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  • Misure sanitarie in Québec: alunni in classe senza mascherina

    Misure sanitarie in Québec: alunni in classe senza mascherina

    QUÉBEC – Tappa dopo tappa, il governo del Québec sta mettendo in pratica alla lettera gli allentamenti progressivi e graduali delle misure sanitarie annunciati nel calendario diffuso agli inizi di febbraio.

    Da lunedì 7 marzo, la mascherina in classe non è più obbligatoria in diverse regioni del Québec. Più nello specifico, non sono più tenuti ad indossarla gli alunni delle scuole Primarie e Secondarie delle regioni di Montréal, Outaouais, Abitibi, Saguenay-Lac-Saint-Jean e North Shore. Per i giovani delle regioni di Laval, Québec City, Bas-du-Fleuve e Chaudière-Appalaches le vacanze di primavera sono arrivate una settimana dopo, quindi la mascherina non sarà più obbligatoria a partire dal 14 marzo.

    “La rimozione della mascherina in aula è un passo importante per ritrovare il piacere di imparare e di insegnare’’, ha commentato il Ministro dell’Istruzione, Jean-François Roberge. Tuttavia, per contenere i rischi ancora presenti, la mascherina sarà ancora necessaria nelle aree comuni delle scuole, quando gli studenti si spostano da una struttura all’altra e durante i viaggi sull’autobus scolastico.

    I negozi, dal canto loro, torneranno alla normalità a partire da sabato 12 marzo, quando la capacità degli spazi commerciali tornerà al 100% della loro capacità. Non ci sarà più alcun limite per tavolo nei ristoranti, nei bar, nelle taverne e nei casinò. Cadranno anche le restrizioni sugli orari di apertura, così come si potrà tornare a ballare ed a cantare con il karaoke. Calerà il sipario anche sul limite dei partecipanti agli eventi sociali nelle sale in affitto e sarà rimosso l’obbligo di registrazione per i visitatori che si recheranno nelle residenze per anziani. Infine, sempre a partire da sabato 12 marzo, il passaporto vaccinale non sarà più richiesto nei luoghi pubblici.

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  • Mascherine all’aperto e discoteche: l’Italia respira

    ROMA – Via le mascherine all’aperto: l’Italia vede il traguardo della riapertura del paese, due anni dopo l’inizio della pandemia e proprio nel giorno in cui si è superata l’ennesima soglia simbolica, quella dei 150mila morti a causa del virus.

    La misura dell’obbligo di indossare i dispositivi di protezione era stata decisa con il decreto del 13 ottobre del 2020, dunque 16 mesi fa. Ma il passo verso il ritorno alla normalità è doppio: si torna infatti anche a ballare, con la riapertura delle discoteche.

    Sono i primi due grandi step di quella road map annunciata l’11 febbraio scorso dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, per riaprire il paese, che porterà a un allentamento di tutte le altre restrizioni, compreso il Green pass, e che al momento ha altre due date: il 31 marzo, quando scadrà lo stato d’emergenza, e il 15 giugno, quando invece finirà l’obbligo di vaccinazione per gli over 50. Vediamo il calendario di ritorno alla normalità.

    Dall’11 febbraio via le mascherine all’aperto. Si è tornati a circolare per le strade di città e paesi con il viso scoperto, anche se sarà obbligatorio avere con sé la mascherina ed indossarla nelle situazioni di assembramento. E riaprono le discoteche. Si torna a ballare con la riapertura delle discoteche, il settore che è stato più penalizzato in questi due anni di emergenza: dovranno mantenere una capienza del 50% al chiuso e si potrà stare senza la mascherina solo in pista. Potrà entrare soltanto chi ha il Green pass rafforzato, quindi esibendo il certificato di guarigione dal Covid o di avvenuta vaccinazione.

    15 febbraio: green pass rafforzato al lavoro. I lavoratori pubblici e privati – compresi quelli in ambito giudiziario e i magistrati – che hanno compiuto i 50 anni, dovranno esibire al lavoro il Super Green pass, che si ottiene con il vaccino o con la guarigione dal Covid. Chi non lo farà non riceverà lo stipendio ma conserverà il posto di lavoro. L’accesso ai luoghi di lavoro senza certificato che attesti vaccino o guarigione è vietato e chi non rispetta il divieto subirà una sanzione amministrativa tra 600 e 1500 euro.

