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  • Oggi è la giornata Mondiale della Pizza: il cibo più amato al mondo

    Oggi è la giornata Mondiale della Pizza: il cibo più amato al mondo

    Roma – Oggi 17 gennaio si celebra la Giornata Mondiale della Pizza 2019. Una scusa per consumare questo gustoso cibo italiano, nato a Napoli e diffuso e amato in tutto il mondo. Giornate come questa servono a far conoscere meglio questo prodotto, semplice ma saporito.

    Nato dalla cucina povera ma diventato negli anni sempre più ricco ed elaborato, fino all’invenzione della pizza gourmet. Pur nelle sue innumerevoli varianti, la pizza non ha perso le sue qualità originarie di alimento semplice e genuino preparato con quegli ingredienti di base, pasta lievitata, pomodoro e mozzarella, che sono il suo marchio distintivo. Al piatto, al taglio o a fette giganti, al ristorante o come cibo da strada, la pizza si consuma in modo facile e pratico e mette sempre d’accordo tutti i gusti.

    La pizza è diventata uno dei cibi più popolari e consumati al mondo, che le venga dedicata una Giornata Mondiale non è una sorpresa. Dalla ricetta base di pasta lievitata condita con passato di pomodoro, mozzarella campana e basilico, la pizza negli anni si è arricchita di farciture ed è stata proposta in tante varianti, fino alla golosa e sostanziosa pizza gourmet, con super farcitura di ingredienti pregiati. Oggi le pizzerie non sono più considerate ristoranti di serie B, ma vengono incluse, ovviamente quelle di qualità, nelle guide sui migliori ristoranti. Ovviamente in una categoria loro dedicata e con la segnalazione dei punti di forza nell’utilizzo degli ingredienti e nella loro combinazione originale, insieme all’abbinamento delle bevande. Tante, poi, sono le guide dedicate specificamente alle pizzerie.

    Nel mondo, i maggiori consumatori di pizza sono gli americani, i campioni del mangiare veloce. Anche noi italiani, tuttavia, ci difendiamo bene. Secondo gli ultimi dati rilevati dal Centro Studi Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) su dati di Infocamere e Infoimprese e presentati da Cna Agroalimentare la produzione giornaliera in tutto il Paese è di 8 milioni di pizze, due miliardi l’anno, come segnala l’Ansa. Grandi produttori per grandi consumi.

    In Italia, le imprese che vendono pizza sono quasi 127 mila di cui 76.357 sono veri e propri esercizi di ristorazione, 40mila sono ristoranti-pizzerie e circa 36.300 bar-pizzerie. La maggior parte di queste atttività si trova in Campania con il 16% delle pizzerie, poi in Sicilia (13%), Lazio (12%), Lombardia e Puglia (10%). I pizzaioli impiegati nell’attività, sempre secondo i dati di Cna, sono quasi 105 mila, ma superano i 200mila nei fine settimana.

    Per quanto riguarda le preferenze dei gusti, la pizza tradizionale vince sulla gourmet: a scegliere la prima infatti sono 8 italiani su 10, che preferiscono le classiche marinara, margherita, napoletana o capricciosa. La fascia media del prezzo di una pizza al piatto non supera in un caso su due i 7 euro, ma non manca anche una piccola fascia di mercato (il 4%) che supera i 10 euro. Inoltre dallo studio di Cna risulta che la pizza tonda ha la meglio sugli altri formati ed è preferita in abbinamento con delle fritture. Infine nella scelta degli ingredienti per la preparazione della pizza è preferito l’impasto con farina 00 e cottura nel forno a pietra. Infine, il 75% della clientela sceglie di gustare la specialità napoletana comodamente servita al tavolo.

    Insomma per gli italiani la pizza è tradizionale: napoletana, al piatto, gustata comodamente seduti e magari accompagnata da una frittura.

     

    Storia della pizza: tre tappe salienti

    La pizza è un cibo stanziale che nasce nel Mediterraneo. Secondo alcuni studiosi ad inventare questo cibo povero sarebbero stati gli Egizi, i primi a distinguere tra farro piccolo e farro “normale” e a capire il ruolo del lievito. I Romani iniziano a usare i dischi di pane a mo’ di piatti per contenere pietanze sugose. Nel 997, nel latino medievale del Codex cajetanus di Gaeta, per la prima volta si usa la parola “piza” per indicare una focaccia. Nel corso della sua storia, la pizza vive un secondo momento di svolta quando viene introdotta come “prova da forno” nell’attività dei panettieri, per testare la temperatura. Infine, nel Settecento abbiamo la nascita del forno a bocca di mezzaluna – di cui si ignora l’inventore – ma che ha rivoluzionato il mondo della pizza, conferendo a quella napoletana la sua specificità.

