei piani alti della società, che nutrono forti e ingiustificati pregiudizi nei confronti degli italiani di Montréal e del resto del Canada. Luoghi comuni e stereotipi che si annidano nell’inconscio e che riemergono puntualmente non appena si presenta l’occasione più propizia. L’ennesimo increscioso episodio si è registrato lo scorso 21 dicembre. In un articolo pubblicato sul sito internet ufficiale della tv di stato, Radio-Canada, dal titolo “Motard abattu à Saint-Léonard: une commande des Hells, croit un ex-officier de la Sûreté du Québec”, un ex ispettore, intervistato dal reporter, suggerisce che dietro la morte del motociclista possano esserci “degli italiani”. Perché dovrebbero essere stati “degli italiani”? In base a quale teorema o sillogismo? Perché tirare in ballo una Comunità etnica in particolare, quando non si fa la minima menzione della nazionalità, né del motociclista ucciso, né dei possibili gruppi criminali coinvolti? Un’accusa gratuita e generalizzata a tutta la Comunità italo-canadese, alimentata – ma noi ci auguriamo di sbagliarci – da un pregiudizio etnico e razzista diffamatorio e, quindi, inaccettabile. Un’allusione indifendibile che non è andata giù a Dominic Perri, consigliere comunale del distretto di Saint-Léonard-Ovest, che, dopo aver allertato i vertici della Comunità ed i suoi rappresentanti pubblici, ha esposto denuncia al Consiglio della stampa del Québec, chiedendo l’immediata rettifica del testo da parte di Radio-Canada. Lo scorso 14 febbraio, lo stesso organismo ha ufficializzato l’accordo tra le parti: Radio-Canada ha riconosciuto l’errore, ha chiesto scusa e rettificato l’articolo in questione, cambiando la frase “degli italiani” con “membri della mafia”. Con una postilla finale: “In una versione precedente di questo articolo, abbiamo scritto che gli italiani potrebbero essere dietro all’omicidio del motociclista Sébastien Beauchamp. Questa era l’espressione usata dall’esperto di cui abbiamo riportato le parole. Ci scusiamo se questa allusione ha potuto turbare qualcuno”. Soddisfatto il consigliere comunale di Saint-Léonard, Dominic Perri: “Mi auguro che una cosa del genere non succeda più. I propositi che colpiscono la reputazione di una Comunità non devono essere tollerati”. Una vittoria che rende giustizia all’orgoglio italiano in Canada. (V.G.)
Montréal –Ci sono due tipi di persone al mondo: gli italiani e quelli che vorrebbero esserlo. Personaggi come Kevin Marquis e Andrea Tchernilevskii rientrano nella seconda categoria: vorrebbero avere il sangue italico, ma, purtroppo per loro, appartengono ad altre latitudini. A tradire la loro frustrazione è il più tipico dei lapsus freudiani: stigmatizzano presunti stereotipi degli italo-canadesi di Saint-Léonard (esasperandone i supposti tratti caratterizzanti), scadendo però in sceneggiate oltraggiose, ingiuriose e insolenti. In altre parole: non potendo essere italiani, prendono di mira la nostra Comunità, mettendo in scena pregiudizi falsi, irrispettosi e degradanti. Dopo il primo video del marzo 2015 “Meanwhile à St-Léonard”, che ha registrato oltre 847 mila visualizzazioni, la coppia di Gaboom Films (i simpaticissimi Kevin Marquis e Andrea Tchernilevskii) è tornata alla carica con “Meanwhile à St-Léonard 2”, che ha già fruttato 127 mila visualizzazioni. Un pasticcio di luoghi comuni senza capo né coda: pasta, nonna, parolacce, mimica e gestualità, calcio, caffè, biscotti e pomodori. In un’escalation di offese ingiuriose, come la nonna che sputa o la maglietta sporca di sugo. Uno scempio inenarrabile. La reazione del Congresso Nazionale Italo-Canadese, regione Québec, non si è fatta attendere: il 2 agosto scorso, il presidente Tony Sciascia ha recapitato ai due signori (e per conoscenza ai giornali Métro e Progrès Saint-Lèonard) una lettera in cui si chiede, senza mezzi termini, “la rimozione di questi video altamente discriminatori” e “le scuse ufficiali alla Comunità italiana”. Se entro 10 giorni i due ‘personaggi in cerca di autore’ non avranno agito di conseguenza, il Congresso potrebbe adire le vie legali. Perché nessuno è autorizzato a lucrare ferendo la dignità e l’orgoglio di oltre 300 mila italo-quebecchesi. Soprattutto chi denigra e diffama sotto le mentite spoglie di una satira becera e screanzata. (V.G.)
