Tag: Marco Mendicino

  • TRE MINISTRI ITALO-CANADESI

    TRE MINISTRI ITALO-CANADESI

    In tutto 38 Ministri, tanti volti noti e qualche matricola. Rispettata la parità di genere.
    Dieci i Ministri eletti in Québec, tre gli Italo-Canadesi riconfermati

    Mendicino alla Sicurezza Pubblica, Tassi ai Servizi Pubblici e Lametti alla Giustizia

    OTTAWA – Finalmente il Canada ha un nuovo governo. Dopo il voto del 20 settembre, il Primo Ministro Justin Trudeau ha annunciato il nuovo esecutivo, il terzo liberale di fila, il secondo consecutivo di minoranza (in Parlamento la maggioranza sarà solo relativa, non assoluta). Il rito del giuramento si è tenuto il 26 ottobre scorso, quasi un mese dopo, a Rideau Hall, la residenza ufficiale della Governatrice generale May Simon. Il Parlamento, invece, riaprirà solo lunedì 22 novembre.  In tutto 38 Ministri: 19 donne e 19 uomini, tanti volti noti e qualche matricola. Rispettata la parità di genere. Dieci i Ministri eletti in Québec, tre gli Italo-Canadesi riconfermati. Rispetto alla precedente squadra di governo, solo sette sono i Ministri che hanno conservato l’incarico assunto nel corso della precedente legislatura. Trudeau ha riconfermato il suo braccio destro, Chrystia Freeland, che ha assunto il doppio incarico di Vice Primo Ministro e Ministro delle Finanze. Importante conferma anche per l’italocanadese David Lametti nel delicato ruolo di Procuratore Generale e Ministro della Giustizia. Restano al governo, ma con incarichi diversi, altri due esponenti della Comunità Italo-Canadese: Filomena Tassi è stata nominata Ministro dei Servizi Pubblici, mentre Marco Mendicino lascia l’Immigrazione e passa alla Pubblica Sicurezza, un dicastero le cui competenze sono state divise con il neonato Ministero della Preparazione contro le Emergenze, sotto la responsabilità di Bill Blair. Una delle nomine più importanti è quella di Mélanie Joly, promossa a Ministro degli Affari Esteri, dopo essere stata responsabile dello Sviluppo Economico e delle Lingue Ufficiali. Premiata per il suo lavoro encomiabile in Québec nel corso dell’ultima campagna elettorale. La Joly prende il posto di Marc Garneau, che è sempre stato membro del gabinetto, dal ritorno al potere dei liberali nel 2015. L’ex astronauta potrebbe ricevere un incarico diplomatico, secondo quanto si vocifera a Parliament Hill. Anita Anand, ex Ministro dei servizi pubblici e dell’approvvigionamento, che si è distinta nella pianificazione dell’acquisto di vaccini contro il COVID-19, è stata nominata alla Difesa, in sostituzione di Harjit Sajjan, che è passata allo Sviluppo Internazionale. La Sajjan era finita al centro delle polemiche dallo scorso febbraio, per il modo in cui ha gestito lo scandalo delle molestie sessuali che vede coinvolto l’esercito canadese. La Anand, dal canto suo, è la seconda donna a ricoprire la carica, dopo la conservatrice Kim Campbell nel 1993. Steven Guilbeault, che ha fatto il salto in politica nel 2019, dopo una lunga carriera come attivista ambientale, eredita la carica di Ministro dell’Ambiente e dei Cambiamenti Climatici, sostituendo Jonathan Wilkinson, ‘retrocesso’ alle Risorse naturali. Pablo Rodriguez, che mantiene il suo ruolo di Luogotenente liberale del Québec, sostituisce Guilbeault come Ministro del Patrimonio canadese, carica che ha ricoperto per più di un anno durante il primo mandato di Trudeau. La funzione di capogruppo alla Camera, che Rodriguez ha svolto prima delle elezioni, viene assunta da Mark Holland. Un altro cambiamento degno di nota: Jean-Yves Duclos passa dal Ministero del Tesoro alla Sanità, sostituendo Patty Hajdu, che diventa Ministro dei Servizi per gli Aborigeni. Il Ministro eletto in Québec dovrà ora trattare con le province, che chiedono forti aumenti nei trasferimenti federali per la sanità. La veterana Carolyn Bennett viene declassata a Ministro associato per la Salute Mentale. Il neo Ministro dell’Immigrazione è Sean Fraser, mentre la matricola Omar Alghabra si occuperà dei Trasporti. Entra invece nell’esecutivo Randy Boissonnault, nuovo Ministro del Turismo, mentre Francois-Phillipe Champagne è stato confermato al Commercio e all’Innovazione. Una new entry, Pascale St-Onges, diventa Ministro dello sport e Ministro responsabile dell’Agenzia per lo sviluppo economico del Canada per le regioni del Québec. A Mona Fortier viene affidato il dicastero del Tesoro ed a Marci Ien quello per le Donne. Seamus O’Regan diventa Ministro del Lavoro, Carla Qualtrough va al Pubblico Impiego, Ahmed Hussenviene si occuperà dell’Emergenza abitativa, mentre Marie-Claude Bibeau assume l’incarico di Ministro dell’Agricoltura. Marc Miller viene confermato al Ministero per le Relazioni tra Corona e Indigeni, Joyce Murray è stata scelta per la Pesca e Mary Ng per il Commercio Internazionale. Marci Ien, ex conduttrice di CTV che ha conquistato la circoscrizione di Toronto-centro, sarà il nuovo Ministro per le Donne, l’Uguaglianza di genere e la Gioventù. Kamal Khera, un’infermiera di formazione, diventa Ministro degli Anziani, Karina Gould passa al Ministero per la Famiglia e lo Sviluppo Sociale, Gudie Hutchings sarà responsabile dello sviluppo economico rurale, Dominic Leblanc va agli Affari Intergovernativi, Diane Lebouthillier alle Risorse Nazionali, Ginette Petitpas Taylor sarà responsabile per lo Sviluppo delle zone Atlantiche, Dan Vandal si occuperà degli Affari e dello Sviluppo delle Regioni del Nord, mentre Helena Jaczek entra a far parte dell’esecutivo come Ministro responsabile dell’Agenzia federale per lo sviluppo economico del sud dell’Ontario. (V.G.)