     

    Le caratteristiche di una buona pizza

    “La caratteristica fondamentale di una buona pizza è la digeribilità, che dipende dalla lievitazione bene eseguita – spiega Pignataro – una buona pizza napoletana, nello specifico margherita e marinara, è quella in cui i sapori si fondono perfettamente grazie alla cottura in forno a 480 gradi per 90 secondi al massimo. I sapori diventano qualcos’altro. Per gli altri stili di pizza, ciò che si sente maggiormente è il sapore del pane”.

    Il cornicione.  Col termine cornicione si indica il bordo rialzato che circonda la parte di impasto su cui è cosparso il condimento. “Mentre prima il cornicione si tendeva a lasciarlo, ora è un punto di orgoglio da parte di tutti i giovani pizzaioli, chiamati canottisti proprio perché lo fanno particolarmente pronunciato e pieno d’aria. È da questa parte della pizza che si valuta la qualità del piatto”, sottolinea l’esperto.

    Il condimento. Una curiosità sul condimento riguarda l’olio d’oliva. Nonostante la pizza sia nata nel bacino del Mediterraneo, questo grasso non è sempre stato tra gli ingredienti in elenco. “In passato si utilizzava lo strutto – fa notare Pignataro – mentre dal Dopoguerra, con l’arrivo degli americani che hanno introdotto l’olio di semi, ha prevalso questo nuovo tipo di grasso. L’olio d’oliva è una riscoperta recente, dato che da sempre è considerato un grasso nobile”.

    Il forno. La pizza napoletana è l’unico tipo ad avere un forno dedicato: quello con la bocca a mezzaluna. Nato nel Settecento, questo strumento di cottura ha una caratteristica strutturale che permette di raggiungere i 450-480 gradi interni, che permettono alla pizza di cuocere tra i 60 e i 90 secondi in base all’impasto. Secondo il disciplinare dell’Associazione Verace Pizza la temperatura prevista per la cottura della pizza napoletana è di 430 °C circa alla base e 485 °C circa alla volta del forno. Per gestire correttamente il forno ci vuole un fornaio, “spalla del pizzaiolo”, che segue la pizza in cottura e si occupa della temperatura.

    Il lievito. Meglio il lievito madre o quello di birra? “Il lievito di birra è altrettanto naturale”, spiega Pignataro, che nel suo libro prende le distanze da ogni posizione ideologica che propenda verso l’uno o l’altro prodotto. “Spesso l’uso del lievito madre è solo un’operazione commerciale, come quella del macinato a pietra rispetto alla lavorazione meccanica, la rappresentazione di un Eden bucolico che solo il marketing di grandi multinazionali poteva inventare e portare dalla propria parte”.

     

    Spessa e morbida o sottile e croccante?

    Se la “Verace Pizza Napoletana” è nota per la sua elasticità e morbidezza, esiste anche un’altra variante della pizza, sottile e croccante, diffusa soprattutto nel Lazio. “Lo spartiacque è la tipologia di cottura – spiega Pignataro – la pizza napoletana subisce una cottura rapida e veloce. In questo modo è possibile conservare la morbidezza dell’impasto. La pizza croccante invece viene cotta un poco più a lungo nei forni a bocca più larga. Dai 90 secondi si passa ai 2-3 minuti: con una cottura così lunga si perde parte dell’idratazione dell’impasto e si ottiene l’effetto croccante. L’evoluzione è l’effetto crunch, un po’ a metà tra i due estremi: l’effetto piacevole di sentire il pane sotto i denti, ma con un retrogusto morbido”.

    Gli errori su cui non si può sorvolare

    Secondo Pignataro una buona pizza non deve avere bruciature: “La parte bruciata indica una cottura non buona a causa della temperatura del forno troppo alta”.

    La pizza fuori dall’Italia: chi sono i pizzaioli stranieri più bravi?

