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  • Cristina Piambelli: “Difendiamo la nostra cultura”

    Cristina Piambelli: “Difendiamo la nostra cultura”

    A 10 anni dalla prima Conferenza dei giovani italiani nel mondo, dal 16 al 19 aprile si terrà a Palermo un nuovo seminario, a cui parteciperà almeno un delegato selezionato dal Comites di Montréal, per creare una rete di giovani italiani all’estero

    Montréal – Dal 16 al 19 aprile, a Palermo, per iniziativa del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) si terrà un Seminario finalizzato alla creazione di una rete di giovani italiani all’estero. L’iniziativa è rivolta a circa 200 giovani italiani tra i 18 e i 35 anni residenti all’estero e arriva a 10 anni dalla prima conferenza dei giovani italiani nel mondo. Il progetto – che nasce nel 2008 e su cui lavora la VII Commissione del CGIE che si chiama “Nuove Emigrazioni e Generazioni Nuove” – mira a  valorizzare le dinamiche già in corso e a sollecitarne di nuove, affinché capillarmente i singoli partecipanti possano diventare nodi d’informazione e protagonisti di una nuova fase di coinvolgimento e valorizzazione delle comunità italiane nel mondo. L’obiettivo è che questo lavoro dei giovani divenga complementare a quello delle comunità e delle rappresentanze. Si potrebbe proporre, poi, di lavorare con le associazioni di ricercatori sparse in tutto il mondo e che non riescono a federarsi e coordinare le attività comuni. Un’ulteriore proposta potrebbe essere quella di coordinare le esperienze e buone pratiche sul coinvolgimento giovanile nei territori e nel contatto con le istituzioni. Il delegato montrealese sarà ufficializzato nei prossimi giorni dal Comites e dovrebbe essere scelto tra i giovani del Cogic, il Comitato Giovani del Comites stesso. Ne abbiamo parlato con un membro del Cogic, Cristina Piambelli (nella foto), studentessa italo-canadese e vicepresidente dell’Isa, l’Associazione di Studi Italiani all’Università Concordia di Montréal. Papà della prov. di Frosinone, a Montréal dal 1979, – mamma nata in Québec, ma originaria di Frosinone (nonna) e Napoli (nonno) – Cristina non potrà andare in Sicilia perché ad aprile sarà alle prese con gli esami, ma sull’importanza  dell’incontro di Palermo non ha dubbi: “Penso sia importante che i giovani italiani di diversi Paesi possano incontrarsi e creare una rete di contatti, visto che col tempo rischiamo di perdere la nostra lingua e la nostra cultura. Dobbiamo visitare l’Italia, conoscerla da vicino e difendere le nostre tradizioni, trasmettendole di generazione in generazione. Magari creando una piattaforma on line che ci permetta di restare sempre in contatto, anche quando siamo lontani, condividendo idee e progetti. Contro il rischio che il senso di appartenza si affievolisca, è necessario che i genitori parlino in italiano ai loro figli. A casa mia con i mie fratelli sono cresciuta parlando italiano, anche perché era l’unica lingua conosciuta da mio padre. Un giorno farò la stessa cosa anche con i miei figli. Dobbiamo fare di tutto per non perdere la nostra lingua e cultura. Amo tutto ciò che è italiano. A partire dalla lingua. L’Italia è un bellissimo Paese. È un amore profondo che sento radicato dentro di me, non so se a ispirarlo è stato proprio mio padre: la sua famiglia è tutta lì e per questo ci andiamo quasi ogni anno. E non solo a Frosinone, dove vivono mio nonno, i miei zii e i miei cugini. Ogni volta che vado in Italia mi innamoro sempre di più: per me è come una seconda casa, mi piace assolutamente tutto del Belpaese. Mi piacciono tantissimo la Fiat 500 e l’Alfa Romeo Stelvio, spero di guidarne una un giorno, adoro Eros Ramazzotti e il mio piatto preferito è senza dubbio la pasta alla carbonara”. (V.G.)

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  • Giovani italiani in fuga all’estero.Novanta mila in un annoe la metà sono under quaranta

    Giovani italiani in fuga all’estero.
    Novanta mila in un anno
    e la metà sono under quaranta

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    Milano è in testa con 3.300 cambi di residenza verso l’estero di connazionali tra 18 e 39 anni, seguita, per numeri assoluti, da Roma (2.949), Napoli (1.885) e Torino (1.653)

    Roma – Sono 45mila gli under 40 che nel 2014 hanno lasciato l’Italia e trasferito la propria residenza all’estero, chi per cercare fortuna, chi per inseguire un lavoro, una passione o una nuova carriera. Immigrati, ‘expat’, ‘foreign professionists’ con meno di 40 anni rappresentano la metà circa del totale dei trasferimenti di residenza che gli italiani hanno registrato nel corso del 2014 (circa 90mila trasferimenti, in aumento rispetto al 2012 del 30,7%). Per i giovani, si tratta in pratica di 3,3 trasferiti all’estero ogni mille under 40, in aumento del 34,3%. È ciò che emerge dalle elaborazioni dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Istat.

    Milano è prima con quasi 3.300 cambi di residenza verso l’estero effettuati da italiani nella fascia d’età compresa tra 18 e 39 anni, seguita, per numeri assoluti, da Roma (2.949), Napoli (1.885) e Torino (1.653). Se prendiamo in considerazione, però, i trasferimenti degli italiani all’estero, in rapporto al totale dei residenti italiani under 40, si parte di più da Bolzano, Imperia, Trieste, Pavia e Como. Città, a parte l’universitaria Pavia, di confine, dove l’emigrazione di ‘corto raggio’ è più immediata. Foggia, Taranto e Caserta le province dove il rapporto è più basso: meno di 2 ogni mille under 40 hanno trasferito la propria residenza all’estero.

    Regno Unito, Germania, Svizzera, Francia, Stati Uniti e Spagna sono i principali paesi di destinazione per gli italiani under 40 che hanno trasferito nel 2014 la propria residenza all’estero.

    La crescita in due anni dei trasferimenti all’estero per gli italiani under 40 è del 34,3%. In numeri assoluti, si tratta di oltre 11mila trasferimenti in più.

    Si registrano elevate differenze a Roma (863 trasferimenti in più rispetto al 2012), Palermo (829), Napoli (757) e Milano (451). Diminuiscono invece i trasferimenti in due anni a Belluno, Rimini, Vibo Valentia, Vercelli, Potenza, Novara e Verbano–Cusio-Ossola.

    Rispetto al passato, si tratta di una emigrazione più limitata nel tempo e di qualità – ha precisato Mattioni, segretario generale della Camera di Commercio di Monza e Brianza – almeno per quanto riguarda le partenze dalle metropoli del Nord”. Spesso si tratta di giovani mandati all’estero dalle famiglie (imprenditori o professionisti della media borghesia settentrionale) per studiare o comunque acquisire conoscenze, competenze e know-how da riversare poi, una volta rientrati in Italia, nelle attività professionali familiari o personali. È un fenomeno, ha concluso Mattioni, a cui stiamo assistendo ormai da qualche anno.

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