L’avvocato di origini molisane ha deciso di dimettersi da deputato di Saint-Léonard—Saint-Michel per dedicarsi alla famiglia
Montréal – Un fulmine a ciel sereno: mercoledì scorso, il deputato federale di Saint-Léonard-Saint-Michel, Nicola Di Iorio, ha annunciato che nelle prossime settimane, probabilmente entro giugno, si dimetterà dalla sua carica politica per dedicarsi a tempo pieno alla famiglia. Avvocato emerito e professore di origini molisane (padre di Casacalenda e madre di Larino), Di Iorio era stato eletto alle elezioni del 2015 con un voto quasi plebiscitario: nella sua circoscrizione, infatti, aveva incassato il 65% dei consensi, ovvero ben 28.826 preferenze. “Nella vita – ha detto Di Iorio a #CittadinoTV – la famiglia è la cosa più importante che c’è, soprattutto in un’epoca in cui si sottovaluta il suo valore: quando entriamo nella vita pubblica spesso trascuriamo i nostri cari. Sono tre anni che sono ‘scomparso’, sono sempre impegnato: nella vita, prima o poi, arriva il momento in cui capisci che non puoi essere in due posti nello stesso tempo, e quindi devi scegliere. Ho deciso di dedicarmi a tempo pieno ai bisogni e al benessere dei mieie familiari. Pur dimettendomi da deputato, però – ha poi aggiunto – resterò a disposizione della Comunità per assicurarmi che possa continuare a crescere: sarò anzi più presente e attivo a Montréal per contribuire al progresso dei miei connazionali, mettendo a disposizione l’esperienza parlamentare che ho accumulato in questi tre anni a Ottawa”. Strenuo e appassionato sostenitore dell’orgoglio italo-canadese, in questi anni di vita parlamentare, Nicola Di Iorio si è battuto per importanti iniziative, come la creazione della “Settimana per la prevenzione nazionale contro la guida in stato di ebbrezza” (che cadrà la terza settimana di marzo di ogni anno), dopo l’ideazione dei tagliandi prepagati “Cool Taxi”; la creazione del “Mese del Patrimonio italiano” (che coinciderà con giugno) ed il prolungamento della Linea Blu della metropolitana di Montréal (con 5 nuove stazioni metro nell’est della città: Pie-IX, Viau, Lacordaire, Langelier e Anjou).
Nicola Di Iorio è segretario del cda del Centro Leonardo da Vinci, organismo di cui è uno dei cofondatori. È titolare di una Laurea in Giurisprudenza dell’Università di Sherbrooke e di un Master in Legge dell’Università Columbia di New York. È coautore anche di due libri intitolati “Les normes du travail”. (V.G.)