    “Noi italiani pensiamo che la pizza sia nata in Italia, ma parlando con gli americani scoprireste che pensano che questo piatto sia nato in America”. Un aneddoto che fa sorridere, ma che potrebbe essere motivato dall’esistenza di 5.000 pizzerie solo a New York. “La città con più pizzerie al mondo è San Paolo del Brasile, dove si contano 6.500 esercizi. Napoli è solo terza con 1.500”. Fuori dall’Italia la pizza si trasforma e, se i giapponesi sono diventati meticolosi maestri dello stile napoletano, negli Stati Uniti fioriscono nuovi stili come la New York e la Chicago style, simile alla focaccia barese. Qui la pizza non si concepisce intera, ma a fette a causa dell’eccessivo condimento. La pizza è molto diffusa anche nei paesi arabi, maestri della tecnica dello schiaffo, ossia la capacità di allargare il panetto passandolo da un palmo all’altro delle mani secondo un gesto ancestrale tipico napoletano.

    Pizza patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco

    La parola “pizzaiolo” – anzi “pizzajolo” – compare per la prima volta in un documento ufficiale del 12 agosto 1799. Gennaro Majello presenta una supplica al re, lamentando i danni subiti dalla “sedicente Repubblica” giacobina, durante la quale è stato costretto a tener chiusa la sua bottega perché i francesi vi andavano senza pagare. Nel 2017 l’arte di Majello è diventata patrimonio culturale dell’Umanità Unesco. Cos’è cambiato dopo questo riconoscimento? Non c’è stata un’impennata di vendite, ma l’importanza di questo piatto e di tutto ciò che gli ruota intorno è cambiata, a cominciare proprio da chi fa le pizze. “Viene percepita più all’estero che in Italia – spiega Pignataro – e ha dato un motivo in più di espansione. Infatti c’è una domanda fortissima di pizzaioli a Dubai, Hong Kong, Shangai, Regno Unito. Anche in Francia, dove la pizza era molto snobbata, ore è diventata un vero trend. Tanto per fare un esempio, la pizzeria Dalmata, a Parigi, ha pizzaioli napoletani anche se i proprietari sono francesi”.

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  • Valanga Juve ma Higuain non molla

    Valanga Juve ma Higuain non molla

    I bianconeri riscattano l’eliminazione europea, battono 4-1 il Torino nel derby tra le polemiche (gol annullato e mancata espulsione di Alex Sandro) e tengono a debita distanza (+3) il Napoli, che supera 3-1 il Genoa al San Paolo grazie ad una doppietta dell’argentino. Rallenta la Roma, frenata 1-1 dall’Inter, mentre la Fiorentina non vince nemmeno a Frosinone. Si riapre la corsa salvezza: il Carpi espugna 2-1 Verona ed il Chievo piega 1-0 la Samp. Scialbo pari tra Milan e Lazio

