Tag: Festa della Repubblica

  • 2 giugno, Alderisi (FI): “Fiera di essere italiana”

    2 giugno, Alderisi (FI): “Fiera di essere italiana”

    ROMA – “In questo giorno così speciale per la nostra amata Italia, ho voluto partecipare fortemente alla tradizionale Parata del 2 giugno ai Fori Imperiali, interrotta per due anni a causa della pandemia, rappresentando con orgoglio tutti i miei cari italiani nel mondo. Oggi più che mai, il mio cuore batte tricolore insieme al vostro. Fiera di essere italiana!”.

    Queste le parole della Senatrice Francesca Alderisi (FI), eletta in Nord e Centro America, che ha assistito alla Parata in occasione del 76° anniversario della Repubblica alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e delle più alte cariche. “Questa è la festa di tutti, di ogni italiano, ovunque si trovi nel mondo. Oggi ci stringiamo idealmente attorno a coloro che hanno scelto di porsi al servizio della collettività e che sfilano in questa data rappresentando le varie componenti dell’Italia dedicate alla sicurezza, alla difesa e alla protezione di popolo e istituzioni”, ha affermato la sen.

    Alderisi al termine della rivista che ha visto sfilare complessivamente cinquemila persone, tra personale militare e civile. “Il ritorno in presenza delle celebrazioni per la Festa della Repubblica ai Fori Imperiali – ha aggiunto Alderisi – racchiude il desiderio di ripartenza dopo un biennio in cui il nostro Paese ha dovuto affrontare un’emergenza senza precedenti. Proprio per questo, quale rappresentante in Senato degli italiani del Nord e Centro America, quest’anno ho voluto festeggiare il 2 giugno in Italia, a Roma, per simboleggiare la vicinanza e l’attaccamento alla Patria di tutti i nostri connazionali oltre confine”.

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  • Giugno è il Mese del Patrimonio Italiano in Canada

    Giugno è il Mese del Patrimonio Italiano in Canada

    OTTAWA – Non solo la Festa della Repubblica, le cui celebrazioni si sono tenute il 2 giugno (e dintorni) in tutte le principali città del Canada e del resto del mondo, oltre che a Roma e in Italia naturalmente: il 17 maggio del 2017, la Camera dei Comuni del Canada ha approvato all’unanimità la mozione M-64 che ha proclamato ufficialmente Giugno come “Mese del Patrimonio Italiano” (Italian Heritage Month). Una giornata storica per tutti gli Italo-Canadesi, che hanno contribuito, di generazione in generazione, alla crescita ed allo sviluppo di uno dei Paesi più importanti al mondo. E questo grazie all’eccellenza tricolore di cui siamo tutti orgogliosamente ambasciatori: dalla storia all’enogastronomia, dall’arte alla moda, dal design all’innovazione. Da allora, ogni anno a giugno il Canada (al netto del biennio segnato dal Covid) è un vero e proprio tripudio tricolore. Per celebrare il Patrimonio Italiano, quest’anno sono in programma due eventi a Ottawa:

    • Giovedì 2 giugno, il Gruppo interparlamentare Canada-Italia ospiterà “L’Alzabandiera italiana – la Festa della Repubblica”. L’iniziativa si terrà vicino alla fiamma permanente del Centre Block (l’edificio principale del complesso parlamentare canadese su Parliament Hill), alle ore 9:00, alla presenza di Sua Eccellenza Andrea Ferrari, Ambasciatore d’Italia a Ottawa.
    • Martedì 7 giugno, l’Ambasciatore Ferrari e la signora Maria Grazia Mattarella Ferrari terranno un evento su invito presso la ‘National Gallery of Canada’ dalle 18 alle 20 per celebrare la festa della Repubblica.

    “Per decenni – ci ha detto il parlamentare Francesco Sorbara, tra i più attivi in passato ad organizzare iniziative volte a rendere omaggio all’orgoglio Italo-Canadese – i Canadesi di origine italiana hanno dato e continuano a dare un contributo eccezionale alla vita economica, politica e culturale del nostro Paese. Durante il Mese del Patrimonio Italiano, celebriamo il ricco patrimonio degli Italo-Canadesi e, allo stesso tempo, cogliamo l’occasione per riflettere sul nostro passato comune e per imparare a conoscere i diversi modi in cui gli Italo-Canadesi contribuiscono a costruire un Canada più inclusivo”.

    Dal 1984 esiste il Gruppo Interparlamentare di Amicizia Italia – Canada. Guidato oggi dal deputato Angelo Iacono, si propone di promuovere lo scambio di idee e le relazioni tra i due Paesi. La possibilità di farne parte è aperta a tutti i deputati federali e a tutti i senatori.

    Tanto che oggi i membri sono 73. Molti di più dei parlamentari di origine italiana che sono oggi presenti a Parliament Hill: Tony Baldinelli (Conservatore), Niagara Falls, Ontario; Frank Caputo (Conservatore), Kamloops— Thompson—Cariboo, Colombia Britannica; Michelle Ferreri (Conservatrice), Peterborough—Kawartha, Ontario; Angelo Iacono (Liberale), Alfred-Pellan, Québec; David Lametti (Liberale), LaSalle—Émard—Verdun, Québec; Patricia Lattanzio (Liberale), Saint-Léonard—Saint-Michel, Québec; Eric Melillo (Conservatore) Kenora, Ontario; Marco Mendicino (Liberale), Eglinton—Lawrence, Ontario; Anthony Rota (Liberale), Nipissing—Timiskaming, Ontario; Francis Scarpaleggia (Liberale), Lac-Saint-Louis, Québec; Judy A. Sgro (Liberale), Humber River—Black Creek, Ontario; Francesco Sorbara (Liberale), Vaughan—Woodbridge, Ontario; Filomena Tassi (Liberale), Hamilton West—Ancaster—Dundas, Ontario; Karen Vecchio (Conservatrice) Elgin—Middlesex—London, Ontario; Julie Vignola (Bloc Québécois), Beauport—Limoilou, Québec; Bonita Zarrillo (NDP), Port Moody—Coquitlam, Colombia Britannica.

