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  • La Storia del Giro d’Italia e della Maglia Rosa

    La Storia del Giro d’Italia e della Maglia Rosa

    Il GIRO D’ITALIA (detto anche Giro o Corsa Rosa) è stato istituito nel 1909 su idea dei giornalisti Tullo Morgagni, Eugenio Camillo Costamagna e Armando Cougnet. È una delle tre corse a tappe più importanti del calendario ciclistico, insieme al Tour de France e la Vuelta a España, ed è inserito dall’Unione Ciclistica Internazionale nel circuito professionistico del World Tour; storicamente è da ritenersi la seconda corsa a tappe più prestigiosa dopo quella francese, anche se, a cavallo tra gli anni quaranta e gli anni cinquanta e durante gli anni settanta, il prestigio e il numero di grandi ciclisti iscritti portarono il Giro ad avere un’importanza pari a quella del Tour.

    A partire dalla prima edizione si è sempre disputato, salvo che per le interruzioni dovute alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale, nell’arco di tre settimane tra i mesi di maggio e giugno, fatta eccezione per il 1946, quando si corse tra giugno e luglio, e il 2020, anno in cui, a causa della pandemia di COVID-19, viene rinviato a ottobre: la corsa si svolge sul territorio italiano, ma occasionalmente il percorso può interessare località al di fuori dai confini italiani (sconfinamenti, arrivi o partenze di tappa, prime tappe); mentre il luogo di partenza è in genere ogni volta diverso, l’arrivo è il più delle volte posto a Milano, città ove ha sede La Gazzetta dello Sport, il quotidiano sportivo che organizza la corsa sin dalla sua istituzione. Proprio il colore delle pagine della Gazzetta, il rosa, caratterizza dal 1931 la maglia del ciclista primo in classifica; anche per questo motivo il Giro è noto come “Corsa Rosa”.

    Il record di vittorie al Giro è condiviso da tre ciclisti, ognuno con cinque vittorie: gli italiani Alfredo Binda, vincitore tra il 1925 e il 1933, e Fausto Coppi, vincitore tra il 1940 e il 1953, e il belga Eddy Merckx, che vinse tra il 1968 e il 1974. Per quel che riguarda le vittorie di tappa, il record appartiene al velocista italiano Mario Cipollini, che nell’edizione del 2003 riuscì a superare il record di 41 vittorie che dagli anni trenta apparteneva ad Alfredo Binda; a quest’ultimo rimangono i record di vittorie di tappa in una stessa edizione, 12 tappe su 15 nel 1927, ed i vittorie di tappa consecutive, ben 8 nel 1929.

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  • De Gustibus di Alessandra Cori. Italia fa segnare il primato di sicurezza alimentare in Europa

    De Gustibus di Alessandra Cori. Italia fa segnare il primato di sicurezza alimentare in Europa

    L’analisi dei residui negli alimenti non finisce mai. Un continuo processo di monitoraggio è in atto nell’Unione Europea che attraverso l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) produce una relazione annuale sui livelli di residui di agrofarmaci negli alimenti distribuiti sul mercato europeo. Questi dati derivano a loro volta dai controlli nazionali effettuati dai vari Stati membri dell’Ue.

    Dal report pubblicato a febbraio scorso (relativo al monitoraggio effettuato nel 2020), è emerso come il 94,9% degli oltre 80.000 campioni complessivi esaminati sia risultato conforme alle normative europee, con i residui al di sotto dei livelli massimi consentiti. Il 5,1% ha invece superato le soglie ammesse. Oltre a misurare i residui, Efsa ha anche prodotto una valutazione del rischio acuto e cronico per la salute dei consumatori, stabilendo come “improbabile” che l’esposizione alimentare a questi livelli di residui rappresenti un rischio per la salute.