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    Roma, (TUTTO mercato WEB) – L’ha decisa praticamente da solo, ha ribaltato la partita dopo il gol in apertura di Rincon che, a sorpresa, aveva gelato il San Paolo e messo fin dai primi minuti la strada in salita per il Napoli. Gonzalo Higuain non ne vuole sapere di mollare la corsa Scudetto ed ha regalato ai partenopei la 20ª vittoria in 30 partite. Una doppietta di pregevole fattura per ribaltare il match nella ripresa, una seconda rete straordinaria per strappare il successo a meno di dieci minuti dal termine quando lo paura di un -5 dalla vetta si stava trasformando in certezza. Invece, il suo destro a giro ha messo le cose a posto, il piatto forte prima di un dessert preparato da Gabbiadini e confezionato da El Kaddouri che ha fissato il punteggio sul definitivo 3-1. La Juve capolista resta a tre punti. Non mollano nemmeno i campioni d’Italia: 19 vittorie e un pareggio nelle ultime 20 partite. Non mollano nemmeno nei giorni successivi alla beffarda eliminazione dalla Champions League. Al netto degli errori arbitrali – che ci sono stati – da sottolineare c’è una difesa imperforabile che ha permesso a Gianluigi Buffon di conquistare il record d’imbattibilità della Serie A: 973 minuti. L’altra conseguenza della vittoria del Napoli è la chiusura quasi definitiva della corsa per il secondo posto. Dalla Roma alla Lazio tutte hanno pareggiato, lasciando invariati i distacchi nella sfida per l’Europa. Si ferma a otto la striscia di vittorie consecutive della Roma che sabato sera ha agguantato il pareggio contro l’Inter solo a pochi minuti dal termine. Pareggia ancora una volta la Fiorentina che contro il Frosinone ha confermato il momento di appannamento e resta a -5 dal terzo posto. Pareggio, inoltre, nel posticipo tra Milan e Lazio, le due più grandi delusioni di questa Serie A. Inevitabile chiosa finale sulla corsa salvezza, col Carpi che ha ottenuto sul campo dell’Hellas Verona la seconda vittoria consecutiva e ha agganciato il Palermo (0-0 a Empoli) al terzultimo posto in classifica. La squadra di Castori non perde dal 12 febbraio e in questo 2016 ha ritrovato quel cuore e quella organizzazione che hanno caratterizzato la stagione della promozione in Serie A. Gli emiliani, adesso, hanno riaperto i giochi: +1 sul Frosinone penultimo e -3 dall’Udinese che in occasione della prima di De Canio ha pareggiato 1-1 sul campo del Sassuolo. Non è al sicuro nemmeno la Sampdoria, sconfitta a sorpresa da un Chievo Verona che con questa vittoria s’è portata nella parte sinistra della classifica. Importante, infine, il ritorno alla vittoria dell’Atalanta che ha regolato la pratica Bologna già nei primi 45 minuti e in un colpo solo ha scavalcato in classifica sia l’Udinese che la Sampdoria.

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  • Napoli inarrestabile,ma la Juve non molla

    Napoli inarrestabile,
    ma la Juve non molla

    Poker dei partenopei in casa della Samp trascinati dal solito Higuain. E il solito Dybala dà i 3 punti alla Juve nel posticipo contro la Roma. Inter rimontata a San Siro dal Carpi, che pareggia al 92′: nerazzurri agganciati al terzo posto dalla Fiorentina. Sassuolo battuto in casa dal Bologna, la Lazio va sotto col Chievo poi sorpassa e dilaga. Respira il Palermo (poker all’Udinese), pari tra Verona e Genoa

    Dybala trascina la Juve all'11ª vittoria di fila
    Dybala trascina la Juve all’11ª vittoria di fila

    Roma, (mediapolitika.com) – È durata poco l’illusione di avere un campionato con 4 o 5 squadre dello stesso livello pronte a contendersi lo scudetto tutte insieme appassionatamente. La sfida dello Stadium tra Juventus e Roma ha sentenziato che la Serie A ha soltanto due padroni. Una è quella che ha battuto 1 a 0 con un’altra gemma di Paulo Dybala una Roma troppo attenta a non prenderle, incapace, quindi, di rendersi pericolosa, una volta preso veramente il gol. La Juventus, quindi, è tornata definitivamente a contendere lo scudetto, ha recuperato punti su punti a tutte, 11 vittorie di fila in campionato sembrano una marcia inarrestabile che ha mandato i campioni d’Italia a -2 dalla testa. L’altra è il Napoli che, nella sfida in cui lascia qualcosa in difesa (Correa e Eder gli autori dei due gol blucerchiati), trova comunque 4 gol, e lo fa con l’ausilio di Higuain non nel solito formato. L’argentino apre sì le marcature ma sbaglia comunque due gol, il secondo dei quali a porta vuota, che lo rendono agli occhi dei comuni mortali un po’ più umano (21 gol in 21 partite è comunque fantascienza). E quindi ecco che per rifilare altri 3 gol a domicilio della Samp sono intervenuti gli altri fenomeni che il Napoli possiede: Insigne dal dischetto, Hamisk con una serpentina e Mertens. Il Napoli fa tremendamente sul serio: segnale più forte non poteva arrivare. Non è difficile credere che a fine febbraio Napoli e Juventus avranno fatto il vuoto sulle altre.

    Sì, un vuoto che potrà diventare realtà perché in casa Inter sono venuti fuori tutti i limiti di una rosa che segna troppo poco. Mancini si dice soddisfatto delle vittorie per 1 a 0, ma il tecnico ex City è troppo esperto per crederci veramente. Le partite nel calcio vanno chiuse, non è sempre possibile, sopratutto con l’aumentare della partite, di riuscire a tenere il risultato soltanto con la solidità difensiva. Ieri l’Inter ha difesa l’1 a 0 in casa contro un Carpi gagliardo che nonostante l’inferiorità numerica ha trovato il pareggio con Lasagna allo scadere (di Palacio il gol dell’Inter).