    Non va dimenticato, infine, che il 12 giugno del 2017, il consiglio comunale di Montréal, su proposta del Sindaco dell’epoca, Denis Coderre, ha approvato una risoluzione per sottolineare il contributo storico fornito dagli Italo-Canadesi allo sviluppo della metropoli. Giugno, quindi, come mese sempre più verde-bianco-rosso in Canada e a Montréal, in particolare.

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  • Ecco il programma delle celebrazioni per l’anniversario della Repubblica

    Ecco il programma delle celebrazioni per l’anniversario della Repubblica

    ROMA – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 76° anniversario della Repubblica, ha invitato il 1° giugno i capi missione accreditati in Italia ad un concerto eseguito al Quirinale dall’Orchestra del teatro “La Fenice” di Venezia diretta dal maestro Myung Whun Chung, in programma musiche di Ludwig van Beethoven e Pietro Mascagni. È quanto si legge in una nota del Quirinale. Il concerto sarà trasmesso in diretta sulla Rai, a partire dalle 18:30 e sarà aperto dal saluto del presidente Mattarella. Non ci sarà – per ragioni legate alle misure precauzionali adottate per il contrasto all’infezione da Covid-19 – il tradizionale ricevimento serale nei Giardini del Quirinale.

    Giovedì 2 giugno, alle ore 9:15, il presidente della Repubblica, alla presenza delle più alte cariche istituzionali, renderà omaggio all’altare della patria con la deposizione di una corona d’alloro con nastro tricolore. Contestualmente – continua la nota – ci sarà il sorvolo delle Frecce tricolori sui cieli di Roma. Successivamente, il capo dello stato riceverà, in Via di San Gregorio, la presentazione dei reparti schierati per la rivista e assisterà alla tradizionale parata militare dalla tribuna presidenziale di via dei Fori Imperiali.

    Nel pomeriggio del 2 giugno non ci sarà la consueta apertura al pubblico ma, sempre nel rispetto delle misure di prevenzione del rischio di contagio dal virus Covid-19, l’ingresso dei Giardini del Quirinale riguarderà categorie di persone con fragilità rappresentate dalle associazioni a carattere nazionale. Gli invitati saranno circa 2.300 divisi in turni per permettere a tutti gli invitati di muoversi con adeguati livelli di sicurezza. L’individuazione degli ospiti è stata curata dalla regione Lazio, da Roma Capitale e dalla Città metropolitana di Roma Capitale.

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  • L’Inno Nazionale “Fratelli d’Italia”

    L’Inno Nazionale “Fratelli d’Italia”

    Dobbiamo alla città di Genova il ‘Canto degli Italiani’, meglio conosciuto come‘Inno di Mameli’. Scritto nell’autunno del 1847 dall’allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il ‘Canto degli Italiani’ nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l’Austria. L’immediatezza dei versi e l’impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell’unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani – e non alla Marcia Reale – il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a ‘God Save the Queen’ e alla ‘Marsigliese’. Fu quasi naturale, dunque, che il 12 ottobre 1946 l’Inno di Mameli diventasse l’inno nazionale della Repubblica Italiana.

    L’Italia s’è desta, Dell’elmo di Scipio S’è cinta la testa. Dov’è la Vittoria?
    Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò.
    Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L’Italia chiamò.
    Noi siamo da secoli Calpesti, derisi,
    Perché non siam popolo, Perché siam divisi.
    Raccolgaci un’unica Bandiera, una speme:
    Di fonderci insieme Già l’ora suonò.
    Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L’Italia chiamò.
    Uniamoci, amiamoci, l’Unione, e l’amore Rivelano ai Popoli
    Le vie del Signore; Giuriamo far libero Il suolo natìo:
    Uniti per Dio
    Chi vincer ci può?
    Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L’Italia chiamò.
    Dall’Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano, Ogn’uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano,
    I bimbi d’Italia
    Si chiaman Balilla,
    Il suon d’ogni squilla
    I Vespri suonò.
    Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L’Italia chiamò.
    Son giunchi che piegano Le spade vendute:
    Già l’Aquila d’Austria
    Le penne ha perdute.
    Il sangue d’Italia,
    Il sangue Polacco,
    Bevé, col cosacco,
    Ma il cor le bruciò.
    Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L’Italia chiamò.

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  • Il messaggio della Console Generale d’Italia a Montréal

    Il messaggio della Console Generale d’Italia a Montréal

    Care e cari connazionali, canadesi del Québec e delle Province Atlantiche, il 2 giugno 2022 festeggiamo, insieme, il 76° compleanno della Repubblica italiana.

    I segnali di progressivo miglioramento dalla pandemia ci stanno permettendo, in queste ultime due-tre settimane, di tornare gradualmente a misure di socialità meno stringenti. Anche per questo, su deciso impulso dell’Ambasciatore d’Italia in Canada. S.E. Andrea Ferrari, quest’anno celebreremo la Festa Nazionale della Repubblica con un evento pubblico in presenza, qui a Montréal.