    Proprio quell’aggettivo tra virgolette imposto da una deontologia che impedisce di usare l’espressione più rassicurante “rischio zero” lascia la porta aperta a tante speculazioni ideologiche che fanno leva sul dubbio. La certezza, certo, non appartiene a questo mondo, ma spesso viene strumentalmente pretesa da chi può trarne profitto. Nell’ambito del rapporto Efsa, rientra anche un sottoinsieme di campioni, analizzati nell’ambito del programma di controllo pluriennale coordinato dall’Ue che riguarda i prodotti alimentari più consumati dai cittadini europei, distribuiti su un ciclo di tre anni, in modo che le stesse tipologie di prodotti vengano analizzati su base triennale.

    La situazione nel 2020 è stata quindi confrontata con quella del triennio precedente selezionando 12 prodotti come carote, cavolfiori, kiwi, cipolle, arance, pere, patate, fagioli secchi, riso integrale, chicco di segale, fegato bovino e grasso di pollame. Nel complesso, il 68,5% dei campioni di questi prodotti è risultato privo di livelli quantificabili di residui. I campioni che, invece, presentavano residui misurabili in laboratorio sono risultati entro i limiti legali in ragione del 29,7%. I limiti di legge sono stati superati da solo 209 campioni, pari all’1,7%. Di questi lo 0,9% sono risultati non conformi solo in base all’incertezza di misura, cioè risultati non conformi per poco o nulla.

    Ciò che occorre sottolineare a dimostrazione della sicurezza dei prodotti europei in termini di residui riscontrati è che la gran parte delle non conformità riguarda sostanze attive non autorizzate in Europa, derivandone come conseguenza che i campioni incriminati sono sicuramente di importazione extra Ue. Non a caso tra i campioni di provenienza estera esaminati dall’Efsa il tasso di non conformità alle normative europee sale a oltre il 16% senza contare i prodotti che vengono fermati per eccesso di residui dal sistema di allerta rapido sul cibo e sementi della Commissione Europea.

    Se già di per sé la relazione annuale di Efsa conferma gli alti livelli di sicurezza alimentare, in Italia questi dati sono addirittura migliori. L’Italia è il terzo Paese per numero di campioni analizzati e ha un tasso di regolarità del 99%, ampiamente superiore alla media Ue. L’Italia è quindi ai primi posti in Europa per la sicurezza alimentare. e per la promozione della ricerca e dell’innovazione tesa a favorire la sostenibilità e la tutela dei consumatori e dell’ambiente, garantendo al contempo adeguate produzioni agricole. I dati raccolti da Efsa sono una buona notizia anche per le esportazioni del nostro Made in Italy agroalimentare. Insieme al “buono” è così dimostrata anche la capacità di portare nel mondo produzioni “sicure” per la salute dei consumatori.

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  • “L’Italie du Nord au rythme de la Dolce Vita”

    “L’Italie du Nord au rythme de la Dolce Vita”

    MONTRÉAL – È una primavera che inizia all’insegna del viaggio per Marco Calliari, che ha appena concluso una collaborazione con Tripvoyages (Michèle Deguise e Martin Généreux), duo dei registi di viaggio che fanno parte degli Aventuriers Voyageurs e che presentano film e conferenze in tutto il Québec, principalmente nei cinema.

    Da aprile a maggio 2022, infatti, Marco Calliari proporrà una piccola performance direttamente nelle sale cinematografiche per accompagnare la conferenza cinematografica “Il nord Italia al ritmo della Dolce Vita”, film di Michèle e Martin di Tripvoyages. La prima performance ha avuto luogo il 27 marzo al Cinéma Beaubien e Marco ha infuocato una sala gremita di 195 persone.

    Da anni Marco Calliari propone tour organizzati in Italia, proponendo una formula unica di viaggio di gruppo. In collaborazione da 4 anni con Bellatours, porta più di 60 persone alla volta nel cuore della cultura tradizionale di ogni regione visitata. I viaggi organizzati in passato sono stati alla Costiera Amalfitana, in Toscana, in Sicilia, in Trentino e Venezia. Sempre vicino al mare ed evitando le classiche località turistiche, le gite prevedono sempre una performance di Marco e uno spettacolo tradizionale di musicisti locali, oltre ad una
    moltitudine di attività ed escursioni. Sotto l’etichetta di ‘L’Italie avec Calliari’, questa è la missione personale che Marco si è dato: mostrare il paese dei suoi genitori ai suoi fan del Québec o degli italofili. La meta del 2022 sarà la Calabria, e nei prossimi anni ci sono in programma anche Puglia e Sardegna.

