Tag: Covid19

  • La polizia sgombera il centro di Ottawa

    La polizia sgombera il centro di Ottawa

    OTTAWA – L’occupazione del centro di Ottawa si è conclusa domenica scorsa, 20 febbraio. La polizia – che ha cambiato approccio e metodo con il capo ad interim Steve Bell che ha preso il posto del criticato Peter Sloly – ha messo fine a 23 giorni di occupazione da parte di camionisti e manifestanti contro i vaccini e le restrizioni anti-Covid.

    In base all’ultimo bilancio in nostro possesso, le forze dell’ordine hanno arrestato 191 persone (89 di queste sono state rilasciate sotto condizioni, come quella di non tornare a manifestare), denunciato 389 persone e confiscati 79 veicoli pesanti.

    Mentre alcuni se ne sono andati volontariamente, in due giorni gli agenti hanno usato una strategia di paziente logoramento (alternando avanzate improvvise a lunghe pause, puntando più sulla presenza massiccia, come deterrente, che sull’uso di manganelli e gas lacrimogeni) per riuscire ad avere la meglio sui più radicali, che fino all’ultimo hanno fatto valere le loro ragioni su rue Wellington, davanti al Parlamento.

    Il governo Trudeau, dal canto suo, dovrebbe incassare il voto del Parlamento (lunedì 21 febbraio, alle ore 18, la votazione alla Camera dei Comuni è ancora in corso) sull’Emergencies Act (la Legge sulle Misure d’emergenza) che prevede, tra le altre cose, di poter congelare i fondi dei manifestanti. All’esterno, invece, in alcuni incroci nevralgici del centro, sono state alzate delle recinzioni per impedire ulteriori assembramenti, con gli impiegati comunali che stanno portando a termine i lavori di pulizia della zona, occupata – ricordiamolo – da centinaia tra camion e veicoli dallo scorso 28 gennaio.

    La soddisfazione tra i residenti à palpabile: finalmente potranno spostarsi liberamente e non dovranno più subire il suono fastidiosissimo dei clacson. Chi è stato arrestato, ha spiegato Steve Bell, dovrà rispondere a diversi capi di accusa, anche di tipo penale, tra cui intralcio alla giustizia, inosservanza a un ordine del tribunale, aggressione, possesso di un’arma e resistenza a un pubblico ufficiale di polizia.

    La manifestazione, partita inizialmente con lo scopo di protestare contro l’obbligo vaccinale per i camionisti transfrontalieri, si è ben presto trasformata in una manifestazione permanente contro il governo Trudeau ed il suo approccio alla gestione della pandemia. L’ultima volta che è stato invocato l’Emergencies Act era il 1970 e il Premier era Pierre Trudeau, padre dell’attuale Primo Ministro, il quale lo aveva usato per inviare l’esercito a causa del rapimento, e poi l’uccisione, da parte di una cellula della FLQ (Front de libération du Québec) di un diplomatico britannico in Québec e del Ministro Pierre Laporte da una cellula della FLQ.

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  • Covid-19, Montréal tra le zone rosse in Nord America

    Covid-19, Montréal tra le zone rosse in Nord America

    Nella Comunità metropolitana di Montréal, i decessi sono stati 423 per milione di abitanti, ovvero l’89% (2146) dei 2398 morti registrati in tutto il Québec.

    MONTRÉAL – Siamo nel cuore della zona rossa. Montréal è sempre più l’epicentro della pandemia nella provincia del Québec e nel resto del Canada. Un primato inquietante che ci costringe a tenere alta la soglia di attenzione: la battaglia contro il covid-19 è ancora lontana dall’essere vinta. I numeri sono impietosi: la Comunità metropolitana di Montréal (CMM), agglomerato urbano formato da 82 comuni, conta il numero più alto di decessi per milione di abitanti. Analizzando gli ultimi dati, infatti, l’80% dei casi positivi in Québec risulta essere concentrato sul territorio delle cinque regioni che formano la CMM: agglomerato di Montréal, Laval, Lanadière, Laurentides e Montérégie. Con il tasso di mortalità legato al COVID-19 che schizza a 750 morti a Laval e 720 morti a Montréal (per milione di abitanti). Nella Comunità metropolitana di Montréal, i decessi sono stati 423 per milione di abitanti, ovvero l’89% (2146) dei 2398 morti registrati in tutto il Québec.

    Negli ultimi 7 giorni, nella CMM si sono registrati, mediamente, 95 decessi al giorno, contro gli 85 che si erano verificati nel corso della settinana precedente.

    L’80% delle persone decedute sul territorio della Grande Montréal vivevano nelle residenze sanitarie di lungo degenza per anziani (CHSLD) o nella case di riposo private (RPA). Questa proporzione varia tra il 67% nella Lanaudière e l’85% a Laval.

    Con questo triste record, la Grande Montréal supera diverse altre grandi città del Nord America come Toronton, Vancouver, Chicago e San Francisco. Solo Boston e New York registrano più morti per milione di abitanti.

    La situazione è molto più incoraggiante nel resto del Québec, con molte regioni (compresa la capitale nazionale) che hanno già potuto autorizzare la riapertura di scuole, studi professionali ed essercizi commerciali.

    I dati pubblicati sul sito della CMM (https://cmm.qc.ca) sono  aggiornati quotidianamente. “Si tratta di uno strumento di monitoraggio che può tornare molto utile agli eletti che devono prendere decisioni, di concerto con Québec, sul deconfinamento o sul prolungamento delle misure di contenimento”, ha spiegato Philippe Rivet, consulente di ricerca della CMM.

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  • Joe Cacchione esorcizza il virus

    Joe Cacchione esorcizza il virus

    MONTRÉAL  Joe Cacchione superstar sul web. Il noto professore, e comico, Italo-Montrealese è sempre più popolare sui social, grazie ai suoi video esilaranti, ma mai banali, che dal 19 marzo posta ininterrottamente sulla sua pagina Facebook per sdrammatizzare ed esorcizzare la quarantena a cui siamo costretti per la pandemia da Covid19. In tutto, ad oggi, 25 video, tutti a ruota libera, senza canovaccio, frutto di creatività e improvvisazione. Il primo, #SonoItaliano, risale al 19 marzo, ha registrato oltre 100mila visualizzazioni, e Cacchione lo ha dedicato all’Italia, che proprio quel giorno registrava il tasso di mortalità più alto nel mondo. Tra gli altri, hanno avuto particolarmente successo i video – da 50 secondi a 2 minuti di durata – sulla benzina in picchiata, sui soldati americani alla frontiera canadese, su Donald Trump, sul distanziamento sociale e sulla carta igienica. “Una bella battuta, sana e spontanea, non dico che fa passare il male, però ci aiuta ad accettare la situazione in cui ci ritroviamo” – è l’augurio di Joe Cacchione, che noi tutti condividiamo.

    https://www.facebook.com/joecacchionecomedian

     

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