    Sebbene stiamo uscendo dal tunnel, non possiamo tuttavia abbassare la guardia. Dobbiamo continuare a dare prova di doverosa prudenza ed esercitare la massima cautela nei comportamenti – individuali e collettivi – quotidiani. Per questo, considerata la perdurante situazione epidemiologica locale, la celebrazione della Festa Nazionale italiana avverrà in formato ridotto e sarà improntata alla massima sobrietà. Sarà un evento di natura istituzionale, prevalentemente rivolto alle autorità e ai funzionari locali, al corpo diplomatico accreditato presso l’ICAO e al corpo consolare.

    Parteciperanno funzionari/e delle organizzazioni internazionali, personalità del mondo politico e delle istituzioni locali, esponenti degli affari, della cultura, dell’università e della ricerca, dei media, della società civile, nonché taluni/e rappresentanti della collettività italiana, selezionati sulla base di rigidi criteri oggettivi: consiglieri/e del Com.It.Es., istituzione che auspico superi presto le divisioni e lacerazioni interne sinora riscontrate; presidenti dei principali enti comunitari e delle 15 associazioni attualmente iscritte all’Albo consolare, rappresentanti delle federazioni di associazioni, Consultori e Consultrici delle Regioni italiane qui notificati.

    Tenuto conto del formato ristretto della celebrazione della principale ricorrenza del calendario delle feste civico-nazionali italiane sono lieta di condividere su queste colonne – o sulle onde del programma trasmesso il 2 giugno alle ore 20:00 e, in replica, sabato 4 giugno alle ore 05:00 e alle 19:30 dalla televisione comunitaria ICI Television – il mio “ultimo” messaggio di auguri per la Festa della Repubblica, considerato che il mio mandato istituzionale verrà a scadere, al più tardi, ad inizio marzo 2023.

    Perché la Festa Nazionale della Repubblica italiana si celebra il 2 giugno?

    Perché in quella data del 1946 i cittadini italiani e – per la prima volta – le cittadine italiane furono chiamati/e ad esercitare la sovranità popolare, attraverso il voto in un doppio appuntamento elettorale: per il referendum istituzionale sulla scelta della forma di Stato (repubblica o monarchia) da dare all’Italia postbellica e per l’elezione dell’Assemblea Costituente, l’organo rappresentativo del popolo, incaricato di redigere la nuova Costituzione che avrebbe fissato i principi etico-politici e la struttura dell’ordinamento istituzionale risultante dall’esito referendario.

    Il 2 giugno 1946 l’affluenza alle urne fu elevatissima, tanto che fu necessario protrarre le operazioni di voto al giorno successivo, 3 giugno. Votarono quasi 25 milioni di cittadini e cittadine, pari a quasi il 90% dell’intero corpo elettorale, composto – allora – da 28 milioni di maggiorenni (ai tempi lo si diveniva a 21 anni).

    L’“altra metà del cielo” italiano – quella delle donne – conquistò, finalmente, il 2 giugno 1946 il diritto democratico di base, quello di voto, esprimendo per la prima volta la propria voce alle elezioni politiche, fino ad allora riservate esclusivamente agli uomini. E lo fece in massa. Votarono quasi 13 milioni di donne. Un milione in più rispetto ai circa 12 milioni di uomini. Potremmo quasi dire che la Repubblica nacque proprio grazie al voto femminile.

    Qualche giorno più tardi furono resi noti i risultati. Vinse la Repubblica con il 54,3% dei voti, contro il 45,7% in favore della Monarchia. Il popolo italiano pose così fine ad 85 anni di regno di Casa Savoia, che aveva guidato l’Italia dal compimento dell’Uni- tà – nel 1861 – alla scelta popolare referendaria in favore della Repubblica, il 2 giugno 1946, appunto.

    Che valore ha oggi, celebrare il 2 giugno 1946?

    Quel giorno segna la nascita della Repubblica Italiana e ha un valore centrale per il nostro sistema democratico almeno per tre motivi.

    In primo luogo, sancisce il ritorno della cittadi- nanza italiana all’effettiva vita politica attiva, dopo il ventennio fascista, ufficializzando il suffragio universale diretto nel nostro Paese e consacrando il voto come “personale ed uguale, libero e segreto”.

    In secondo luogo, rappresenta un momento di vera e propria autodeterminazione di un popolo, nella scelta della propria forma di Stato. A partire da quella data l’Italia entra nel novero delle democrazie mature e inizia a divenire il Paese all’avanguardia che conosciamo oggi.

    In terzo luogo, il 2 giugno 1946 è una data spartiacque per il progresso dell’emancipazione femminile in Italia, rappresentando al contempo un punto di approdo e uno di partenza. Votando per la prima volta, le donne celebrarono un agognato traguardo, ottenuto dopo decenni di rivendicazioni, forte mobilitazione delle associazioni femminili interessate al voto e dopo aver giocato un ruolo di primo piano durante – e tra – le due guerre mondiali, ma anche nella Resistenza al fascismo e nella lotta di liberazione del Paese dal nazifascismo. Quella data rappresenta anche un primo passo, fondamentale, nel lungo percorso che porterà, qualche mese più tardi, al riconoscimento dell’uguaglianza di genere – tra donna e uomo – nella carta costituzionale e, nei decenni successivi, a una progressiva attuazione di tale uguaglianza di genere prima dal punto di vista giuridico e poi, via via nei decenni, da quello politico-socioeconomico-culturale (che oggi resta tuttavia ancora da realizzare appieno).