    Si riprende anche la viola che quindi conferma la volontà di fare corsa Champions, battendo 2 a 0 in casa il Torino grazie ai soliti Ilicic e Rodriguez. Detto della Roma che resta ferma a 35 punti (con tantissimi problemi da risolvere per Spalletti), dietro ci sono il Milan (2 a 2 contro il bellissimo Empoli di Giampaolo nell’anticipo di sabato) e appunto i toscani. Si ferma il Sassuolo, caduto per la prima volta al Mapei sotto i colpi del più sorprendente Bologna di Donadoni e Giaccherini (di Floccari il raddoppio). Segnali di presa, invece, dalla Lazio che finalmente torna a vincere in casa: 4-1 contro il Chievo. I clivensi erano anche passati in vantaggio in apertura con Cesar, poi espulso nel primo minuto del secondo tempo. L’assedio biancoceleste è stato premiato con il rigore di Candreva e le marcature di Cataldi, ancora di Candreva e la chiusura di Keita.

    In fondo sorride anche il nuovo Palermo di Schelotto che dilaga sull’Udinese per 4 a 1 grazie ai gol di Quaison, Hiljemark, Lazaar e Trajkwoski, inutile il gol della bandiera di Thereau. 1 a 1, invece, tra Verona e Genoa: autogol di Coppola sulla punizione di Suso e pareggio di Pazzini. Reti bianche nell’anticipo della 18 del sabato tra Frosinone e Atalanta.

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  • Sogno Napoli:azzurri campioni d’inverno

    Sogno Napoli:
    azzurri campioni d’inverno

    Partenopei primi al giro di boa dopo il roboante 5-1 inflitto al Frosinone. Nona vittoria consecutiva per la Juve: Sampdoria piegata 1-0. Cadono l’Inter (battuta 1-0 dal Sassuolo) e la Fiorentina (superata 3-1 dalla Lazio). Scialbo 1-1 tra Roma e Milan. Tre punti preziosissimi per Genoa e Palermo (che però sostituisce
    Ballardini con Schelotto). Si ferma il Bologna, punito dal Chievo al Dall’Ara

    napoli-inverno

    Roma – Un campionato senza padroni: questo il dato principale che emerge dopo un intero girone d’andata, diciannove giornate segnate da sorpassi e contro sorpassi in testa alla classifica. Nessuna squadra, una volta conquistata la vetta, è riuscita a mantenerla. Un campionato avvincente, si spera incerto fino all’ultima giornata. Un traguardo parziale e prestigioso l’ha conquistato, però, il Napoli di Sarri che, battendo al Matusa il Frosinone per 1-5, si è laureato campione d’inverno. L’ultima volta fu nella stagione 1989-1990: a fine stagione, come tutti ricordano, fu scudetto, con ben 16 gol realizzati da Diego Armando Maradona. Anche nell’ ’86-87 e nell’ 87-’88 il Napoli chiuse davanti a tutti (scudetto in 2 casi su 3), alla fine del girone d’andata: un risultato ovviamente solo virtuale, che però in base alle statistiche non può che rendere ottimisti. Nel 68.5% delle volte, difatti, sinora in Serie A i campioni d’inverno si sono poi confermati a fine stagione con lo Scudetto. Una match, quello contro il Frosinone, mai in discussione, un risultato tennistico che testimonia il divario tecnico tra le due squadre. Gli azzurri aprono le marcature grazie ad Albiol, poi Higuain, Hamsik, Higuain e Gabbiadini fanno il pokerissimo, Sammarco firma il gol della bandiera a pochi minuti dalla fine.

    Perde clamorosamente contro il Sassuolo, salutando anche il primo posto, l’Inter. I nerazzurri vengono beffati a tempo scaduto da un rigore di Berardi. La squadra di Roberto Mancini ha comunque disputato un’ottima partita, collezionando numerose occasioni da gol contro un Sassuolo in palla fisicamente e che gioca a memoria. Aggancia i nerazzurri proprio la Juventus di Massimiliano Allegri che ,grazie alla nona vittoria consecutive, si attesta al  secondo posto a quota 39 punti. Una vittoria difficile e sofferta quella ottenuta a Marassi contro la Sampdoria per 1-2; una compagine, quella bianconera, che sembra tutt’altra squadra rispetto a quella che aveva iniziato la stagione. Apre le marcature Paul Pogba, poi Khedira ne fa due mentre Cassano accorcia le distanze a metà secondo tempo.

