Tag: immigrazione

  • Viaggi e immigrazione: novità da Ottawa e Québec

    Viaggi e immigrazione: novità da Ottawa e Québec

    OTTAWA – Nelle ultime settimane abbiamo registrato delle novità importanti per chi vuole viaggiare e per chi decide di immigrare in Canada e, in particolare, sceglie di risiedere e lavorare nella provincia del Québec.

    Requisiti d’ingresso in Canada per i viaggiatori.

    Dal 21 dicembre 2021, chiunque arrivi in aereo nel Paese, deve non solo presentare prova di tampone negativo effettuato nel Paese di provenienza, ma anche poi sottoporsi ad un test di depistaggio presso l’aeroporto canadese di arrivo, obbligatorio per tutti, anche per i vaccinati. A partire dal 28 febbraio, i viaggiatori che in quanto vaccinati possono entrare in Canada, saranno comunque sottoposti a test di depistaggio nell’aeroporto di arrivo, ma non dovranno più isolarsi in quarantena obbligatoria aspettando il risultato del test.

    I bambini al di sotto dei 12 anni non vaccinati non dovranno più isolarsi, ma potranno ri- prendere le loro attività appena rientrati. Resta in vigore il fatto che solo cittadini canadesi e residenti permanenti possono rientrare in Canada anche se non vaccinati, e loro dovranno sempre isolarsi in attesa del risultato del test di depistaggio.

    A partire dal 15 gennaio 2022, i titolari di un permesso di lavo- ro o di studio dovranno essere completamente vaccinati per poter entrare in Canada. Solo alcune categorie potrebbero essere esentate da questa misura, come i lavoratori del settore agricolo e agroalimentare, chi arriva per motivi umanitari o rifugiati. Dal 28 febbraio, inoltre, il Canada accetterà anche test antigenici rapidi effettuati nel paese di provenienza per imbarcarsi, e non solo molecolari PCR come è stato finora. Il governo canadese ha aggiunto alla lista dei vaccini approvati anche Sinpharm, Sinovac e Covaxin.

    Procedure di immigrazione.

    Immigration, Refugees and Citizenship Canada (IRCC) è in forte ritardo nell’elaborazione delle domande di cittadinanza. Quasi 200.000 residenti permanenti sono in attesa. Alcuni stanno aspettando da quasi tre anni, mentre sul sito web dell’IRCC è indicato un periodo di 12 mesi.

    Il 6 dicembre 2021 è entrata in vigore però una certa flessibilità del Temporary Foreign Worker Program (TFWP), secondo un accordo tra Québec e Ottawa, che consente alle professioni di categoria C e D di ottenere un permesso di lavoro in forma semplificata. In poche parole, i datori di lavoro non dovranno più dimostrare sforzi di reclutamento di manodopera canadese per assumere e sponsorizzare un lavoratore straniero. La misura riguarda cassieri, addetti alle pulizie, operai per la metallurgia, il legname o la lavorazione degli alimenti, camerieri, aiuti-cuoco.

    Arriva poi l’Opération main-d’œuvre per il Québec, un investimento senza precedenti di quasi 4 miliardi di dollari per facilitare il riconoscimento delle competenze e dei titoli di studio acquisiti all’estero, per i servizi pubblici essenziali della sanità, dei servizi sociali e dell’istruzione, in cui verranno integrati 60.000 lavoratori in più, ma anche per informatica, ingegneria e costruzioni. In questi ultimi tre settori verranno assunte altre 110.000 persone. Stanziate poi borse di studio da $ 9.000 a $ 20.000 per indirizzare la formazione degli immigrati verso i settori a carenza di manodopera (educatori per l’infanzia, insegnanti, ingegneri, programmatori).

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  • Giustizia, Immigrazione e Lavoro agli Italiani

