L’esposizione resterà poi aperta fino al 31 maggio, con entrata libera, visitabile dal lunedì al giovedì 9:00-13:00 e 14:00-17:00, e il venerdì 9:00-13:00. Allestita prima a Genova e ora a Montréal, la mostra presenta tavole di fumetti, realizzate da 24 autori italiani e quebecchesi, rappresentando due tipi di arterie parzialmente analoghe: i vicoli di Genova e le ruelles di Montréal, ovvero spazi urbani ristretti, intimi, protetti.
Per Genova, i vicoli (o caruggi) sono l’essenza del centro storico medievale, il nucleo centrale della città bassa, vicina al porto. Le ruelles di Montréal sono invece le viuzze parallele che scorrono sul retro dei triplex, sulle quali si affacciano i giardini. Qui si trovano ragazzini che giocano, cani, gatti, odore di barbecue.
La mostra è organizzata, tra i tanti, principalmente dal Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova e dal Festival de la Bande Dessinée de Montréal. I 12 fumettisti italiani sono: Eliana Albertini, Paolo Bacilieri, Bianca Bagnarelli, Lorena Canottiere, Sara Colaone, Andrea Ferraris, Emanuele Giacopetti, Gabriella Giandelli, Marino Neri, Davide Reviati, Silvia Rocchi, e Pietro Scarnera.
MONTREAL – Dal 20 al 27 aprile, il Salone dei Governatori del Centro Leonardo da Vinci (8370, boul. Lacordaire) ospiterà la mostra “Dietro ogni quadro, c’è una canzone” di Patrizia Palazzo. Patrizia ha cominciato a disegnare seguendo le orme della cugina maggiore. Nel 2010 ha partecipato al laboratorio de “Les Amis de la Peinture” e, in seguito, si è formata sotto la direzione artistica di Salvatore Catania. Patrizia sfrutta ogni momento libero per creare le sue opere e appare evidente anche la sua passione per la musica, la produzione lirica, la registrazione vocale e i videoclip di artisti come RO. QUE. L’inaugurazione si terrà il mercoledì 20 aprile alle ore 19, mentre la mostra sarà aperta nei giorni seguenti dalle ore 10 alle ore 21,30.
Per maggiori informazioni 514.955.8370, ppalazzo12@yahoo.ca.
Un viaggio nella storia dell’Impressionismo canadese
Una mamma con i suoi bambini è rapita dalla bellezza della spiaggia e dal colore del mare, mentre le onde si infrangono sul bagnasciuga. Una leggera brezza fa, quasi, volare il cappello di paglia di sua figlia, creando delle pieghe tra i vestiti di un colore bianco candido, mentre il loro sguardo è rivolto verso il mare.
Protagonista la luce nel quadro Sunny September di Helen Mc Nicoll, pittrice canadese, il cui stile ricorda i panorami ed i colori di Claude Monet, in un gioco sapiente di chiaroscuri. Conosciuta come una delle prominenti artiste dell’impressionismo canadese, Mc Nicoll è una delle nove pittrici che rappresentano una novità dell’esposizione “Canada and Impressionism: New Horizons” inaugurata alla National Gallery of Canada ed aperta fino al 3 luglio. Obiettivo della mostra è far conoscere al grande pubblico il meticoloso lavoro degli artisti canadesi impressionisti, organizzata dal MBAC, con il contributo della Fondazione canadese A.K.Prakash, mecenate dell’evento.
Prima ed unica nel suo genere, la mostra presenta 108 opere provenienti da collezioni pubbliche e private, presentando al pubblico 36 artisti canadesi tra il 1880 ed il 1920, dopo un tour di grande successo in Francia, Svizzera e
Germania. L’esposizione celebra il grande contributo femminile all’impressionismo canadese: ben nove pittrici sono presenti nella mostra con le loro opere, tra cui Prudence Heward, H. Mabel May, Clarence Gagnon, Mary Bell, Katleen M. Morris, Florence Carlyle, Laura Muntz, tra scene di vita quotidiana e paesaggi bucolici.
“Quest’esposizione vuole sottolineare come tutti gli artisti canadesi si siano appropriati dell’Impressionismo, movimento artistico internazionale – spiega la Dr. Sasha Suda Direttrice generale del Museo delle Belle Arti del Canada –, in particolare il lavoro di queste nove pittrici rimarcabili, definite moderne grazie al valore unico della loro arte”.