    Questa collaborazione tra Marco Calliar e Tripvoyages è la prima nella storia di Les Aventuriers Voyageurs. Ne è nato un ciclo di cineconferenze sull’Italia, in cui gli spettatori avranno la possibilità di mangiare in un ristorante italiano convenzionato e beneficare di una riduzione mostrando il loro biglietto della serata.

    “L’Italie du Nord au rythmede la Dolce Vita” è un viaggio che attraversa il nord Italia dalle sublimi montagne alla dolcezza dei laghi, senza dimenticare gli affascinanti e colorati borghi delle Cinque Terre così come i luoghi più romantici dei canali di Venezia.

    Ecco le prossime serate:
    14 aprile: 18.30, Cinéma RGFM, a Beloeil
    24 aprile: 15.30, Cinéma RGFM, a Joliette
    27 aprile: 18.30, Cinéma Carrefour du Nord, a St-Jérôme
    8 maggio: 15.45, Cinéma Pine, a Ste-Adèle
    Per informazioni: info@prodcasanostra.com o 514-839-7408.

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  • Settimana Santa: torna la Via Crucis al Colosseo

    Settimana Santa: torna la Via Crucis al Colosseo

    ROMA – Sono iniziate il 10 aprile, domenica delle Palme, per concludersi il 17 aprile con la Messa di Pasqua in piazza San Pietro, le celebrazioni papali della Settimana Santa. A rendere noto il calendario è stata la Sala Stampa della Santa Sede. Va ricordato inoltre che il calendario delle celebrazioni liturgiche presiedute dal Papa nei mesi di aprile e maggio si apre con il viaggio a Malta il 2 e il 3 aprile per concludersi con le beatificazioni in piazza San Pietro.

    Domenica della Palme. Ha aperto la Settimana Santa, il 10 aprile, la Messa della Domenica delle Palme in Piazza San Pietro: dopo aver benedetto le palme e gli ulivi, al termine della processione, Papa Francesco ha presieduto la celebrazione eucaristica Giovedì Santo. Il triduo pasquale comincia il 14 aprile, Giovedi Santo, con la Messa del Crisma nella basilica di San Pietro. Il Papa alle 9.30 preside la Messa del Crisma insieme ai patriarchi, ai cardinali, agli arcivescovi, ai vescovi e ai presbiteri (diocesani e religiosi) presenti a Roma.

    Venerdi Santo. Il 15 aprile, Venerdì Santo, il Papa preside la celebrazione della Passione del Signore, alle 17 nella basilica di San Pietro, mentre la sera, alle 21.15, è in programma la tradizionale “Via Crucis” al Colosseo.

    Domenica di Pasqua. Il 16 aprile, alle 19.30 nella basilica di San Pietro si svolgerà la Veglia Pasquale nella notte santa. Francesco benedice il fuoco nuovo nell’atrio della Basilica di San Pietro, e dopo l’ingresso processionale in basilica con il cero pasquale e il canto dell’Exsultet, preside la Liturgia della Parola, la Liturgia battesimale e la Liturgia Eucaristica, che sarà concelebrata con i patriarchi, i cardinali, i vescovi che lo desiderano e alcuni presbiteri, fino a disponibilità di posti. Il giorno dopo, domenica 17 aprile, la Messa in piazza San Pietro, alle 10, seguita alle 12 dalla benedizione «Urbi et Orbi” dalla loggia centrale della basilica.

    Le altre celebrazioni con il Papa. Il 24 aprile, seconda Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia, papa Francesco celebra la Messa nella basilica di San Pietro, alle 10. Il 15 maggio, la stessa piazza, nello stesso orario, sarà il luogo della cerimonia per la beatificazione di 10 beati: Titus Brandsma; Lazzaro, detto Devasahayam; César de Bus; Luigi Maria Palazzolo; Giustino Maria Russolillo; Charles de Foucauld; Maria Rivier; Maria Francesca di Gesù Rubatto; Maria di Gesù Santocanale; Maria Domenica Mantovani.

