Tag: Radio-Canada

  • Lino Saputo: un modello di successo

    Lino Saputo: un modello di successo

    L’EDITORIALE di Basilio Giordano

    L’autobiografia di Lino Saputo uscita lo scorso ottobre

    Le rivelazioni della trasmissione ‘Enquête’ di Radio-Canada sul passato dell’imprenditore Lino Saputo, fondatore dell’omonima multinazionale leader della filiera lattiero-casearia, sono senza dubbio controverse e discutibili. Con l’intento di confutare quanto afferma l’imprenditore Italo-Canadese nella sua recente autobiografia (“Lino Saputo, Entrepreneur – Living Our Dreams”, pubblicata nell’ottobre scorso da “Les Presses de l’Est”), i giornalisti d’inchiesta Gaétan Pouliot et Marie-Maude Denis ne hanno rivangato il passato, denunciando i presunti legami di Lino Saputo e del cognato con esponenti del crimine organizzato, sia negli Stati Uniti che in Canada. Una tesi sempre respinta con forza dai diretti interessati.
    Onde evitare di cavalcare il bieco sensazionalismo e di scadere nel linciaggio mediatico, ci sembra giusto fare tre precisazioni.

    Prima di tutto, si tratta di fatti che risalgono a qualche decennio fa, sono vicende che appartengono ad un’epoca passata. Negli anni, Lino Saputo si è guadagnato la stima e la riconoscenza di tutti, collezionando lauree honoris causa e onorificenze per il suo straordinario impegno filantropico. Nel maggio del 2011, tra l’altro, Lino Saputo è stato nominato Ufficiale dell’Ordine nazionale del Quebec e nel giugno 2012 è diventato membro dell’Ordine del Canada. Solo di recente, la fondazione Mirella e Lino Saputo ha donato 10 milioni $ alla Concordia University, altri 10 milioni $ per migliorare le cure a favore dei bambini affetti da disturbi muscoloscheletrici complessi nei quattro ospedali pediatrici della città (il CHU Sainte-Justine ed il suo Centro di riabilitazione Marie Enfant, l’Hôpital de Montréal pour enfants e l’ospedale Shriners pour enfants), e 1,5 milioni $ a beneficio della Fondazione per la ricerca in chirurgia toracica di Montréal. Lino e la moglie Mirella sono sempre stati in prima linea per sostenere la Comunità italiana. Innumerevoli le cause a cui hanno contribuito economicamente: oltre alle generose donazioni a favore dell’ospedale Santa Cabrini e Marie-Clarac, va ricordato il ruolo di primo piano nella costruzione del Centro Leonardo da Vinci, a Saint-Léonard, il cui teatro porta proprio il loro nome. Oggi la Saputo Inc., guidata dal figlio Lino Saputo Jr., è una multinazionale quotata in borsa, con un giro d’affari di oltre 13 miliardi all’anno e 17 mila dipendenti sparsi in tutto il mondo. Senza trascurare gli ingenti investimenti in settori strategici come la finanza, i trasporti, l’industria forestale, alberghiera e immobiliare. Il successo professionale di Lino Saputo è sotto gli occhi di tutti.

    In secondo luogo, certe frequentazioni vanno contestualizzate e interpretate secondo lo spirito del tempo in cui accadono. Nel dopoguerra, chi sbarcava da un altro mondo, magari da un piccolo paese della Sicilia, ed intendeva avviare un’attività in una metropoli come Montréal, era spesso costretto, suo malgrado, a scendere a compromessi per non rinunciare al proprio progetto di vita e per garantire un futuro ai propri figli. In questo senso, la partecipazione ad una festa non può essere interpretata, automaticamente e superficialmente, come il suggello di una consolidata partnership di affari: una deduzione che sa di forzatura e che, forse, tradisce anche un incauto pregiudizio. Del resto, gli stereotipi anti-italiani continuano a pullulare, oggi come ieri, sulla stampa canadese. Figuriamoci se l’uomo più ricco del Québec, l’Italo-Canadese Lino Saputo, non rappresenta un comodo bersaglio! Come già successo in passato. In questo caso, però, anche la tempistica ci lascia perplessi. Visto che l’inchiesta è stata presentata all’opinione pubblica come una risposta all’autobiografia di Lino Saputo che è uscita nell’ottobre 2019, tre mesi fa, cosa ha spinto i due giornalisti della televisione pubblica ad avviare l’inchiesta già due anni fa? Forse già sapevano, con largo anticipo, che Lino Saputo avrebbe negato ogni legame con personaggi discutibili?