Da una sala all’altra, emerge in tutta la sua vibrante forza il colore, protagonista delle opere come in “Autumn in France” di Emily Carr che esprime l’intensità delle proprie emozioni di fronte alla nuova visione della natura. “La storia dell’Impressionismo in Canada non è più un capitolo sconosciuto nel movimento impressionista mondiale – sottolinea Katerina Atanassova, ideatrice e curatrice della mostra – fino ad oggi il ruolo degli impressionisti canadesi era poco conosciuto, qui ed all’estero.
Oggi non è più così. Quest’esposizione, prima nel suo genere, porta alla luce il grande contributo dei pittori canadesi nel quadro di un movimento artistico internazionale”. Articolata in sette temi, in ordine cronologico, racconta i viaggi degli artisti canadesi a Barbizon, Parigi, influenzati dall’impressionismo francese con scene in campagna, passeggiate lungo la Senna ed in riva al mare in Bretagna ed in Normandia.
Da una sala all’altra, si alternano scene di vita quotidiana nella metropoli parigina con giochi d’infanzia e rievocazioni di luoghi in Italia, Spagna, Africa del Nord, fino ai Caraibi. Un viaggio nel tempo e nella geografia dei luoghi che affascina ed influenza gli artisti canadesi che, al loro rientro in Canada, riadattando e rienterpretando le esperienze vissute, danno vita ad una nuova realtà pittorica, l’Impressionismo canadese.
Oltre 200 reperti archeologici direttamente dall’Italia saranno esposti al ‘Museo delle Belle Arti’ di Montréal, dal 6 febbraio al 5 settembre
Montréal – Per la prima volta, a Montréal, sarà allestita una Mostra interamente dedicata a Pompei. Fondata nel VIII secolo a.C., Pompei fu distrutta, insieme alle città vicine di Ercolano, Stabia ed Oplontis, durante la spettacolare eruzione del Vesuvio del 24 agosto del 79 D.C, al culmine dell’Impero Romano. Fra terribili scosse telluriche ed esalazioni di gas venefici, le città intorno al Vesuvio cessarono di esistere quello stesso giorno, rimanendo per secoli sepolte sotto una coltre d’oltre sei metri di cenere e lapilli. Si è calcolato che, sui circa 15 mila abitanti che doveva contare in quel periodo Pompei, circa 1.500 sarebbero state le vittime (il 10% circa): alcune avvelenate dai gas durante la fuga, altre stritolate nelle loro stesse case dai tetti crollati sotto il peso dei lapilli, ed altre bruciate vive da nubi ardenti Sepolte sotto diversi metri di sedimenti vulcanici e preservate dal maltempo e dai saccheggi, queste città sono state dimenticate per oltre quindici secoli. La loro riscoperta nel XVIII secolo, in uno stato di ottima conservazione, ha influenzato profondamente l’arte di tutta Europa, dal Neoclassicismo al Romanticismo.
Con 220 reperti archeologici – statue di bronzo e di marmo, mosaici, affreschi, arti decorative e oggetti di vita quotidiana – la Mostra offre uno straordinario spaccato della vita di questa importante città dell’Impero Romano, in quel tempo prospera e raggiante, facendo luce su costumi locali e usanze religiose, oltre che sulla vita quotidiana dei suoi abitanti (più bassi di noi e la cui aspettativa di vita non superava i 40 anni), la loro alimentazione (avevano denti perfetti perché ingerivano pochi zuccheri), i loro sport preferiti, le loro abitazioni. La Mostra esplora tre temi principali (che saranno riprodotti in 10 sale tematiche): la vita pubblica, la vita privata e gli aspetti scientifici e umani dell’eruzione vulcanica, inclusa una selezione di calchi elegantemente commentati da una opera video di Laurent Grasso, artista contemporaneo francese di fama internazionale. Una vera e propria ‘esperienza immersiva’, in un’epoca storica che potremo ‘rivivere’ attraverso una passeggiata per le strade urbane, una sosta nei giardini, e perfino una visita in una domus romana.
La Mostra è organizzata dal Museo di Belle Arti di Montreal, insieme al Museo Reale dell’Ontario, di Toronto, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e la Soprintendenza di Pompei. Biglietto d’ingresso: 20 $. Per ulteriori informazioni, contattate il Museo al 514 285-2000, oppure collegatevi al sito sufficiale: www.mbam.qc.ca.