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  • Dal 1o maggio addio a Green Pass e mascherine

    Dal 1o maggio addio a Green Pass e mascherine

    Via libera del Consiglio dei Ministri al cronoprogramma post-emergenziale dopo il 31 marzo. Via l’obbligo di Super green pass nei luoghi di lavoro per gli over 50, ancora mascherine al chiuso fino al 30 aprile. Superato il sistema a colori delle regioni

    ROMA – Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità, il 18 marzo scorso, la road-map per allentare le misure anti-Covid da aprile, dopo la fine dello statodi emergenza prevista per il 31 marzo. Le restrizioni, ha detto il Premier Draghi, verranno eliminate gradualmente. “Come avevo anticipato alla fine dello scorso anno, l’obiettivo del governo era il ritorno alla normalità, a riconquistare la nostra socialità. Credo che questi provvedimenti riconoscano che questo è uno stato a cui siamo arrivati”, ha detto il Premier Mario Draghi, che poi ha ringraziato gli italiani per «l’altruismo» e la «pazienza mostrati durante la pandemia», sottolineando che «grazie a vaccini sono stati evitati quasi 80mila decessi in più in Italia nel solo 2021”.

    OBBLIGO SUPER GREEN PASS E OVER 50 – Dal primo aprile cade l’obbligo di Super green pass nei luoghi di lavoro per gli over 50. A chi ha superato questa soglia d’età, per cui in linea generale l’obbligo di vaccino resterebbe in vigore, sui luoghi di lavoro sarà richiesto solo il certificato base, fino al 30 aprile. Gli over 50 senza Super Green pass non verranno quindi più sospesi dal lavoro.

    GREEN PASS E TURISMO – Le misure servono anche per rilanciare il turismo: dal primo aprile stop all’obbligo del Green pass per ristoranti e bar all’aperto, così come per l’accesso negli hotel. Il certificato verde rimane in alcuni ambiti (base o super nei diversi luoghi) ancora fino al 30 aprile. Dall’1o maggio invece non sarà più necessario esibirlo.

    GREEN PASS E TRASPORTO PUBBLICO – Cambiano anche le regole sui mezzi di trasporto. Dal 1o aprile non sarà più richiesto il green pass sui bus e sui mezzi di trasporto pubblico locale, mentre continuerà a vigere l’obbligo di indossare le mascherine.

    GREEN PASS ED EVENTI SPORTIVI – Dal primo aprile decade ovunque il limite alle capienze nelle strutture. Quindi anche la capienza degli stadi tornerà al 100% (e si preme per una deroga per la partita della Nazionale del 24 marzo). Per accedervi sarà richiesto il Green pass base.

    RISTORANTI E LOCALI AL CHIUSO – Uno step importante sarà il mese di maggio, quando ristoranti e altri locali al chiuso saranno accessibili anche senza certificato verde.

    ISOLAMENTO E QUARANTENA – Stop alle quarantene da contatto con un caso positivo al Covid. Dal primo aprile dovrà rimanere isolato a casa solo chi ha contratto il virus, mentre chi ha avuto un contatto dovrà applicare il regime dell’autosorveglianza.

    MASCHERINE – Fino al 30 aprile restano obbligatorie le mascherine in tutti luoghi dove sono già previste.

    I COLORI DELLE REGIONI – Finisce il sistema a colori delle regioni, che ha accompagnato l’Italia dall’autunno del 2020.

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  • L’Italia vista da vicino di Teddy Colantonio

    L’Italia vista da vicino di Teddy Colantonio

    È arrivata la primavera, ma non da noi (Molise). Ieri pomeriggio ha ancora nevicato a Campobasso e dintorni e le temperature sono sotto la media stagionale. Ma la vita continua. È ripartita la F1 con il trionfo della rinata Ferrari, è iniziata la stagione ciclistica con la Milano-Sanremo e seguiamo sempre con interesse le ultime battute del campionato italiano di calcio, con Milan e Napoli allo sprint finale, l’Inter che arranca da un paio di mesi e la Juve che, almeno in Italia, fa sempre paura. Dimenticavo quasi la netta vittoria della Roma di Mourinho nel derby. Diciamo che, come inizio di stagione, è stato un weekend di fuoco che ci ha fatto dimenticare per qualche oretta la guerra in Ucraina.

