Tag: italo-montrealese

  • A 16 anni Priscilla-Skye canta l’amore

    A 16 anni Priscilla-Skye canta l’amore

    La giovanissima cantante Italo-Montrealese ha conquistato il mondo del web con la sua voce intensa e coinvolgente, oltre ad una presenza scenica sorprendente

    Montréal – Ha soli 16 anni, ma ha già la personalità e, soprattutto, la voce di una cantante di successo. Tanto che su YouTube, il suo primo video dal titolo “PURE” (ecco il link del video realizzato da Danillo Perin: https://www.youtube.com/watch?v=_rEF02Zt6HU ha totalizzato quasi 240 mila visualizzazioni in 10 giorni, con click da tutte le parti del mondo. Numeri da capogiro. Tanto che già diversi giornalisti ed esperti del settore hanno provato a contattarla. Lei è Priscilla-Skye, mamma Anna Campanile di origini calabresi/pugliesi e papà Aldo De Petrillo di origini campane, entrambi nati a Montréal. Ed entrambi felicissimi e fieri, sempre al suo fianco per incoraggiarla e non farle mancare nulla.  “Già a 6 anni – ci ha raccontato Priscilla per telefono da Terrebone – ho cominciato a canticchiare, poi ho cominciato ad esibirmi negli spettacoli di fine anno a scuola ed è così che, a 10/11 anni, ho scoperto di avere questo talento”. Ha cominciato a seguire dei corsi di canto, prima a Laval e poi con un maestro privato, e nel 2016 ha partecipato per la prima volta a Superfantastico, il concorso musicale organizzato da Radio CFMB. Il bis è arivato lo scorso febbraio, quando, esattamente il 9 febbraio, il giorno del compleanno di nonna Ida Vendittoli, si è esibita in finale. E qualche giorno fa, il 3 luglio, si è lanciata nell’interpretazione di “Pure”: “È un brano estivo che ci invita a non rinunciare ai nostri sogni, ad essere felici, naturali, spontanei, positivi con la famiglia e con gli amici”. Un vero e proprio inno all’amore e alla gioia. Non solo una voce travolgente: Priscilla ha anche le idee chiare: “Non ho degli artisti preferiti, anche se ne ascolto tanti. La mia voce? Posso spaziare dal jazz al rock, ma non l’opera, perché è troppo difficile”. Tutto merito di una voce dinamica e versatile. Sorprendente anche la sua presenza scenica, con una mimica ed una gestualità tipicamente italiani. “Il mio sogno – ci ha confidato – è diventare  una cantante professionista”. Magari interpretando qualche brano italiano: “All’ultimo Superfantastico mi sono esibita con ‘Tanta voglia di lei’ dei Pooh, ma mi piace molto anche ‘L’emozione non ha voce’ di Adriano Celentano. Adoro la musica italiana, perché è molto romantica e profonda, quasi sempre incentrata sull’amore. E poi le parole sono bellissime. Tutto questo la rende diversa dalla musica inglese”. Dopo tutto, Priscilla si sente italiana: “Sono molto orgogliosa delle mie radici, gli italiani sono fantastici”. Tanto che, quando i genitori la fanno arrabbiare, la sua risposta è rigorosamente e spontaneamente in italiano. “L’ultima volta che sono stata in Italia avevo 5 anni, sono sempre in contatto con la mia famiglia oltreoceano”. Che magari un giorno tornerà a trovare come cantante affermata: “Ora voglio studiare Arte e Musica e un giorno scrivere le mie canzoni, diventando una cantautrice”.  Ma per noi Priscilla-Skye è già l’ennessima ‘eccellenza tricolore’ in Nord America. (V.G.)