    Giustizia, Immigrazione e Lavoro agli Italiani

    Il Primo Ministro ha scelto David Lametti, Marco Mendicino e Filomena Tassi

    IL PUNTO di Vittorio Giordano

    ‘Il Buongiorno si vede dal mattino’ e ‘Chi ben comincia è già a metà dell’opera’: sono due proverbi che calzano a pennello per sintetizzare il nostro giudizio sulla composizione del nuovo governo di minoranza guidato da Justin Trudeau. A questi potremmo aggiungerne un altro: “Date a Cesare quel che è di Cesare”. Finalmente, la folta e influente Comunità Italo-Canadese ottiene la giusta considerazione e trova una degna rappresentanza nel nuovo esecutivo liberale, con tre Ministeri strategici come Lavoro, Giustizia e Immigrazione. Tre settori-chiave per il buon funzionamento di uno stato di diritto. Il giusto attestato di stima verso una Comunità che, più di altre, ha contribuito, con la sua intraprendenza ed i suoi valori, allo sviluppo sociale, culturale ed economico del Paese degli Aceri. Senza trascurare la quasi innata ‘vocazione’ Italo-Canadese a votare in blocco per il Partito Liberale. Basti pensare che nei 33 collegi ad alta densità italiana (dove risiedono almeno 10mila Italo-Canadesi), gli eletti Liberali sono passati da 24 a 25. Insomma, la storica fedeltà italiana non ha vacillato, nemmeno dopo 4 anni di deficit galoppante, misure controverse e qualche scandalo di troppo. Trudeau ha voluto premiare chi lo ha sostenuto, nonostante il vento contrario. Facendosi perdonare per la ‘dimenticanza’ del 2015, quando ha varato un governo per la prima volta senza volti Italo-Canadesi: il ‘tributo’ tricolore al governo di Ottawa cominciato nel 1981 con Carletto Caccia, passando per Lisa Frulla e Alfonso Gagliano, si era bruscamente fermato a Julian Fantino nel 2015. Ora manca l’ultimo step per completare l’opera di “riconciliazione”: le scuse agli Italo-Canadesi per l’internamento arbitrario durante la Seconda Guerra Mondiale, come promesso il 14 giugno scorso, a Vaughan. Per saldare un debito con la storia e rimarginare una ferita mai cicatrizzata. Nel frattempo, ci rallegriamo per un governo che parla un po’ più italiano. Prima di tutto, ci sembrava un atto dovuto – e così è stato – confermare alla Giustizia David Lametti, entrato nella stanza dei bottoni del Consiglio dei Ministri nel secondo rimpasto della scorsa legislatura, a soli 9 mesi dal voto: anche nei panni di Procuratore Generale del Canada, Lametti ha avuto il merito di gestire con freddezza ed oculatezza il caso Snc-Lavalin, dopo la burrascosa uscita di scena di Jody Wilson-Raybould. Docente di Diritto all’Università McGill, il deputato Italo-canadese (nato a Port Colborne, in Ontario, da genitori marchigiani) si è lanciato in politica nel 2005, eletto nella contea di LaSalle-Émard-Verdun. Marco Mendicino, dal canto suo, è il nuovo Ministro dell’Immigrazione e della Cittadinanza. Eletto per la prima volta nel 2015 nella contea di Eglinton—Lawrence, in Ontario, Mendicino, 46 anni, originario di Cleto, in provincia di Cosenza, è il secondo calabrese, in ordine di tempo, ad essere investito di questa nomina, dopo Judy Sgrò, che aveva guidato il dicastero tra il 2003 e il 2005. Un pezzo di Calabria che si va ad aggiungere ai deputati eletti nell’ultima tornata elettorale, sempre nel Partito Liberale: oltre a Mendicino, hanno staccato il rinnovo del pass per Ottawa anche Judy Sgrò e Francesco Sorbara. Per Mendicino non sarà una passeggiata: avrà l’ingrato compito di svecchiare e snellire un sistema spesso farraginoso, appesantito da un iter burocratico e da requisiti stringenti che penalizzano gli stessi candidati italiani. Le cifre sono allarmanti: degli oltre 3,6 milioni di stranieri che hanno ottenuto la residenza permanente dal 2006 ai primi otto mesi del 2019, solamente 8.649 sono italiani: lo 0,23% del totale! Ad essere promossa, infine, è stata anche l’Italo-Ontariana Filomena Tassi, che dagli Anziani, dicastero senza portafoglio, è passata al Lavoro, che ha un valore specifico molto più rilevante. Eletta per la prima volta nel 2015 nella contea di Hamilton West-Ancaster—Dundas, Filomena è laureata in Giurisprudenza, oltre a vantare un Master in Educazione Religiosa.