    In terzo luogo – e questo è un punto decisivo e imprescindibile – i presunti legami di Saputo con esponenti della criminalità organizzata, non hanno mai costituito materia per un procedimento giudiziario, e quindi non hanno mai avuto alcuna rilevanza penale. È probabile, infatti, che certe conoscenze e frequentazioni siano sempre state sotto la lente d’ingrandimento della RCMP, la polizia federale, che però in 60 anni non ha mai avviato un’indagine o emesso alcun mandato di arresto. Ben vengano, quindi, le inchieste giornalistiche su questioni di interesse pubblico, ci mancherebbe altro; ma poi, in uno stato di diritto, siamo tutti innocenti, fino a prova contraria. La presunzione di non colpevolezza è un principio di civiltà espresso dalla massima latina “Ei incumbit probatio qui dicit, non qui negat” (l’onere della prova è su colui che dichiara, non su colui che nega). Un principio che è presente in tutti gli ordinamenti giuridici moderni e che oggi è proclamato  dall’art.11 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata nel 1948 dalle Nazioni Unite. Sono i tribunali, quindi, e non i giornalisti, a stabilire se è stato commesso un illecito o un reato. Guai se non fosse così! Ciò che sappiamo è che Lino Saputo non ha mai subìto un processo per rispondere ad accuse di tipo penale. Ad oggi, e fino a prova contraria, nonostante il danno di immagine subìto dalle allusioni di Radio-Canada, Lino Saputo rappresenta un orgoglio per tutta la Comunità italo-canadese. Fino a prova contraria – è giusto ribadirlo – quella di Lino Saputo resta una sfida vinta grazie alla perseveranza, al coraggio e allo spirito di sacrificio: una storia di formidabile successo che non smette di inorgoglirci.

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  • Dominic Perri ottiene  le scuse di Radio-Canada

    Dominic Perri ottiene le scuse di Radio-Canada

    Dominic Perri

    Montréal  Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, si sa. Nonostante le rassicurazioni di facciata, ci sono ancora dei quebecchesi, anche nei piani alti della società, che nutrono forti e ingiustificati pregiudizi nei confronti degli italiani di Montréal e del resto del Canada. Luoghi comuni e stereotipi che si annidano nell’inconscio e che riemergono puntualmente non appena si presenta l’occasione più propizia. L’ennesimo increscioso episodio si è registrato lo scorso 21 dicembre. In un articolo pubblicato sul sito internet ufficiale della tv di stato, Radio-Canada, dal titolo “Motard abattu à Saint-Léonard: une commande des Hells, croit un ex-officier de la Sûreté du Québec”, un ex ispettore, intervistato dal reporter, suggerisce che dietro la morte del motociclista possano esserci “degli italiani”. Perché dovrebbero essere stati “degli italiani”? In base a quale teorema o sillogismo? Perché tirare in ballo una Comunità etnica in particolare, quando non si fa la minima menzione della nazionalità, né del motociclista ucciso, né dei possibili gruppi criminali coinvolti? Un’accusa gratuita e generalizzata a tutta la Comunità italo-canadese, alimentata – ma noi ci auguriamo di sbagliarci – da un pregiudizio etnico e razzista diffamatorio e, quindi, inaccettabile. Un’allusione indifendibile che non è andata giù a Dominic Perri, consigliere comunale del distretto di Saint-Léonard-Ovest, che, dopo aver allertato i vertici della Comunità ed i suoi rappresentanti pubblici, ha esposto denuncia al Consiglio della stampa del Québec, chiedendo l’immediata rettifica del testo da parte di Radio-Canada. Lo scorso 14 febbraio, lo stesso organismo ha ufficializzato l’accordo tra le parti: Radio-Canada ha riconosciuto l’errore, ha chiesto scusa e rettificato l’articolo in questione, cambiando la frase “degli italiani” con “membri della mafia”. Con una postilla finale: “In una versione precedente di questo articolo, abbiamo scritto che gli italiani potrebbero essere dietro all’omicidio del motociclista Sébastien Beauchamp. Questa era l’espressione usata dall’esperto di cui abbiamo riportato le parole. Ci scusiamo se questa allusione ha potuto turbare qualcuno”. Soddisfatto il consigliere comunale di Saint-Léonard, Dominic Perri: “Mi auguro che una cosa del genere non succeda più. I propositi che colpiscono la reputazione di una Comunità non devono essere tollerati”. Una vittoria che rende giustizia all’orgoglio italiano in Canada. (V.G.)

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