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  • Sciascia: È colpa nostra, fiducia in Trudeau

    Sciascia: È colpa nostra, fiducia in Trudeau

    Interviene il presidente del Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi, Regione Québec

    Montréal – La Comunità italo-montrealese riflette, si interroga e cerca di capire i motivi alla base della cocente sconfitta alle primarie liberali nella circoscrizione di Saint-Léonard-Saint-Michel. Il fatto che dopo 35 anni il candidato liberale non sia più un italo-canadese, è un segno dei tempi che cambiano. Ma può anche essere un incidente di percorso che, paradossalmente, finirà per rafforzare il nostro senso di appartenenza. Del resto, in una società che ama definirsi multi-etnica e multi-culturale come quella canadese (lontana anni luce dal melting-pot inclusivo e ‘assimilante’ di matrice americana), è giusto che ogni Comunità tiri l’acqua al suo mulino. Visto che in Canada, fino a prova contraria, le differenze sono una valore aggiunto, una forma di arricchimento reciproco. Giusto? Sta di fatto che l’analisi della sconfitta non porta a conclusioni condivise: la Comunità italo-montrealese è in fermento e in tanti si chiedono come reagirà alle prossime elezioni federali del 21 ottobre. Anche alla luce del recente annuncio del Primo Ministro Justin Trudeau, che ha promesso le scuse ufficiali in memoria degli italo-canadesi internati durante la Seconda Guerra Mondiale. Una promessa molto significativa, che ha un’unica grande controindicazione: potrà essere mantenuta solo in caso di vittoria liberale, visto che la cerimona si terrà solo nei mesi successivi alla tornata elettorale. In questa fase così delicata per la vita comunitaria, abbiamo sentito il presidente del Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi, Regione Québec, l’avv. Tony Sciascia. Che ha voluto subito mettere le cose in chiaro, per quanto riguarda la sconfitta alle primarie liberali a Saint-Léonard-Saint-Michel: “Gli italiani non dovrebbero essere arrabbiati col Partito Liberale, ma con l’ex deputato della contea Nicola Di Iorio, perché, se non avesse fatto quello che ha fatto, non ci sarebbe stata questa divisione nella Comunità. La diffidenza degli italiani verso il candidato prescelto, Hassan Guillet, passerà. Certo, ognuno è libero di votare chi vuole, ma non penso che i delusi siano la grande maggioranza della Comunità, che è sempre stata liberale e non credo che questo cambierà. Fermo restando che il Congresso non si schiera, perché è un ente apolitico. La verità è che la colpa è nostra, perché ci siamo divisi: Guillet ci ha saputo fare, ha saputo organizzarsi e questa volta la Comunità italiana ha perso il treno. E una parte della colpa è di Nicola Di Iorio, che, dopo le dimissioni, si sarebbe dovuto astenere dallo schierarsi nella contesa delle primarie. E poi, non tutti gli elettori di Cavaleri e Lattanzio hanno espresso la seconda preferenza scegliendo il secondo candidato italiano in lizza. Se chi ha votato Cavaleri si fosse schierato nel secondo turno anche per la Lattanzio, quest’ultima avrebbe vinto”.

    “Per quanto riguarda le scuse di Trudeau agli Italo-Canadesi in memoria degli internati della Seconda Guerra Mondiale, almeno il Primo Ministro ha offerto qualcosa. Cosa ci offre il Partito Conservatore? Ha sempre bloccato ogni iniziativa per sistemare questa vicenda. Avevamo un’intesa nel 2005 e non l’ha rispettata. Così come nel 2010 ha bocciato il progetto di legge 302 di Massimo Pacetti. Il fatto che Trudeau si sia impegnato dà a noi italiani l’opportunità di andare a sollecitare anche gli altri partiti per capire cosa sono disposti a fare. E comunque la colpa è di nuovo nostra, perché abbiamo presentato la proposta l’11 giugno. Si tratta di una vicenda nazionale, di competenza del Congresso nazionale e del presidente Roberto Colavecchio, ma, dopo un anno e mezzo di inoperosità, sono dovuto intervenire io per preparare la proposta e sbloccare la situazione. La proposta è stata quindi sottoposta all’ufficio del Primo Ministro l’11 giugno. E nei giorni successivi, a pochi giorni dalla chiusura del Parlamento, Justin Trudeau ha dato l’annuncio delle scuse ufficiali. Sono cose che richiedono una certa preparazione, non si fanno da un giorno all’altro”.

    “In merito alla frase che mi attribuisce Joseph Facal su Journal de Montreal del 13 giugno scorso (“C’est un désastre. Ça nous met en tabarouette, en bon québécois. On a commis une grande bêtise”), è palesemente fuori contesto, visto che io mi riferivo alla divisione nella nostra Comunità: non ho mai detto nulla contro Hassan Guillet, che ha fatto il suo lavoro ed ha vinto”. (V.G.)

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