    Nella speranza che queste mie righe abbiano potuto evidenziare, almeno in parte, l’enorme rilevanza, ancora del tutto attuale oggi, del 2 giugno 1946 nel nostro tessuto e vissuto civico, auguro a tutte le lettrici e a tutti i lettori una serena Festa delle Italiane e degli Italiani.

    Viva l’Italia. Viva la Repubblica. Viva il popolo italiano.
    Buona Festa Nazionale della Repubblica.
    Buon 2 giugno 2022.

    Silvia Costantini
    Console Generale d’Italia a Montreal e Rappresentante Permanente d’Italia presso l’ICAO

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  • STORIA DEL TRICOLORE: COM’È NATA LA BANDIERA ITALIANA

    STORIA DEL TRICOLORE: COM’È NATA LA BANDIERA ITALIANA

    La bandiera italiana nasce come bandiera militare: fu proposta nel 1796 per distinguere il contingente italiano all’interno dell’esercito di Napoleone, nelle repubbliche Cispadana e Cisalpina. Il 7 gennaio del 1797 il Tricolore fu adottato, a Reggio Emilia, come bandiera della Repubblica cispadana: il blu della bandiera francese era sostituito dal verde, fin dal 1782 colore delle uniformi della Guardia civica milanese, quindi simbolo dei volontari che combattevano per l’Italia, mentre il bianco e il rosso comparivano nell’antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco). Con la sconfitta di Napoleone, nel 1814, il Tricolore fu abolito. Tuttavia, restò nella memoria degli italiani e più volte fu innalzato contro gli austriaci. Nel 1848 fu adottato nel regno di Sardegna dai Savoia, che vi inserirono il loro scudo (una croce bianca in campo rosso): con l’unità d’Italia (1861) diventò la bandiera del Regno d’Italia. In seguito alla proclamazione della Repubblica (1946), lo scudo dei Savoia fu eliminato.

    L’emblema, simbolo della Repubblica

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    ULIVO – Il ramo di ulivo simboleggia la pace

    STELLA – La stella è il simbolo patrio italiano dai tempi dell’Antica Grecia

    RUOTA – La ruota dentata d’acciaio simboleggia il lavoro

    QUERCIA – Il ramo di quercia simboleggia la forza e la dignità del popolo italiano

    ROMA – Il 5 maggio del 1948 l’Italia repubblicana ha il suo emblema, al termine di un percorso creativo durato ventiquattro mesi, due pubblici concorsi e un totale di 800 bozzetti, presentati da circa 500 cittadini, fra artisti e dilettanti. La vicenda ha inizio nell’ottobre del 1946, quando il Governo di De Gasperi istituì una apposita Commissione, presieduta da Ivanoe Bonomi, la quale percepì il futuro stemma come il frutto di un impegno corale, il più ampio possibile. Per questo, si decise di bandire un concorso nazionale aperto a tutti, basato su poche tracce: esclusione rigorosa dei simboli di partito, inserimento della stella d’Italia, “ispirazione dal senso della terra e dei comuni”. L’autore dell’emblema. Paolo Paschetto, di famiglia valdese, nacque il 12 febbraio 1885 a Torre Pellice, in provincia di Torino, dove è morto il 9 marzo 1963. Professore di ornato all’Istituto di Belle Arti di Roma dal 1914 al 1948, fu artista polivalente, passando dalla xilografia alla grafica, dall’olio all’affresco, dalla pittura religiosa al paesaggio. Fu autore, tra l’altro, di numerosi francobolli, compresa “la rondine” della prima emissione italiana di posta aerea.

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  • Il 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica italiana

    Il 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica italiana

    Il 2 giugno del 1946, 76 anni fa, gli italiani, uomini e donne, per la prima volta a suffragio universale, furono chiamati a esprimere la loro preferenza sul futuro del Paese. La maggioranza scelse la Repubblica, abbandonando la Monarchia

    Il 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica in ricordo del referendum che in quello stesso giorno, nel 1946, decretò il passaggio dell’Italia da un sistema politico monarchico a uno repubblicano. Ma la festa della Repubblica non è sempre stata il 2 giugno. Nel 1977, con la legge numero 54 del 5 marzo, a causa di una situazione economica difficile, la Festa della Repubblica era stata spostata alla prima domenica di giugno, ma nel 2001, con la legge numero 336 del 20 novembre 2000, la festività del 2 giugno è stata reintrodotta.

    I RISULTATI DEL REFERENDUM. Il 2 e il 3 giugno 1946 si è tenuto il referendum istituzionale indetto a suffragio universale e tutti gli italiani, comprese le donne che votavano per la prima volta, sono stati chiamati alle urne per scegliere la forma di governo preferita: monar- chia o repubblica. Con 12.718.641 voti contro 10.718.502 (le schede nulle o bianche furono invece 1.498.136), gli elettori hanno scelto la Repubblica e la famiglia Savoia, fino ad allora al comando della monarchia, è stata esiliata. I votanti sono stati 24.947.187, l’89% degli aventi diritto al voto. La percentuale di voti favorevoli alla repubblica è stata del 54,3%, mentre quella dei voti favorevoli alla monarchia del 45,7%. Ma l’Italia risultava divisa in due: al nord aveva vinto la repubblica con il 66,2% dei voti, mentre al sud le preferenze erano andate alla monarchia con il 63,8% dei voti.