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  • Immigrazione illegale: Ottawa corre ai ripari

    Immigrazione illegale: Ottawa corre ai ripari

    Ad aprile, circa 2500 immigrati, soprattutto nigeriani, sono entrati clandestinamente in Canada attraverso il Québec. Altolà del governo Trudeau, che ha annunciato nuove misure per contrastare il flusso illegale dagli Stati Uniti

    Ottawa – Il Canada è un Paese accogliente e generoso, ma le regole ci sono e valgono per tutti, nessuno escluso. È questo il messaggio del governo federale che, lunedì scorso, nel corso della conferenza stampa tenuta dai Ministri Ahmed Hussen, Marc Garneau e Ralph Goodale, rispettivamente responsabili dell’Immigrazione, dei Trasporti e della Sicurezza pubblica, ha riconosciuto che circa il 90% degli immigranti irregolari non soddisfa i criteri di ammissibilità per lo status di rifugiato e, che quindi, dovrà lasciare il Canada. “Quando i rifugiati non rispondono ai requisiti per ottenere lo status di rifugiato – ha spiegato Garneau – sono obbligati a lasciare il Paese. Certo, hanno la possibilità di andare in appello, prolungando così il loro soggiorno in Québec, ma quando gli viene notificato l’avviso di espatrio, nel momento in cui non lasciano volontariamente il Paese, vengono deportati, cioè accompagnati sull’aereo e riportati nei loro Paesi. Non abbiamo alcun motivo di credere che i Paesi di destinazione non li accetteranno”. Solo ad aprile, circa 2500 immigrati, soprattutto di cittadinanza nigeriana, sono entrati clandestinamente in Canada, attraverso il
    Québec, portando il totale a più di 7.300 dall’inizio dell’anno, un incremento vertiginoso rispetto allo scorso anno. “Un numero sproporzionato”, ha ammesso Hussen. Così, su richiesta del Canada, recentemente le autorità statunitensi hanno reso più stringente il processo di rilascio dei visti per i nigeriani e lo stesso Hussen si recherà in Nigeria nelle prossime settimane per discutere formalmente della questione con gli omologhi africani. Dopo gli Haitiani, dunque, è la volta dei nigeriani: nel 2017, oltre 21.000 richiedenti asilo di origine haitiana sono stati intercettati dalla Polizia federale, in seguito alla minaccia del presidente americano Donal Trump di espellere gli immigrati con i permessi scaduti (ovvero 60.000 haitiani entro il luglio 2019, 200.000 salvadoregni entro il settembre 2019 ed oltre 60.000 honduregni entro il gennaio 2020). Grazie anche alla campagna di dissuasione delle autorità canadesi presso la comunità haitiana negli Usa, questo flusso si è inaridito. Per fronteggiare la crisi dell’arrivo incontrollato di nigeriani, il governo federale ha stanziato 74 milioni $ in più per l’Immigration and Refugee Board of Canada, ha aumentato di 64 unità il numero di agenti impegnati a valutare le domande di asilo dei nuovi arrivati ed ha previsto la costruzione di nuove strutture di prima accoglienza (550 letti in tutto) a Saint-Bernard-de-Lacolle, vicino alla frontiera americana; oltre ad avviare i contatti con il governo dell’Ontario per convogliare alcuni immigrati anche nella Provincia limitrofa. Infine, tre rappresentanti di Ottawa si richeranno a Lagos, in Nigeria, nei prossimi mesi, per lavorare di concerto con le autorità locale sulle richieste di visto nigeriane valide per gli Stati Uniti. (V.G.)

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  • Boldrini: l’immigrazione una sfida per l’Europa

    Boldrini: l’immigrazione una sfida per l’Europa

    La Presidente della Camera in visita a Toronto, Montréal e Ottawa

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    (Foto di Sara Barone)

    di Vittorio Giordano

    Montréal – Un’altra visita istituzionale. Dopo Paolo Gentiloni (sia in veste di Ministro degli Esteri che di Presidente del Consiglio), il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Elena Boschi, ora è la volta di Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati, terza carica dello Stato (la terza donna della storia della Repubblica a ricoprire questo ruolo, dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti). Sarà perché da due anni a questa parte il Canada è più simpatico, ‘cool’ e notiziabile per via delle ‘gesta’ del suo leader, Justin Trudeau; sarà perché tra qualche mese si torna alle urne e il Canada fa gola con il suo ‘bacino’ di elettori. Sarà per una semplice concatenazione ‘casuale’ di eventi. Sta di fatto che le istituzioni italiane hanno riscoperto la bontà dello sciroppo d’acero canadese! Una svolta di cui, naturalmente, ci compiaciamo.