    Un pareggio che non serve a nessuno, invece, quello tra Roma e Milan che fanno 1-1. Allo stadio Olimpico va in scena una partita noiosa condita da numerosi errori difensivi: la apre Rudiger a inizio partita che, sfruttando una dormita generale della retroguardia rossonera, insacca alle spalle di Donnarumma. La Roma nel primo tempo fallisce in due occasioni il raddoppio e colpisce anche una traversa, sempre con Rudiger.  Nella ripresa  però è soltanto Milan: Kucka prima pareggia i conti saltando più in alto di Florenzi, poi spreca un rigore in movimento a pochi passi dalla porta; Bacca pareggia poi il conto dei pali colpendo la parte alta della traversa. Ai punti, con tutta probabilità, i rossoneri avrebbero meritato la vittoria. I due allenatori, nonostante tutto, rimangono in bilico e le prossime ore potrebbero essere decisive.

    Corsara la Lazio di Stefano Pioli in quel di Firenze: i biancocelesti giocano una partita attenta e ordinata sfruttando le disattenzioni dei viola. La sblocca a fine primo tempo Keita, nella ripresa la squadra di Sousa prova ad attaccare ma i biancocelesti raddoppiano grazie a Milinkovic che con una serpentina in area la piazza alle spalle di Tatarusanu. Nel recupero i viola accorciano le distanze con Roncaglia ma Felipe Anderson all’ultimo la chiude in contropiede.

    Perde in casa il Torino di Ventura, i granata sprecano troppo e vengono beffati da Maccarone che firma lo 0 a 1 finale. Favolosa la stagione dei toscani che volano a 30 punti a – 4 dalla zona Europa League. Il Verona chiude il girone d’andata senza vittorie, al Bentegodi passa il Palermo, gol di Vazquez. Una vittoria che non è bastata, però, a salvare la panchina di Ballardini, scaricato dalla squadra. E così il vulanico Zamparini ha affidato la squadra all’argentino Guillermo Barros Schelotto che sarà affiancato da Fabio Viviani, già vice di Giuseppe Iachini, che era stato sollevato dall’incarico lo scorso 10 novembre dopo la vittoria interna con il Chievo. Nelle altre partite, il Chievo vince per 1 a 0   contro il Bologna al dall’Ara grazie al gol di Pepe, il Genoa espugna il campo dell’Atalanta vincendo per 0 a 2 grazie
    ai gol di Dzemaili e Pavoletti mentre il Carpi s’impone per 2 a 1 in casa contro l’Udinese, per i padroni di casa segnano Lollo e Pasciuti mentre Zapata firma l’unico gol dei bianconeri.

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  • Higuain piega l’Inter,vola la Juve. Romane in crisi

    Higuain piega l’Inter,
    vola la Juve. Romane in crisi

    Serie A | di Mattia Carlomagno

    Nel Monday night il Napoli batte 2-1 l’Inter, con brividi finali. Pareggia la Fiorentina. Al Frosinone lo scontro salvezza contro il Verona. Quarta gioia consecutiva per la Juve. Squillo del Milan contro la Samp. Romane in alto mare. Impresa del Carpi che espugna Marassi. Al Frosinone lo scontro salvezza contro il Verona

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    La 14ª giornata di Serie A si chiude con il big-match tra Napoli ed Inter. I partenopei partono subito forte con il solito Higuain che al 2′ porta in vantaggio i padroni di casa. A complicare le cose per l’Inter ci pensa Nagatomo: espulso nel primo tempo. Nella ripresa parte di nuovo forte il Napoli ed al 62′ ancora Higuain batte Handanovic, nonostante il disturbo di Murillo e Miranda. Ma l’Inter non molla, trascinata da un super Ljajic, il quale, dopo 5 minuti, riapre i conti. Mancini rischia il tutto per tutto e il Napoli trema quando al 94′ accade l’inimmaginabile: doppio palo dell’Inter prima con Jovetic poi con Miranda. Brividi finali per Sarri, che però agguanta la testa della classifica battendo Mancini. Nell’altro match del lunedì, pareggia la Fiorentina contro il Sassuolo: Viola in vantaggio dopo appena 4 minuti con Borja Valero, raggiunti però sul finire del primo tempo da Floccari: finisce 1-1.