    La Milano-Sanremo ha sempre il suo fascino. Ricordo la mia impazienza quando vivevo a Montréal, ero a CFMB per sentire il suono della nuova Ferrari o per conoscere il vincitore della corsa. Per curiosità mia ed anche per informare gli sportivi che mi bombardavano di telefonate. E ho un vivo ricordo della vittoria di Saronni, campione del mondo in carica, che nel 1983 ha preceduto di 44’’ Guido Bontempi, Raas, Vanderaererden, Kelly e tanti altri avversari. Facevo la spola tra lo studio e la telescrivente e, infine, è arrivata la notizia: “Saronni si aggiudica perdistacco la Milano-Sanremo’’.

    Sarebbe stato, lo scorso weekend, il momento ideale per ritrovare il sorriso, ma l’ombra della guerra in Ucraina resta sempre con noi. Dalle ultime notizie, gli sfollati sono quasi 10 milioni ed i russi bombardano anche ospedali, scuole e supermercati. Nonostante tutto, si continua a parlare di pace. I più ottimisti dicono tra dieci giorni, altri a fine maggio.

    Ripercussioni in Italia

    La guerra in Ucraina sta già complicando la già complicata vita dell’Italia. Molti prodotti come pane, concimi e carne hanno subito notevoli aumenti, per non parlare del gas e della benzina che ha superato i due euro. Sul prezzo della benzina, molti automobilisti ci ridono su e sperano che i prezzi ritrovino una certa normalità. L’unica soluzione è trovare al più presto un accordo tra Russia e Ucraina. Sono momenti difficili per tutti perché abbiamo lottato prima contro il Covid e, quando pensavamo di poter tornare a vivere, è scoppiata la guerra.

    La settimana scorsa vado a fare la spesa al solito supermercato e inizio dal bancone del pesce perché generalmente è sempre affollato. L’addetta non c’era. Si trovava a qualche decina di metri, intenta a parlare con un’anziana signora molto distinta, sicuramente sopra la novantina, accompagnata da una giovane signorina italiana che poteva essere sua nipote o la badante. Si avvicina al bancone e con lo sguardo scorre da destra a sinistra, osservando le varie specie di pesci. Sicuramente sarà rimasta colpita dai prezzi. A parte lo sgombro, i prezzi degli altri pesci si aggiravano sui venti euro o li superava. Non ha comprato niente, ma era contenta di ritrovarsi tra la folla degli avventori. La ritrovo al bancone dei salumi e formaggi e fa la stessa operazione: scorre con lo sguardo da destra a sinistra, alza la testa e non compra niente. Stessa cosa al mercato pubblico. Mi fermo dal solito venditore che mi consiglia di fare delle provviste perché forse lunedì non resterà nulla da comprare.

    Siamo disperati? Non ancora. Ci ha fatto sorridere Berlusconi che, con l’arrivo della primavera, ha deciso di impalmare la sua giovanissima fidanzata. Sessanta invitati, tra cui Salvini. E Forza Italia è in fermento.

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  • De Gustibus di Alessandra Cori: guerra in Ucraina

    De Gustibus di Alessandra Cori: guerra in Ucraina

    I venti di guerra, che ormai da giorni soffiano sull’Ucraina, e le conseguenti sanzioni economiche imposte alla Russia di Vladimir Putin fanno infiammare i prezzi delle materie prime, da quelle energetiche come gas e petrolio, che alimentano il “caro bollette” e il “caro benzina”, fino a quelle alimentari, che rendono più oneroso l’acquisto di beni di prima necessità come pane e pasta.

    Infatti, i rincari record delle materie prime energetiche e agricole si devono a tanti fattori ma le ripercussioni sono diventate ormai evidenti anche ai consumatori finali, dopo diversi mesi di incremento “silenzioso”.