    L’Assemblea Costituente è stato l’organo con il compito di redigere la nuova carta costituzionale a seconda dell’esito della votazione, ossia della vittoria della Repubblica o della Monarchia

    Il referendum mise così fine al Regno d’Italia che dal 1861, data dell’unificazione, per 85 anni, era stato guidato dalla famiglia reale dei Savoia, e fece nascere la Repubblica Italiana. L’Italia passò in questo modo da una monarchia costituzionale, regolata dallo Statuto Albertino, ad una repubblica parlamentare.

    L’ASSEMBLEA COSTITUENTE. Il 2 e 3 giugno del 1946 si svolsero le prime elezioni dopo 22 anni di regime fascista (le ultime si erano tenute nel 1924). Agli elettori, tutti i cittadini italiani di ambo i sessi e maggiorenni, cioè all’epoca d’età superiore a 21 anni,

    furono date due schede. La prima per il referendum istituzionale e la seconda per l’elezione dei deputati dell’Assemblea Costituente, l’organo che avrebbe avuto il compito di redigere la nuova carta costituzionale secondo l’orientamento emerso dal referendum. A seguire, il 1o luglio Enrico De Nicola venne nominato primo Presidente della Repubblica Italiana, Alcide De Gasperi fu il primo presidente del Consiglio e il 1o gennaio 1948 entrò in vigore la nuova Costituzione della Repubblica Italiana

    Il clima in Italia era teso, il voto si svolgeva tra le macerie della Seconda Guerra Mondiale che si era conclusa da poco

    LA COSTITUZIONE ITALIANA. La Costituzione Italiana è la legge fondamentale del nostro Stato, che sancisce le regole della vita sociale e le norme dell’ordinamento dello Stato. La Costituzione Italiana è composta di 139 articoli, divisi in quattro sezioni: I Principi Fondamentali (art. 1-12); Diritti e doveri dei cittadini (13-54); Ordinamento della Repubblica (55-139); Disposizioni transitorie e finali.

    TUTTI I PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA. Il presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento in seduta comune e resta in carica 7 anni. Il primo a ricoprire questo incarico è stato Enrico De Nicola nel 1948. Nel suo caso non si è trattato di un settennato: è stato prima Capo provvisorio dello Stato dal 28 giugno 1946 al 31 dicembre 1947 (una carica che è stata creata ad hoc, per poi essere abolita), poi presidente della Repubblica dal 1° gennaio 1948 al 12 maggio 1948. Il suo successore è stato Luigi Einaudi, esponente del Partito liberale italiano (come De Nicola), all’età di 74 anni: restò in carica per l’intera durata del suo mandato, così come Giovanni Gronchi, esponente della Dc, capo dello Stato dal 1955 al 1962. Dopodiché è stato il turno di Antonio Segni che, eletto nel 1962 quando aveva 71 anni, è stato costretto a lasciare il Quirinale nel 1964, per una grave malattia (è morto nel 1972). Al suo posto, Giuseppe Saragat, del Partito socialdemocratico italiano, dal 1964 al 1971.

    Per la prima volta furono chiamati alle urne sia gli uomini che le donne: da quel momento, le elezioni in Italia
    si sono sempre svolte a suffragio universale

    Anche Giovanni Leone, la cui elezione fu forse la più risicata, rimise il mandato con qualche mese di anticipo rispetto alla fine naturale, per motivi politici: eletto nel 1971 chiuse nel 1978, nell’anno in cui venne ritrovato il corpo di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate rosse. Quindi, la presidenza di Sandro Pertini (socialista), forse quella ricordata come la più popolare in assoluto, nonostante i tempi bui dal 1978 al 1985 (stragi terroristiche e mafiose, tensioni sindacali e crisi economica). E ancora il controverso settennato di Francesco Cossiga (Dc), dal 1985 al 1992, lasciando all’alba di Tangentopoli. Oscar Luigi Scalfaro (anche lui Dc) è stato il primo presidente a interessarsi in modo molto attivo alle vicende politiche del Parlamento, dal 1992 al 1999. Gli è succeduto Carlo Azeglio Ciampi (indipendente), dal 1999 al 2006, gli anni dell’Euro. Quindi Giorgio Napolitano (Democratici di sinistra), dal 2006 al 2013 e poi dal 2013 al 2015; infine Sergio Mattarella (indipendente), che nel 2022 ha chiuso il primo settennato in piena pandemia ed è stato rieletto lo scorso gennaio all’ottavo scrutinio, su richiesta di quasi tutti i partiti.

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  • Festa della Repubblica: Il messaggio dell’Ambasciatore d’Italia in Canada, Claudio Taffuri

    Festa della Repubblica: Il messaggio dell’Ambasciatore d’Italia in Canada, Claudio Taffuri

    Cari Connazionali, Cari Amici,

    il 2 giugno è tradizionalmente un momento di incontro nel quale viene ricordata la nascita della Repubblica Italiana e vengono celebrate la sua storia, la sua cultura, le sue tradizioni e il suo popolo.

    Quest’anno la giornata della Repubblica assume tuttavia un significato particolare e non sarà purtroppo possibile onorarla come di consueto, non solo per le circostanze attuali che impediscono aggregazioni sociali ma, soprattutto, per il doveroso rispetto che dobbiamo a tutti coloro che in Italia stanno soffrendo o sono stati vittime di questa terribile epidemia e dei tanti, che anche qui in Canada, ne sono stati coinvolti direttamente o negli affetti più cari.

    Stiamo vivendo tutti, senza distinzioni, momenti di grande sgomento. Le nostre società, le nostre economie sono sottoposte ad una crescente pressione. Il nostro stesso modo di vivere, di lavorare, di creare relazioni sta radicalmente mutando a fronte di situazioni inaspettate che ci hanno costretto ad un confronto in un territorio inesplorato prima d’ora.