    La Juve c’è, è tornata. A differenza di quanto si diceva solo un mese fa, i bianconeri vincono la quarta di fila e accorciano sulle rivali: Roma in primis. Per espugnare “La Favorita” di Palermo serve il solito gol pesante di Manzdukic: quando segna lui, 6 gol finora, la Juve vince sempre. A mettere il punto esclamativo sul match ci hanno pensato poi Sturaro e Zaza, entrato al posto di un Dybala in versione assist-man nello stadio che lo ha lanciato nel grande calcio. Crolla in casa la Roma, conseguenza delle scorie Champions League che tormentano ancora la capitale giallorossa: l’Atalanta la fa da padrone all’Olimpico conquistando una vittoria meritata per i valori espressi in campo. Una squadra solida quella di Reja, che ha in Gomez e Moralez i suoi gioielli, con un Denis ritrovato. Proprio il Papu Gomez porta in vantaggio nella prima frazione gli ospiti, su errore in fase di impostazione di Digne. A chiudere la contesa ci pensa Denis, il quale trasforma un rigore su un’entrata folle di Maicon, nei minuti finali, espulso nell’occasione. A seguirlo però negli spogliatoi anticipatamente sono stati altri due bergamaschi: Stendardo e Grassi. Squillo del Milan, il quale a domicilio cala il poker contro la Sampdoria di Montella, la cui avventura sulla panchina blucerchiata non è iniziata affatto bene: 2 sconfitte in altrettante partite. A segno, tra i rossoneri, Bonaventura, il quale deve solo appoggiare in rete un assist dello scatenato Niang. Proprio il francese si prende la scena di San Siro, trasformando prima un penalty e sfruttando un errore di Viviano nella ripresa. A chiudere la contesa ci ha pensato Luiz Adriano, subentrato da 5 minuti al posto del francese. Gol della bandiera di Eder, che trasforma un penalty da lui stesso procurato. Male anche la Lazio, che da 5 partite non riesce a portare a casa i 3 punti. Al Castellani di Empoli, i padroni di casa vanno subito in vantaggio, con il primo gol stagionale del difensore Tonelli. La Lazio prova a reagire, soprattutto con Klose, al quale vengono annullati 2 gol, ma il risultato non cambia: Pioli sulla graticola. Vittorie esterne per Carpi e Udinese. Gli emiliani ritrovano i 3 punti, espugnando Marassi, dopo essere passati in svantaggio. A guidare il Carpi è l’ex di turno, Marco Borriello, il quale subentra nella ripresa e dà una svolta al match, prima realizzando il gol del pari e poi servendo l’assist a Zaccardo. Sorride Colantuono, il quale, con la sua Udinese, espugna il Bentegodi con un pirotecnico 3-2. A passare in vantaggio sono i padroni di casa con Paloschi, raggiunti però subito dall’autorete di Frey. Nella ripresa sale in cattedra l’ex Thereau, che prima realizza il punti dell’1-2, e poi, dopo il bellissimo gol del pareggio di Inglese, scucchiaia Bizzarri regalando 3 punti ai friulani. Vittorie importanti anche per Torino e Frosinone. I granata domano i felsinei nella ripresa grazie al 1º gol di Belotti ed al sigillo finale di Vives. I ciociari, invece, battono 3-2 il Verona in crisi. Ciofani protagonista con una doppietta. Non basta la reazione degli ospiti, i quali, seppure in 10, provano a riaprirla prima con Viviani e poi con Moras, ma alla fine i padroni di casa conquistano 3 punti vitali. 