    “A 60 anni dai Trattati di Roma è necessario tornare alle origini, allo spirito
    del Manifesto di Ventotène di Altiero Spinelli”

    LA MISSIONE. La Presidente Boldrini ha iniziato la sua visita ufficiale in Canada giovedì 19 ottobre. Prima tappa a Vaughan, dove il sindaco Maurizio Bevilacqua le ha consegnato le chiavi della città con la più alta percentuale di cittadini di origine italiana in Nord America. Venerdì, poi, la visita nella sede di COSTI, un’agenzia multiculturale che da oltre 60 anni offre servizi di assistenza a immigrati e meno abbienti. Quindi il trasferimento a Montréal dove, nel primo pomeriggio, accompagnata dal suo entourage, dall’Ambasciatore Claudio Taffuri e dal Console Generale Marco Riccardo Rusconi, ha tenuto una Lectio Magistralis dal titolo: “Una maggiore integrazione europea per affrontare le sfide globali: l’accoglienza di immigrati e rifugiati”, presso la Facoltà di Giurisprudenza della McGill University. Nel suo discorso, l’On. Boldrini ha parlato di immigrazione come questione globale. Nel vecchio continente, ha sottolineato, “è un problema europeo, non solo greco o italiano”. Ed ha ricordato come, recentemente, la Corte di giustizia europea abbia rigettato il ricorso presentato da Ungheria e Slovacchia contro le decisioni di Bruxelles sulla ripartizione di quote di migranti tra gli Stati membri. “Ma resta il problema politico”, ha ammesso. Introducendo il tema del “populismo”, delle “opposizioni agguerrite” e dei “movimenti anti-establishment”, che sfruttano “la propaganda e la retorica basata sulle fake news”. “Le fake news instillano gocce di veleno nella nostra quotidiana dose di web – ha spiegato – e noi finiamo per esserne infettati, senza nemmeno accorgercene”. Da qui il progetto del governo italiano di inserire lezioni di educazione civica digitale in 8.000 scuole, a partire dal 31 ottobre. Sull’attuale situazione politica europea post-Brexit, la Boldrini ha affermato che, “a 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma”, per non dilapidare “70 anni di pace”, è necessario tornare alle origini, allo spirito del “Manifesto di Ventotène”, documento per la promozione dell’unità europea scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann, tra il 1941 ed il 1944. Per una nuova svolta nella storia europea, che possa condurre alla formazione degli “Stati Uniti d’Europa”. “Un Paese è uscito dall’Unione Europea perché pensava di poter fare meglio da solo. A questo disegno contribuirono anche le false notizie e la disinformazione. Alla fine, di questo grande sogno politico non rimase più nulla e oggi ci troviamo tutti gli uni contro gli altri. Ecco, questa è una fiaba che non vorrò mai raccontare ai miei nipoti”, ha concluso l’On. Boldrini, che, poi ha risposto a qualche domanda della platea, formata da diverse personalità italo-canadesi. Prima di concedersi a strette di mano e foto di rito. Poi il trasferimento all’Istituto di Cultura, dove la Presidente della Camera ha incontrato una sessantina di ricercatori italiani. In serata, poi, cena al ristorante “Graziella”, con alcuni importanti architetti e designers italiani – come Lorenzo Imbesi, Francesco Fresa, Ginette Caron, Matteo Moretti, Chiara Menna, Germana Isacco ed il veterinario Domenico Bergero – a Montréal per partecipare al World Design Summit. Tra gli invitati anche la Professoressa McGill Gabriella Gobbi, amica di famiglia della Boldrini. Sabato 21 ottobre, in mattinata la Boldrini ha incontrato il Sindaco di Montréal, Denis Coderre, col quale ha discusso di temi globali come sicurezza, integrazione e ambiente. In serata, invece, vero e proprio bagno di folla per la Presidente della Camera, ospite d’onore al 41º banchetto dei Marchigiani di Montréal: “Le Istituzioni italiane – ha detto – sono fiere di sapere che tanti loro concittadini, nonostante tutti i sacrifici, ce l’hanno fatta. E questo Paese dimostra che la vostra è una storia di successo: siete riusciti a diventare figure centrali della società multietnica canadese, da cui c’è molto da imparare”. Da lunedì a martedì, infine, le tappe conclusive a Ottawa: nella capitale ha incontrato il Ministro dell’Immigrazione, dei Rifugiati e della Cittadinanza, Ahmed Hussen (“Sua storia emblema politiche di integrazione in Canada”, ha twittato); lo Speaker della Camera dei Comuni, Geoff Regan; la Ministra dell’Ambiente, Catherine McKenna, così come lo Speaker del Senato, George Furey. Ed ha ricevuto il saluto dei parlamentari, sia del Senato che della Camera dei Comuni.

    Una panoramica della platea nel corso della Lectio Magistralis della Presidente della Camera alla McGill
    Una panoramica della platea nel corso della Lectio Magistralis della Presidente della Camera alla McGill (Foto di Sara Barone)
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