    Poche settimane fa l’agroalimentare italiano festeggiava il superamento dello storico traguardo di 50 miliardi di euro di export e ora deve fare i conti non solo con l’aumento dei costi di produzione, ma anche con il conflitto tra Russia e Ucraina.

    Lo scoppio del conflitto si è inserito in un contesto di tensioni sui mercati dei cereali che non si vedeva dalla precedente crisi dei prezzi del 2007-2008. Queste tensioni vedono l’Italia particolarmente vulnerabile a causa della sua dipendenza dall’estero proprio per gli approvvigionamenti di grano e mais con i quali si fanno le nostre paste e i nostri biscotti o con i quali si nutre il bestiame.

    Dalle più recenti analisi effettuate dopo lo scoppio delle ostilità, risulta che frumento tenero, frumento duro e mais hanno raggiunto, sia in Italia che all’estero, quotazioni mai toccate prima. Non tutto però è riconducibile direttamente alla guerra, che certamente ha aggravato soprattutto le dinamiche alla base della fiammata che varia a seconda del prodotto.

    Il grano duro, per esempio, aveva già raggiunto il suo prezzo massimo a dicembre 2021. In questo caso, l’instabilità era stata determinata principalmente dal vuoto d’offerta che si era creato dopo il crollo dei raccolti in Canada (-60%), principale esportatore mondiale e il calo registrato da altri importanti Paesi produttori. Nelle forniture globali di grano duro, il ruolo del conflitto fra Russia e Ucraina sembra praticamente inesistente, visto che la produzione è concentrata in Europa, Canada, Usa, Turchia e Algeria.

    Tuttavia non si può non tenere conto che Russia e Ucraina sono i più grandi esportatori mondiali di grano (insieme rappresentano circa il 30% delle esportazioni globali), di mais (circa il 20%) e di olio di semi (per quasi l’80%). È vero che l’Italia, per quanto riguarda ad esempio il grano, produce il 65% circa del fabbisogno destinato al mercato interno, ma per il restante 35% dipende proprio dai paesi coinvolti in questa crisi politica.

    A questo punto non è difficile prevedere che a breve, e in qualche caso addirittura in brevissimo tempo, assisteremo ad un diffuso aumento dei prezzi di pane e pasta, che in Italia rappresentano una gran parte dei consumi alimentari quotidiani. Basti pensare che il consumo pro capite di pasta sfiora i 25 chili l’anno fra i cittadini italiani.

    Inoltre, il rincaro di altri prodotti che l’Italia importa dai paesi coinvolti nel conflitto, come il mais e le farine di cereali o soia, utilizzate prevalentemente per l’allevamento degli animali, non potranno che incidere negativamente sulla formazione del prezzo finale per i consumatori.

    Dunque, carni, latte e derivati finiranno per costare inevitabilmente un po’di più nel medio e lungo periodo. Fra gli addetti ai lavori si parla della necessità di trovare nella crisi un’opportunità. Questa va ricercata necessariamente in una maggiore indipendenza alimentare italiana esattamente come il Paese sta cercando una maggiore indipendenza energetica grazie ai recenti provvedimenti che il governo ha adottato e continua a adottare.

    La guerra, incidendo sulle notevoli importazioni di cereali da Russia e Ucraina porta ad una riduzione degli approvvigionamenti e a un aumento dei prezzi e, di conseguenza, suggerisce la necessità di diventare più autosufficienti da questo punto di vista, dato che i terreni agricoli per coltivare cereali nel Bel Paese certo non mancano. Ciò non solo per non dipendere dall’estero, almeno dal punto di vista alimentare, ma anche per produrre prodotti tipici realmente italiani e non solo “lavorati” in Italia, con la pretesa paradossale poi di proteggere il Made in Italy.