Philippe Couillard, Justin Trudeau e Valérie Plante hanno tenuto una conferenza stampa nella biblioteca del Municipio di Saint-Léonard per annunciare la realizzazione di cinque nuovi stazioni metro nell’est della città: Pie-IX, Viau, Lacordaire, Langelier e Anjou
Montréal – Il prolungamento della linea blu della metro è ormai un “fatto irreversibile”, costituisce “un punto di non ritorno” e “sarà realizzato senza alcun dubbio”: sono le parole forti e rassicuranti del Primo Ministro del Québec, Philippe Couillard, che lunedì scorso, insieme al suo omologo federale Justin Trudeau ed alla Sindaca di Montréal, Valérie Plante, ha incontrato la stampa nella biblioteca del Municipio di Saint-Léonard per annunciare la realizzazione di cinque stazioni metro nell’est della città su una distanza di 5,8 km (Pie-IX, Viau, Lacordaire, Langelier ed Anjou). Numerose le autorità in sala: il Ministro dei Trasporti, André Fortin; il deputato federale di Saint-Léonard-Saint-Michel, Nicola Di Iorio; il capogruppo del Partito Liberale in Parlamento, Pablo Rodriguez; la deputata provinciale di Jeanne-Mance–Viger, nonché presidente del caucus liberale, Filomena Rotiroti (che ha aperto la conferenza stampa così: “Tutti coloro che nutrivano dubbi, oggi possono ricredersi: avremo la metro nell’est di Montréal”); il Sindaco di Saint-Léonard, Michel Bissonnet, con i consiglieri al completo: Patricia Lattanzio, Mario Battista, Lili-Anne Tremblay e Dominic Perri. “Sono convinto – ci ha detto Perri – che questa sia la volta buona: finalmente, dopo oltre 30 anni che si parla di metro a Saint Léonard, i due Primi Ministri lo hanno annunciato all’unisono, con un budget di 360 milioni già stanziati per avviare l’ufficio tecnico. Dopo tanti anni di pressione, adesso mi sento fiducioso e rincuorato. Anche perché questa volta abbiamo una data ben precisa, il 2026: sembra lontana, però è meglio avere una data realistica piuttosto che una data più vicina che poi finisce per rivelarsi illusoria. Quando Nicola Di Iorio si è candidato alle elezioni federali e mi ha chiesto quale fosse il progetto più importante per Saint-Léonard, non ho avuto dubbi: il prolungamento della linea blu della metro. Una volta eletto, non ha mai smesso di ‘spingere’ affinché questo progetto diventasse un’opera pubblica concreta. Ha fatto un lavoro fondamentale”. L’ambizioso progetto, di cui si parla dal 1979, dovrebbe venire alla luce nel 2026 accelerando lo sviluppo economico e sociale della parte orientale dell’isola montrealese. Il costo totale dell’infrastruttura ammonta a 3,9 miliardi di dollari. Ad oggi, però, i fondi già stanziati sono 32 milioni, divisi a metà tra Ottawa e Québec: serviranno ad avviare l’ufficio tecnico che studierà il progetto nei dettagli. A questi si aggiungeranno altri 330 milioni, tutti stanziati dalla Belle Province, per finanziare i procedimenti di espropriazione e le gare di appalto. “È un progetto necessario per migliorare la qualità della vita dei cittadini con scelte più ecologiche in una zona della città dove i servizi di comunicazione non sono più sufficienti – ha detto Trudeau -: modernizzare un mezzo di trasporto pubblico come la metropolitana è un passo essenziale che le grandi città devono compiere per combattere efficacemente i cambiamenti climatici”. Per Couillard, cinque nuove stazioni si tradurranno anche in un aumento della popolazione: “Entro il 2031 – ha sottolineato il Premier quebecchese – prevediamo che, nelle aree intorno alle cinque stazioni, verranno creati 3.700 nuovi posti di lavoro e si stabiliranno più di 11.700 famiglie”.“Offrendo ai residenti dell’est di Montréal un accesso al centro che bypassi la linea arancione – ha sottolineato la Sindaca Plante – contribuirà a ridurre la congestione su questa linea nevralgica, che attualmente funziona a pieno regime”. Rilanciando, a sua volta, il progetto della linea rosa che colleghi Montréal-Nord e
Lachine. (V.G.)
Montréal – Il 18 marzo scorso, i fedeli della Parrocchia della Madonna del Monte Carmelo, nel cuore di Saint Léonard, hanno reso omaggio a Padre Rinaldo Vecchiato per i 50 anni di sacerdozio. Era il 18 marzo del 1967, infatti, quando è stato ordinato sacerdote: aveva 25 anni anni e mezzo. Un sacerdote umile e semplice, che ha scelto di stare lontano dalla sua diocesi: ha deciso di seguire gli italiani emigrati nel mondo, entrando a far parte della comunità degli Scalabriniani di Bassano del Grappa, il cui Seminario è stato creato nel 1930 (mentre la Congregazione esiste addirittura dal 1887, fondata dal vescovo Giovanni Battista Scalabrini, poi proclamato beato da Papa Giovanni Paolo II il 9 novembre 1997). Un sacerdote da 50 anni al servizio degli italiani lontani dalla Madrepatria. Abbiamo voluto conoscerlo meglio, invitandolo in redazione.