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  • Bella Napoli: 2-1 alla Fiorentina

    Bella Napoli: 2-1 alla Fiorentina

    Serie A | di Mattia Carlomagno

    Archiviata la sosta per le nazionali, l’ottavo turno di campionato presenta un menu d’èlite: Napoli-Fiorentina e Inter-Juventus, il derby d’Italia. La partitissima del San Paolo è anche la sfida tra due squadre che esprimono un calcio divertente e spumeggiante, ma è soprattutto Sarri vs Sousa. Nel primo tempo le due formazioni cercano di non scoprirsi per non avvantaggiare gli avversari. Nel secondo tempo, salgono in cattedra Insigne e Higuain da una parte, Ilicic e Kalinic dall’altra. Risultato? Spettacolo puro: prima Insigne, magistralmente servito da un rinato Hamsik, batte Tatarusanu, con la specilità della casa: il tiro a giro sul secondo palo; poi, Kalinic, imbeccato da Ilicic, sigla il pareggio un un esterno al volo, battendo il superbo Reina. Ma, quando la partita sembra avviarsi verso il pareggio, ecco che Higuain decide che è arrivato il momento di smentire tutti: causa un errore di Ilicic, Mertens lo lancia in porta, il Pipita con la sua solita freddezza batte il portiere viola e fa esplodere il San Paolo: 2-1 Napoli, che ora inizia a fare davvero paura. Nel derby d’Italia, Inter e Juve restano al palo: prima Brozovic e poi Khedira, infatti, centrano due legni che, se non altro, avrebbero potuto dare un colore diverso ad una partita non proprio spettacolare come ci si poteva immaginare alla vigilia. Mancini e Allegri, dunque, si devono accontentare di un pareggio. L’ottava gornata, si è aperta con l’anticipo tra Roma ed Empoli. I giallorossi, dopo un primo tempo deludente, blindano i tre punti nella ripresa. Ad aprire le danze è Pjanic, che disegna una punizione degna del miglior Giotto; di lì in poi è solo Roma, che prima con De Rossi e poi con Salah archivia la pratica, inutile il gol di Buchel per l’Empoli. Continuano a stupire Atalanta e Sassuolo. I bergamaschi battono con un secco 3-0, a domicilio, il Carpi. Da segnalare il gol alla Recoba del Papu Gomez, direttamente da calcio d’angolo. I neroverdi di Di Francesco, invece, battono 2-1 la Lazio, confermando il mal di trasferta dei biancocelesti. Contestatissimo il rigore del vantaggio del Sassuolo, netta la simulazione di Cannavaro. Felipe Anderson prova a riaprire la partita, ma il Sassuolo resiste e porta a casa 3 punti fondamentali. Vittorie importanti anche per Frosinone e Palermo. I frusinati liquidano in due minuti la Sampdoria, tra il 54′ il 55′, con Paganini prima e Dionisi poi, ossigeno puro per la neopromossa. Il Palermo batte nel lunch-match il Bologna. Iachini può respirare, dovrò dire soprattutto grazie al Mudo Vazquez, mentre Delio Rossi è gia con un piede fuori dal Dall’Ara. Vittoria al cardiopalma del Genoa di Gasperini, che prima passa in svantaggio, dopo il gol di Paloschi (8 gol in 9 partite contro il Genoa), poi ribalta tutto con Pavoletti e Gakpè. Dopo l’ingenua espulsione di Dzemaili, arriva il pareggio dei clivensi, con gol di tacco del redivivo Pellissier. Ma proprio quando sembra ormai finita, ecco uscire fuori l’orgoglio gialloblù: Tachsidis con un tiro da biliardo al 93′ manda in delirio Marassi, regalando 3 punti al grifone. Pareggiano Verona-Udinese e Torino-Mila, entrambi con lo stesso risutlato: 1-1. Gli scaligieri devono rimandare l’appuntamento con la prima vittoria stagionale, nonostante il promo gol di Pazzini, pareggiato poi da Thereau. In Torino Milan accade tutto nella ripresa, prima Bacca e poi Baselli, grande rimpianto di Galliani, firmano un pareggio che non serve a nessuno, se non altro a dare un pizzico di tranquillità a Mihajlovic.

    Classifica alla mano, la Serie A 2015/2016 sembra ancora tutta da scrivere. Ma, tra le pretendenti allo scudetto, sta scaldando velocemente posizioni il Napoli di Sarri, che dopo aver battuto, in serie, Lazio, Juventus, Milan e Fiorentina sta davvero indossando i panni di antagonista principale a Roma e Juventus. La vecchia signora, però, stenta a trovare il ritmo giusto, ma con il recupero degli infortunati tornerà ad occupare le posizioni che le competono.

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