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  • Lo spazio urbano tra Italia e Quebec

    Lo spazio urbano tra Italia e Quebec

    La mostra fino al 20 marzo a Genova e poi a Montréal da aprile a maggio. Espongono 24 autori delle due sponde dell’Atlantico

    GENOVA – Ha aperto il 3 marzo, a Palazzo Ducale di Genova la mostra “Vicoli e Ruelles” – che avrà un “momento canadese”, a Montréal, a partire dal 28 aprile – realizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, in collaborazione con il Festival BD de Montréal e il Centro Interdipartimentale sulle Arti Visive dell’Università di Genova.

    Erano presenti all’anteprima stampa la direttrice di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura Serena Bertolucci e i curatori della mostra Anna Giaufret e Ferruccio Giromini. Presenti anche alcuni artisti le cui opere sono esposte in mostra.

    Mentre in Italia la cultura fumettistica sta lentamente affermandosi, pur rimanendo da un lato una disciplina di nicchia (con il graphic novel) e dall’altro trovandosi in competizione con il manga dominante tra i giovanissimi, nell’area francofona è invece radicata da tempo. Montréal, anche grazie al suo Festival BD che nel maggio 2021 ha festeggiato i dieci anni di attività, è infatti una capitale del fumetto nordamericano.

    “Vicoli e Ruelles” nasce da una collaborazione precedente tra i curatori italiani e il Festival de la Bande Dessinée de Montréal e dal desiderio di mettere a confronto le modalità di rappresentazione di due spazi che, pur con profonde differenze, presentano punti di contatto. Infatti, sebbene si tratti di spazi europei e nordamericani, vi si può identificare una tangenza nella presenza di vicoli e di ruelles, ovvero spazi urbani ristretti, intimi, protetti, che possono facilmente diventare metafora della nostra interiorità e delle nostre relazioni.

    Per Genova, i vicoli sono l’essenza del centro storico medievale, il nucleo centrale della città. Tutti i genovesi sanno che l’impianto urbano antico si divide in due zone: quella dei vicoli o caruggi, la città bassa, vicina al porto, e quella delle “crêuze”, le stradine di mattoni che si inerpicano sulle colline ripide, ancora costellate di giardini e di orti.

    Le “ruelles” di Montréal sono viuzze che scorrono sul retro delle case a tre piani, sulle quali si affacciano i giardini. Sono vie “abusive” in quanto non hanno una numerazione, ma accolgono forme di vita solidale, locandine, incontri.

    Gli autori in mostra sono 12 italiani e 12 quebecchesi: Eliana Albertini, Paolo Bacilieri, Bianca Bagnarelli, Lorena Canottiere, Sara Colaone, Andrea Ferraris, Emanuele Giacopetti, Gabriella Giandelli, Marino Neri, Davide Reviati, Silvia Rocchi, Pietro Scarnera, e Caroline Breault alias Cab, Samuel Cantin, Ariane Dénommé, Pascal Girard, Michel Hellman, Mélanie Leclerc, Tania Mignacca, Djibril Morissette-Phan, Michel Rabagliati, Salgood Sam alias Max Douglas, Shaghayegh Moazzami, Mireille St-Pierre.

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  • L’ordinanza del Ministro Speranza dal 1° marzo: niente tampone o quarantena per chi arriva da stati extra UE

    L’ordinanza del Ministro Speranza dal 1° marzo: niente tampone o quarantena per chi arriva da stati extra UE

    ROMA – Gli stranieri che arrivano in Italia non dovran- no più fare il tampone. Nei giorni scorsi, il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato una nuova ordinanza che prevede, “a partire dal 1o marzo, per gli arrivi da tutti i Paesi extraeuropei le stesse regole già vigenti per i Paesi Europei. Per l’ingresso sul territorio nazionale sarà sufficiente una delle condizioni del green pass: certificato di vaccinazione, certificato di guarigione o test negativo”.

    In caso di mancata presentazione di una di queste certificazioni si applica la misura della quarantena presso l’indirizzo indicato nel digital Passenger Locator Form, per un periodo di 5 giorni, con l’obbligo di sottoporsi a un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone, alla fine di questo periodo. Le certificazioni possono essere esibite in formato digitale o cartaceo. I bambini di età inferiore a sei anni sono esentati dall’effettuazione del test molecolare o antigenico. Il tampone sarà necessario anche per chi si è vaccinato con farmaci non ancora riconosciuti da Ema, come Sputnik.