LA SCELTA SCALABRINIANA– “È stato il parroco di Vetrego, che aveva dei cugini Scalabriniani in Australia e in America, a consigliarmi di scegliere questa Congregazione. A me è subito piaciuta l’idea di viaggiare, anche perché, durante il periodo in Seminario, i Padri che tornavano dalle missioni parlavano di Paesi come Brasile, Argentina e Usa in termini entusiastici”.
LA VITA PASTORALE – Nato a Mirano, in provincia di Venezia, nella diocesi di Treviso, secondogenito, 5 fratelli e 3 sorelle, Padre Rinaldo Vecchiato fu ordinato sacerdote a Salzano nell’anno del centenario di San Pio X. Era la vigilia delle Palme. “La domenica successiva ho celebrato la Messa a Vetrego, una frazione di Mirano”. Una settimana dopo, l’attesa comunicazione della Congregazione: “La mia prima missione sarebbe stata in Nord America, a Montréal. Nonostante avessi chiesto di andare in Brasile o in Francia. Era il 1º aprile del 1967: il Superiore aveva in mano la lettera di Mons. Cimichella e del Cardinale Legér. Lo stesso che l’11 novembre del 1967 avrebbe benedetto la Chiesa della Madonna di Pompei. Dove sono arrivato il 18 dicembre dello stesso anno. Dopo aver trascorso 6 mesi in Inghilterra, per apprendere l’inglese. Sono rimasto a Pompei per 3 anni, prima di trasferirmi nella cittadina di New Haven, nel Connecticut, per 4 anni. Poi di nuovo a Montréal fino al 1992, sempre a Pompei, quindi alla Madonna del Monte Carmelo per 4 anni, dal ‘92 al ’96, e a LaSalle, nella chiesa Madre dei Cristiani. Prima di trasferirmi per 2 anni nella Parrocchia di San Pasquale Baylon, a nord di Toronto, e per 8 anni nella Chiesa di Santa Caterina da Siena, nel Mississauga. Dal 2009 al 2011 sono stato amministratore del Seminario scalabriniano di New York e, nello stesso tempo, parroco nella chiesa di Framingham, vicino Boston. Prima di fare ritorno a Montréal, dove da 6 anni sono parroco della Parrocchia del Monte Carmelo”. Padre Rinaldo parla italiano, inglese, francese, spagnolo e anche un pò di portoghese.
IL DRAMMA DI OGNI EMIGRANTE – “Gli Scalabriniani seguono gli emigranti italiani all’estero: negli anni ‘60 la nostra missione si è aperta a tutte le emigrazioni e allora sono iniziate le missioni anche a Portorico, in Messico, in Colombia, con giovani spagnoli e messicani che hanno sposato la nostra vocazione. Tutti gli emigrati, però, sono accomunati dallo stesso dramma esistenziale: sradicati dal proprio Paese, soffrono di una ferita lacerante che non si rimarginerà mai. GLI ITALIANI DI MONTRÉAL E TORONTO – In questi 50 anni ho incontrato tante giovani famiglie: negli anni ‘60 c’è stato un grande movimento dalla Piccola Italia verso il Mile-End, i quartieri della Consolata e di Pompei, dove ho celebrato fino a 270 matrimoni in un anno. Ho contribuito a formare una nuova generazione, le cui famiglie hanno popolato St-Michel, Montreal-Nord e Ahuntsic. Tutti compatti nel frequentare le celebrazioni liturgiche in italiano. A differenza di Toronto, dove le chiese ‘servono’ tutti i fedeli della zona: San Pasquale e Santa Caterina accolgono, oltre agli italiani, tanti Filippini, Indiani, Pakistani e Srilankesi. Un sistema che preferisco perché fa più Comunità, mentre qui a Montréal i francesi vanno alle messe in francese, gli anglofoni a quelle in inglese e gli italiani a quelle in italiano. Cosa che, secondo me, non ha aiutato la Chiesa locale, perché ha mantenuto delle distinzioni.