    Noi italiani siamo stati colpiti per primi in Europa, in maniera brutale e senza preavviso, da quello che in molti hanno paragonato ad un violentissimo “tsunami”, ma abbiamo saputo reagire con determinazione e disciplina.

    Voglio oggi ricordare con orgoglio il sacrificio sopportato da ogni nostro singolo cittadino che ha dovuto rinunciare a lungo ad affetti e socialità, come la generosa opera di assistenza prestata dai medici e dal personale sanitario tutto, dalla Protezione Civile e dalle forze dell’ordine che, a rischio della loro stessa incolumità, hanno operato, senza mollare mai, in una gara di solidarietà per arrestare la diffusione del contagio.

    Questi sforzi sono stati premiati e abbiamo maturato l’esperienza necessaria per far ripartire il Paese, anche se siamo stati chiamati a scelte impegnative pagando un prezzo elevato che rimarrà a lungo nella nostra memoria. A fronte di questa crisi abbiamo ancora una volta dimostrato di essere un popolo resiliente, capace di severo impegno, sacrificio, e in grado di resistere e superare le avversità.

    Queste caratteristiche ci appartengono e le riconosco in voi, italiani del Canada! In questo Paese avete saputo emergere, affrontando con perseveranza e determinazione molteplici difficoltà senza cedere e mantenendo saldo il profondo legame con le vostre origini che, nel momento del bisogno avete sempre tradotto in generosa disponibilità e concreta solidarietà. Grazie!

    La mia personale gratitudine va anche ai componenti istituzionali della nostra collettività, ai parlamentari eletti all’estero, ai membri dei Comites, del CGIE e del Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi, il cui contributo è stato determinante nel mio lavoro quotidiano.

    Infine, desidero rivolgere in questa giornata un grato riconoscimento per le espressioni di solidarietà che hanno voluto riservare all’Italia i vertici del Governo canadese, le maggiori cariche della nazione e gli esponenti del mondo politico, economico e culturale. Da loro sono giunte manifestazioni di sostegno e di ammirazione per la dignità con cui gli italiani hanno affrontato questa crisi e per l’efficacia delle misure di contrasto messe in campo dal nostro Governo. Il mio pensiero va anche ai tanti amici canadesi che, seppur confrontati con gli stessi sacrifici e le stesse difficoltà, hanno voluto comunicare direttamente quanto fosse doloroso per loro assistere alle immagini di sofferenza provenienti dall’Italia.

    Cari connazionali, cari amici, ho iniziato questo messaggio comunicandovi che non sarà possibile celebrare insieme, come di consueto, la ricorrenza del 2 giugno nella Residenza d’Italia; ciò non ci impedisce tuttavia di sentirci oggi virtualmente vicini per onorare la nostra Repubblica, evocando in ciascuno di noi il profondo senso di rispetto ed amore verso la Patria, condividendone i valori di unita e coesione, certi di aver mostrato in questa difficile situazione il nostro volto migliore.

    A sottolineare la mia vicinanza con tutti voi, desidero farvi omaggio di una pubblicazione in formato elettronico dal titolo Piazze In(visibili)https://www.esteri.it/mae/resource/doc/piazze_in_visibili/piazze_in_visibili.pdf – prodotta dal nostro Ministero degli Esteri sulle più belle città italiane, immortalate nell’assordante silenzio che ha caratterizzato le fasi più dure dell’epidemia. Il messaggio contenuto in queste immagini è potente e pieno di speranza. Dalla sequenza dei nostri splendidi centri storici emerge infatti una crescente, incantevole bellezza che trasmette, più di mille parole, la voglia di rinascita e l’energia di un Paese aperto e pronto nuovamente ad accogliervi.

    È quindi con fiducia e solida convinzione di un futuro per tutti migliore, che voglio salutarvi nell’attesa di poter tornare a celebrare assieme il nostro Paese. Viva l’Italia!

    Claudio Taffuri

     

     

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  • Silvia Costantini: unire tradizione e novità

    Silvia Costantini: unire tradizione e novità

    La Console Generale Silvia Costantini con il suo giovane staff e diverse personalità tra cui i Maiolo, Di Iorio, il Sen. Giordano e Perri