    È la svolta che il mondo del turismo stava aspettando da giorni. Gli stranieri che vogliono venire in Italia già per le vacanze di Pasqua (17 aprile) non dovranno più fare i conti con la complessità delle regole imposte dall’epidemia di Covid. Il Ministro della Salute manda in archivio gli elenchi delle nazioni di provenienza e sceglie di puntare sullo status vaccinale di chi varca i nostri confini.

    Il provvedimento è stato preso per favorire il turismo nell’ambito del percorso di riaperture annunciato dal presidente del Consiglio Mario Draghi: con gradualità ma anche con decisione, per favorire il ritorno alla normalità e la crescita economica. Con la nuova ordinanza firmata dal ministro Speranza conta lo status vaccinale di ciascuno e non la nazione di provenienza e questo perché, a causa della Variante Omicron l’epidemia cambia troppo velocemente.

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  • Mascherine all’aperto e discoteche: l’Italia respira

    ROMA – Via le mascherine all’aperto: l’Italia vede il traguardo della riapertura del paese, due anni dopo l’inizio della pandemia e proprio nel giorno in cui si è superata l’ennesima soglia simbolica, quella dei 150mila morti a causa del virus.

    La misura dell’obbligo di indossare i dispositivi di protezione era stata decisa con il decreto del 13 ottobre del 2020, dunque 16 mesi fa. Ma il passo verso il ritorno alla normalità è doppio: si torna infatti anche a ballare, con la riapertura delle discoteche.

    Sono i primi due grandi step di quella road map annunciata l’11 febbraio scorso dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, per riaprire il paese, che porterà a un allentamento di tutte le altre restrizioni, compreso il Green pass, e che al momento ha altre due date: il 31 marzo, quando scadrà lo stato d’emergenza, e il 15 giugno, quando invece finirà l’obbligo di vaccinazione per gli over 50. Vediamo il calendario di ritorno alla normalità.

    Dall’11 febbraio via le mascherine all’aperto. Si è tornati a circolare per le strade di città e paesi con il viso scoperto, anche se sarà obbligatorio avere con sé la mascherina ed indossarla nelle situazioni di assembramento. E riaprono le discoteche. Si torna a ballare con la riapertura delle discoteche, il settore che è stato più penalizzato in questi due anni di emergenza: dovranno mantenere una capienza del 50% al chiuso e si potrà stare senza la mascherina solo in pista. Potrà entrare soltanto chi ha il Green pass rafforzato, quindi esibendo il certificato di guarigione dal Covid o di avvenuta vaccinazione.

    15 febbraio: green pass rafforzato al lavoro. I lavoratori pubblici e privati – compresi quelli in ambito giudiziario e i magistrati – che hanno compiuto i 50 anni, dovranno esibire al lavoro il Super Green pass, che si ottiene con il vaccino o con la guarigione dal Covid. Chi non lo farà non riceverà lo stipendio ma conserverà il posto di lavoro. L’accesso ai luoghi di lavoro senza certificato che attesti vaccino o guarigione è vietato e chi non rispetta il divieto subirà una sanzione amministrativa tra 600 e 1500 euro.

    1 marzo: aumenta capienza stadi. Dal 1 marzo le capienze di stadi e palazzetti saliranno rispettivamente al 75% e al 60%, con l’obiettivo di riaprirli completamente.

    10 marzo: visite in ospedale. Dal 10 marzo sarà nuo- vamente possibile visitare i familiari ricoverati in ospedale, per 45 minuti al giorno.

    31 marzo: fine stato d’emergenza. Dovrebbe scadere il 31 marzo lo stato d’emergenza, in vigore da oltre due anni, a cui sono legate ad esempio le norme sul lavoro agile, ovvero lo smartworking, e quelle in materia di sorveglianza sanitaria eccezionale.

    15 giugno: per over 50 termina obbligo vaccino. Il 15 giugno un punto di arrivo: per gli over 50 termina l’obbligo del vaccino, secondo quanto deciso nel decreto legge di inizio gennaio.

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