I GIOVANI E LE TRADIZIONI – Molti giovani si stanno allontantando dalla Chiesa tradizionale, anche se alla Messa delle 11.30 in inglese ne vedo parecchi. Per fortuna ce ne sono altri che dimostrano una fede arcigna occupandosi della catechesi dei bambini. Molti giovani sono andati via dai quartieri di St-Michel e St-Leonard, alcuni anziani sono passati a miglior vita, ma in generale la percentuale di chi pratica il culto, oggi, è rimasta invariata. E chi si allontana non lo fa per partito preso, come successo negli anni della politica di sinistra e del disprezzo della Chiesa. Oggi la gente è semplicemente indifferente: sempre più persone rispettano il Crocifisso come cultura, senza però viverlo, incontrarlo; lo rispettano senza interessarsene. Ciò che ha salvato la fede nel Signore tra gli italiani sono state le tradizioni culturali: ci sono diverse Associazioni devote a specifici Santi e molti giovani, pur non prendendo parte alle funzioni religiose, partecipano alle feste nelle sale da ricevimento. Per me è un atto religioso anche quello, una condivisione di sentimenti che poi si tramuta in carità e giustizia. Se perdiamo le tradizioni, perdiamo anche la nostra identità: sono convinto che le tradizioni abbiano preservato la nostra religione. Nel dopoguerra la Comunità ha costruito le Chiese della Consolata e di Pompei rimettendoci tempo, denaro e fatica. Per creare un luogo di culto vuol dire che c’è una fervida volontà religiosa.
Che gli emigrati italiani hanno sempre dimostrato di avere”.
RINGRAZIAMENTI – Ringrazio tutte le persone che mi hanno accompagnato a Montréal, spiritualmente e fisicamente: sono sempre stato con tantissima gente e a Pompei, in particolare, porto sempre nel cuore una Chiesa piena tutte le domeniche.
L’ITALIA – All’inizio mi mancava l’Italia, adesso seguo solo il calcio: sono della Juve, guai se la Juve perde! Più in generale, l’Italia è un bel Paese con tanti bei propositi che, purtroppo,
spesso non vengono messi in pratica.
MONTRÉAL – Oltre 500 persone, nonostante la neve ed il freddo polare che ha tenuto in ostaggio la città nei giorni scorsi, hanno partecipato con rinnovato entusiasmo all’ottava edizione dell’iniziativa benefica ‘Toy & Food drive’, il più grande nel suo genere in tutta Montréal, che si è tenuta domenica scorsa, 18 dicembre, dalle 10 alle 17, presso il bar ‘South Side’ (5292 Jean Talon, Est), nel cuore di Saint-Léonard. Una bellissima iniziativa organizzata da David Colasurdo, generoso e instancabile agente immobiliare del Team Nancy Forlini, a favore della Missione “Bon Accueil”. Superato, di sicuro, il record dell’anno scorso: 2 camions sono stati riempiti fino all’orlo con giocattoli, cibo a lunga conservazione, prodotti sanitari e vestiti in ottimo stato, per un totale di oltre 4.000 kg. Il caffè ‘South Side’ – pieno di gente di tutte le età, dai bambini ai più anziani – ha monopolizzato l’attenzione di tutto il quartiere, grazie anche alla coinvolgente musica natalizia, sia dentro che fuori il locale. Uno spirito natalizio sancito anche dalla presenza di Babbo Natale in persona. Moltissimi gli automobilisti che, incuriositi, hanno rallentato fino a fermarsi, entrare, fare un’offerta, prendere un caffè e mangiare una porzione di lasagne, un pezzo di pizza, un hamburger, o semplicemente un biscotto o un dolce rigorosamente ‘Made in Italy’. Tanto di cappello a questi ragazzi, che hanno interpretato il Natale riscoprendone il significato più profondo e autentico: non esiste modo migliore di celebrare le feste che donare soprattutto ai meno fortunati. Il Natale è l’occasione migliore per essere più buoni e altruistii regalando un sorriso ai meno abbienti. Proprio come fa da qualche anno a questa parte il Caffè ‘South Side’ e i suoi proprietari: David, Alex, Sandro e Gino, da sempre sensibili e vicini alle persone che almeno a Natale possono avere tutti i giocattoli e le vivande di cui hanno bisogno. (V.G.)