    1 marzo: aumenta capienza stadi. Dal 1 marzo le capienze di stadi e palazzetti saliranno rispettivamente al 75% e al 60%, con l’obiettivo di riaprirli completamente.

    10 marzo: visite in ospedale. Dal 10 marzo sarà nuo- vamente possibile visitare i familiari ricoverati in ospedale, per 45 minuti al giorno.

    31 marzo: fine stato d’emergenza. Dovrebbe scadere il 31 marzo lo stato d’emergenza, in vigore da oltre due anni, a cui sono legate ad esempio le norme sul lavoro agile, ovvero lo smartworking, e quelle in materia di sorveglianza sanitaria eccezionale.

    15 giugno: per over 50 termina obbligo vaccino. Il 15 giugno un punto di arrivo: per gli over 50 termina l’obbligo del vaccino, secondo quanto deciso nel decreto legge di inizio gennaio.

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  • Un rientro a scuola… in maschera

    Un rientro a scuola… in maschera

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    Dal quinto anno fino ai corsi per gli adulti sarà obbligario coprirsi naso e bocca.

    Québec – A circa 3 settimane dalla riapertura delle scuole, previsto per fine agosto (il 27 gli istituti in lingua francese ed il 31 quelli in lingua inglese), martedì scorso il governo Legault ha annunciato il piano di rientro con tutte le procedure di sicurezza che alunni e professori saranno chiamati a rispettare. Procedure che, naturalmente, ruotano intorno a princìpi-cardine come mascherina, distanziamento sociale e igiene personale. Ad illustrare i dettagli del piano messo a punto dal governo è stato il Ministro dell’Istruzione, Jean-François Roberge, che in conferenza stampa ha esordito dicendo che “riaprire le nostre scuole è cruciale e prioritario”. Una riapertura che non potrà prescindere dalla sicurezza sanitaria, vista la pandemia ancora in corso. Motivo per cui, dal quinto anno delle Primarie (12 anni) fino ai corsi per gli adulti, sarà obbligario indossare la mascherina nel trasporto pubblico, sullo scuolabus, e in tutti i luoghi pubblici, sia al chiuso che all’aperto, dove non è possibile mantenere una distanza interpersonale di 2 metri. Uniche eccezioni: all’interno delle aule e a mensa durante la pausa-pranzo. Per i più piccoli, indossare la mascherina resta facoltativo, ma fortemente raccomandato. Tutto il personale, dagli insegnanti ai bidelli, sono obbligati ad indossare la mascherina nei corridoi e negli spazi comuni, ma non in classe. “Vogliamo preservare l’espressione facciale, che è molto importante nella comunicazione con gli alunni”, ha spiegato il Ministro Jean-François Roberge. I visitatori, dal canto loro, saranno tenuti ad indossare la mascherina in ogni momento, anche in classe, a meno che non siano seduti in un auditorium ad una distanza ‘sociale’ di almeno 1 metro e mezzo. In classe, nessuna bolla di sei alunni, che quindi non dovranno rispettare alcuna distanza di sicurezza. Distanza di due metri che invece resta tra gli alunni ed il resto del personale. Alle Primarie come alle Secondarie, saranno gli insegnanti a cambiare aula tra una materia e l’altra, e non gli alunni. Per la ricreazione, invece, gli orari saranno scaglionati in modo che gli studenti non si ritrovino tutti insieme allo stesso momento. Gli alunni con i genitori a rischio o ammalati possono essere esentati dalla frequenza.  Nei CEGEP e nelle Università, infine, vale la regola generale per cui la maschera è obbligatoria in tutti i luoghi pubblici chiusi. Restano in vigore accorgimenti-base come il lavaggio frequente delle mani e la sanificazione delle aule. Parola d’ordine: trasparenza. Il Ministro ha sottolineato che i genitori saranno tempestivamente informati in caso di positivi sia nella classe che nella scuola frequentata dai figli. Non solo: il governo ha già predisposto un piano b che prevede lezioni a distanza già 24 ore dopo la sospensione improvvisa della frequenza in presenza. Il direttore della Sanità Pubblica Horacio Arruda, dal canto suo, si è rivolto così ai genitori ancora riottosi a rimandare i figli a scuola: “Privare il proprio figlio della scuola e dei momenti di socializzazione è più grave del potenziale rischio che si possa ammalare”.

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