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  • Giustizia, Immigrazione e Lavoro agli Italiani

    Giustizia, Immigrazione e Lavoro agli Italiani

    Il Primo Ministro ha scelto David Lametti, Marco Mendicino e Filomena Tassi

    IL PUNTO di Vittorio Giordano

    ‘Il Buongiorno si vede dal mattino’ e ‘Chi ben comincia è già a metà dell’opera’: sono due proverbi che calzano a pennello per sintetizzare il nostro giudizio sulla composizione del nuovo governo di minoranza guidato da Justin Trudeau. A questi potremmo aggiungerne un altro: “Date a Cesare quel che è di Cesare”. Finalmente, la folta e influente Comunità Italo-Canadese ottiene la giusta considerazione e trova una degna rappresentanza nel nuovo esecutivo liberale, con tre Ministeri strategici come Lavoro, Giustizia e Immigrazione. Tre settori-chiave per il buon funzionamento di uno stato di diritto. Il giusto attestato di stima verso una Comunità che, più di altre, ha contribuito, con la sua intraprendenza ed i suoi valori, allo sviluppo sociale, culturale ed economico del Paese degli Aceri. Senza trascurare la quasi innata ‘vocazione’ Italo-Canadese a votare in blocco per il Partito Liberale. Basti pensare che nei 33 collegi ad alta densità italiana (dove risiedono almeno 10mila Italo-Canadesi), gli eletti Liberali sono passati da 24 a 25. Insomma, la storica fedeltà italiana non ha vacillato, nemmeno dopo 4 anni di deficit galoppante, misure controverse e qualche scandalo di troppo. Trudeau ha voluto premiare chi lo ha sostenuto, nonostante il vento contrario. Facendosi perdonare per la ‘dimenticanza’ del 2015, quando ha varato un governo per la prima volta senza volti Italo-Canadesi: il ‘tributo’ tricolore al governo di Ottawa cominciato nel 1981 con Carletto Caccia, passando per Lisa Frulla e Alfonso Gagliano, si era bruscamente fermato a Julian Fantino nel 2015. Ora manca l’ultimo step per completare l’opera di “riconciliazione”: le scuse agli Italo-Canadesi per l’internamento arbitrario durante la Seconda Guerra Mondiale, come promesso il 14 giugno scorso, a Vaughan. Per saldare un debito con la storia e rimarginare una ferita mai cicatrizzata. Nel frattempo, ci rallegriamo per un governo che parla un po’ più italiano. Prima di tutto, ci sembrava un atto dovuto – e così è stato – confermare alla Giustizia David Lametti, entrato nella stanza dei bottoni del Consiglio dei Ministri nel secondo rimpasto della scorsa legislatura, a soli 9 mesi dal voto: anche nei panni di Procuratore Generale del Canada, Lametti ha avuto il merito di gestire con freddezza ed oculatezza il caso Snc-Lavalin, dopo la burrascosa uscita di scena di Jody Wilson-Raybould. Docente di Diritto all’Università McGill, il deputato Italo-canadese (nato a Port Colborne, in Ontario, da genitori marchigiani) si è lanciato in politica nel 2005, eletto nella contea di LaSalle-Émard-Verdun. Marco Mendicino, dal canto suo, è il nuovo Ministro dell’Immigrazione e della Cittadinanza. Eletto per la prima volta nel 2015 nella contea di Eglinton—Lawrence, in Ontario, Mendicino, 46 anni, originario di Cleto, in provincia di Cosenza, è il secondo calabrese, in ordine di tempo, ad essere investito di questa nomina, dopo Judy Sgrò, che aveva guidato il dicastero tra il 2003 e il 2005. Un pezzo di Calabria che si va ad aggiungere ai deputati eletti nell’ultima tornata elettorale, sempre nel Partito Liberale: oltre a Mendicino, hanno staccato il rinnovo del pass per Ottawa anche Judy Sgrò e Francesco Sorbara. Per Mendicino non sarà una passeggiata: avrà l’ingrato compito di svecchiare e snellire un sistema spesso farraginoso, appesantito da un iter burocratico e da requisiti stringenti che penalizzano gli stessi candidati italiani. Le cifre sono allarmanti: degli oltre 3,6 milioni di stranieri che hanno ottenuto la residenza permanente dal 2006 ai primi otto mesi del 2019, solamente 8.649 sono italiani: lo 0,23% del totale! Ad essere promossa, infine, è stata anche l’Italo-Ontariana Filomena Tassi, che dagli Anziani, dicastero senza portafoglio, è passata al Lavoro, che ha un valore specifico molto più rilevante. Eletta per la prima volta nel 2015 nella contea di Hamilton West-Ancaster—Dundas, Filomena è laureata in Giurisprudenza, oltre a vantare un Master in Educazione Religiosa.

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