È la quarta edizione organizzata dal Centro Leonardo da Vinci
Montréal – Una festa per tutti, piccoli e grandi, in un’esplosione di suoni, colori e… tanto sano divertimento: è il Festival della famiglia, l’appuntamento estivo andato in scena, per il quarto anno consecutivo (la seconda edizione, per la verità, è stata annullata causa maltempo), al Centro Leonardo da Vinci, nel cuore di Saint Léonard, domenica 19 giugno. Nonostante fosse anche la festa del papà ed il caldo afoso non abbia dato tregua, diverse famiglie – provenienti anche da altri quartieri della città, non solo di origine italiana e molte di giovanissima età – si sono riversate sulla piazzetta adiacente al Centro, versante Lacordaire, per partecipare ad un’iniziativa – ancora una volta sponsorizzata dalla compagnia d’Assicurazione “Allstate” (sotto la supervisione di Daniel Perri) – che ha voluto mettere l’accento sul valore ed il significato della famiglia, attraverso attività per tutti i gusti e tutte le età: dal tiro alla fune al calcio balilla umano, dalla corsa a “3 gambe” alla gara degli spaghetti. Il tutto “condito” dagli immancabili panini alla salsiccia, dai popcorn, dal gelato e dallo zucchero filato, oltre che “ritmato” dalle esibizioni canore di diversi gruppi ed artisti: The Nolas, All Aboard, il gruppo di giovani talenti “Cantami Una Canzone”, Living Room Party, The Falling, Nadia Dolce e Carlo Aspri, Anthony Bentivegna (vincitore del “DJ Battle 2”) ed il cabarettista Guido Grasso. A fare da ‘maestro di cerimonia’ Luciano Pipia, giornalista della radio CJAD. Senza dimenticare gli stand che hanno ospitato gli sponsors e partners dell’evento: Passion Soccer, Allstate Assurance, Financière Manuvie, Ville Maria Kia, Collège Herzing, BACA (Bikers against Child Abuse), Videotron, Bell Media, CFMB, Caisse Populaire Canadienne Italienne, BMR e TD Bank. Tra i partecipanti, anche l’attore Tino Tavarone, i deputati federali Nicola Di Iorio e Angelo Iacono, oltre al consigliere municipale Dominic Perri ed a Joe Panunzio, partner associato di Raymond Chabot Grant Thornton, neo presidente del CLDV.“Qui c’è tutto per la famiglia – ha dichiarato Pat Buttino, direttore generale del CLDV -: dalla musica ai giochi, dai sorteggi al cibo. Vogliamo regalare una giornata indimenticabile ai bambini, ma anche ai genitori”. “Una volta all’anno cerchiamo di organizzare un evento a favore della Comunità – gli ha fatto eco Frank Sorrentino, direttore marketing del CLDV -: ci teniamo a ribadire l’importanza della famiglia in un’epoca in cui è sempre più divisa”. “La famiglia è la roccia su cui poggia tutta la nostra società – ha dichiarato Nicola DiIorio -: in una fase storica di grandi trasformazioni, dobbiamo riflettere sul futuro che lasciamo ai nostri figli. La famiglia è il valore imprescindibile della nostra vita: nella gioia e nel dolore, è il nostro rifugio naturale”. “Da quando sono diventato papà – ha detto Angelo Iacono – ho capito veramente quanto sia importante la famiglia ed è bene che ci siano manifestazioni come questa per riaffermarne il valore imprescindibile. Quando c’è la famiglia – che unifica tutte le culture di una società multietnica come quella canadese – c’è anche l’amore e la pace”. (V.G.)
Joe Pannunzio nominato neo presidente del CLDV
Montréal – Il consiglio e l’amministrazione del Centro Leonardo da Vinci sono lieti di annunciare due nomine, ufficiali a partire dal prossimo 1º luglio: Joe Pannunzio, partner associato di Raymond Chabot Grant Thornton, prende il posto di Silvio De Rose come presidente, mentre Joe Ferraro, contabile di Deloitte, diventa il nuovo tesoriere. Il consiglio e l’amministrazione ringraziano di cuore Silvio De Rose per gli anni di impegno e devozione trascorsi al Centro, sia come fondatore che come presidente.