    Montréal – Dopo le “esterne” allo stadio Saputo e al Place Bell di Laval dell’era Rusconi, caratterizzate dalla partecipazione massiccia di connazionali, anche per la presenza di cantanti di spessore internazionale come Antonello Venditti e Claudio Baglioni, quest’anno la festa della Repubblica è tornata nella Casa d’Italia: domenica 2 giugno, l’edificio più rappresentativo della storia dell’immigrazione italiana a Montréal ha ospitato circa 400 italiani per celebrare, tra le storiche e suggestive mura in stile Art Deco costruite nel 1936, il 73º anniversario della Festa della Repubblica italiana. Visti i tempi ristretti (la nuova Console Generale Silvia Costantini ha assunto le funzioni solo il 7 marzo scorso), la scelta non poteva che cadere sul monumento storico-simbolo dell’orgoglio tricolore a Montréal, nonché bene artistico-architettonico del patrimonio canadese. Detto questo, il 2 giugno è la festa di tutto il popolo italiano, e non solo delle élite: siamo certi che già dal 2020 tornerà ad essere una festa aperta, accessibile e popolare, magari in una location meno evocativa, ma più pratica e adeguata alle attese delle migliaia di italiani che vivono e lavorano in Québec. Tra le tante personalità in sala, ricordiamo: David Lametti, Ministro della Giustizia del Canada; Louis Lemieux, sottosegretario al Ministero provinciale della Cultura e delle Comunicazioni; Tony Loffreda, presidente della Fondazione Comunitaria Italo-Canadese; il Sen. Basilio Giordano, editore e direttore generale del ‘Cittadino Canadese’; il giudice Antonio Discepola; la deputata provinciale Filomena Rotiroti, il deputato federale Emmanuel Dubourg; l’ex deputato federale Nicola Di Iorio; il presidente del Picai, Piero Iannuzzi; il presidente dei Servizi Comunitari Italo-Canadesi del Québec, Giuseppe Maiolo, accompagnato dal figlio Ilario, candidato per il partito conservatore alle prossime elezioni federali; la presidente del Comites Giovanna Giordano; i consiglieri comunali Francesco Miele, Patrizia Lattanzio e Dominic Perri; il direttore dell’Istituto di cultura Francesco D’Arelli; la direttrice generale della Camera di Commercio Daniela Virone; la direttrice generale dell’ITHQ, Lisa Frulla. Ad aprire le cerimonie, con Giulia Verticchio a fare gli onori di casa come ‘animatrice’, è stato il Coro Alpino di Montréal, che prima ha intonato l’Inno di Mameli e poi, per rendere omaggio alla patria adottiva, ha interpretato anche l’inno canadese. In seguito alle parole di benvenuto di Gino Berretta, presidente della Casa d’Italia, ed i saluti istituzionali del Console Lorenzo Solinas (che si è fatto anche portavoce dei saluti delle due deputate italiane assenti, Fucsia Nissoli e Francesca Alderisi), a prendere la parola è stata la Console Generale d’Italia a Montréal, Silvia Costantini, che ha portato i saluti dell’Ambasciatore d’Italia in Canada, Claudio Taffuri: “Il 2 giugno – ha detto – è la festa che unisce tutte le italiane e gli italiani nel mondo. Gli italiani e gli italo-quebecchesi sono sempre più integrati nella società: un’ulteriore dimostrazione dell’amicizia molto solida tra l’Italia, il Québec e tutto il Canada. Ho voluto organizzare la festa alla Casa d’Italia perché punto di riferimento solido della, e per la, Comunità italiana di Montréal. La commistione tra tradizione e novità, passato e futuro è un obiettivo primario del mio mandato: riunire i vari strati della Comunità italiana e italo-quebecchese per creare un’unica Comunità, forte e coesa. Agendo da ponte, per creare e incentivare occasioni di scambio e di interazione. E, per realizzare questo progetto ambizioso, ho bisogno di tutta la Comunità, che in queste prime 15 settimane ho imparato a conoscere e ad apprezzare. Con una maggiore attenzione per la nuova mobilità, formata da chi ha scelto il Québec come tappa del suo percorso formativo. Oltre a lavorare con le Università canadesi e italiane per incentivare gli scambi tra i due Paesi. La lingua italiana, vettore della nostra cultura, è la quarta più studiata nel mondo: qui a Montréal la nostra collettività parla italiano finanche alla terza e quarta generazione e questo mi rende particolarmente orgogliosa”. Dopo aver concluso il suo intervento rendendo omaggio alle forze armate italiane, la Console Generale ha consegnato 6 onorificenze ad altrettante personalità: Paul Caccia, Suor Angela Rizzardo, Luigi Erriquez, Giuseppe Panzera sono stati decorati come Cavalieri dell’Ordine della Stella d’Italia, mentre l’avv. Pasquale Artuso e Nicolangelo Cioppi sono stati insigniti come Cavalieri dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Poi il gran finale, con l’esibizione di alcuni giovani artisti guidati dalla cantante e attrice Daniela Fiorentino, ed il buffet a base di sapori e gusti tricolori preparato da Vincenzo Morena, patron del gruppo PMG. (V.G.)

    Il Coro Alpino di Montréal, guidato da Italo Spagnuolo (al centro della foto insieme al Sen. Basilio Giordano) ha intonato l’inno italiano e quello canadese all’inizio delle celebrazioni
    La Console Generale Silvia Costantini, Tony Loffreda e Sabino Grassi
    Vincezo Morena, Antonio Discepola e Jos Salvo
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  • FESTA DELLA REPUBBLICA 2018 | Questo ‘Piccolo Grande Amore’

    FESTA DELLA REPUBBLICA 2018 | Questo ‘Piccolo Grande Amore’

    Quasi 10 mila connazionali hanno riempito il Place Bell di Laval per le celebrazioni (anticipate) della festa nazionale che, sotto gli occhi del Primo Ministro quebecchese Philippe Couillard, sono culminate nel concerto-show  dell’intramontabile artista romano

    di Vittorio Giordano

    Montréal – Tutti sotto il palco a cantare a squarciagola e a ballare, trascinati dalla voce di Claudio Baglioni, per la prima volta ad una Festa della Repubblica all’estero: Console, Ambasciatore, parlamentari, consiglieri comunali, autorità e personalità. È finita così la festa della Repubblica italiana a Montréal: con le fredde regole del cerimoniale e la proverbiale discrezione diplomatica ‘andate a farsi benedire’. E tutti gli altri in scia, scatenati tra parterre e platea della moderna ‘Place Bell’ di Laval, in un’atmosfera resa ancora più tricolore da brand iconici come Lamborghini, Vespa, Ferrero, Pirelli e Mapei. Per un’unica, colorata, pista da ballo. Con i tricolori al vento e con il cuore in gola che si è messo a battere forte sulle melodie intramontabili di brani che hanno fatto la storia della musica italiana e che hanno acceso la passione, l’orgoglio ed il senso di appartenenza degli italiani di Montréal. Brani senza tempo come “Strada facendo”, “Avrai”, “Porta portese”, “Io me ne andrei”, “Amore bello”, “Sono io”, “E tu come stai”, “W l’Inghilterra”, “Adesso la pubblicità”. Prima del gran finale a ritmo di “Mille giorni di te e di me”, “Questo piccolo grande amore” e “Via”. Perché essere italiani è un tratto distintivo indelebile, un valore aggiunto, una marcia in più. Soprattutto per chi ha scelto di rimettersi in gioco all’estero. Così come ha ammesso lo stesso Primo Ministro del Québec, Philippe Couillard: “Vi saremo sempre riconoscenti per il vostro immenso contributo allo sviluppo del Québec: avete reso migliori le nostre vite grazie alle capacità imprenditoriali, il senso della famiglia, la cultura, la gioa di vivere, il vino e la gastronomia. Siete un modello di forza creativa e di inclusione: un bell’esempio di integrazione per gli immigrati di oggi”. Un messaggio di speranza, soprattutto in queste ore travagliate per il Belpaese. Un modello che la festa della Repubblica ha voluto esaltare mettendo in vetrina tratti caratteristici come raffinatezza, gusto, stile, eccellenza, propri del #Vivereallitaliana. Uno stile di vita che, da sempre, fa della gastronomia un suo simbolo-fondante: non potevano mancare, quindi, i chioschi con vino, pizze, panini, formaggi, salumi, cioccolato e caffè. Dopo Venditti, ecco Baglioni: un altro grande successo per il Console Generale d’Italia a Montréal, il dinamico e carismatico Marco Riccardo Rusconi, che, consapevole di aver organizzato “la più grande festa della Repubblica al mondo”, ha salutato il pubblico rilanciando il messaggio che il Presidente Mattarella ha rivolto agli Italo-canadesi in occasione del suo recente viaggio in Canada: “Oggi Roma e Ottawa sono più vicini grazie a voi”. Tantissimi i personaggi che hanno arricchito il prestigioso parterre: oltre all’Ambasciatore d’Italia a Ottawa, Claudio Taffuri, ricordiamo Martin Coiteux, Ministro provinciale della Pubblica Sicurezza; Carlos J. Leitão, Ministro provinciale delle Finanze; Francine Charbonneau, Ministro responsabile degli Anziani; Francesco D’Arelli, direttore dell’Istituto italiano di cultura di Montréal; i deputati provinciali Marc Tanguay e Rita De Santis; i deputati federali Angelo IaconoNicola Di Iorio; la consigliera Rosannie Filato, in rappresentanza della Sindaca Valérie Plante; i consiglieri comunali di Montréal Dominic Perri, Mario Battista e Francesco Miele; i consiglieri comunali di Laval David De Cotis e Paolo Galati; Giuseppe Borsellino con la consorte Elina; l’On. Basilio Giordano con la consorte Nina, Pat Buttino del CLDV, Elio Arcobelli, presidente della Fondazione Santa Cabrini; ecc. Prima del concerto di Baglioni e dei discorsi istituzionali, annunciati di volta in volta dall’umorista Joe Cacchione con l’attrice Cristina Rosato, sono saliti sul palco: Luisa Miniaci, coordinatrice della Sezione del Québec della Fondazione per la policistica renale, esempio di dedizione e solidarietà; il Prof. Andrea Lodi, titolare della cattedra di ricerca di eccellenza canadese nei big data applicati ai processi decisionali presso il Politecnico di Montreal; Sebastian Sylwan, partner creativo di Felix e Paul Studios, azienda leader nel campo della realtà cinematografica virtuale. Tre esempi di eccellenza in tre campi strategici e altamente simbolici come solidarietà, scienza e tecnologia. Interventi intervallati da quattro esibizioni musicali: il gruppo Juke Box, il cantautore Gianni Bodo, il duo femminile Dolceamare e la soprano Giorgia Fumanti. Quindi spazio ad un dibattito dal titolo ‘Montréal, un’isola italiana fuori dall’Italia’ sul futuro della comunità italiana in Canada: sotto i riflettori le parlamentari italiane elette all’estero Francesca La Marca e Francesca Alderisi; la Presidente del Comitato degli Italiani all’Estero di Montreal, Giovanna Giordano; il Presidente del Congresso italo-canadese del Quebec, Antonio Sciascia; ed il Presidente della storica “Casa d’Italia” di Montreal, Gino Berretta. Poi la musica e la poesia di Baglioni hanno preso il sopravvento: un inno appassionato all’Italia, che resta il “Piccolo Grande Amore” di tutti quanti noi italo-canadesi. (V.G.)

    La carica di Claudio Baglioni durante il concerto (Foto Sara Barone)
    Da sinistra: Giovanna Giordano, Francesca Alderisi, Francesca La Marca, Antonio Sciascia e Gino Berretta (Foto Sara Barone)
    Marco Riccardo Rusconi, Console Generale d’Italia a MTL
    (Foto Sara Barone)
    Claudio Taffuri, Ambasciatore d’Italia a Ottawa (Foto Sara Barone)
    Da sinistra: Martin Coiteux, Francine Charbonneau, Rita de Santis, Filomena Rotiroti e Philippe Couillard
    Una veduta panoramica del Place Bell gremito di connazionali
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